Finalmente un film intelligente…

Ieri le previsioni davano catini di pioggia in arrivo per tutta la giornata e a Venezia andare a farsi un giro a piedi sotto il diluvio non è cosa buona e giusta.

Purtroppo la mia città non è dotata di posticini al chiuso dove andare a far giocare i bambini quando è brutto quindi la domanda sorgeva spontanea “Cosa cavolo facciamo?”.

L’unica soluzione valida mi sembrava quella di un bel cinema!

Vicino casa hanno da poco aperto un nuovo multisala (cosa alquanto all’avanguardia per Venezia) e quindi con il mio entusiasmo contagioso ho organizzato un bel gruppetto di bimbi e genitori (questi ultimi mi avrebbero soppressa all’istante per avere proposto il cinema davanti ai figli ovviamente entusiasti).

Come ciliegina sulla torta, 30 minuti prima dell’inizio del film, è uscito un sole che spaccava le pietre! Roba da levarsi il cappotto, restare in maglietta e magari andarsene anche a fare una passeggiata in spiaggia al Lido. Ormai il danno era compiuto e i bimbi non vedevano l’ora di vedere il mitico “fiocco di neve” presentato in tutti i promo come la scimmia bianca dal rutto molto facile.

Eravamo tutti pronti al peggio e invece… I bimbi sono usciti dal cinema felici e i grandi con gli occhi lucidi.
Il film (che dai cartelloni sembrava un cartoon e invece e’ un vero film) narra la storia di un cucciolo di gorilla bianco che arrivato allo Zoo di Barcellona diventa da subito il gorilla più ammirato e coccolato dai visitatori del parco.

A causa del colore della sua pelliccia, gli altri gorilla non lo considerano parte del gruppo. Per una volta e’ il nero che discrimina il bianco. Fiocco di neve decide di partire con il suo unico amico Miguel per una fantastica avventura alla ricerca della Strega del Nord, per chiederle di aiutarlo a diventare un gorilla nero come tutti gli altri. Scoprirà invece, strada facendo, che essere speciali non è poi così male!

Non so se a voi sia mai capitato che vostro figlio vi chiedesse perché ci sono bambini che hanno la pelle di altro colore, a me si…è ho risposto che siamo tutti diversi, ma che non è quello che conta.

La morale che fa la bimba del film alla fine della storia…è davvero commovente. Ci sono gorilla che amano le banane e altri che amano gli jogurt, gorilla coraggiosi e gorilla fifoni, gorilla bianchi e gorilla neri…
Ci sono tante diversità nel mondo, ma l’importante e’ sapersi accettare e volersi tutti bene anche se siamo diversi.

Quanto ci sarebbe da imparare…
Quante volte anche noi adulti ci infastidiamo per cavolate solo perché essere toleranti spesso sembra davvero difficile!? E non parlo solo di diversità del colore della pelle, ma di cose ben meno evidenti, ma pur sempre importanti.
Non siamo tutti uguali: abbiamo caratteri diversi e abitudini diverse. Basterebbe solo cercare di essere un po’ più comprensivi. Ve lo dice una delle più grandi spaccamaroni del creato. A volte mi fisso su delle cavolate assurde.
Ieri sono uscita da quel cinema asciugandomi le lacrime. Brutta cosa i sensi di colpa, ma da oggi prometto che cercherò di migliorare.

Non amo quelli che per comodità dicono “ormai sono così e sarà dura che riesca a cambiare” e poi ho solo 43 anni giusto !? Ho ancora tanto tempo per cercare di diventare meno spaccamaroni! Hihi

Rido rido, ma intanto, mentre scrivo, mi sta di nuovo scendendo la lacrima! E meno male che dico sempre che non bisogna piangersi addosso…Ops

Non perdetevi questo film, davvero!

Skateboard e hip hop: un salto nel passato…

Se non avessi avuto bisogno di qualcuno che mi facesse le magliette di “Temperate i tacchi” belle, in tempi record e facendomi anche spendere poco, non avrei mai scoperto WAG.

 

Il posticino in questione mi è stato suggerito dal mio amico Max del 4cento (grazie Max)

Se avete figli adolescenti o come me uno spirito ancora giovane…non potete non passare a trovare S.Alberto.

L’ultima che si è inventata S.Alberto (lo chiamerò sempre così da quando lo ho tirato matto per fargli fare le mie magliette) è la personalizzazione delle scarpe di tela.

conversefotoVoi gli portate le vostre belle scarpe di tela, magari dopo averle lavate, e lui ci stampa sopra quello che più vi piace (loghi, scritte, disegni etc).

Ovviamente dopo questo articolo mi regalerà un paio di Converse bianche tutte tempestate di “tacchi rossi” sennò cancello subito il pezzo! Ahahah

Se come me avete bisogno di fare magliette, cappellini o qualsiasi altra cosa di personalizzato…Wag è il posto giusto per voi e S.Alberto penserà ad esaudire ogni vostro desiderio con tempistiche da record e materiali di ottima qualità e prezzo, ma davvero, non scherzo!

Dovevo ritirare le magliette e non avevo nessuno che mi tenesse Danny quindi me lo sono caricato sullo scooter e lo ho portato con me. All’inizio non era proprio contento perchè quando gli chiedo di accompagnarmi da qualche parte sa già che finirà in almeno un negozio che non vende giocattoli.

Per farvi capire…Un giorno siamo passati davanti a un’Ikea per andare a pranzo a casa di amici con bimbi, e lui subito preoccupatissimo mi ha detto: “Mamma nooo, ancora all’Ikea no!!!”.

wagnoifotoQuanto siamo entrati da Alberto però…ha visto subito gli skateboard e gli si sono illuminati gli occhi.

Gli è letteralmente “girato” l’umore.

Ha preso tutto dalla sua mamma: da piccola ero una fanatica dello skateboard.

A Venezia molte delle mie amiche andavano in campo con i pattini mentre io arrivavo sempre con lo skateboard, decisamente più comodo per scappare quando arrivava il “caramba” (poliziotto in Veneziano) di turno: te lo mettevi sotto il braccio e correvi su e giù per i ponti senza problemi e soprattutto senza “stamparti” su qualche gradino.

Eh sì! Sono cresciuta in una città senza macchine dove, per assurdo, era vietato girare in bicicletta, con i pattini o con qualsiasi altro mezzo dotato di ruote. Se passava il “caramba” antipatico e non riuscivi a scappare, ti beccavi pure la multa. Non si poteva neanche giocare a calcio, “ostregheta” !

Da Wag potete trovare dagli skateboard per i giovani ai longboard per i più vecchietti. Dalle bombolette per i graffiti (da non usare in casa) a l’abbigliamento street wear, passando per un’ottima selezione musicale di hip hop principalmente italiana. Se c’è qualche festone/concerto di musica hip-hop in programma, S.Alberto è la spia ideale.

Vi assicuro che una volta nella vita, un concerto di Hip hop merita. Si torna a casa con le piante dei piedi che pulsano. In questi casi i tacchi non vanno temperati, ma lasciati a casa.

Sia chiaro che le magliette me le sono pagate e che non sto parlando di Wag per fare soldi, ma per farli risparmiare a voi !

 

WAG: Via de Amicis 28  Milano tel.02.8053063 chiedete di S.Alberto

Come convincere i nostri cuccioli a mangiare le carote !

Ebbene sì ! Ne so una più del diavolo. Questa e’ un’altra ricettina facile facile per fare le carote buone buone. Basta avere ovviamente carote, acqua e dado (quindi brodo) burro, grana e un pizzico di sale.

Tagliate le carote a rondelle fini e le saltate in padella con un filo di olio girandole bene sennò si bruciano! Poi aggiungete il brodo fino a coprirle, mettete il coperchio e fate andare per circa una mezz’ora a fuoco basso. Alla fine, quando l’acqua si sarà consumata tutta, amalgamate con burro e tanto tanto tanto grana e girate per un minuto o poco più sul fuoco ancora acceso. Sembra una cavolata ma vi giuro che vengono da paura e ai bimbi piacciono tanto (veramente piacciono molto anche a noi mamma e papà!)

caroterisofotoSe accanto alle carote ci mettete il riso, un filo d’olio e una spolverata di grana…il gioco è fatto. Tra il grana che avrete messo nelle carote e quello sul riso, avrete un piatto unico, facile e sano, per i vostri cuccioli: proteine, carboidrati e verdure!

Visto che il riso sembra sia uno dei carboidrati migliori e più digeribili (sembra!) io spesso lo abbino a carne, pesce o verdure. Per ottenere un effetto visivo più piacevole del classico pugnetto abbandonato nell’angolo del piatto, io il riso lo metto in uno stampino di quelli usa e getta in allumino e ci faccio un “tortino”.

Come insegnano a Masterchef… Anche l’occhio vuole la sua parte no !?

Lettone sì o lettone no ?

“Cucciolo visto che papà è via per lavoro, vuoi dormire con mamma picci picci nel lettone?”

Quante volte avrei voluto dire questa frase e invece mi sono sempre mozzicata la lingua. Ebbene sì, questa e’ un’altra di quelle cose in cui sono stata rigidissima sin dall’inizio: Danny ha sempre dormito in camera sua.

Ammetto che per i primi 4 mesi della sua vita Danny non ha dormito con noi, ma neanche da solo. Mia mamma ci teneva così tanto a regalarmi una tata per il primo periodo…che non me la sono sentita di darle un dispiacere e ho accettato.

cullafoto

 Quando la tata e’ tornata a casa sua, Danny e’ rimasto nella sua culla nella sua cameretta.

Sono stata una delle ultime delle mie amiche ad avere un figlio quindi ho avuto la fortuna di poter fare tesoro degli sbagli degli altri e di poter giocare d’anticipo.

Prima di avere Danny ho lavorato per tre anni come pr al Nhow, un hotel di design, dove organizzavamo eventi, riprese e shooting. Mi capito’ di fare un lavoro con SKY che, come tutti i clienti, provo’ a chiedermi se riuscivo ad andargli incontro con il prezzo della location.Li aiutai, ma in cambio chiesi un piccolo favore e ora…ho un armadio pieno di DVD con tutte le puntate di “S.O.S. tata”. 

Le so tutte ! Guardando la mitica Lucia e le sue colleghe ho capito che tutto si può ottenere, ma bisogna avere tanta pazienza ed insistere fino allo sfinimento di qualcuno sperando che quel qualcuno…sia minorenne.
Ho visto un papà riportare suo figlio dal lettone al lettino per 27 volte nella stessa notte e alla fine ce l’ha fatta. 

Ho la fortuna di avere un marito che è pure parecchio caruccio, ed è con lui che voglio dormire.

lettinofotoE’ capitato un paio di volte che Danny stesse male e durante la notte, dopo il sesto viaggio da camera nostra a camera sua, lo ho preso e lo ho messo nel lettone con noi, ma dopo al massimo un’ora, ha sempre chiesto lui di poter tornare nel suo lettino. Che genitori fortunati!

Danny ormai ha le sue abitudini, le care, carissime abitudini che tanto fanno bene ai bimbi e ai loro genitori: si cena, si guardano due cartoni, si legge una bella favola nel lettino alla penombra della sua cameretta e si fa la nanna. A quel punto il resto della casa e il lettone sono solo di mamma e papà…

Danny ed io dormiamo “picci picci” (accoccolati) nel lettone e senza papa’, solo durante il NOSTRO week-end che facciamo una volta l’anno all’estero. Si tratta di un fine settimana senza maschi adulti e con altre mamme e bambini.
Londra (ruota panoramica,duck bus etc), Parigi (+Eurodisney), Monaco (+Legoland) etc.
Tanto divertimento per i bimbi e shopping per le mamme, ma di questi week-end vi racconterò un’altra volta…

 

 

 

 

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Un pranzo di ordinaria follia…

Oggi forse non sara’ stato il pranzo piu’ sano della sua vita, ma alla fine mio figlio mi ha detto “Grazie mamma! E’ stato un pranzo divertentissimo e buono” e io mio sono sciolta…

 

Preparazione spaghetti con würstel

image

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Felice scorpacciata di spaghetti con wurstel e ketchup

image

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Finalmente un po’ si sana frutta

image

 

 

 

Come conquistare i vostri figli: Spaghetti e wurstel da mangiare, ma soprattutto…da vedere, geniale !

spagoewurstelimage_1362749495687603Un grazie gigante alla mia amica Matilde che mi ha mandato questa foto perchè la trovo geniale.

Non credo sia necessaria una ricetta perchè la foto dice già tutto 

 

LISTA DELLA SPESA:

comprate spaghetti e wurstel con lo stesso tempo di cottura  (io per Danny boy di solito compro quelli di pollo/tacchino)

 

 

PREPARAZIONE: giocate con i vostri figli ad infilare i fili/spaghetti nelle maxi perle würstel. Una volta cotti direi che con un filo di olio siamo a posto.  

Fate bollire l’acqua, salate e adagiate dentro le vostre opere d’arte. Una volta pronti direi che un filo di olio può bastare. Se i bimbi lo chiedono… Forse ci starebbe bene un po’ di ketchup o una spolverata di grana ! Ops ! Non sarà il piatto più buono del mondo, ma io lo trovo geniale! 

Il gioco è fatto.

Stasera provo !

La “Grillo” parlante e un angolo di Napoli a Milano…

Ungrillofoto paio di giorni fa dovevo pranzare con la mia “neo” amica Alessandra Grillo e visto che facciamo un mestiere simile, che spesso ci porta a scoprire posticini nuovi, le ho detto “Ale scegli tu!”. E meno male…

Alessandra mi ha portata a pranzo in un posticino delizioso che da sola non avrei mai trovato perché è in Via dell’Orso quindi in una strada dove di solito non passo a piedi, ma ci sfreccio il scooter come sempre di corsa e senza guardarmi troppo intorno.

Conosco Alessandra da anni, ma la ho definita “neo” amica perché è il classico esempio di come ci si può sbagliare fermandosi alle apparenze.

Quante volte capita di vedere spesso una persona e di farsi un’idea senza averci mai parlato ? La vedi muoversi magari sicura nel suo ambiente, la vedi chiacchierare con tutti e sorridere sempre e già inizia a starti sui “maroni” perchè purtroppo le persone apparentemente sempre felici…sono scomode, generano un’inevitabile invidia, buona o cattiva che sia. E ne so qualcosa anche io.

Mi capita spesso di incontrare persone che dopo aver passato un paio di ore con me, mi confessano che non pensavano che io fossi simpatica. Oh mamma mia! Chissà cosa pensano di me quelli che mi vedono sempre, ma non vanno oltre al “ciao, tutto bene?!?”. La verità è che mi interessa poco. So bene di non sembrare spesso quello che realmente sono e so anche che a molti non sto simpatica e continuerò a non esserlo, ma sopravvivo.

Se uno fosse realmente interessato a sapere come è un’altra persona…ci deve parlare, la deve guardare negli occhi e deve soprattutto riuscire a superare quella maschera che ogni tanto, per diversi motivi, va messa e che ogni tanto spesso non si riesce più a togliere, del tutto, sempre.

Con Alessandra avevo proprio sbagliato tutto, ma ora che ho scoperto cosa c’è dietro quella “maschera”, non me la faccio più scappare.

1nonèpeccatofoto

non èpeccatofoto

Ma torniamo al nostro pranzetto.

Sono entrata in quel ristorante con la mia borsa e la sacca della palestra perchè nel primo pomeriggio avevo il mio corso del martedì al quale non rinuncio mai.

Mi sono detta ” mangio una cosina leggera visto che dopo mi alleno”, ma come direbbe mio marito “zebbbra”  alias  “zero”: impossibile entrare lì dentro se si intende rispettare un qualsiasi tipo di regime alimentare che non preveda per esempio “montanare e pasta cresciuta” come stuzzichini e almeno un bel piatto di spaghetti nèrano (con le zucchine) per continuare. Per non parlare dei mini tiramisù che ti portano con il caffè senza che tu debba neanche chiederli… quasi ti avessero letto nel pensiero.

 

Oltre ai sapori di Napoli non si può non sentire anche il calore di quella città. Fabiana, la proprietaria, e tutto il suo staff, sono di una gentilezza disarmante, sentirsi a casa è la cosa che viene più naturale dopo essersi tolti la giacca.

nonèpeccatofotoIn un posto così…mangiare bene e per un giorno dimenticarsi della linea…”Non è peccato”.

 

Trattoria “Non è peccato” Via dell’orso 4 Milano tel.02.84241855

 

Torta mimosa senza mimose, ricettina rubbbata ad Alessandro Borghese !

borghesepiccoloVisto che le mimose in vaso puzzano e sono velenose, oggi ho fatto per voi un “furtarello” e vi propongo la torta mimosa (senza mimose). Una ricetta del mio amico Alessandro Borghese che ho trovato su Vanity Fair.
La torta mimosa è un dolce coperto di pezzetti di pan di Spagna che ricordano i fiori della mimosa.
Una tradizione che probabilmente risale al 1946 quando la mimosa divenne il simbolo della festa della donna (in Italia). Un’idea delle femministe italiane dell’UDI (Unione Donne Italiane) che, preparando la prima Festa della Donna del dopoguerra, decisero di colorare l’evento con un tocco floreale e scelsero la mimosa, che fiorisce a marzo ed era a buon mercato. Essendo la mimosa un fiore velenoso e quindi non commestibile, i pasticceri si ingegnarono nel darne l’effetto visivo con il Pan di Spagna. Ecco la versione gourmand di Alesssandro Borghese, da degustare rigorosamente in versione finger-food.

Lista della spesa

300 gr di pistacchi di Bronte
100 gr di farina 00
300 gr di zucchero
100 gr di burro fuso

2 fragole

6 uova
1/2 bicchiere di vermouth 
1 bustina di lievito 
Sale q.b.

Per la crema chantilly al limone:

450ml di latte
La buccia di un limone 
Il succo di un limone
3 cucchiai di farina
5 cucchiai di zucchero 
250 ml di panna zuccherata

Se avete tutto iniziamo

Sciogliete il burro a bagnomaria e fatelo raffreddare. Nella planetaria aggiungete i tuorli d’uovo e lavorali con lo zucchero per circa dieci minuti. Aggiungete il burro, il vermouth, la farina, il lievito setacciato e aggiungete un pizzico di sale. Prendete una bastardella e montate a neve gli albumi, incorporate con una spatola i pistacchi tritati finemente e mescolate il tutto. Versate l’impasto in uno stampo a cerniera e mettete in forno preriscaldato a 180° per circa 35 minuti. 
Per fare la crema, in una pentola a bordi alti versate il latte e lasciatelo riscaldare insieme alla buccia del limone in infusione.
Montate in una ciotola i tuorli d’uovo insieme allo zucchero e alla farina setacciata; amalgamate il composto. Versate a filo il latte caldo nella ciotola e mescolate bene, versate il tutto nel pentolino; aggiungete il succo del limone e fate addensare mescolando continuamente. Lasciate raffreddare, montate la panna e incorporate la crema. Servite la crema chantilly al limone in un cucchiaio e aggiungete i dadini di pan di spagna al pistacchio e due fragole tagliate a metà come ciliegina (ops, fragola) sulla torta !

 

N.B: Se non sapete perchè l’8 marzo si festeggia la festa della donna, cliccate qui sotto.

http://www.lastampa.it/2013/03/08/cultura/domande-e-risposte/come-nasce-la-festa-della-donna-CAcNMiFxAMmrMNjgBXHYCL/pagina.html

Il mio primo contest: altro che fiori, per la festa della donna vi regalo una borsa.

Oggi è la festa della donna, una festa secondo me assurda perchè un “mazzetto” di fiori 1 giorno l’anno non basta di certo per premiare il “mazzo” che ci facciamo anche negli altri 364 giorni. Oh no ?!

 

Però la festa della donna mi ricorda Roma. Sì, sì… ho scritto Roma.

Ho vissuto nella capitale i primi 5 anni della mia vita e nel giardino di casa, dove vivevo con mamma e papà in Appia Antica, c’era un bellissimo albero di mimose. Quel profumo…mi riporta indietro e mi fa sorridere quindi il mio povero maritino tutti gli anni si ritrova costretto a portarmi a casa un mazzetto di quei ricordi, sennò gli tengo il broncio (oggi si salva perché è via per lavoro).

Poverino, e pensare che lui in quegli anni non era ancora nato! Ops

Lo so che state pensando che le mimose puzzano, ma non è vero! Puzzano i rami di mimosa dopo un giorno che li avete in casa, ma l’albero profuma, sempre. Secondo me i fiori usano la puzza per dire che non sono felici di essere stati tagliati. 

In un giorno per me così inutile, ma così importante nell’album dei miei ricordi…ho deciso che noi donne meritiamo ben di più di un mazzetto di fiori e quindi ho deciso di regalarvi una borsa.

Io che di blog sono vergine, sono andata a ripetizione da Santa Monica (che ha sopportato me e le mie 200 domande al minuto per più di 2 ore). Tra le tante cose che mi ha spiegato, Monica mi ha ricordato anche che in Italia organizzare un concorso è un macello quindi visto che non posso dire “eccovi un bel concorso a premi”, vi dico: “eccovi il mio primo contest e chi lo vincerà riceverà un bel regalo”. Capitttooo ?! 

 

CONTEST CON PREMIO

 

borsa1oto

 

 

 

Didiworld: BORSA NUMERO 1

 

 

 

 

 

borsa2foto

 

 

 

Didiworld: BORSA NUMERO 2

 

 

 

 

borsa3foto

 

 

 

Didiworld: BORSA NUMERO 3

 

 

 

 

 

 

COME SI FA A VINCERE UNA DI QUESTE TRE BORSE ?

1) scegliete la borsa che più vi piace tra queste 3

2) fatevi scattare una foto indossando il look secondo voi più adatto alla borsa che vorreste ricevere a casa.

3) pubblicate la foto (anche senza viso se vi vergognate) nella mia pagina di facebook temperateitacchi.com entro e non oltre la mezzanotte di lunedì 18 marzo scrivendo il numero della borsa che avete scelto per il vostro look.

4) Se non siete su facebook scrivetemi qui sotto e vi manderò in privato il mio indirizzo mail per spedirmi la foto.

4) Mi raccomando: il look dovrà essere da voi indossato. Non valgono foto di look trovati sui giornali, nelle vetrine etc quindi la foto che metterete sulla mia pagina di facebook “temperateitacchi.com” dovrà essere di voi e non di modelle, manichini etc. 

La designer di Didiworld sceglierà il look secondo lei più adatto alla borsa che avrete scelto e a quel punto vi dirò chi sarà la vincitrice.

La vincitrice del mio primo contest, riceverà la sua nuova borsa direttamente a casa, altro che mimose!

Spero di essere stata chiara, se avete dei dubbi scrivetemi qui sotto.

 

Scegliete la vostra borsa preferita, aprite i vostri armadi e scatenatevi.

 

Buon divertimento !

 

N.B: se siete curiose di vedere il resto della collezione Didiworld la trovate su facebook nella pagina Didiworld o nel sito www.didiworld.it

 

 

 

Mini cotolette light, very light !

polloimpanatoingredientifotoEccovi un’altra delle mie ricettine facili facili, buone buone e veloci veloci, ma soprattuto light e ideale per chi, come noi, ha la cucina a vista e non ama friggere!

Vi faccio subito una raccomandazione: non cucinate di più di quello che pensate di mangiare dicendovi “al massimo se ne avanzano le metto in frigo e le mangiamo domani” perché non avanzerà nulla ! Facciamo una scommessa?!

Iniziamo subito con la spesa x 4:

500 grammi o anche di più, se avete fame, di pollo o tacchino (cambia poco)

pan grattato

formaggio grana

semi di sesamo

prezzemolo

2 bicchieri di latte

sale, olio d’oliva e 1 limone

Avete tutto ?! Iniziamo

Battete bene le vostre fette di pollo o di tacchino e tagliatele a fettine più piccole (indicativamente tagliate ogni fetta in 4 fettine)

Mettete tutte le fettine a bagno nel latte per almeno una mezz’ora e iniziate ad accendere il forno a 180 gradi

Intanto preparate la panatura mescolando pan grattato, grana, semi di sesamo (che danno un pò di croccantino alla panatura), prezzemolo tritato e un pochino di sale.

Scolate le fettine e passatele bene nella vostra panatura . Adagiatele tutte sulla teglia del forno dopo aver ricoperto quest’ultima con la carta forno leggermente inumidita con un pò di olio (io metto olio su un pezzo di scottex e lo passo sulla carta forno)

Una volta posizionate le fettine, spruzzate su ogni fettina un filo di olio (io ho comprato lo spruzzino per l’olio perchè con quello ne uso meno e lo distribuisco meglio)

Cucinate le vostre mini milanesi in forno per 15/20 minuti mettendo su grill per gli ultimi 5 minuti.

Se avete voglia e se ve lo ricordate, a metà cottura girate tutte le fettine. Se non lo fate va bene lo stesso (i timer da cucina sono utilissimi se non se li rubasse sempre tutti mio figlio per la sua cucinetta)

Spegnete il forno (molto importante) e godetevi le vostre mini milanesi light con una spruzzatina di limone se vi piace.

Vi sembrerà di mangiare le ciliegie: una tira l’altra

milanesifotoCome contorno si solito faccio purè di patate o una semplice insalata verde mista con pomodorini pachino.

Evito le patate fritte sennò la mia cenetta light andrebbe a farsi benedire !

N.B. non ho messo le mini milanesi direttamente sulla tovaglia, ma su un piatto trasparente quadrato !!! Ahahaha