#Solocosebelle

 

Un paio di settimane fa era Carnevale.
Un paio di settimane fa mio figlio aveva due giorni di vacanza da scuola, ma io marito no, e quindi Danny Boy ed io abbiamo preso un bel treno fino a Mestre, e da Mestre un bel pulman per la montagna.
Peccato che tra l’arrivo del treno a Mestre e la partenza del pulman per la montagna, ci fossero più di due ore di mezzo.
Che fare a Mestre per due ore?
Non andavo a Mestre da anni, e non avevo la minima idea di dove poter andare a sbattere la testa, con dolcezza.
palcofotoE’ stato a quel punto che una mia amica mi ha suggerito il “Palco“, un ristorantino molto carino in centro.
E’  lì che le ho viste.
E’  lì che le ho viste, ed è stato amore a prima vista.
Sono una passionale, vivo di passioni.
E una come me, che vive di passioni, spesso si innamora: mi innamoro di una canzone, di un vestito, di un sapore, di un raggio di sole…e a volte anche di una sedia!
Sì, sì, avete letto bene: quel giorno mi sono innamorata di una sedia.
Ho chiamato subito la cameriera e ho chiesto chi avesse fatto quella sedia (per la verità me ne piacevano 3, e non una)
Ecco che mi sono ritrovata con in mano una cartolina tutta colorata, e un nome: Silvia Zacchello.
E’ stato in quel momento che ho deciso che avrei presto incontrato Silvia.
Nutro una grande ammirazione, e anche un pizzico di invidia, per chi riesce a trasformare in lavoro una passione, e quella era un’evidente passione.
Giovedì scorso dovevo andare a Venezia per lavoro, per un evento di IWC, e quindi mi sembrava un’ottima occasione per fermarmi a Mestre, ed incontrare Silvia.
Ho preso un treno sbagliato (il treno era giusto, ma io ho preso quello sbagliato!!!) e quindi sono arrivata a Mestre in ritardo, passando per Bologna.
Ho rischiato di non farcela, ma alla fine alle 16 ero in un ascensore, diretta all’ottavo piano.
Silvia ha allestito il suo laboratorio in casa, e dipinge godendosi la sua città dall’alto, dalle sue ampie vetrate.
Silvia ha fatto il liceo artistico a Venezia, e ha continuato il suo percorso iscrivendosi all’Accademia di belle arti.
E poi?
E poi il vuoto.
Dopo il classico corso di grafica, e lo stage in uno studio di grafica, ha iniziato a martellarle in testa una domanda che tanti di noi si sono posti (e che io mi faccio ancora, un giorno sì e un giorno no): 
“E ora che faccio?”
Dopo anni di lavori che nulla avevano a che fare con la sua vera passione, e che continua a fare anche ora, quando non dipinge, Silvia ha avuto un’illuminazione.
I suoi avevano in cantina una vecchia sedia e ogni tanto, quando Silvia scendeva a prendere qualcosa, la guardava, si guardavano
E’ stato allora che ha deciso di dipingere la sua prima sedia.
Cosa ha dipinto?
imagesHa dipinto “Maybe” di Roy Lichtenstein, un classico soggetto di Pop art. 
Silvia ha scelto la Pop art perché le è sempre piaciuta,  e perché la Pop art appartiene a tutti.
La Pop art suscita un po’ la memoria dell’infanzia, i ricordi delle marche dei biscotti, delle zuppe…
La Pop art suscita quella nostalgia positiva che ti riporta indietro.
A Silvia sono sempre piaciuti molto i fumetti, e la grafica degli anni 60/70 che la Pop art ha trasformato in arte.
Ascoltavo Silvia e la mia memoria tornava ad una bellissima giornata passata con mio figlio alla mostra di Andy Warhol, quel genio che un giorno decise di dipingere soggetti i cui tutti potessero riconoscersi, ritrovarsi: la zuppa che mangiava da povero, la Coca Cola che veniva bevuta dall’operaio, e dal presidente degli Stati Uniti…
Ero curiosa di sapere se Silvia aveva ancora quella prima sedia.
Quella sedia l’ha venduta, al negozio “Emporio 31” di Milano.
“Emporio 31” era un negozio che amavo tanto, e che non c’è più, uffa!
Ma la cosa buffa è stato il racconto su come è arrivata a vendere quella sua prima sedia, a Milano.
Le avevano detto che per vendere un oggetto del genere doveva andare a Milano.
Le avevano dato un paio di nomi di negozi giusti, di design.
E allora Silvia è partita, in treno, con la sua sedia.
Silvia ha preso la metropolitana, con la sua sedia.
Silvia è salita in tram, con la sua sedia.
Silvia ha camminato  in giro, con la sua sedia.
Leon-The-Professional-010Immaginavo lei con la sua sedia, e ripensavo al film “Leon”,  e a Jean Renò e Natalie Portman con la loro inseparabile pianta.
Era il 2005 , e Silvia guadagnò i suoi primi 200 euro, vendendo il primo frutto della sua passione.
Dopo la pianta di “Leon” non ci furono altre piante, ma dopo quella prima sedia…
Silvia a dipinto a mano tante altre sedie, e ora dipinge anche mobili, telefoni, librerie e quadri.
Dipinge soggetti a richiesta, e a volte, per fare un felice un bambino , si allontana dalla sua Pop art e si avvicina al mondo dei cartoon.
Me la immagino già la faccia di Danny boy alla vista di una sedia dipinta a mano con i suoi personaggi preferiti: Peppa Pig sotto il sedere e SpongeBob dietro la schiena.
Da quel giorno Silvia Zacchello non si è più fermata, e presto, molto presto, le sue sedie arriveranno anche in Puglia.
Devo solo aspettare che la nostra casetta sia pronta…
Barbara

collagepopfoto

collagepop2foto

A pranzo con mia zia, la mia maestra.

 
 
So che molti pensano che io sia Milanese perchè ormai sono qui da quasi 24 anni, ma la verità è che sono Veneziana e che nella città della Madonnina ci sono arrivata nella fine degli anni ’80, i mitici anni ’80.
Se a 19 anni ho deciso di venire a vivere a Milano la colpa è solo sua, di Carla Nani Mocenigo, mia zia.
“Colpa”? Forse sarebbe più esatto dire “merito”.
Quando andavo a liceo (lo scientifico G.B.Benedetti di Venezia), il venerdì, nei mesi che precedevano i periodi delle sfilate, ma non solo, arrivavo a scuola con lo zaino con i libri e la mia sacca grigio chiara della Samsonite con dentro tutto l’occorrente per un week-end fuori porta..
Appena suonava la campanella dell’ultima ora, scappavo in stazione a prendere l’intercity Venezia-Milano delle 13.55.
Arrivavo a Milano, prendevo la metropolitana e andavo diretta in Via Dante 4, in ufficio da lei, da mia zia, la mia maestra.
Ai tempi mia zia era una delle più importanti Pr di Milano e lo era nel vero senso che la sigla “Pr” vuole dire: era una super esperta di “Pubbliche Relazioni”.
Lei si che sapeva intrattenere le relazioni pubbliche con i suoi clienti, con la stampa e con il pubblico dei suoi clienti.
Dopo averla vista lavorare e aver avuto la fortuna di poterle dare una mano, avevo deciso: da grande anche io volevo fare la Pr.
Quando sei ragazzina e vivi in una città così particolare come Venezia (una città bellissima dove però c’è ben poco per i giovani), vivere in una città come Milano può diventare molto facilmente il tuo sogno: la moda, le sfilate, gli eventi, le feste, i personaggi che a Venezia potevo vedere solo in televisione o sulla carta patinata, e non solo.
Detto, fatto: a 19 anni ho finito il liceo e mi sono trasferita a Milano per studiare Pubbliche Relazioni, allo I.U.L.M., e per vedere, conoscere e imparare tutto quello che fino a quel giorno per me era stato solo un miraggio.
Forse avrei potuto e dovuto iniziare a lavorare con lei, ma lei era molto importante e io troppo orgogliosa: non volevo diventare “la nipote di”, ma volevo percorrere la mia strada con le mie gambe.
Mi sono spesso ritrovata a chiedere se avessi fatto la scelta giusta…
Ieri ho pranzato con la mia zietta e abbiamo fatto due chiacchiere, rispolverando i vecchi tempi: volevo ricordare quello che già sapevo, ma che avevo dimenticato (lei invece non dimentica nulla!!!) e volevo saperne di più.
Mia zia ha iniziato a fare la Pr fine anni ’60 inizio anni ’70: io ancora non c’ero e se c’ero non sapevo ancora parlare (quando ho imparato ho recuperato subito il tempo perso!!!).
Il suo primo cliente fu “Motta”, nel ’68.
Mia zia iniziò aiutando Enrico Vaine, scrittore che ai tempi era dirigente dell’ufficio pubblicità di “Motta”. Enrico Vaine si era ritrovato a produrre alcuni spot che avevano come protagonisti cantanti lirici e mia zia era amica di molti cantanti lirici e registi: tra le sue più grandi amicizie c’erano Maria Callas e Luchino visconti
Dopo la sua prima esperienza con “Motta”, siccome riteneva di non aver imparato molto, la zia andò a lavorare con il grande Guido Mengacci, da “Life impact”, in Via Montenapoleone.
Fu lui che le insegnò il mestiere di Pr.: la obbligava ad andare da tutti giornalisti, uno per uno, per presentare l’agenzia e il loro clienti, ma soprattutto per fare una foto di ogni giornalista e per preparare, di ognuno di loro, una scheda dettagliata con data di nascita, squadra del cuore e tanto altro.
Tutte informazioni indispensabili per costruire e mantenere le famose “Relazioni pubbliche”.
Guido Mengacci era molto severo, ma bravissimo.
Dopo un paio di anni mia zia decise di iniziare a camminare con le sue gambe e aprì la sua agenzia.
Il primo cliente fu “Busnelli arredamenti” e successivamente arrivarono i clienti di moda e beauty, le sue grandi passioni: “Rinascente”, “Annabella” di Simonetta Ravizza, “Elisabeth Arden”, “Triumph” e tanti altri.
Mi ricordo ancora quando andavo in ufficio ad aiutarla e lei, come ricompensa, mi faceva entrare nella “stanza dei desideri” (dove c’erano tutti i prodotti delle aziende che seguiva) e mi faceva scegliere un costume da bagno, una borsa o una crema da viso. 
Mia zia ha sempre messo una grande passione nel suo lavoro e nelle relazioni con le persone, tanto che anche ora, che ha da qualche anno superato i 70, non riesce a stare ferma un attimo e non dimentica mai un compleanno.
E’ un portento e non si può non volerle bene: è la zia che tutti vorrebbero avere.
Lo dimostra il fatto che Milano, ma non solo, è pieno di professionisti, imprenditori, artisti, attori, e chi più ne ha più ne metta, che la chiamano “zia Carla”, anche se non sono i suoi nipoti.
A proposito di attori e di teatro…
La zia vide la sua prima opera all’età di 4 anni: Madama Butterfly.
Fu mia nonna Amalia, che conoscendo la sua grande passione, iniziò a portarla a teatro e infatti da quel giorno non smise più.
Fu proprio attraverso questa sua grande passione che conobbe quello che poi divenne suo marito.
Si incontrarono quando Franco Enriquez era a Venezia per la regia di “Il Barbiere di Siviglia”, alla Fenice. 
Mia nonna Amalia conobbe Franco, attraverso un amico comune, all’Harry’s bar, proprio lì dove proprio per mia nonna, inventarono il Carpaccio.
Fecero amicizia e la nonna lo invitò a pranzo a casa, per il giorno dopo.
Fu proprio a casa nostra che il grande regista iniziò a corteggiare mia zia Carla.
Quando Maria Callas, cara amica della zia, seppe del corteggiamento in atto, la mise in guardia dicendole di stare attenta perché Franco era un gran donnaiolo.
Maria si oppose talmente tanto a quella relazione, che non andò neanche al loro matrimonio e quando le mandò il regalo lo indirizzò solo a lei e non al marito.
Ovviamente quando mia zia e Franco si separarono…Maria Callas gioì. 
Quando negli anni ’80 il riavvicinamento tra zia Carla e zio Franco era ormai cosa quasi fatta, lui purtroppo morì. Fu allora che mia zia sposò, in seconde nozze, il suo lavoro.
Che dire !? Grazie zia, mi ha insegnato tanto e ancora oggi continui a darmi un sacco di preziosi consigli.
Senza di te forse non mi sarebbe venuta voglia di venire a vivere a Milano, non avrei imparato quello che ho imparato e non avrei conosciuto mio marito.
Ma soprattutto tu non avresti quel pronipote che ora tanto ami e tanto vizi. 
Ti voglio bene
Barbara 
Partendo dall'alto: mia zia carla con Maria Callas, con Enzo Biagi, con Margot Hamingway, con il grande Giorgio Albertazzi, con la "dogaressa" (come la chiamava lei) Mara Venier, con il maestro Zeffirelli, con Marco Rivetti, con Silvana Giacobini e con il mitico Gianni Rivera.

Partendo dall’alto: mia zia Carla con Maria Callas; con Enzo Biagi; con Margot Hamingway; con il grande Giorgio Albertazzi; con la “dogaressa” (come la chiamava lei) Mara Venier; con Simonetta Ravizza; con il maestro Zeffirelli; con Marco Rivetti del gruppo finanziario tessile; con Silvana Giacobini e con il mitico Gianni Rivera.

Partendo da in alto a destra: mia zia e lo zio Franco Enriquez; mia mamma (la prima sulla sinistra), un'amica e mia zia con mio cugino Filippo; mia zia e Roberto de Wan, mia zia e MAria Callas al Lido di Venezia; sempre al Lido mia zia, mio zio agostino e mia mamma (i tre fratelli); e per finire...mia zia ed io e mia zia e il suo adorato nipote Danny boy!

Partendo da in alto a destra: mia zia e lo zio Franco Enriquez al loro matrimonio; mia mamma (la prima sulla sinistra), un’amica e mia zia con mio cugino Filippo; mia zia e Roberto de Wan, zia e zio in carrozza durante il loro matrimonio: zia e Daniela Javarone; zia e Maria Callas al Lido di Venezia; sempre al Lido mia zia, mio zio Agostino e mia mamma, Gabriella (i tre fratelli); e per finire mia zia ed io e mia zia e il suo adorato nipote Danny boy!

 

 

 

 

 

 
 

 

 

 

Ballando con le stelle: intervista a VeroniKa Logan

 
Sabato 5 ottobre ricomincia “Ballando con le stelle”.
Jesus Luz, il modello stra figone ex di Madonna; l’attore Roberto Farnesi, che io ho avuto occasione di conoscere circa 20 anni a Ibiza, quando assieme ad un suo amico dormì in barca dei miei genitori per una settimana (aveva finito i soldi); Amaryus Peres, pallanuotista cubano naturalizzato italiano e senza fisico (Senza???) e l’affascinante pallavolista Gigi Mastrangelo.
Azz, ce n’è di carne al fuoco sulla brace di Milly Carlucci quest’anno.
Tra tanti bei maschioni, in zona neutra, sbuca anche un modella trans e poi si prosegue con una ex miss Italia, una schermitrice, qualche altra fanciulla più o meno conosciuta (più “meno” che “più”) e una mia cara vecchia amica.
Sia chiaro che non ho scritto “vecchia” nel senso che è vecchia, ma nel senso che ci conosciamo da tanto (sennò mi mena).
Un paio di giorni fa, mentre ero in Puglia a seguire il cantiere della casa che stiamo costruendo, ho chiamato VeroniKa per chiederle l’indirizzo di un posto dove aveva comprato dei bellissimi tessuti.
Anni fa, quando era ancora fidanzata con il papà di sua figlia, aveva dato una grande mano al suo compagno per arredare i trulli che aveva a Cisternino e mi ricordavo di questi tessuti particolari, a righe, simili a quelli dei materassi di una volta.
Non sentivo VeroniKa da un bel pò perchè, da quando si trasferita a Roma, ci siamo decisamente perse di vista.
A quel punto ho avuto la bella notizia della sua partecipazione a “Ballando con le stelle” e mi è venuto proprio molto naturale farle un paio di domandine.
B: Appena mi hai detto della tua partecipazione a “Ballando con le stelle” sono andata a leggermi il cast: ammazzate che figoni. Ma sei single ora?
V: Per il momento sì: vivo con mia figlia Talita e Frida un cane di razza “canile Muratella” (un canile di Roma).
B: E quindi dici che, come da prassi, potresti trovare un fidanzato “On stage”? .
V: Tu hai nominato i concorrenti perchè non hai ancora visto i ballerini!
B: Beh, saranno sempre i soliti maestri no!?
V: No, il mio maestro , purtroppo molto sposato, è una new entry . E’ cubano, guru della salsa e protagonista di un film famoso, ma non posso ancora svelare il nome.
B: Visto che hai “glissato” sulla domanda che ti ho appena fatto (furbetta) almeno mi racconti qualche chicca in anteprima?
V: Vedo Lorenzo Flaherty molto calato nella parte di tanguero e quindi secondo me tirererà fuori una grande passionalità che in “Ris” non si era vista. Boldi è tallonato dalla sua maestra che non lo molla un attimo e gli sta facendo fare pure un pò di palestra. Essendo Massimo un batterista secondo me bisogna stare attenti perchè potrebbe presto svelare il suo senso del ritmo.
B: Parlami di questa Lea, la figlia del giocatore Toninho Cerezo. Ma è vero che prima di essere la bellissima modella brasiliana che vedremo, era un uomo?
V: Sì e ti assicuro che se non lo avessi saputo non me ne sarei mai accorta: non ha nulla di maschile.
E’ bella, soprattutto senza trucco, ha una qualità umana non indifferente e si vede che la sua storia personale, forse in alcuni momenti sofferta, l’ha resa una persona in ascolto e non presa da sé stessa.
B: Il più simpatico o la più simpatica?
V: Elisa di Francisca, la schermitrice: pur facendo una disciplina prevalentemente fisica e originariamente maschile, è da una parte sensuale e dall’altra una gran “caciarona” cui non manca mai la battuta.
B: E di Milly cosa mi dici?
V: Milly è la professionista con più calore e più empatia che io abbia mai incontrato nella mia carriera. E’ sempre disponibile per tutti ed è una gran staccanovista.
B: Da quanto stai provando e come ti trovi in questa nuova veste di ballerina?
V: Sto provando da circa tre settimane: la prima setimana 1 ora al giorno per 3 giorni e da settimana scorsa  3/4 ore al giorno per 5 giorni
B: Cavolo, e come ti vedi?
V: Vedo che invece di migliorare sto peggiorando e sono piena di dolori: cervicale, schiena e piedi massacrati.
B: Dici che è una questione di età?
V: Dico che è perchè nella mia vita non ho mai, e dico MAI, fatto esercizio fisico: mai entrata in una palestra e mai fatto alcun tipo di sport. Iniziare a fare un qulasiasi tipo di movimento, alla veneranda età di 44 anni, non avrebbe potuto che dare questi risultati.
B: Ho perso la cognizione del tempo: quando ti sei trasferita a Roma? E perché?
V: 4 anni fa. Era finita da qualche anno la mia esperienza nella soap “Vivere”, che giravo tra Milano e Torino, e il mio rapporto con il papà di mia figlia era arrvato al termine. Trasferirmi a Roma è stata la scelta più naturale per seguire da vicino il mio lavoro.
B: Tu avevi già vissuto a Roma o mi ricordo male?
V: Sono figlia di un inglese e di mamma napoletana, e sono nata a Milano. Ho sempre saputo che avrei fatto l’attrice e quindi appena ho potuto, quando avevo 18 anni, mi sono trasferita a Roma per studiare recitazione da Beatrice Bracco.
B: Quanto sei rimasta a Roma?
V: Il tempo di fare le mie mie prime esperienze nelle prime fiction “I ragazzi del muretto” e “Classe di ferro”, per poi finire nel grande calderone di “Non è la rai”che, nel bene o nel male, è stato comunque un pezzo di televisione italiana.
Da lì ho fatto il primo film della Izzo” Maniaci sentimentali” cui sono seguite altre fiction.
Ma la grande svolta è arrivata con “Vivere”, la soap di canale 5, che mi ha portata a fare le valigie per tornare da dove ero partita, a Milano.
B: Un bel ricordo della tua carriera?
V: Sicuramente quando ho girato “Le avventure del giovane Indiana Jones” che era una produzione George Lucas e quindi un set hollywoodiamo. E’ stato lì che ho incontrato quello che è poi stato il mio fidanzato per 5 anni ossia Sean Patrick Flanery, protagonista della serie.
Per il primo bacio abbiamo aspettato diligentemente la fine delle riprese, ma poi non ci siamo più lasciati e con lui ho girato mezzo mondo. Ogni puntata era ambientata in un paese diverso e ogni episodio aveva una protagonista diversa. Io ho girato un episodio, ma ovviamente lo ho seguito anche in tutti gli altri.
B: Un brutto ricordo?
V: Non posso fare il nome, ma ho lavorato al teatro Eliseo di Roma con un attore che consideravo “un trombone” nel senso che era tutto finto e impostato, e lui reputava me “una cagna”: ci siamo cordialmente detestati per tre mesi.
B: VeroniKa come mamma: come ti descriveresti?
V: Sono molto presente in ogni momento, fase e decisone della vita di Talita.
Non delego quasi nulla, non ho una tata fissa e, se ho bisogno di aiuto, ad occuparsi di lei arrivano il papà o i nonni.
B: In che rapporti sei rimasta con il papà di Talita?
V: In ottimi rapporti, sicuramente migliori di quelli che avevamo prima di separarci: è un padre giocoso e ludico. Spesso sono io che devo fare la parte della “cattiva”, ma va bene così.
B: Sai che i sogni nel cassetto fanno la muffa? Tirane fuori uno, subito!
V: Mi piacerebbe ripetere un’asperienza di lavoro all’estero. Tanti anni fa, in Nuova Zelanda, ho girato “Zanna bianca”,  una serie canadese. Purtroppo non mi è mai più capitato di vivere tre mesi in un paese assorbendone tutti gli aspetti climatici, culturali etc
B: Ma come faresti con tua figlia Talita?
V: Sei tu che tu mi hai chiesto un “sogno”.
Touscè
Barbara
Federica Moro, Io, Veronica e Kris ad un mio compleanno. Cristiana Corradi, la mia ex socia Marta Citacov, Veronica ed io ad un evento organizzato da Marta e me. Federica Moro e il fidanzato Matteo, Felice Rusconi e Federica Fontana e Veronica sempre al mio compleanno di taaanti anni fa. Federica Moro, Veronica, io e Analaura Ribas.

Federica Moro, Io, Veronica e Kris ad un mio compleanno. Cristiana Corradi, la mia ex socia Marta Citacov, Veronica ed io ad un evento organizzato da Marta e me. Federica Moro e il fidanzato Matteo, Felice Rusconi e Federica Fontana e Veronica, sempre al mio compleanno di taaanti anni fa. Federica Moro, Veronica, io e Analaura Ribas.

 

 

Una neo mamma folk : intervista a Kris Reichert.

 
Kris ed io, da quasi 10 anni, dormiamo nello stesso letto.
In un viaggio che feci tanti anni fa a Bali, comprai parecchi mobili per arredare la casa in cui vivo ora a Milano.
Tra quei mobili c’erano due bellissimi letti matrimoniali in teak .
Quando il mio attuale marito venne a vivere con me, trasformai la camera degli ospiti aggiungendo una sorta di scrivania e degli armadi, e per fare spazio vendetti uno dei due letti matrimoniali a Kris.
Quante ne abbiamo combinate assieme le due Kris ed io: crociere,  feste di compleanno…
Ieri sono entrata a casa sua e mi sono ritrovata in un modo parallelo.
Dal caos cittadino mi sono ritrovata ad ascoltare Mozart e ad osservare quel fagottino che si guardava attorno, tutto curioso.
mixkrisfotoMi è venuto incontro Kito, il loro pitbull, che tutto è tranne che aggressivo (lo diventano se sono i padroni che li portano a diventarli) e ho visto Lucky e Stella, i loro due gatti tigrati, fare capolino per vedere chi avesse suonato il campanello .
Che dire?
Ho sentito subito una grande serenità, tanta armonia e soprattutto ho letto una gioia infinita nei sorrisi che Kris dedicava a suo figlio.
Sono momenti irripetibili, intensi, ricchi di emozioni.
Dylan ad un certo punto si è messo a piangere.
Capita spesso dopo la pappa e prima del riposino.
Dylan piangeva forte ed era tutto rosso, ma Kris, mamma da soli 9 giorni, non si è allarmata, non ha chiamato il medico, come avrebbero fatto tante neo mamme (Alcune lo fanno, eccome se lo fanno!), ma lo ha preso in braccio e ha iniziato a ninnarlo emettendo con la bocca un “rumore bianco” ossia un suono stabile, ripetitivo, rilassante. 
Un suono simile a quello che fanno certi oggetti che abbiamo in casa come il phon, le ventole del pc, la lavatrice o simile al rumore che fanno le onde quando si infrangono sulla battigia.
E’ un rumore che calma i bambini.
E infatti dopo pochi minuti Dylan dormiva.
Quel fagottino è in quella casa da pochi giorni (è nato il 2 luglio), ma già tutto parla di lui: dalla poltrona che si chiama proprio come lui (Dylan è davvero il nome di quel modello), al quadro che una cara amica di Kris, rimasta incinta in contemporanea a lei ha dedicato al piccolo (spesso tra amiche capita di rimane incinte assieme! E’ successo anche a me), per finire con i dinosauri che papà Yan, che di mestiere fa il dj e non il pittore, ha voluto disegnare nella cameretta del loro bambino.
Dylan dormiva ed era il momento perfetto per darle un paio di consigli su dove comprare i pannolini a buon mercato, sul sito dove ordinare in futuro il latte risparmiando un botto, ma soprattutto per iniziare la nostra intervista.
Compleanno di Kriss R. go kart

Uno dei divertentissimi compleanni di Kris R : tutti mascherati ci siamo sfidati sui go kart

Kris è arrivata in Europa quando aveva 19 anni.
Ha fatto la modella e la VJ per MTV e poi con la sua collega omonima Kris, ha creato il duo Kris & Kris.
Ora Kris e Kris conducono, con l’entusiasmo che le contraddistingue, diverse trasmissioni per radio 105.
Kris ha ereditato dalla sua famiglia una grande, grandissima passione per la musica.
Ha infatti già inciso ben 3 album.
Cosa ti ha portato in Europa?
Volevo viaggiare per arricchirmi di esperienze nuove e imparare le lingue e visto che c’ero ho portato con me il mio book da modella
E in Italia come ci sei arrivata?
Dopo Berlino, Amsterdam e Creta, dove ho vissuto per 4 mesi in un villaggio sperduto lì vicino, la tappa successiva era Milano.
Avrei voluto restare per 3 mesi per poi proseguire per Parigi dando la precedenza ai posti che volevo vedere e non alla moda.
Invece a Milano mi sono innamorata di un ragazzo di Bolzano e non sono più partita.
Ho vissuto con lui a Bologna per 5 anni e con l’arrivo del contratto di MTV sono tornata a Milano.
 A proposito di MTV, come hai conosciuto l’altra Kris?
L’ho conosciuta sotto i portici di Bologna: eravamo tutte e due modelle, avevamo lo stesso nome e ci somigliavamo allora spesso ci facevano lavorare assieme.
Lei a Bologna faceva la studentessa e io la nomade.
Kris e Yan poco prima del parto
Kris e Yan poco prima del part
Come ha reagito l’altra Kris quando le hai detto che saresti diventata mamma?
Si è emozionata tanto perché sapeva da quanto tempo noi cercassimo di diventare genitori.
E poi perché per tre mesi non glielo ho potuto dire.
La prima volta che sono rimasta incinta lo ho detto subito a tutti, ma purtroppo poi ho perso il bambino e quindi la seconda volta non abbiamo voluto dire niente a nessuno fino al terzo mese.
Ma Kris, che mi conosce bene, aveva già capito tutto prima che glielo dicessi.
Al terzo mese cosa hai fatto? Hai fuso il cellulare?
Il terzo mese coincideva con le vacanze di Natale che abbiamo fatto in Canada quindi a mia mamma lo ho potuto dire di persona.
E’ stato il più bel regalo che potessi farle, uno dei momenti più emozionanti della mia vita.
Come mai il nome “Dylan”?
Era l’artista più amato da mio papà che è un cantautore folk .
Inoltre “Dylan” mi è sempre piaciuto come nome e visto che il mio compagno è mezzo inglese…
Vi sposerete?
Per noi era importante diventare genitori e non marito e moglie. Quello è come se lo fossimo già.
Mamma italiana o mamma americana? Vizi o disciplina?
Sono molto ordinata, ma non esagerata.
Credo che farò crescere mio figlio come mia mamma ha fatto con me ossia con un amore incondizionato.
Sono cresciuta bilanciata, ma c’era anche molta disciplina: i principi, il linguaggio, la considerazione per gli altri, l’essere educati con sé stessi e con gli altri.
Quanto è importante la coppia dopo l’arrivo di un figlio?
Moltissimo, va curata la coppia e dare al proprio uomo la stessa energia che si da al figlio. La coppia va curata da entrambe, specialmente dopo l’arrivo di un figlio
Babysitter sì o babysitter no?
Sì, una mano sì anche se per il momento non penso che lo lascerei a qualcun altro che non sia il suo papà . Diciamo che non mi darebbe fastidio una mano per la casa e per cucinare e infatti a breve arriverà.
Torniamo a parlare di musica: raccontami un ricordo legato alla musica e alla tua famiglia?
Quando ero piccola mio papà suonava per me infondo al letto con la sua chitarra 12 corde (le normali hanno 6 corde mentre le chitarre folk hanno 12 corde) e l’armonica a bocca per farmi addormentare. Quello per me è stato il seme della musica.
A tuo figlio racconterai la favola o canterai la ninna nanna?
Sicuramente canterò e suonerò per lui, ma non mi fermerò alla musica e gli racconterò anche le favole che leggero e inventerò per lui.
Non deve mai mancare la magia nella vita di un figlio.
Barbara
The blondies

The blondies

Una volta eravamo Kris , Barbs e Kris e ora siamo "le 3 mamme". Chi lo avrebbe mai detto quel giorno...

Una volta eravamo Kris , Barbs e Kris e ora siamo “le 3 mamme”. Chi lo avrebbe mai detto quel giorno…

 

Un principe azzurro senza mantello: intervista ad Alessandro Benetton

 
Conosco Alessandro Benetton da quando lui aveva i capelli lunghi e io le gambe magre.
Ci sono tante cose che si potrebbero dire di lui, ma visto che si sa già molto, vi dirò solo quello che penso io:
1) Penso che i brutti siano diversi.
2) Penso che lui sia l’unico essere vivente al mondo ad essere riuscito a farsi clonare e a non farlo sapere a nessuno.
3) Penso che sia uno dei pochi fortunati ad avere le giornate fatte di 48 ore invece che di 24, sennò non si capirebbe come riesce a fare tutto quello che fa.
4) Penso che nonostante i suoi mille impegni, lui sia un ottimo neo marito e un ottimo padre
5) Penso che sia un imprenditore che la sa lunga e che tiene alta la bandiera dell’Italia in tutto il mondo.
6) Penso che sono fiera di essere Veneta perché il Veneto di imprenditori in gamba quasi come Alessandro ne ha sfornati parecchi.
7) Penso , ma soprattutto spero, che che magari sia una dote della regione e che allora …forse…anche i miei neuroni se stimolati bene…
8) Penso che Alessandro sia un principe azzurro senza mantello perchè quando lo vedi arrivare con quel sorriso, quella classe e quella simpatia innata, è come se sotto il suo lato B all’improvviso apparisse un cavallo bianco con la criniera al vento.
9) Penso che sono felicemente sposata, ma che uno come lui, una volta nella vita, deve apparirti davanti almeno in sogno e soprattutto deve chiederti di partire con lui per un week-end lungo, molto lungo.
Adesso che vi ho detto cosa penso io, sentiamo cosa pensa lui.
Ho incontrato Alessandro ad una cena l’ultima volta che sono stata a Venezia durante la Biennale e lui ha gentilmente accettato (sotto ricatto) di dedicare un po’ del suo prezioso tempo ad una neo blogger de Venesssia. 
alessandrofotoB:Ho letto del tuo libro ” A Play life story”, quindi iniziamo parlando di oggetti del tuo passato: un oggetto che ti provoca un bel ricordo?
A:Il maglione di Ermanno Daelli che ho ricevuto in regalo per i miei 18 anni. Un oggetto che a sua volta scatena il ricordo di esuberanti inverni a Cortina, di amici, feste e divertimento. 
B:Un oggetto che ti provoca un ricordo non troppo piacevole?
A: Cerco di non conservare i brutti ricordi. A:Ho avuto la fortuna di poter sempre scegliere cosa fare, e lo considero un grande privilegio. E comunque si, in quel periodo, i soldi che guadagnavo erano un contributo in più.
B: Con i tuoi figli cosa farai fino a che non lavoreranno? Paghetta sì o
paghetta no?
 
A: Direi paghetta si, meglio imparare da subito a gestirsi. B: A 9 anni ti sei fatto 4 km in bici da solo per andare a scuola. Un gesto di tuo papà per farti crescere subito con quel senso di indipendenza che ti ha poi contraddistinto e permesso di affermarti fuori dalla azienda di famiglia. Come aiuterai i vostri tre figli a fare lo stesso visto che come te portano un cognome così importante e che rischiano di diventare i  classici “figli di papà e pure di mamma”?
A: Abbiamo sempre cercato di educare i nostri figli alla normalità, e infatti fanno la vita che fanno tutti i bambini alla loro età, senza particolari privilegi. In questo la fermezza di Deborah  è stata fondamentale. Con loro passiamo buona parte del nostro tempo libero, con loro facciamo sport, facciamo le passeggiate in bicicletta la domenica o le escursioni in montagna.
B: Ho sentito nella tua intervista da Daria Bignardi che nella tua famiglia non si butta nulla: i vestiti passano dai fratelli più grandi ai più piccoli passando per i cugini. Ma in famiglia non dovreste sostenere la moda low costa “usa e getta”?
A: Confermo che non si butta nulla. Per quanto mi riguarda non sono mai stato un sostenitore della moda “usa e getta”.  Questo libro ne è il risultato, tutto è partito dai miei armadi dove conservo in bell’ordine quelle cose che durano nel tempo  e che ora sono tornate utili anche al marchio Playlife.  B: E’ da quando ti conosco che vedo che appena hai un minuto libero ti dedichi a qualche sport. Che importanza ha per te lo sport? E’ solo una questione fisica o anche di testa?
A: Lo sport per me è soprattutto una passione, poi è anche fatica, competitività, risultato, divertimento.  E di sicuro è una questione fisica e mentale.
B: Che sport fanno i vostri 3 figli?
A: Agnese fa pattinaggio su ghiaccio, Tobias gioca a calcio, Luce è ancora troppo piccola.
B: Come hai conosciuto Deborah?
A: Ci siamo conosciuti al mare. Deborah era a Treviso con la sua manager per incontrare degli sponsor. La sera andarono a cena a Jesolo, e lì degli amici comuni ci presentarono. Ci vedemmo anche il giorno dopo, una gita in barca di amici, sì potremmo dire che nel nostro caso “galeotto fu il mare”.
B: Vi siete sposati in gran segreto  a  New York, io lo ho fatto a Las Vegas e ti capisco: quando passi tutta la vita in mezzo alla gente certi momenti vuoi che siano solo tuoi. Col sennò di poi devo dire che lo rifarei anche in Italia per poter condividere un momento così importante con mio figlio e giusto un paio di persone che amo profondamente. Voi no?!
A: Nessun rimpianto. Con noi c’erano i nostri figli: è stato intimo e bello. B: Interessante il tuo blog, ma ora mi spieghi dove trovi il tempo anche per il blog? Ti mancava giusto giusto un nuovo impegno!
A: Io penso che si trova sempre il tempo per tutto, se lo vuoi. Mi piace avere un luogo dove metto lì dei pensieri o delle riflessioni,  le cose che mi piacciono o quelle che ho occasione di conoscere e mi fa piacere condividere. Certo c’è qualcuno che mi aiuta nella gestione del tutto.
B: La tua società si chiama 21 investimenti e dopo 21 anni di esperienza lontano dall’azienda di famiglia, ora ne diventi il presidente. Il numero 21 che si ripete, è un caso?
A: Direi l’inevitabilità del caso.
B: Accettando di diventare il presidente in un momento come questo sai bene che non avrai vita facile. Come mai hai deciso di dire sì proprio adesso?
A: Mi è stato chiesto e ho fatto una scelta di responsabilità.  Ho avuto il ruolo di detonatore per il cambiamento, e il processo avviato è già a buon punto.
B: Quando ero piccola io se volevi acquistare qualcosa di fatto bene, ma ad un prezzo accessibile c’era solo Benetton. Adesso ci sono Zara, H&M e come loro tanti altri colossi del abbigliamento low cost. Ora che sei diventato presidente come pensi di affrontare la concorrenza?
A: Senza sottovalutarla, anzi analizzando che cosa li rende competitivi, ma allo stesso tempo  mantenendo la personalità che i marchi Benetton hanno saputo esprimere nel tempo.  Ma soprattutto, coadiuvato da un management forte e indipendente.
B: Scegli: felicità o serenità?
A: La felicità è il sogno di tutti, la serenità è un sogno possibile.
benettonfamilyfotoB: Il segreto per essere un buon padre specialmente per uno come te che avrebbe bisogno di una giornata di 72 ore?
A:Sapere trovare il tempo per i miei figli, tutti i giorni.
B: Per me tu sei “un principe azzurro senza mantella”, ma siccome tu la moglie ce l’hai, dai un consiglio agli uomini ancora in cerca della loro anima gemella. Come si conquista una donna nel 2013? Sono ancora importanti le regole del galateo che io amo tanto?
A: Non so se parlerei di conquista, credo di più nell’alchimia  e nella sincerità nell’essere se stessi.  E di solito succede a entrambi, non è maschile o femminile. Forse, e vale sia da un punto di vista maschile che femminile, non bisogna fermarsi all’apparenza, ma cogliere quelle che Goethe ha insuperabilmente definito “affinità elettive”. 
B: Come si riconquista la propria compagna giorno dopo giorno ?
A: Lealtà, interessi comuni e mai smettere di parlare.
B: Di cosa ha bisogno una donna?
A: Di rispetto.
B: Quale è il trucco per conquistare e tenersi un “principe azzurro”? Ossia…quali sono i classici errori che le donne dovrebbero smettere di fare e su cosa invece dovrebbero concentrarsi per fare felice l’uomo dei loro sogni?
A: Mi sembra una domanda antica. Non esistono canoni e la domanda non è come fare felice qualcuno ma, impegnarsi e ogni tanto rinunciare a qualcosa per stare bene insieme.
B:Come hai chiesto a Deborah di sposarti?
A: Con Deborah abbiamo sempre cercato di proteggere la nostra vita privata, e questo rimane per tutti un segreto.
B:I figli vanno guidati o lasciati liberi? 
A: Vanno responsabilizzati.
B: Li porterai subito a lavorare in azienda con te o li manderai prima per la loro strada come hai fatto tu?
A: Sarà totalmente una loro scelta.
B: Se tu potessi rinascere animale, che animale vorresti essere?
A: Un delfino, per surfare sugli oceani.
B: Rivelami un tuo segreto di bellezza?
A: Nessun segreto, una vita sana, una buona alimentazione e tanto sport. 
Barbara
delfinofoto
 

Intervista a Federica Moro SECONDA PARTE

 
Ho appena finito di raccontarvi di come ci siamo conosciute, di lei, di me e della tequila, ora inziamo a far parlare lei.
B: Se tu avessi una figlia la manderesti a fare miss italia?
F: Sì, al contrario dei miei genitori.
B: Ma se tu ci sei andata e l’hai anche vinta?
F: Sì, ma ci sono andata accompagnata da mio zio (allora scapolo e marpione) perchè i miei erano contrari. Mi sono resa conto poi che effettivamente ero un pesce fuor d’acqua: l’unica a sfilare senza tacchi, senza vestito nuovo e senza cotonatura, ma è andata bene.
B: Se ti dico “molleggiato” cosa ti viene in mente?
F: (Ridendo) Di molleggiato ce ne è uno solo e io ho anche avuto la fortuna di baciarlo.
B: Bacia come parla ossia senza sosta?
F: Diciamo che si è preso il suo tempo.
B: Ma stai parlando di un bacio cinematografico?
F: Ovvio, sto parlando di quello di “Segni particolari bellissimo” in cui mi costrinse a prendere qualsiasi tipo di vitamine perchè io ero raffreddata e lui parecchio ipocondriaco!
7fotoB: Oggi ripassavo la tua biografia su google e ho visto che non fai parte di quella schiera di donne che nasconde l’età: il tuo anno di nascita non è segreto. Sei una quasi 50enne. Ora mi spieghi con quale diavolo hai fatto il patto e mi dai la sua mail, il numero del cellulare e i costi dei diversi tipi di accordi. A parte gli scherzi, cosa fai per essere sempre più figa?
F: Tu mi conosci bene e sai che non sono mai stata una maniaca di centri estetici o di chirurgia plastica. Innanzitutto ho di base un gran culo (nota della blogger: E si vede!) e poi credo molto nel potere preventivo della sana alimentazione. Cerco e mi piace stare all’aria aperta e cammino invece di usare la macchina. Vado in palestra 2 volte a settimana.
B: Cosa intendi per mangiare sano? 
F: Evito burro, fritti, insaccati e cibi troppo elaborati. Cerco di mangiare pochi carboidrati se non riesco ad allenarmi quanto vorrei. Prima fumavo molto poco e da 6 mesi ho smesso del tutto. Bevo tanta acqua e non mi faccio mancare frutta e verdura. Evito i latticini perchè sono intollerante. 
B. Non vai a fare trattamenti particolari in centri estetici e non vai dal chirurgo plastico, ma come riesci ad avere una pelle così tonica?
F: Con l’alimentazione, l’attività fisica in palestra e quella col mio fidanzato. E con l’ausilio di poche, ma ottime creme. Non potrei mai rinunciare al contorno occhi, ad un siero da mettere dopo la crema idratante o anche da solo e a una crema un pò più ricca la sera prima di andare a dormire. E poi mi concedo un massaggio a settimana.
 B: Visto che me lo hai nominato tu, parliamo del tuo fidanzato. A gennaio del 2014 saranno 10 anni che state assieme giusto?!
F: No, saranno 10 a dicembre di quest’anno.
B: Ah giusto, a gennaio saranno 10 per noi.  Ho fatto un pò di confusione, ma credo sia normale visto che ci siamo date il primo bacio coi nostri rispettivi nello stesso locale a distanza di un mese.
Federica si innamorò di Matteo, mio caro amico da anni, quando vide questa foto nel mio album delle vacanze. Come darle torto?!
Federica si innamorò di Matteo, mio caro amico da anni, quando vide questa foto nel mio album delle vacanze. Come darle torto?!
F: Sì, ma io ci ho messo 5 anni a baciarlo da quando mi hai fatto vedere la sua foto in pareo, mentre tu a baciare Marcello ci hai messo meno di 2 mesi.
B: Diciamo che uno così non me lo volevo fare scappare. Ma torniamo a parlare di voi che “l’è megl”: a quando le nozze?
F: A quando ci ricorderemo di farlo visto che per nessuno dei due è una cosa così importante e comunque saresti la seconda a saperlo dopo mia mamma.
B: In effetti anche Marcello ed io ci siamo sposati a Las Vegas solo dopo aver avuto Danny boy perché prima, convivendo già, non ne sentivamo la necessità.
B: Però anche se non siete sposati ti vedo bene nel tuo nuovo ruolo di “mogliettina ” a casa. Cosa stai combinando in quel di Lugano?
F: Non mi parlare di case e soprattutto di lavori in casa perchè sono appena uscita dalla prima noiosissima fase di ristrutturazione tra artigiani, imbianchini e quant’altro. Per fortuna che ora sono nel pieno della mia parte preferita ossia quella dell’arredamento e del design.                          Ho navigato per mesi in cerca di luci, tessuti, materiali e arredamenti. Volevo che questa casa somigliasse a noi rispecchiando il nostro gusto e la nostra personalità e non quello di una rivista patinata o di un architetto.
B: Sbaglio o questa è sempre stata una tua grande passione?
F: Non sbagli. E’ una passione che mi porto dentro da quando, girando in macchina con mia mamma da piccola, sbirciavo nelle finestre per vedere o immaginare come fossero dentro le case degli altri e i loro abitanti. Occupandomi della nostra casa, questa passione si è riaccesa più forte che mai.
B: Sai che ho appena scritto un post dove dico appunto che le passioni vanno coltivate?
F: L’ho letto e leggendo sorridevo perchè è proprio quello che sto facendo, sperando di riuscire a fare di questa passione una professione. In attesa sto facendo un corso di arte contemporanea e il 10 di giugno me ne vado a Basilea al “Design Miami Basel”.
B: Brava, vai avanti così e tieniti libera per darmi una mano ad arredare la nostra casetta che stiamo costruendo in Puglia. Sempre se ti accontenti di essere pagata con una bella vacanza tra gli ulivi e le querce del nostro giardino…Ops
 
Barbara
 
 
 
 

Lei, io e la Tequila PRIMA PARTE

Esercitazione nella crociera "Saiwa". Da sinistra: io, la mia amica tessa, Federica, suo fratello Massimo e in basso Idris

Esercitazione nella crociera “Saiwa”. Da sinistra: io, la mia amica tessa, Federica, suo fratello Massimo e in basso Idris

Ci conosciamo da talmente tanti anni che non mi ricordo neanche più da quanto. Anzi, sì che me lo ricordo: ci siamo conosciute nel 1996 durante la crociera “Parti con noi” della Saiwa. Una crociera dove a bordo c’erano tutti quelli che la avevano vinta collezionando i punti dei vari prodotti Saiwa oppure gli ospiti vip e non delle Saiwa.

Federica era una “vip” e io ero una “non”.

E’ iniziato tutto con una chiacchierata al sole e abbiamo continuato la sera, quando le ho fatto bere giusto un paio di shot di tequila.

Io non ho mai amato bere e non mi piace il sapore dell’alcool quindi se devo bere preferisco qualcosa di veloce e indolore che però mi metta allegria! Risultato? Abbiamo passato la serata a ridere e a ballare e più lei rideva e più le raccontavo le mie mitiche barzellette. L’ho stesa di alcool e di risate e da li siamo diventate inseparabili.

Ne abbiamo fatte talmente tante assieme che forse più che un’intervista dovrei scrivere un libro. Proverò ad essere sintetica (Io sintetica? Ahahaha, bella questa)
Fede, Analaura ed io.

Fede, Analaura ed io.

 

Abbiamo anche festeggiato un nostro compleanno assieme al Dixieland tanti anni fa.

Anzi, lo abbiamo festeggiato in tre quel compleanno: lei , io e Analura Ribas.

Che ridere! Sembrano passati così tanti anni e invece…è proprio così!

 
Safari in Kenia

Safari in Kenia

Di certo non potrò mai dimenticare quella vacanza fatta assieme in Kenia.

Mi ricordo che durante il trasferimento in pulman dall’aereoporto al villaggio, il ragazzo che ci accolse a bordo, ci avvertì subito  che in quel periodo c’erano un pò di alghe.
Un po’??? La spiaggia di quel paradiso terrestre era letteralmente invasa dalle alghe: non si vedeva quasi la sabbia.
Il direttore era talmente imbarazzato che per cercare di farsi perdonare (quasi come se quelle alghe le avesse messe lui!) ci spostò in una suite stupenda che altro non era che una palafitta sulla spiaggia, ops, sulle alghe!
La camera era pazzesca: tutta in legno con super letto a baldacchino, una terrazza gigante e tende bianche svolazzanti, ovunque.
Un posto davvero romantico, peccato che fossimo lei ed io e che non ci fossero uomini all’orizzonte se non quel marpione del direttore che corteggiò Federica e un cameriere masai che continuò a corteggiarmi per mesi mandandomi in Italia lettere pazzesche con le foto di lui e di tutta la sua famiglia. Fosse che forse non voleva me, ma un bonifico!?
 
Un giorno andammo a fare un’escursione in barca e finalmente trovammo una spiaggia senza alghe.
f11otoCi trascorremmo giusto un paio di ore, ma ci venne un’idea: per non essere prese in giro dai nostri amici al ritorno, decidemmo di spacciare quella come la spiaggia delle nostre vacanze e facemmo lì un botto di foto.
Per renderla credibile ci cambiammo 5 costumi in due ore.  Due fenomene! Ecco, ora scopriranno tutti che li abbiamo imbrogliati
So che sono già andata lunga, ma non posso non raccontarvi di quando ci invitarono in Messico all’apertura del nuovo villaggio della Ventaglio.
Eravamo una trentina di ospiti compreso quel pazzo di Giorgio Mastrota. Tutte le sere Bruno e Alessandro, il proprietario dei Viaggi del Ventaglio e suo figlio, organizzavano qualcosa di divertente per tutto il gruppo.
Una sera ci portarono al Cocobongo, la discoteca di Cancun dove girarono il film “The Mask”.
All’ingresso ci fecero indossare dei braccialetti colorati spiegando che quelli valevano come open bar.
Fai una cosa del genere a due come noi che sono praticamente astemie e che non reggono l’alcool e sai cosa succede? Che quelle due si mettono a bere un’altra volta shot di Tequila come se fosse acqua (la Tequila non la senti durante, ma dopo) e finiscono a ballare in una sorta di pedana/trampolino sospeso in alto nel vuoto, una sorta di “cubo” dove quelli della sicurezza facevano salire le donne più scatenate della serata.
Abbiamo proposto un balletto a due forse un pò esagerato, ma tanto, diceva Federica, qui sono in Messico a non mi conosce nessuno. Siamo scese dal cubo e siamo state subito raggiunte da un gruppo di italiani urlanti “Oh ma tu sei Federica Moro, wowwwww!”.
Quanto abbiamo riso: prima abbiamo riso poi siamo fuggite!
 
66fotoA Federica piaceva molto Matteo, uno dei miei migliori amici che aveva da subito notato in foto in un mio album delle vacanze, e al mio migliore amico piaceva tanto Federica.
 
Ma erano sempre tutti e due fidanzati, con altri.
 
La cosa durò quasi 5 anni, fino a che una sera, all'”Orange”, un locale davanti a casa mia dove organizzavo delle serate, arrivarono tutti e due incredibilmente sfidanzati.
 
Secondo voi cosa hanno fatto i due timidoni? Si sono bevuti un paio di tequile per sciogliere il ghiaccio e si sono finalmente baciati, con la lingua! Yahooo
 
A dicembre saranno 10 anni. Lo so bene perchè nello stesso posto ci siamo baciati per la prima volta anche mio marito ed io, ma un mese dopo.
 
Risultato? Ho “perso” due amici in un colpo solo. I due piccioncini sono andati a vivere a Lugano dove lui si occupa della compravendita dell’acciaio e ora facciamo davvero fatica ad incontrarci, ma almeno so che sono assieme e sono felici.
 
f3otoNon potrò mai smettere di ringraziare Federica perchè se oggi sono così felice e sempre ottimista, lo devo un pò anche a lei.
E’ stata lei che nel 2000 mi ha convinta a fare il corso “L’esperienza” con lo psicologo caoch Steve con cui ancora oggi mi vedo e mi sento. Lo aveva appena fatto e mi ha convinta a seguire le sue orme…
 
Ma ora facciamo parlare un pò anche lei sennò che intervista è.
 
Se volete leggere l’intervista cliccate qui.
 
Barbara
 
 
 
Andando verso l'unica spiaggia senza alghe, nel nostro viaggio in Kenia.

Andando verso l’unica spiaggia senza alghe, nel nostro viaggio in Kenia.

 
Due matte!

Due matte!

 
Gabriel Batistuta, Beppe Signori, io, Piero Gagliardelli, allora in Rebook, Federica e dietro Tino Silvestri della Wea, alla nostra festa di compleanno al Dixieland

Gabriel Batistuta, Beppe Signori, io, Piero Gagliardelli, allora in Rebook, Federica e dietro Tino Silvestri della Wea, alla nostra festa di compleanno al Dixieland

 
 

Vivere in campagna, una scelta: intervista a Carolina della Masseria Alchimia a Fasano

bari 077Appena arrivata in Puglia, sabato mattina, ho capito che il sogno che ho da un pò di anni…forse può diventare realtà.

Sono nata, quasi per sbaglio, a Edimburgo, in Scozia, poi ho vissuto a Roma, a Venezia e a Milano.

Ho amato queste città e continuerò ad amarle, ma non vi nego che da quando sono diventata mamma, mi è venuta voglia di andare a vivere in campagna.

Mio marito, per fortuna, sarebbe favorevole a questa scelta.

Da quando ho imparato a conoscere meglio la Puglia, ho iniziato a desiderare di vivere in quella campagna, una campagna vicino al mare dove il turismo vive bene da aprile ad ottobre: cosa poter desiderare di più?!

Masseria Alchimia

Masseria Alchimia

Il mio sogno sarebbe quello di prendere in gestione una Masseria, o fare la pr per una Masseria.

Così potreste venire tutti a trovarmi.
Magari potrei anche provare a mettere in pratica quello che pian pianino sto imparando in cucina!

Non andrei in campagna per riposare perchè di carattere non riesco a stare ferma e poi non potrei permettermelo. Mi piace darmi da fare, ma vorrei iniziare a “correre” in mezzo al verde e non più solo in mezzo al cemento.

Una cosa mi blocca un po’: come potrebbe essere per nostro figlio crescere lì per poi magari in futuro tornare in città, per esempio per l’Università?

Carolina, la proprietaria della Masseria dove spesso dormiamo quando scendiamo in Puglia, anni fa ha fatto questa scelta e ha un bambino che fino ad oggi è cresciuto lì. Ho pensato che potesse aiutarmi fare una bella chiacchierata con lei.
I trulli che aveva Carolina e la mia pancia

I trulli che aveva Carolina e la mia pancia


Ho conosciuto Carolina quando avevo la pancia.

Avevo voglia di passare un week-end con una mia amica storica che dopo anni vissuti a Milano, aveva deciso di tornare a vivere nella sua amata Puglia. 

Flora è originaria di Andria, un paese vicino a Bari, e lì era tornata a vivere, ma come molti di quelli che non stanno proprio sul mare, il week-end si spostava.

Quel week-end Flora mi ha portata con lei e suo figlio Antonio al mare, a Fasano, a dormire in questi trulli stupendi.

Ogni trullo era una stanza e ogni stanza aveva ovviamente il suo bagno, ma anche la sua zona all’aperto con un bel tavolo in ferro battuto dove la mattina, appena sveglia, ti ritrovavi la colazione pronta con le briosche calde, la marmellata e il pane fatti in casa e la frutta dell’orto.

Uno spettacolo di posto.
Quell’angolo di paradiso era di Carolina.
Carolina ha sempre avuto un gran gusto per l’arredamento, e non solo.
È stato quel we il primo passo verso l’innamoramento che mi è scattato per questa terra quindi è un po’ anche a Carolina che devo dire grazie se ora, dopo essere riuscita a fare innamorare anche mio marito di quei posti e dopo circa 5 anni di ricerca, siamo riusciti a trovare la nostra terra, dove a breve inizieranno a costruire al nostra casa.
La blogger e Carolina

La blogger e Carolina alla “Masseria Alchimia”, nella stanza della blogger durante l’intervista.


Carolina è nata in Svizzera a Berna tra i 40 e i 50 anni fa, ha vissuto poi tra Milano, Londra e New York per poi finire a Verona dove ha incontrato l’uomo che nel 2002 è diventato il padre di suo figlio Oliviero.

 
Nel 2001 Carolina è arrivata in Puglia con il marito, in vacanza, e dopo mezza giornata aveva già deciso di comprare un gruppo di trulli vicino a Cisternino.
 
La mia prima volta con Danny alla "Masseria Alchimia"

La mia prima volta con Danny alla “Masseria Alchimia”

B: E’ stato allora che avete deciso di trasferirvi qui!?


C: No, era un investimento per passare qui le vacanze
 

B: Quando invece hai deciso di trasferirti qui!?

C: Ho incominciato a fare periodi sempre più lunghi qui in Puglia e quasi senza accorgere mente mi sono ritrovata a stare più qui che a Verona.
 

B: Quando hai deciso il trasferimento totale !?
 

C: Quando Oliviero doveva iniziare le elementari: bisognava decidere se stare su o giù.
 

B: E giustamente hai scelto giù. 
Quando hai deciso di aprire i tuoi trulli agli ospiti!?

C: Ho iniziato invtando gli amici, ma a brevissimo iniziavano ad arrivare anche gli amici degli amici e gli amici degli amici degli amici. Non conoscevo neanche il loro nome e al secondo mese di permanenza ho capito che avrei potuto trasformare in attività questa mia grande voglia di ospitalità. 
 
Alchimia-Juli2011-9643-W
B: Ad un certo punto però hai deciso di ristrutturare questa masseria, come mai? E i trulli?
 

C: È arrivata un ottima offerta da una coppia di inglesi quindi li ho venduti. Ho colto l’occasione per avvicinarmi al mare e ho comprato questa masseria dove nell’ ‘800 vivevano delle suore che facevano corsi prematrimoniali alle ragazze.
 
Event4-W
B: È da lì che ti è nata l’idea di aprire la tua masseria anche per eventi e matrimoni!?
 

C: Ci ho messo un paio di anni a ristrutturarla e avendo gli spazi esterni adatti tra gli uliveti, ho iniziato a fare qualche evento selezionato country-chic, tra gli ulivi.
 

B: Quante stanze hai ora?
La vasca nella terrazza della nostra camera

La vasca nella terrazza della nostra camera


C: Sono 10 stanze tra cui alcune suite con vasche sia esterne che interne per uso esclusivo di chi occupa quelle stanze.

 

B: Dopo 12 anni di Puglia e 10 anni qui con tuo figlio torneresti a vivere in città?

C: Il mio sogno sarebbe quello di fare da ottobre ad aprile a New York e da aprile ad ottobre un Puglia.
 
14foto
B: Quando è la grossa concentrazione di turismo qui da te? 

C: Da Pasqua a fine settembre anche se in inverno c’è sempre qualcuno.
Considera che da me le camere vanno da un massimo di 235 euro per la suite in alta stagione a un minimo di 29 euro la doppia standard in bassa stagione e in bassa stagione qui la temperatura non scende mai sotto ai 10 gradi. 
 

B: Quindi un po’ ti manca la vita di città se andresti a vivere a New York?
Il mio maritino ed io nella terrazza della nostra stanza

Il mio maritino ed io nella terrazza della nostra stanza


C: È chiaro che la città offre delle cose come eventi culturali, musicali, mostre etc che la campagna non ti offre e ti offre anche incontri con persone interessanti. Però alla fine questa forse è la cosa che mi manca meno perché spesso è il mondo che viene da me e quindi non mi mancano le occasioni di incontrare persone carinissime anche senza muovermi di qui.


Ho avuto una stilista di Hermès, un fotografo newyorchese, una famiglia olandese, una stilista tedesca designer per Vitra…Conosco gente di tutti i tipi e spesso si tratta di persone molto vicine a me: la casa rispecchia molto la mia personalità e quindi spesso finisco per trovare grandi affinità con chi sceglie questo posto, a volte si diventa amici. I miei clienti solitamente tornano e quando non tornano ci si sente, ci si scrive, il legame rimane.
 
2foto
B: Non ti nego che anche noi ci stiamo facendo un pensierino, a trasferirci qui. L’unica cosa che mi blocca è mio figlio: com’ è fare crescere un figlio qui !?
 

C: Le scuole sono ottime, sono molto attenti alle necessità dei bambini. Non posso fare confronti con le scuole delle città, ma posso dirti che Oliviero è un bravo studente e che ha molto tempo da dedicare alle sue passioni, come quella recente, ma già molto forte, per il pianoforte.
Per lui è un pò come vivere in un grande parco. Per lui vedere un cavallo non è di certo un evento e tutti il giorni può andare a farsi un bagno al mare, senza dover aspettare per forza le vacanze 
 

B: Non hai paura che crescendo qui, in una sorta di campana di vetro, quando poi si ritroverà nel mondo gli mancherà qualcosa, si troverà un pò spiazzato?
 
3foto
C: Sicuramente è una questione anche di carattere, ma c’è da dire che io appena posso lo porto in giro per il mondo. Nell’ultimo anno e mezzo siamo stati assieme a New York, in India, a Berlino, in Toscana e a Bruxelles. Appena posso lo porto anche a sciare, nella mia Svizzera. E ovviamente spesso va a Milano a trovare il padre. Viaggiare ti apre le porte…
 

B: Bisogna anche aver le possibilità per farli viaggiare!
 

C: E che lavoro a fare se non per dare un buon futuro a mio figlio?!
 
Carolina e la futura pr della "Masseria Alchimia" ?

Carolina e la futura pr della “Masseria Alchimia” ?


B: Ok mi hai convinto: ora costruiamo casa e poi cerco lavoro, al massimo mi vuoi come pr della Masseria Alchimia?

 

C: Considerati già assunta!
Barbara


Masseria Alchimia
Contrada Fascianello, 50 72015 Fasano Province of Brindisi

Phone Carolina :335 609 4647
Masseria Alchimia

Masseria Alchimia

Masseria Alchimia

Masseria Alchimia

Masseria Alchimia

Masseria Alchimia

La blogger ai tempi della pancia, nel giardino dei vecchi Trulli di Carolina

La blogger ai tempi della pancia, nel giardino dei vecchi Trulli di Carolina

I Trulli che aveva Carolina quando ci siamo conosciute.

I Trulli che aveva Carolina quando ci siamo conosciute.

Ai vecchi Trulli di Carolina, con Danny boy ancora in pancia

Ai vecchi Trulli di Carolina, con Danny boy ancora in pancia

Esterno9b
Event1-W
Event2-W
Spazi per eventi in Masseria

Spazi per eventi in Masseria

Una delle 10 stanze

Una delle 10 stanze

Uno dei vari giardini della "Masseria Alchimia"

Uno dei vari giardini della “Masseria Alchimia”

Balla che ti passa: intervista a Bobo Vieri

bobomimmofotoSe dieci giorni fa mi avessero detto “Cuba”, mi sarebbe venuto in mente il mare cristallino di Cajo Largo, il mio ex fidanzato, il PPG 5 (una medicina contro il colesterolo che si trova solo lì e che molti uomini sanissimi compravano perchè come effetti collaterali aveva gli stessi effetti del Viagra).

Avrei pensato al mojito della “Bodeguita del medio”, alla spiaggia di Santa Maria dove c’era il villaggio della Going, alla bellissima Placa del la Catedral, e a tanti altri ricordi di un’isola che conosco bene e che ho imparato velocemente ad amare.

Ma da giovedì scorso, da quando lo ho visto ballare al “Tropicana” (locale storico di Cuba), se qualcuno mi dice “Cuba” a me viene in mente lui: Bobo Vieri.

Conosco Bobo da quando giocava alla Juve, da quando ricevetti una sua telefonata senza averlo mai incontrato.

Bobo era un fan di Alessia Marcuzzi e il suo amico Idris (ve lo ricordate quel bresciano parecchio abbronzato gran tifoso della Juve?!) gli aveva detto che per arrivare a lei sarebbe dovuto passare sul mio corpo (magari ancora caldo) e per facilitargli il compito gli aveva anche dato il mio numero di cellulare, visto che Idris ed io ci conoscevamo.

Risultato? Bobo ed Alessia non si sono mai fidanzati, ma io e lui siamo diventati amici.

Mi ricorderò sempre una sera di tanti anni fa a Portocervo: eravamo nel parcheggio del Sottovento, e Bobo, che dopo diverse telefonate avevo finalmente conosciuto di persona, mi disse “Ehi guarda che da settembre vengo a vivere a Milano perchè mi hanno chiamato a giocare all’Inter e siccome non conosco nessuno sappi che ti chiamerò”.

Christian è sempre stato un ragazzo semplice senza tanti grilli per la testa. Appena arrivato a Milano passavamo le serate a casa mia a guardarci le cassette di Blockbuster (eh sì, c’erano ancora le cassette!). Eravamo capaci di guardarci anche due film di seguito senza fare pausa.

Di tempo ne è passato tanto e le nostre strade hanno preso direzioni diverse, ma quando mi capita di incrociare lui e il suo sorriso…sono contenta! E due chiacchiere ci scappano sempre.

So che qualcuno starà pensando “Sorriso?! Chiacchiere? Ma se Bobo non sorride mai e parla poco”. 

Falso! Niente di più falso e finalmente se ne stanno accorgendo anche gli altri.

Bobo non è mai stato uno che non sorride e tantomeno uno che non parla. Diciamo che a differenza di tanti altri non sorrideva se non c’era nulla di cui sorridere e non parlava solo per dare aria alla bocca.

So che da fuori poteva sembrare che se la tirasse o che fosse un pò orso, ma vi assicuro che non c’è niente di più lontano dalla verità.

E poi scusate, ma secondo voi mi sarebbe potuto stare simpatico uno così, a me?! Interista e pure orso?! Anche no, grazie.

Ora però devo capire una cosa: devo capire quale è stata la molla esatta che ha fatto capire a Bobo che era giunto il momento di mostrarsi a tutti come realmente è sempre stato: solare e allegro.

Sì lo so, ho scritto 3 volte la parola “capire”, ma non trovo un sinonimo che mi piaccia altrettanto, quindi ve la beccate 3 volte!

Comunque forse…ho capito!

imageB: O sono cieca, o sono matta, ma da quando balli qualcosa è cambiato, vero?! 

Raccontami di quando è iniziato tutto? Chi ha avuto il coraggio di chiederti di ballare e come è riuscito a convincerti?

C: MILLY ! Ha alzato il telefono lei di persona per 2 anni, quasi 3 anni e alla sua domanda “Ti va di ballare?” io tutte le volte rispondevo di no dicendo che non c’entravo nulla con il ballo. Continuavo a ripeterle che uno che pesava più di 100 kg con il 48 di piedi, il culo grosso e le gambe pure…non era fatto per ballare!

B: E cosa ti ha fatto cambiare idea dopo quasi 3 anni ?

imageC: Una sera andai in un locale con i miei amici.

Come sempre, fui l’unico a non ballare.

Ero stufo di rimanere sempre seduto, così un paio di giorni dopo, quando Milly mi richiamò, le dissi di sì.

B: C’è qualche tuo amico che ti ha preso in giro per questa tua nuova passione per la danza?

C: Certo! Mi hanno preso in giro tutti e tutti continuano a non crederci, ma lo fanno scherzosamente quindi non me la prendo, anzi.

B: Quando sei entrato al “Ballet Nacional de la televisione Cubana”  davanti a te c’erano una decina di ragazze stupende che ballavano e tu invece di guardare loro ti sei preoccupato di chiedere se stavano ballando salsa o rumba. Non ti riconosco più, cosa ti è scattato nella testa?

C: Stai tranquilla Garavelli, sono sempre io! Volevo capire quale fosse il ballo che faceva muovere tanti sederi in contemporanea, ecco perché ho chiesto che ballo stavano facendo. 

B: “Fufiuuu”, meno male, stavo iniziando a preoccuparmi! 

imageDammi qualche anticipazione sulle prossime puntate: dove andrete a fare danni tu e del Vecchio con il vostro “Re del ballo”?

 

(NOTA della blogger: a proposito di lui e del Vecchio… ma secondo voi dormono in doppia perchè la produzione ha finito i soldi? hihi) 

C: Ci sarà tanto da ridere! È questa la cosa fondamentale di questo programma: divertirsi, ridere e ballare. Domani (giovedì su Sky Uno alle 21.10) andrà in onda la puntata da Vienna, poi, non so in che ordine, ci vedrete a Santo Domingo, a Barcellona e a Buenosaires.

B: Dimmi una cosa divertente che vi è successa, eh daiii?

C: Non posso dire troppo, ma tenete d’occhio il “gallo killer”…

B: Eri più teso prima di entrare in campo quando giocavi o ora prima di entrare in pista per ballare?

C: Di sicuro prima di entrare in pista: sono tesissimo! Ho paura di non ricordarmi i passi. Il calcio era la mia vita e sapevo come giocare, ma ballare è tutta un’altra cosa. Preferisco giocare davanti a 80.000 tifosi che ballare davanti a 2000 spettatori.

B: Infatti nella puntata di Cuba vedevo che la tecnica non ti mancava, ma che eri bloccato. Allora è vero: hai davvero paura. Lo vuoi uno psicologo? Ne conosco uno molto bravo ?

imageC: No grazie, ho solo bisogno di un po’ di tempo.

Un minuto e mezzo di ballo coreografato non hai idea di quanti passi sono da ricordare, per non parlare di tutte le altre cose: “tieni la schiena dritta e sorridi”.

E poi “non dimenticarti mai di guardare in alto, ma senza perdere di vista gli occhi della tua partner”: un macello!

B: A parte della danza, sei innamorato di qualcos altro o… di qualcun altro in questo momento della tua vita?

C: In questo momento amo molto ballare e lo faccio almeno un’ora al giorno. Tre volte alla settimana faccio boxe.

B: Dimmi la verità: fai boxe così i tuoi amici vedono che oltre a ballare fai ancora qualcosa da vero maschio?

C: Ma vaaaaa ! Faccio boxe per perdere peso.

B: Infatti ti vedo super in forma. Vuoi dirmi che figo come sei tornato non hai nessuna che oltre a farti battere la punta delle scarpe da ballo…ti fa battere anche il cuore?

C: Secondo te lo vengo a dire proprio a te ?

B: Ok confermo, Bobo e’ sempre lo stesso di prima: muto! Ahahahahahaha

B: Il mio blog si chiama “Temperateitacchi”. Almeno me lo puoi dire se la tua donna ideale deve indossare i tacchi o le ballerine?

C: Tacchi, tacchi!

B: Torneresti mai indietro per cambiare qualche scelta che hai fatto?

C: No, io vivo così: ogni decisione che prendo in quel momento e’ quella giusta per quel momento, se poi l’ho azzeccata bene sennò amen.

Barbara

 

image

 

B: Indipendentemente dalla materia prima necessaria per farlo, avresti voglia di diventare papà?

C: Sicuramente! È il mio ultimo sogno rimasto.

 

Da Mimmo: Bobo e le tovagliette con sopra gli appunti della mia intervista. Il mio ipad "non aveva campo!"

Da Mimmo: Bobo e le tovagliette con sopra gli appunti della mia intervista.  Il mio ipad “non aveva campo!”

B: Raccontami una tua giornata tipo?

C: Mi sveglio verso 8.30/9 e vado nel nostro ufficio di “Sweet Years” (Nota della blogger: l’azienda di abbigliamento sua e di Paolo Maldini) a seguire un po’ i progetti in corso. 

A pranzo sono da Mimmo o da Pino in Corso Garibaldi (dove ovviamente ci siamo visti per questa intervista). 

Il pomeriggio ballo, mi alleno con la boxe o gioco a calcetto.

La sera ceno da Mimmo o da Pino (un abitudinario il nostro Bobo!). 

 

 

 

Dopo cena difficilmente faccio tardi, giusto se c’è qualche bella festa.

B: Tipo quella di Flower Power di qualche giorno fa dove ci siamo incontrati?

C: Esatto, almeno adesso posso ballare anche io!

 

 

Ama il tacco 12, ma appena può gira a piedi scalzi: intervista a Justine Mattera.

Nasce a New York il 7 maggio 1971 da famiglia di lontane origini italiane.

Dopo la laurea in lingua e letteratura italiana alla Stanford University, nel 1994 arriva a Firenze per completare gli studi.

Per mantenersi inizia a lavorare come modella e cubista, ed è in una discoteca toscana che viene notata dal produttore e DJ Joe T.Vannelli con cui collaborerà per alcune produzioni. 

Si trasferisce poi a Milano dove conoscerà e sposerà il conduttore e autore Paolo Limiti che, dopo avere notato la sua straordinaria somiglianza con Marilyn Monroe, la vuole con lui come showgirl.

Tv, teatro, cinema… Justine non si ferma più e nel 2012 vince il Premio America della Fondazione Italia USA.

imageSe la volete vedere dal vivo, ora la trovate “aggiro” nei teatri della Lombardia dove è la protagonista di “Sugar”, la storia di “A qualcuno piace caldo”.

Ovviamente interpreta Marylin.

Justine ed io per 9 mesi abbiamo avuto la stessa pancia, infatti i nostri due maschi sono coetanei.

B: Come è cambiata la tua vita da quando sei diventata mamma?

J: Ti cambiano tutte le priorità. Accetto lavori solo che siano importanti perché non voglio lasciare i miei 2 bambini con qualcun altro. Non ho mai avuto qualcuno che si svegliasse al posto mio di notte e non lo voglio. Sono gelosa della notte e di loro che cercano me.

B: Come gestisci lavoro e famiglia?

J: La mia filippina ora e’ nelle Filippine, ma spero che torni. Per ora ho una ragazza sud americana che vive vicino a casa nostra e fa i pomeriggi. La sera se sono in turnè o ho qualche impegno di promozione cerco sempre di tornare anche se è tardi perché ci tengo a portarli a scuola. Se non posso farlo io lo fa Fabrizio, mio marito.

B: È un bravo papà ?

J: E’ molto bravo a cucinare per loro e a portarli in giro in bici perché sono cose che lui ama fare, ma se si tratta di cose più organizzative, banali e noiose tipo mettere un pigiama, lavare i denti o dare un antibiotico… È meglio che ci sia io. Anche se andare a letto vestiti come a scuola o senza lavare i denti non è poi così grave no?!

B: Vuoi dirmi che non è capace di mettere loro un pigiama e di lavargli i denti?

J: No, e’ capace! Il problema e’ che spesso è stanco e si addormenta prima di loro quindi quando si sveglia li porta nel letto così come sono per non svegliarli.

B: Dimmi la scena piu buffa che hai trovato in casa, di notte, al ritorno da un tuo spettacolo?

J: 2 anni fa arrivo a casa a mezzanotte e sento uno strano silenzio. Entro in camera nostra e trovo Fabrizio sotto le coperte in pigiama che dorme.

Vado nella stanza dei bimbi e vedo Vivienne (ai tempi aveva 1 anno e mezzo) che dormiva per terra sul tappeto vicino alle bambole.

Vincent, il maschietto che normalmente dorme sopra il letto a castello, non c’era! Cerco dappertutto, ma nulla e allora tutta allarmata sveglio Fabrizio “dove è Vincent?” e lui mi risponde “non lo so, mi sono addormentato”. 

A quel punto mi rimetto a cercarlo e… lo trovo dietro al divano per terra che dormiva. Vado in cucina a farmi un bicchierino per riprendermi dallo spavento e trovo il delirio! Mio marito se la cava benissimo per quanto riguarda il cucinare, ma sul mettere a posto sta ancora in alto mare.

B: Parliamo di coppia: dimmi che anche il vostro rapporto di coppia e’ cambiato da quando sono arrivati i bimbi, ti prego non mi fare sentire diversa!

imageJ: Prima dell’arrivo dei nostri figli ovviamente avevamo più tempo da soli ed eravamo meno stanchi. Ma credo molto nell’intimità della coppia e non ci starei più se non fossi più sessualmente astratta da lui.

Facciamo l’amore meno di prima, ma continuiamo a farlo.

 

Ieri sera per esempio dopo lo spettacolo, i miei compagni di scena mi hanno chiesto di uscire a cena con loro, ma io ho risposto che andavo a casa a fare all’amore con mio marito.

B: Non lo hai trovato addormentato???

J: Eh no! Ci eravamo dati appuntamento e mi ha aspettata sveglio. Mi aveva promesso anche che mi avrebbe cucinato qualcosa, ma se lo ho e’ dimenticato quindi prima della seduta notturna mi sono cucinata un hamburger di tacchino.

B: Se una donna non nasce sensuale come te (parlo di una a caso!Ops), ha qualche possibilità di diventarlo? Dimmi di sì daiii.

J: La sensualità la hai dentro, ma va coltivata e comunque si può sempre imparare qualcosa.

imageB: Ma e’ vero che sei andata a fare un corso di sesso orale ?

J: Si è verissimo.

In Italia se una donna parla di sesso e’ una poco di buono, ma se un uomo dice che è stato con 50 donne e’ un Figo.

Sono andata a fare quel corso non perchè non sapessi, ma per una mia curiosità.

Nella vita si può sempre migliorare.

 

B: Cosa sarebbe questa tecnica di Shirley Temple di cui hai parlato? Io da piccola la guardavo sempre, ma non mi ricordo si parlasse di sesso orale nei suoi film! Ops

J: Se la guardavi sempre ti ricordi i suoi riccioli biondi vero?!

B: Certo che me li ricordo, ero davvero una sua grande fan, non sto scherzando! Ma cosa c’entrano i riccioli biondi di quella biondina innocente con il sesso orale?

J: C’entrano perché, se vuoi far felice tuo marito, con la lingua devi riprodurre il movimento dei ricci di Shirley intorno al suo pene.

B: Oh perbacco! Non ci credo, è questo il trucco? Basta trasformarsi in parrucchiera? Wow, ci proverò!

(NB della blogger: non cercate di usare il ferro per fargli i ricci…gli fareste molto male!)

B: Andiamo avanti che ho capito che ho ancora tanto da imparare. Come si deve vestire una donna per essere sexy?

imageJ: Ognuno ha il suo gusto, quanto ti sentì sicura di te sei sexy qualsiasi cosa indossi

(NB della blogger: intatti se mi mettessi io il pantalone che indossa lei nella foto accanto, sembrerei la Pina di Fantozzi e invece lei…)

B: Se devi eccitare il tuo compagno per evitare che si addormenti prima cosa fai, come ti vesti?

J: A lui piace la donna con il fisico atletico e tutto il nuoto che ho fatto nella mia vita e la mia predisposizione naturale diciamo che mi hanno dato un buon aiuto.

Justine con suo marito Fabrizio e i loro due bambini  Vivienne Rose e Vincent

Justine con suo marito Fabrizio e i loro due bambini Vivienne Rose e Vincent

Fabrizio ama l’abbigliamento classico con qualche dettaglio surprise. Quando ci siamo conosciuti, lui era più bacchettone e io più “freak”. Ero capace di vestirmi in lycra, tutta maculata e con super tacco, oppure in pelle rossa o pitonata.

Un volta Lenny Kravitz mi notò e mi chiese di accompagnarlo a fare shopping in Via Montenapoleone, ma ero fidanzata e fedele quindi ho detto no. Che cretina sono stata!

Ora i nostri gusti si sono avviciniati: lui si e’ modernizzato un po’ e io mi sono un po’ imborghesita. Diciamo che se mi metto un tubino con sotto un completino sexy della perla lo faccio felice.

 

sexyfotoB: Tipo quelli che indossi in certi scatti un po’ tanto sexy che ho visto in Twitter?

J: Esatto, proprio quelli

B: A proposito di fisico atletico, mi ricordo quando hai fatto la fattoria: vincevi quasi tutte le prove, ma come facevi?

J: Sono americana e la competizione e la determinazione li ho nel sangue. E poi sono piccola, ma sono una iena diesel.

B: Credi ai cibi afrodisiaci? Un’altra arma per sedurre e’ la cucina no?! Tu cucini? Cosa ami cucinare?

J: La cosa che faccio meglio e’ il cappone sotto sale, una ricetta della Parodi che ho rielaborato.

Credo più negli ambienti afrodisiaci che nel cibo. Secondo me un qualsiasi piatto buono accompagnato da un vino buono diventa afrodisiaco se la situazione lo permette…

B: Ultimamente tI sei fatta male ai tendini di un dito e hai avuto un forte attacco di asma? Non è che stai correndo un po’ troppo?

J: Secondo me c’è una “nuvoletta” che mi sta seguendo, ma io ora per restare in tema di dito le faccio un bel dito medio e vado avanti.
E’ iniziato tutto quando Antonio Capitani, che fa gli oroscopi per Vanity Fair, mi ha detto che avrei avuto Saturno contro per due anni.

imageB: Senti, maaa…torniamo alla tua ricerca continua di imparare cose nuove. So che hai fatto anche corsi di Lap dance e di Burlesque. Fammi capire, ma è un segreto per tenersi un marito bello e giovane? Perchè se è così mi iscrivo subito anche io.

J: La Lap dance la ho fatta prima del provino per il film di Abel Ferrara e ho fatto bene perchè mi hanno presa proprio grazie a quel giro sul palo.

B: Come e’ quel figone di Jeremy Irons dal vivo?

J: Conturbante, leggermente inquietante, ma molto gentile, intelligente e colto. Per fortuna che prima di andare in scena e prima di ogni provino mi bevo un bicchierino di vino buono bianco e profumato sennò sarebbe stata durissima…

B: È il corso di Burlesque?

J: Lo ho fatto perché credo di essere una donna un po’ di altri tempi per il fisico e il look che ho e perché sono ironica quindi ho pensato che per il mio mestiere potesse essermi utile e infatti grazie a quello ho fatto diversi lavori.

B: Meglio saper cucinare o saper fare uno spogliarello?

J: Sapessi fare tutti e due sarei la donna perfetta, ma meglio puntare su quello per cui si è più portati quindi il burlesque

B: Tacchi o ballerine?

justinepiedefotoJ: Sono nana quindi non disdegno il tacco 12, ma ho i piedi massacrati tra il ballo e una vita sui tacchi quindi quando posso, in auto o in casa, tolgo le scarpe e sto a piedi scalzi.

 

Vabbè allora facciamo che non guardo sotto il tavolo, ma ti dico solo di rimetterti le scarpe che fuori piove!

 

NB: Lo sapete che non faccio le interviste in diretta no?!?! Ho intervistato Justine mentre pranzavamo al Jazz Cafè in corso Sempione e fuori diluviava.

NB del NB: se siete interessate al corso di sesso orale dovete rivolgervi al negozio ZOU ZOU di Roma e chiedere di Tiziana.

Barbara

famigliajustinefoto

 

image

image