Un paio di settimane fa era Carnevale.
Un paio di settimane fa mio figlio aveva due giorni di vacanza da scuola, ma io marito no, e quindi Danny Boy ed io abbiamo preso un bel treno fino a Mestre, e da Mestre un bel pulman per la montagna.
Peccato che tra l’arrivo del treno a Mestre e la partenza del pulman per la montagna, ci fossero più di due ore di mezzo.
Che fare a Mestre per due ore?
Non andavo a Mestre da anni, e non avevo la minima idea di dove poter andare a sbattere la testa, con dolcezza.
palcofotoE’ stato a quel punto che una mia amica mi ha suggerito il “Palco“, un ristorantino molto carino in centro.
E’  lì che le ho viste.
E’  lì che le ho viste, ed è stato amore a prima vista.
Sono una passionale, vivo di passioni.
E una come me, che vive di passioni, spesso si innamora: mi innamoro di una canzone, di un vestito, di un sapore, di un raggio di sole…e a volte anche di una sedia!
Sì, sì, avete letto bene: quel giorno mi sono innamorata di una sedia.
Ho chiamato subito la cameriera e ho chiesto chi avesse fatto quella sedia (per la verità me ne piacevano 3, e non una)
Ecco che mi sono ritrovata con in mano una cartolina tutta colorata, e un nome: Silvia Zacchello.
E’ stato in quel momento che ho deciso che avrei presto incontrato Silvia.
Nutro una grande ammirazione, e anche un pizzico di invidia, per chi riesce a trasformare in lavoro una passione, e quella era un’evidente passione.
Giovedì scorso dovevo andare a Venezia per lavoro, per un evento di IWC, e quindi mi sembrava un’ottima occasione per fermarmi a Mestre, ed incontrare Silvia.
Ho preso un treno sbagliato (il treno era giusto, ma io ho preso quello sbagliato!!!) e quindi sono arrivata a Mestre in ritardo, passando per Bologna.
Ho rischiato di non farcela, ma alla fine alle 16 ero in un ascensore, diretta all’ottavo piano.
Silvia ha allestito il suo laboratorio in casa, e dipinge godendosi la sua città dall’alto, dalle sue ampie vetrate.
Silvia ha fatto il liceo artistico a Venezia, e ha continuato il suo percorso iscrivendosi all’Accademia di belle arti.
E poi?
E poi il vuoto.
Dopo il classico corso di grafica, e lo stage in uno studio di grafica, ha iniziato a martellarle in testa una domanda che tanti di noi si sono posti (e che io mi faccio ancora, un giorno sì e un giorno no): 
“E ora che faccio?”
Dopo anni di lavori che nulla avevano a che fare con la sua vera passione, e che continua a fare anche ora, quando non dipinge, Silvia ha avuto un’illuminazione.
I suoi avevano in cantina una vecchia sedia e ogni tanto, quando Silvia scendeva a prendere qualcosa, la guardava, si guardavano
E’ stato allora che ha deciso di dipingere la sua prima sedia.
Cosa ha dipinto?
imagesHa dipinto “Maybe” di Roy Lichtenstein, un classico soggetto di Pop art. 
Silvia ha scelto la Pop art perché le è sempre piaciuta,  e perché la Pop art appartiene a tutti.
La Pop art suscita un po’ la memoria dell’infanzia, i ricordi delle marche dei biscotti, delle zuppe…
La Pop art suscita quella nostalgia positiva che ti riporta indietro.
A Silvia sono sempre piaciuti molto i fumetti, e la grafica degli anni 60/70 che la Pop art ha trasformato in arte.
Ascoltavo Silvia e la mia memoria tornava ad una bellissima giornata passata con mio figlio alla mostra di Andy Warhol, quel genio che un giorno decise di dipingere soggetti i cui tutti potessero riconoscersi, ritrovarsi: la zuppa che mangiava da povero, la Coca Cola che veniva bevuta dall’operaio, e dal presidente degli Stati Uniti…
Ero curiosa di sapere se Silvia aveva ancora quella prima sedia.
Quella sedia l’ha venduta, al negozio “Emporio 31” di Milano.
“Emporio 31” era un negozio che amavo tanto, e che non c’è più, uffa!
Ma la cosa buffa è stato il racconto su come è arrivata a vendere quella sua prima sedia, a Milano.
Le avevano detto che per vendere un oggetto del genere doveva andare a Milano.
Le avevano dato un paio di nomi di negozi giusti, di design.
E allora Silvia è partita, in treno, con la sua sedia.
Silvia ha preso la metropolitana, con la sua sedia.
Silvia è salita in tram, con la sua sedia.
Silvia ha camminato  in giro, con la sua sedia.
Leon-The-Professional-010Immaginavo lei con la sua sedia, e ripensavo al film “Leon”,  e a Jean Renò e Natalie Portman con la loro inseparabile pianta.
Era il 2005 , e Silvia guadagnò i suoi primi 200 euro, vendendo il primo frutto della sua passione.
Dopo la pianta di “Leon” non ci furono altre piante, ma dopo quella prima sedia…
Silvia a dipinto a mano tante altre sedie, e ora dipinge anche mobili, telefoni, librerie e quadri.
Dipinge soggetti a richiesta, e a volte, per fare un felice un bambino , si allontana dalla sua Pop art e si avvicina al mondo dei cartoon.
Me la immagino già la faccia di Danny boy alla vista di una sedia dipinta a mano con i suoi personaggi preferiti: Peppa Pig sotto il sedere e SpongeBob dietro la schiena.
Da quel giorno Silvia Zacchello non si è più fermata, e presto, molto presto, le sue sedie arriveranno anche in Puglia.
Devo solo aspettare che la nostra casetta sia pronta…
Barbara

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