Lasciamoli andare, lasciamoli crescere…

Avete mai sentito parlare di “scuola natura“?

Beh, scuola natura è un progetto bellissimo del comune di Milano, per le scuole primarie.

Si tratta di 5 case vacanza pronte ad ospitare i nostri figli e le loro insegnanti, per circa una settimana.

Il nostro Expo, e quell’ assurda ansia da Padiglione :)

Quando una vive a Milano, lavora in proprio, e quindi non deve timbrare il cartellino, ma può gestire il suo tempo un po’ come meglio crede, se aspetta il 13 ottobre per andare a Expo, è una deficiente!

Salve, sono la deficiente 🙁

Chi è il vero bullo?

Ieri ero al parchetto con mio figlio, che a novembre compirà 8 anni.

Di solito io mi trovo un posto in panchina, e lui scorrazza liberamente con i suoi amichetti per il parco, sempre controllato, anche se da lontano.

Poco INSIDE e molto OUT

 

Adesso mi prenderò la mia bella dose di fischi, ma, se devo proprio essere sincera, a me questo “Inside out” non è che sia piaciuto proprio tanto tanto!

Un inizio un pó movimentato

 

Ebbene sì: le nostre vacanze quest’anno sono iniziate con largo anticipo.

Come molti di voi già sapranno, l’anno scorso abbiamo finito di costruire la nostra “Lamia Quercelli”, nella nostra amata Puglia, è da quest’anno la affittiamo.

Quando affitti una casa non è che puoi programmare le vacanze come prima: metti la casa in affitto, magari tenendo due settimane per te in agosto, e per il resto ci vai quando rimane libera, e tu puoi partire.

Le mamme NON vanno in vacanza!!!

Il prossimo che mi dice: “Beata te che sei già in vacanza!”, si prende una bella testata, in mezzo alla fronte.

E attenzione, perché da piccola mi chiamavano “Mercury”, per la mia testa 🙂

Diciamo che allora il mio corpo era più piccolo, parecchio più piccolo, ma la mia testa era già grande, parecchio grande, e quindi dicevano che sembravo un motore fuoribordo 🙁

Una grigliata a Villa frua

 

Villa Frua è costruita nel 1912 dal bisnonno della mia amica Elisa, un industriale tessile milanese.

Per fortuna che il primo marito era il comandante della compagnia della morte del Duce, e non era per niente simpatico, sennò la Olga (mio secondo nome) non avrebbe mai ripiegato sul l’Alberto Frua (NB: gli articoli davanti ai nomi, in certi tipi di narrazioni, sono strettamente necessari!) figlio del primo citato bisnonno della mia amica.

La prima gita, e il cuore di mamma.

Tre anni fa ero in giro a visitare tutte le scuole elementari della zona, per decidere  dove avremmo mandato Danny.

Tre anni fa sono entrata in un scuola in un giorno qualunque, e in androne ho incontrato lei, con la sua quinta.

Sono andata a tutti gli open day delle varie scuole, ma gli open day non mi sono mai piaciuti.

Vedi la scuola, vedi gli spazi, e ti raccontano un sacco di cose e di numeri, ma le maestre ti fanno “ciao ciao” con la manina da lontano, e non le senti neanche parlare.

Per me quello che conta non sono le strutture, ma gli esseri umani.

In quel giorno qualunque, e in quell’androne tutto colorato, ho visto lei, e ho capito che era lei che avrei voluto al fianco di nostro figlio, per aiutarlo crescere.

Ci è andata bene, e proprio lei è diventata la maestra di Danny.

E’ tosta lei, ma è anche dolcissima.

andoraimagesE’ lei che segue da sempre il progetto “Scuola natura” per la scuola Morosini, ed è lei che assieme alle altre due insegnanti, ha accettato felice di portare i nostri figli ad Andora, per ben 5 giorni.

Non vedevo l’ora che arrivasse la famosa settimana di scuola natura.

E quando a scuola ci hanno finalmente comunicato le date, un leggero brivido di gioia ha scosso il mio corpo.

Tutte le mamme amano i propri figli, ma nessuna mamma sarebbe triste di avere 5 giorni liberi da dedicare al lavoro, agli hobby , agli amici e, perché no, anche al marito, senza vincoli di orari da rispettare, lezioni di tennis, di calcio, compiti, e chi più ne ha più ne metta.

Partenza prevista: lunedì 3 novembre ore 8.25

Ritorno previsto: sabato 8 novembre ore 12.30

Peccato che domenica mattina mi sono svegliata col magone.

Ma come?!?!? Ero così felice di avere 5 giorni liberi in cui avrei potuto uscire e rientrare a qualsiasi ora, senza il bisogno di nonne e babysitter, e ora mi viene il magone?!

E che magone…

Ieri mattina mi sono stampata un sorriso sulla faccia, fino a che il mio amore non è salito sul pullman con tutti i suoi compagni, e fino a che il pullman non ha girato l’angolo.

Ma poi…

Poi le lacrime si sono fatte largo nei condotti lacrimali, e sono uscite, abbondanti.

Non è facile vedere tuo figlio che parte, mentre tu resti.

E’ successo spesso che partissi io, e che restasse lui, con le nonne, o col papà.

Ma quando a partire è lui, e a restare sei tu, allora le cose sono ben diverse.

Lui se ne va, ma le abitudini restano.

Di notte ti svegli con pensiero che forse, come spesso capita, si è scoperto di nuovo, e allora fai per alzarti e per andare a controllare, ma poi ti ricordi che lui non è nel suo letto.

Sono quasi le 19 e fai per apparecchiare per tre, ma poi ti ricordi che siete in due.

E i grattini sulla schiena dopo la favola, a chi li faccio?

E i grattini sul mio collo, dopo i suoi gratini sulla schiena, chi me li fa?

Chi mi butterà la braccia al collo, in un momento di mia evidente tristezza, dicendomi che se non trovo un lavoro mi darà i suoi soldi guadagnati quest’estate vendendo i braccialetti fatti con gli elastici colorati?

Danny è un bimbo molto sensibile, e quando non c’è si sente, tanto.

Danny è un bambino molto allegro, e quando non c’è si sente, tanto.

Danny è un bambino molto affettuoso, e quando non c’è si sente, tanto.

Sono felice che sia in gita con i suoi compagni e sono tranquilla perché so che è in buone mani, in ottime mani.

Ma ho un piccolo grande macigno nel cuore, e appena mi fermo un attimo lo sento, e pesa.

Per fortuna oggi ho un evento importante e avrò da fare fino a tardi, e domani vado a Roma per due giorni, a sistemare un po’ di questioni delicate, di famiglia.

Se sono impegnata ci penso meno, ovvio.

Ieri sera era il turno della mia chiamata.

Li possiamo chiamare due volte durante tutta la gita, e ieri era la prima.

Era appena partito, ma ero emozionata lo stesso: digitavo il numero della sua maestra, e il cuore mi batteva forte.

“Ciao, siamo in teatro ad ascoltare la programmazione di quello che faremo nei prossimi giorni, te lo passo!”

“AIUTOOOOO: e che gli dico ora?”

Ma si può essere emozionate all’idea di parlare col proprio figlio, di sei anni?

Si può, si può!

Gli ho chiesto come era andato il viaggio, se si era divertito, e chi avrebbe dormito vicino a lui nella camerata della seconda E.

Poi le parole mi sono morte in bocca, a me!

Una chiacchierona come me non sapeva più che dire.

Avrei voluto dire che mi mancava già, avrei voluto dire che stavo salendo in macchina per andare a riprenderlo, ma, ovviamente, gli ho detto “Divertiti tanto amore mio!”, e ho messo giù, quasi subito.

La maestra super tecnologica ha creato un gruppo “Scuola natura” su whatsapp, e ci manda foto e commenti su come sta procedendo la vacanza.

Ad ogni notifica il cuore batte, forte.

E ogni volta che apro una foto, il cuore accelera.

I miei occhi cercano il suo viso, in mezzo a quello dei suoi compagni.

Cerco di capire dalla sua espressione se è felice, se si diverte, se sta bene.

Cerco di capire se la sua mamma gli manca un po’…

Divertiti amore mio.

Fatti la doccia da solo, vestiti da solo, e lavati i denti da solo.

Inizia ad imparare a camminare con le tue gambe, ma ricordati che la mamma è qui, che ti penso sempre, e che ci sarò sempre.

Impara ad arrangiarti, e diventa il mio piccolo grande ometto, ma ricordati che se hai bisogno di una mano, io ci sarò, fino a quando potrò.

Ti amo cucciolo mio.

Divertiti, ma torna prestooooooo!!!

Mamma Barbara

 

 

 

 

Giocattoli? Ecco come combattere il senso del possesso, da subito!

 

Vi capita mai di entrare in camera di vostro figlio/a e di urlare tra voi e voi (magari arrivando fino all’orecchio del vicino) “Adesso bastaaaaaaa! O metti in ordine o butto via tuttoooooooo!!!” ?

Noi mamme, per i figli, e non solo, a volte diamo veramente i numeri.

Se poi abbiamo un solo figlio, allora spesso facciamo dei danni veri, al nostro portafoglio e alla loro educazione.

“So che lo volevi tanto e allora…”

“Ma mamma non è il mio compleanno!”

Niente! Quando vedi tuo figlio che apre il pacchetto, e si illumina di immenso, tu, mamma, vai in brodo di giuggiole, e i tuoi nuroni vengono presi a schiaffoni.

Il problema è che quelle piccole camere (la nostra è moooolto piccola), si riempiono presto di giochi, che spesso vengono usati un paio di volte e poi vengono parcheggiati, ovunque.

La scorsa primavera ho proposto a Danny di liberarci di tutti quei giochi che non usava più: qualcuno lo avremmo regalato ad amichetti più piccoli e a bambini con meno possibilità di noi, e altri li avremmo venduti facendo la bancarella al parchetto.

Vendere? Guadagnare soldi?

A Danny sono apparsi i dollaroni negli occhi, come a Paperon de Paperoni.

Quel giorno ci è cambiata la vita: io mi sono liberata di un sacco di oggetti inutili, e ho imparato la lezione, e lui sta diventando ricco, e, cosa più importante, sta capendo il valore dei soldi.

Quando un bambino impara che i giochi costano, e che non usarli è come buttare via dei soldi, all’improvviso cambia atteggiamento, e prima di chiedere un regalo, ci pensa due volte.

Un’altra bella abitudine che sono riuscita a dare a mio figlio è quella di separarsi anche dalle cose che gli piacciono, e che usa ancora: ogni tanto Danny presta un suo gioco, e ogni tanto un suo amico presta un gioco a lui.

Questo è mio” è una frase che ho sempre odiato.

Ho sempre pensato che sia più importante saper condividere, che voler tenere tutto per sé.

Danny boy ormai va in seconda elementare, ma il suo asilo è ancora ben impresso nella mia mente.

Ed è proprio nel suo vecchio asilo che hanno avuto una bellissima idea!

La “Scuola di Pippi“, il vecchio asilo di Danny in Via Friuli a Milano, ha aperto una “Ludoteca“, un spazio destinato al gioco e al divertimento gestito da educatori e animatori, pronti ad inventarsi ogni giorno nuovi laboratori e nuovi stimoli.

Un posto dove portare i bambini dopo scuola, magari quando fuori farà freddo e pioverà, e i parchi inizieranno a diventare Off limits.

Ma la cosa che mi è piaciuta di più è stato il PRESTO GIOCO, un’idea geniale: nella ludoteca di Pippi si potranno prendere in prestito i giocattoli, come abbiamo sempre fatto con i libri.

“Mamma andiamo a comprare un gioco nuovooooo?!”

“Mamma voglio quello lì in vetrina”

Alcuni giochi vale la pena comprarli nuovi, ma altri proprio no.

Capricci, sfizi, quante volte volte anche noi grandi finiamo per comprarci cose inutili, che non useremo mai, o quasi?

E allora ecco la soluzione, almeno per loro: vuoi provare l’ebrezza di tornare a casa con un gioco “nuovo”?

Andiamo a prenderlo in prestito alla Ludoteca, e il gioco è fatto.

Alla fine di ogni laboratorio, il bambino potrà scegliere un gioco, e il gioco prescelto diventerà del bambino fino al suo prossimo laboratorio.

La condivisione e non più il possesso, il poter prendere, e non sempre il comprare, diventano un nuovo modo di relazionarsi agli oggetti, stimolando una nuova cultura del GIOCO.

I bambini potranno alla “Scuola di Pippi” i loro giochi che non usano più, dando loro il modo di entrare nel CIRCUITO NUOVA VITA.

Bravi! Doppio applauso.

Insegnamo ai nostri figli il vero valore degli oggetti, e quello della generosità.

Besos

Barbara

Bambini, animali, e non solo: diciamo stop alla violenza sul web!

 

Sono anni che gira su Facebook la foto di un povero gatto impiccato.

Sono anni che mi tocca vedere foto di bambini e animali  feriti, maltrattati, o addirittura morti.

E le foto sono spesso accompagnate da frasi tipo:

“Voi fareste una cosa del genere?”

“Se conoscete le persone che hanno fatto questo, denunciateli”

Adesso io voglio capire una cosa: ma chi pubblica o condivide immagini del genere, cosa pensa di ottenere?

Secondo voi se qualcuno avesse potuto rintracciare ed arrestare i  colpevoli, non lo avrebbe già fatto?

Secondo voi far girare immagini così forti e pietose, può servire a sensibilizzare qualcuno che non lo sia già?

Secondo me serve solo a far venire mal di stomaco a chi se le ritrova davanti, senza averlo chiesto o desiderato.

La violenza sui bambini, e su certi animali, essendo loro più indifesi, è la peggiore delle violenze, e come tale va sicuramente denunciata e combattuta, ma le immagini non servono, non fanno la differenza.

Sta girando sul web il video di una donna che vorrebbe picchiare un piccolo bimbo, e i suoi cani che cercano di bloccarla.

Secondo me è un video finto.

La donna si avventa di continuo sul piccolo, ma colpisce solo il divano, e mai lui.

Quale mente malata può organizzare un video del genere solo per fare vedere il senso si attaccamento dei cani a quel bambino?!

E quali superficiali menti possono condividere un video del genere senza prima guardarlo bene, e senza prima pensare alle conseguenze di un gesto del genere?!

E vogliamo parlare del video che ho visto ieri, su facebook, dove due poliziotti cercano di arrestare un pericoloso delinquente assassino?

Nel video i due poliziotti cercano di tirarlo fuori dalla macchina, mentre lui sembra stia cercando di prendere un’arma dal cassetto nel cruscotto.

E sotto il video decine e decine di commenti:

“Avrebbero dovuto sparare, e non cercare di catturarlo. Ma viviamo in un paese di bigotti dove sono tutti pronti a condannare un poliziotto che spara troppo presto”

“La poliziotta sarebbe dovuta entrare dall’altra portiera, e non dalla stessa portiera dove stava cercando di entrare il collega” 

Ma che senso ha tutto ciò?

A cosa serve? 

Adesso ci mettiamo anche a fare i processi su facebook?

E’ vero che in un paese dove Corona sta in galera e Schettino sta fuori, assieme a tutti i pirati della strada responsabili di assurdi incidenti mortali, ci sia qualcosa che non va.

Ma iniziare a pensare che farsi giustizia da soli sia la soluzione migliore…questo no!

Trovo sia giusto che un poliziotto possa sparare per legittima difesa, ma non per eccesso di stress, o per picchi di adrenalina.

Diffondere nel web immagini e video che “parlino” di violenza, non serve a nulla, e a volte può diventare addirittura pericoloso.

Giorni fa ho parlato di quanto secondo me sia pericoloso parlare troppo di violenza anche in tv.

Sono convinta che più si dedichi spazio a genitori che uccidono le loro creature, e a mariti che uccidono le compagne tanto amate, e più questo tipo di omicidi continuerà ad aumentare, come sta già succedendo.

La notizia va data, per carità, ma non esageriamo con tutte queste trasmissioni dedicate.

Raccontiamo il fatto, senza magari scendere troppo nei dettagli, e riparliamone solo se, e quando, ci saranno importanti risvolti a riguardo.

Mai sentito parlare di emulazione?

Se io, che mi reputo una persona normale, vedo l’immagine di un animale torturato, non posso che stare male, e soffrire in silenzio.

Ma se una persona squilibrata vede un’immagine del genere? Secondo voi come potrebbe reagire?

Pensateci bene prima di condividere immagini o video violenti.

Pensate bene a quelle che potrebbero essere le conseguenze.

Contate fino a 10.

Grazie

Barbara