I famosi asparagi e crudo della Pharmacia di Lisbona: ricetta.

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L’ultima volta che sono andata a Venezia sono stata ad un “festin” ( a Venezia si dice così) a casa di Roberta e Chicco e ho assaggiato una cosa squisita fatta da una loro amica portoghese.

 

Si tratta di un piatto che servono alla “Pharmacia” di Lisbona vicino al famoso Mirador di Santa Caterina.

 

La Pharmacia è un posto molto carino dove si può pranzare, cenare o fare l’aperitivo. Come si può dedurre dal nome, tutto è insiprato alla Farmacia infatti ti portano il conto nel recipiente per la raccolta delle urine! Ahahahahah

imageIniziamo come sempre dalla LISTA DELLA SPESA

Asparagi

prosciutto crudo (tante fettine quanti sono gli asparagi che volete fare)

miele e sale

 

 

Se avete tutto INIZIAMO:

Fare bollire gli asparagi 5 minuti in acqua e sale
Poi li passate sulla piastra o sulla padella anti aderente per circa 5 minuti con un goccio di olio
Avvolgete i vostri asparagi con una fettina di crudo e ci mette un filo di miele e servite.

Barbara

Le mitiche bombette impanate di Cisternino: ricetta.

Se capitate in Puglia, nei paraggi di Cisternino fateci un salto.

Il paese è stupendo e le bombette sono da paura.

Le bombette altro non sono che degli involtini di carne a volte farciti, a volte impanati, classici o piccanti.

Sono famose le macellerie di Cisternino che si sono furbamente attrezzate per poter cucinare e servire la loro carne direttamente nel luogo in cui la vendono.

Quando lo ho visto la prima volta, ho pensato subito che sono dei geni!

Entrate, andate al banco della carne, scegliete la carne che vorreste mangiare e dite loro quanta ne vorreste. 

Attenzione perché spesso l’occhio è più grande della pancia!

Tornate al tavolo e ordinate gli antipasti, i contorni e se ce la fate, anche un primo (molte macellerie fanno anche ottimi piatti di orecchiette con le cime di rapa) o un dolcetto!

Ma torniamo alle bombette e alla ricetta per farvele a casa in attesa di un bel week end a Cisternino.

Partiamo come sempre dalla LISTA DELLA SPESA:

12 fette sottili di capocollo maiale (4/5 mm)

150 grammi di caciocavallo (o altro formaggio dolce) fresco poco stagionato (es: emmental)

pan grattato
Appena avete tutto INIZIAMO:

Per preparare le bombette pugliesi iniziate grattugiando il caciocavallo, poi prendete le fettine di carne, ricopritele di carta da forno e con l’aiuto di un batticarne battetele per renderle sottili

Le impano da entrambe le parti, e iniziate a comporre le bombette ponendo su ciascuna fetta di carne un po’ di caciocavallo

Nella foto qui sopra vedete il formaggio a fette e sotto una fettina di pancetta. Si tratta di una delle varianti possibili, ma io le preferisco solo con il caciocavallo grattugiato.

Oliate una pirofila o usate pirofila antiaderente che possa contenere tutte le bombette e cuocete in forno preriscaldato a 180° per circa 20 minuti. Sale dopo la cottura

Terminate la cottura azionando il grill per qualche minuto e servite le bombette pugliesi ben calde. 

buona pappa 

besos

Barbara

 

Il mitico “Pierino” dell’Harry’s Bar di Venezia: eccovi la vera ricetta!

 

Per questo lungo ponte non potevo che venire nella citta’ dei ponti a trovare mia mamma, infatti sono a Venezia.

Il problema e’ che quando vengo a Venezia non riesco proprio a fare a meno di andare in un posticino a fare una cosuccia.

Devo per forza andare a mangiare almeno un “Pierino” all’Harry’s Bar.

Il Pierino e’ una sorta di toast fritto e quindi non è per niente dietico, ma gli strappi alle regole sono così buoniii.

Moi con il grande Ernesto e Bruna Avogaro sorella di Arrigo Cipriani

Moi con il grande Ernesto e Bruna Avogaro sorella di Arrigo Cipriani

L’ultima volta ho davvero esagerato: ne ho mangiati ben due e prima di farlo mi sono infiltrata nelle cucine dell’Harry’s Bar.

Con la complicità di Bruna Avogaro, la sorella di Arrigo Cipriani, e del grande Ernesto, mi sono fatta spiegare bene come si fanno e per essere sicura di capire bene, son rimasta a guardare mentre preparavano i miei.

Ingredienti

Ingredienti

Iniziamo dalla LISTA DELLA SPESA per fare 7 Pierini:

1/2 cucchiaio da caffè di Colman’s
2 cucchiai da caffè di salsa Worcestershire
2 uova
300 gr di emmental
Sale
2 fogli di pancarrè con bordo
1 etto di prosciutto cotto

 

 

Se avete tutto e siete pronti, possiamo iniziare.

Emmental, uova etc

Emmental, uova etc

Grattugiate l’emmental e lo rendete “cremoso” con frusta a spirale, con minipimer o con quello che avete.

Aggiungete la salsa Worcestershire, la Colman’s e un pizzico di sale.

Aggiungete un uovo e girate e infine aggiungete il secondo uovo e amalgamate bene il tutto.

 

Ernesto all'opera

Ernesto all’opera

I Pierini ottenuti dalla maxi fetta di pancarrè e pronti per essere fritti

I Pierini ottenuti dalla maxi fetta di pancarrè e pronti per essere fritti

Spalmate bene le due grandi fette di pan carré con la “crema di formaggio” ottenuta, aggiungete in mezzo in vostro prosciutto cotto, schiacciate bene le due maxi fette tra loro e le tagliate per ottenere 7 Pierini.

 

A quel punto mettete dell’olio per friggere in una padella e ci friggete i vostri Pierini per un paio di minuti, fino a che vedrete che il vostro pan carré si sarà dorato per bene.

Barbara

Nicola frigge i Pierini e io aspetto di gustarmeli.

Nicola frigge i Pierini e io aspetto di gustarmeli.

Tirate fuori dalla padella i vostri Pierini, li asciugate bene con la carta assorbente e li servite ben caldi. Slurp!

Barbara

Uova in camicia con scorciatoia e asparagi: ecco la ricetta.

Di solito per fare l’uovo in camicia bisognerebbe far bollire l’acqua con un po’ di aceto e una volta che bolle l’acqua toccherebbe creare un vortice e infilarci dentro l’uovo continuando a girare, girare…

Una fatica assurda che spesso non porta neanche all’uovo perfetto!

Ma siccome io sono una curiosona e ormai a casa sono piena di libri, riviste e ritagli di cucina, ho trovato una scorciatoia. E visto che io sono buona e gentile e che voi mi state parecchio simpatici…ho deciso di darvela.

Ocio che lo vedo che state sorridemdo, ma io stavo parlando della ricetta, stupidini!

Iniziamo come sempre dalla LISTA DELLA SPESA (per 2 persone)

direi 4 uova (2 a testa)

un mazzetto di asparagi

un limone

Formaggio grana

Sale,pepe e pellicola trasparente da cucina

Se avete tutto INIZIAMO

imagePrendere una tazza o uno stampino per fare il creme caramel, lo rivestite con la pellicola trasparente e ci rompete dentro il vostro ovo. Se inumidite la pellicola prima di versarci dentro l’uovo, sarà poi piu’ facile staccare uovo dalla pellicola una volta cotto.

Pulite gli asparagi e li fate bollire una decina di minuti.

Li togliete dall’acqua con la schiumarola e separate le punte, che userete poi intere, dai gambi piu’ duri che invece taglierete a tocchettini e frullerete con sale, un filo di olio e una spruzzata di limone per ottenere un salsa che terrete da parte.

imageSpolverate le vostre uova con sale e pepe e chiudete il sacchetto con del filo da cucina o con quello che vi pare per poi calarli amorevolmente in un pentolino con acqua che già bolle.

Il sacchetto chiudetelo in modo che dentro ci stia solo l’uovo e non aria, così l’uovo, in fase di cottura, non avrà spazio per muoversi e verrà bello ovale preciso preciso!

Io ieri sera ne ho cucinati 5 in contemporanea usando lo spago da forno e tenendo i fili ben lunghi così da non ustionarmi le “ditina” mentre li calavo in acqua.

Lasciate le uova in ammollo per 5/6 minuti.

La ricetta dice 6, ma secondo me 5 e mezzo è l’ideale.

Per impiattare prendete piatto fondo, lo spolverate con tanto formaggio grana, poi ci mettete sopra un cucchiaio abbondate della vostra salsa di asparagi.

A quel punto con tanto amore tagliate il “ciuffo” del sacchetto e facendo attenzione alle dita (io me le sono un pò bruciacchiate) liberate il vostro uovo cercando di non romperlo. Basta staccare la pellicola trasparente piano piano.

Adagiate 2 uova al centro di ogni piatto sopra la vostra salsa, ci mettete attorno 3 o 4 punte di asparagi bolliti (fa meno figo, ma io ieri sera ne ho messe un po’ di piu’), date un’altra spolverata di grana, sale e pepe, un filo di olio e “Le jeux son faits”.

Ieri sera li ho fatti qui a Venezia a mia mamma e le sono piaciuti molto!

Barbara

 

Una ricetta un pò diversa dal solito: stufato ai funghi porcini con sedano rapa.

Da quando mi sono appassionata di cucina sono sommersa di libri, riviste, appunti e ovviamente post-it con le ricette delle amiche.

In mezzo a questo delirio ho trovato una ricetta che rifaccio spesso e che non stanca mai nè me nè il marito (che è tutto dire).

Ovviamente sarà difficile che i bambini mangino questa bontà, ma prima o poi ci riuscirò e in attesa taglio sempre dei dadini di carote in più e da parte faccio solo quelli.

Con questa ricetta ho anche scoperto finalmente cosa fosse quella palla un po’ pelosa che vedevo sempre al supermercato: il sedano rapa.

Il sedano rapa ha la consistenza della patata però, come il sedano da costa, fornisce un ridotto apporto calorico (solo 23 kcal ogni100 grammi) perché è costituito dall’88% di acqua.

Se questo non bastasse a convincervi a provarlo, sappiate che ha anche notevoli proprietà diuretiche e disinfettanti (ma non lo spalmante sulle ferite!)

imageBando alle ciancie ora iniziamo con LA LISTA DELLA SPESA

carote 300 gr

sedano rapa 300 gr

cipolla 40 gr

porcini secchi 10 gr

burro, prezzemolo, brodo vegetale, olio di oliva, sale e pepe

SE AVETE TUTTO INIZIAMO:

Prima di tutto mettete ad ammorbidire i funghi secchi in acqua tiepida per una mezz’oretta

Pelate sedano rapa e carote e tagliate tutto a dadini non troppo grossi (2 cm max).

Tritate o tagliate la cipolla fine fine e fatela appassire in una padella grande con 3 cucchiai di olio di oliva. 

imageUnite la dadolata di verdure (sedano e carote), i funghi strizzati e tagliati a pezzettini, sale, pepe e un mestolo di brodo vegetale.

La ricetta dice poi di coprire tutto e di stufare per circa 20 minuti, ma io lo faccio per il doppio del tempo.

Considerate che dipende molto da quanto grande avete tagliato i dadini quindi assaggiate sempre prima di spegnere e se sono ancora duri andate avanti ovviamente aggiungendo brodo.

Quando i dadini saranno cotti al punto giusto aggiungete una bella noce di burro, prezzemolo tritato o surgelato e mantecate sul fuoco per un paio di minuti.

So che l’aspetto potrebbe non sembrarvi invitate, ma voi fatelo e mangiatelo e poi mi direte ! Si tratta di un piatto bello completo che sfama parecchio e non ingrassa.

Diciamo che con un pezzo di carne bianca o un formaggio…la vostra cena è pronta.

Io a volte aggiungo allo “stufato” dei dadi di tofu e faccio un bel piatto unico da mangiare in ciotola (tipo cagnolino) davanti alla TV !

Barbara

 

Sformato di verza e formaggio asiago, da paura giurooo! Ricetta senza e con Bimby

Con tutte le “cavolate e i pasticci” che ho mangiato in giro durante il salone del mobile…oggi ho voglia di qualcosa di sano quindi ora lo preparo al volo, almeno per stasera sono già a buon punto.

So che oggi c’è il sole e questo potrebbe sembrare un piatto invernale, ma vi assicuro che si può mangiare anche freddo ed è ottimo!

Un paio di giorni fa vi ho dato la ricetta per fare dei fantastici spaghetti giapponesi con le verdure (udon con verdure e gamberetti http://www.temperateitacchi.com/blog/?p=2982)

Per fare gli udon della mia ricetta serve la verza, ma ne basta poca quindi ne avanza sempre. Eccovi un’idea per far fuori la verza che vi avanzerà

LISTA DELLA SPESA:

200 gr di formaggio asiago

20 gr di olio extra vergine

1 scalogno

350 gr di verza tagliata a listarelle

250 gr di passata di pomodoro

2 uova

sale e pane grattuggiato

 

SE AVETE TUTTO INIZIAMO

verzacrudaotoFate soffritto con olio e scalogno poi aggiungete nella pentola la verza tagliata a listarelle e la passata del pomodoro con un pò di sale e cucinate per circa 20 minuti a fuoco medio/basso.

Lasciate raffreddare una mezz’ora e aggiungete il formaggio asiago che avrete grattugiato e le due uova.

Mettete l’impasto in una pirofila.

Cospargete la superficie del tutto con un filo di olio e un pò di pan grattato e infornate nel forno pre riscaldato a 180 gradi per circa mezz’ora

Buonissimo sia caldo che tiepido, meglio il giorno dopo.

 

VERSIONE RICETTA PER CHI HA IL BIMBY:

Tritare il formaggio e metterlo da parte: 15” vel 5.

Tritare lo scalogno: 3” vel 5.

Aggiungere olio e verza e rosolare: 5′ 100° vel 1, spatolando di tanto in tanto.

Aggiungere la passata e un po’ di sale (dipende da quanto è saporito il formaggio) e cuocere 10′ varoma vel 1.

Lasciare raffreddare una mezz’oretta.

Aggiungere le uova e il formaggio e mescolare 1′ vel 3.

Versare il composto in una pirolfila e cospargere con pane grattugiato e con un filo d’olio.

Cuocere in forno caldo a 180° per 30′ circa.

 

Barbara

 

 

 

Udon con verdure e gamberetti.

E siccome i giapponesi non sono bravi solo a fare il sushi…oggi vi do una ricetta facile facile per un piatto sano e LIGHT.

Gli udon sembrano un pò i nostri bucatini e secondo me sono atrettanto buoni (o quasi) anche se diversi.

Ma la cosa che me li ha fatti piacere ancora di più… è che hanno circa la metà delle calorie della nostra pasta.

Ho assaggiato questi grossi spaghetti giapponesi ad una cena a casa di amici e li ho trovati squisiti.

Un paio di giorni fa ho comprato il necessario e ho provato a rifarli cercando di ricordarmi gli ingredienti utilizzati per condirli. Sono venuti da paura!

Forse avete provato i noodles cinesi. Beh! I nudon sono molto simili, ma molto più grossi.

LISTA DELLA SPESA PER 4 PERSONE

udoncrudifotoAndate in un quasiasi supermercato orientale (ormai sono ovunque) e comprate:
1 confezione di nudon (nella foto vedete la confezione che si trova di solito e che contiene 3 pacchetti di nudon e anche 3 bustine di una sorta di brodo in polvere e 3 bustine di semini da mettere nell’acqua della bollitura). Davanti leggete “noodle”, ma nella etichetta italiana dietro troverete scritto “nudo”. Voi chiedete al commesso che fate prima!

1 confezione di gamberetti surgelati (dagli orientali li trovate che costano meno che al supermercato e vanno benissimo, ma comprateli dove siete più comodi)

Un pò di verza (se ne prendete 1 intera sappiate che è troppa perchè ne basta moooolto meno, ma quello che non userete potrete sempre stufarla il giorno dopo con brodo e polpa di pomodoro)

1 carota

1 confezione di germogli di soia

1 cipolla

salsa soia

 

AVETE TUTTO? BENE, INIZIAMO.

verdurefotoIn padella fate soffritto di cipolla e mettete verza tagliata a listarelle, i germogli di soia e la carota tagliata a strisce sottili con lo strumento che di solito usate per pelarla e se i gamberetti sono surgelati mettete subito anche loro.

Mentre cuocete le verdure etc , aggiungendo un mezzo bicchiere di acqua e un dado, mettete tutti i nudon (le 3 buste) nell’acqua che avrete fatto bollire e versate dentro anche il contenuto delle 3 bustine di brodo e delle 3 bustine di semi e cuocete per circa 2 minuti.

Quando le verdure e i gamberetti saranno pronti (nella foto non vedete le carote perchè le ho aggiunte dopo!), mettete in padella anche i nudon che avrete scolato e saltate tutto assieme per un minuto circa.

Un filo di soia e il gioco è fatto!

Barbara

Io amo l’uovo in gabbia!

Se volete fare felice una donna, regalatele un gioiello o un paio di scarpe.

Se volete fare felice me, invitatemi a pranzo.

 

La blogger Barbs e la direttrice del "Magna Pars Suites", Barbara Rohner

La blogger Barbs e la direttrice del “Magna Pars Suites”, Barbara Rohner

Se poi l’amica che mi invita a pranzo è la direttrice di un nuovo albergo a 5 stelle con un ristorante ricavato in un angolo di paradiso dove si mangia il cibo degli angeli… allora vado in estasi, altro che felicità.

Quando lavoravo al Nhow hotel, ho diviso ufficio, gioie e dolori con Barbara Rohner.

Appena rimaste incinte (sarà un caso?!) siamo state e due salutate e abbiamo preso strade diverse .

Ma, per fortuna, non ci siamo mai perse di vista.

Ieri Barbara mi ha invitata a pranzo nel ristorante del nuovo albergo di cui è diventata direttrice.

L’albergo è il “Magna Pars Suites”  e il ristorante si chiama “DA NOI IN Via Forcella 6”. Vediamo se indovinate dove si trovano?!

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Il ristorante si meriterebbe un bel 10 già solo l’angolo di paradiso in cui si trova.

La lode invece gliela do perché, dopo avermi fatta accomodare fuori in mezzo al verde…mi hanno anche dato da mangiare!

Ovviamente mi sono fatta consigliare dalla mia amica che mi ha “costretta” a provare il famoso “Uovo in gabbia”.

Beh, che dire?! Un esplosione raffinata di gusti. Altre parole non mi vengono in mente. Ti arriva questo sacchettino che il cameriere ti chiede di aprire davanti a lui per metterci dentro una cucchiaiata di crostini appena sfornati. Dopo di che ci affondi dentro il cucchiaio…e sprofondi nella sedia per la bontà!

"L'uovo in gabbia"

“L’uovo in gabbia”

Dopo l’uovo io ho mangiato un’ottima insalata calda di seppie e calamari e lei un’insalata di tonno scottato. Poi, per finire e per restare in tema…una bella insalata di frutta.

Ovviamente non me ne sono andata senza prima aver fatto un giro per l’albergo.

Ero troppo curiosa di vedere queste 28 suites progettate dall’architetto Luciano Maria Colombo coniugando sostenibilità ambientale con alta tecnologia.

Belle, proprio belle. Comode, luminose e davvero tecnologiche.

Dopo questo bel pranzetto mi sono fiondata in palestra con qualche piccolo senso di colpa perchè avevo intuito che l’uovo non era poi così dietetico…

Alla fine della meritata fatica, ho preso mio figlio all’asilo e siamo venuti a casa in terrazza con degli amichetti, ma il pensiero continuava a tornare a lui… “l’uovo in gabbia”.

 

Lo chef Fulvio Siccardi e la blogger curiosona!

Lo chef Fulvio Siccardi e la blogger curiosona!

Dopo pranzo Barbara mi aveva presentato lo chef Fulvio Siccardi (ben 2 volte onorato di 1 stella Michelin) e il mito ha fatto il grande errore di darmi il suo biglietto da visita con anche il suo cellulare.

Mai dare il numero del cellulare ad una blogger che ama la cucina e che soprattutto non si fa tanti scrupoli a chiamare per chiedere una ricetta…

Fulvio Siccardi è stato a dire poco gentile e quindi ecco per voi la ricetta dell’ “UOVO IN GABBIA”

Si tratta di un uovo cotto a bassa temperatura in un forno a vapore. Io non ho il forno a vapore, ma proverò mettendo l’uovo sul piano alto del forno e una pentola con acqua sotto.

L’uovo va messo in forno intero con il suo guscio e va lasciato lì dentro per 50 minuti a 60 gradi.

Si toglie l’uovo dal forno e lo si fa raffreddare.

Intanto si prepara la salsa a base di latte, panna, burro e tartufo bianco e nero disidratati (non ho avuto coraggio di chiedere le dosi perchè mi sentivo già una privilegiata, ma secondo me ce la si fa dai!).

Si prende poi uno stampino da crem caramel e lo si ricopre con la carta fata creando una sorta di letto per il nostro uovo.

Si mette nello stampino un pò di salsa, ci si rompe dentro l’uovo e si aggiunge altra salsa.

Si da una bella spolverata di grana, che farà poi la crosticina, e si chiude il sacchetto che va poi messo in forno a 200 gradi per 5/6 minuti.

So già che stanotte me lo sognerò…

Domani provo a farlo!

 

image“Da noi in Via Forcella 6” è aperto tutti i giorni, tranne la domenica (purtroppo, ma sto cercando di convincerli di aprire almeno per il pranzo! Vi farò sapere.) ORARI: dalle 12.30 alle 14.30 per il pranzo e dalle 19.30 alle 22.30 per la cena. Tel.02.8338371

www.magnapars-suitesmilano.it

 

NB: So che non è chic parlare di prezzi, ma per pranzo si spende da un minimo di 18 euro in su e per cena da un minimo di 40 euro in su.

Ovviamente dipende da cosa mangerete e soprattutto da cosa berrete visto che hanno una cantina pazzesca a vista!

Barbara

"L'uovo in gabbia", evaso dalla gabbia! Hihi

“L’uovo in gabbia”, evaso dalla gabbia! Hihi

L'uovo in cambia, evaso e infranto!

L’uovo che era in gabbia…evaso e infranto!

In alcune suite c'è anche un un attrezzo Technogym per tenersi in forma! Ah però

In alcune suite c’è anche un un attrezzo Technogym per tenersi in forma! Ah però

il bagno di una suite. Ogni bagno ha sia vasca che doccia! how

il bagno di una suite. Ogni bagno ha sia vasca che doccia! how

La camera di una suite

La camera di una suite

La sala di una delle 28 suite

La sala di una delle 28 suite

Insalata calda di calamari e seppie

Insalata calda di calamari e seppie

La tecnologia della domotica usata in tutte le 28 suites.

La tecnologia della domotica usata in tutte le 28 suites.

La lobby del "Magna pars suites"

La lobby del “Magna pars suites”

La zona all'aperto del ristorante "Da noi in Via Forcella 6"

La zona all’aperto del ristorante “Da noi in Via Forcella 6”

Insalata di frutta

Insalata di frutta

Pane fatto in casa servito al "Da noi in Via Forcella 6". Una volta un'amica mi ha detto che secondo lei se in un ristorante appena arrivi ti portano del buon pane...è già un buon segno. Aveva ragione!

Pane fatto in casa servito al “Da noi in Via Forcella 6”. Una volta un’amica mi ha detto che secondo lei se in un ristorante appena arrivi ti portano del buon pane…è già un buon segno. Aveva ragione!

Spaghetti cipolle, fave e guanciale! Da pauraaaaaaaa

Ogni volta che vado a Cortina li mangio e ogni volta godo.  

Scusate, ma quando ce vo ce vo!

Sono riuscita a farmi dare la ricetta anni fa promettendo che non la avrei mai data a nessuno, ma voi non fate la spia vero?

 

Lo so che non si fa, ma lo sto facendo per il vostro bene dai !!!

 

Iniziamo come sempre con la lista della spesa per 4 persone:

4 cipolle gialle

50 gr di burro

1 cucchiaio di olio di semi

3 foglie di alloro

400 gr di spaghetti numero 12 de Cecco ( io uso almeno 500 gr per 4)

100 gr di guanciale

120 gr di fave fresche

prezzemolo tritato

panna fresca (1 max 2 cucchiai)

parmigiano

sale e pepe

 

Quando avete tutto iniziamo:

Pelare, affettare e stufare le cipolle con il burro, l’olio, l’alloro e il sale.

Dopo un’oretta (se serve aggiungere aggiungere poco acqua) quando le cipolle saranno ben brasate, ma non troppo rosolate, levare l’alloro, aggiungere il guanciale tagliato a julienne e le fave bollite e pelate.

Se necessario legare il tutto con 1 massimo 2 cucchiai di panna fresca, poi aggiungete prezzemolo tritato ed infine una macinata di pepe e poco parmigiano.

Girate ancora un paio di minuti e poi…

mangiate e godete!

Barbara

 

Il carpaccio fu inventato per mia nonna. Non sto scherzando!

carpacciofotoUn paio di sere fa Danny boy ha voluto che gli facessi il carpaccio. Di solito gli piace crudo con la salsina di ketchup e maionese, ma ieri sera glielo ho fatto nella versione al forno.

Metti le fettine di carpaccio sul piatto, ci metti sopra un botto di formaggio grana e una spruzzata di olio e infili il piatto direttamente nel forno ben caldo per 1 massimo 2 minuti.

Ocio che il piatto poi scotta di brutto!

Nella mia famiglia il Carpaccio è sempre stato un piatto molto amato. Chissà come mai?!

Un dubbio forse ce l’ho… Sarà perchè è stato inventato per mia nonna Amalia?

Eh sì, non sto straparlando. Sto dicendo la verità.

Con la parola “carpaccio” oggi si intende genericamente un piatto a base di fettine di carne o pesce crudi a cui vengono aggiunti olio e scaglie di formaggio grana o altri ingredienti a seconda della versione.

Questo nome si deve a Giuseppe Cipriani, fondatore dell’Harry’s bar.

amaliaotoUn giorno del 1950 preparò il piatto appositamente per un’amica quando seppe che i medici le avevano vietato di  mangiare carne cotta.

Quell’amica era la contessa Amalia Nani Mocenigo (qui accanto nella foto), ossia mia nonna, la mamma di mia mamma.

Mia mamma mi ha sempre raccontato che la nonna era stata avvelenata da un’acciuga e che quindi non poteva mangiare più pesce e non carne cotta.

Il mistero della nonna Amalia e della nascita del Carpaccio, bo?!

Quando Giuseppe portò il nuovo piatto di carne cruda a mia nonna lei ne rimase così entusiasta che propose di inserirlo nel menù dell’Harry’s Bar.

Bisognava trovare un nome.

 

"Sant'Agostino nel suo studio" dipinto da Vittore Carpaccio.

“Sant’Agostino nel suo studio” dipinto da Vittore Carpaccio.

In quel periodo c’era una mostra del pittore Vittore Carpaccio.

Il colore della carne cruda ricordava i colori intensi dei quadri del pittore quindi fu facile decidere il nome per il nuovo piatto.

Più precisamente il carpaccio che propose Cipriani consisteva in fettine sottilissime di controfiletto di manzo disposte su un piatto e decorate alla Kandinsky con una salsa che viene chiamata universale. Trattandosi di un piatto da servire crudo, la carne deve essere freschissima e mai decongelata.

carpacciofotoRICETTA PER SALSA UNIVERSALE: (chiamata così perchè adattabile sia a carne che a pesce) maionese 185 ml, salsa Worcester 1-2 cucchiaini, succo di limone 1 cucchiaino, latte 2-3 cucchiaini, sale e pepe bianco, correggendo a piacere, deve risultarne una salsa spalmabile non liquida, da disporre sul piatto a schizzi faendola gocciolare dall’alto.

Un paio di anni fa stavo guardando in tv il quiz “il milionario”. Gerry Scotti ad un certo punto fece proprio la domanda “per chi fu inventato il Carpaccio?”. Diede tre possibilità citando il nome di 3 donne, tra i nomi c’era anche quello di mia nonna.
Fu per me un’emozione: per una volta sapevo la risposta! Ahahah

Barbara

 

VERSIONE VELOCE IN INGLESE: In 1950 a Contessa named Amalia Nani Mocenigo visited the famous Harry’s Bar in Venice. Having been advised by her doctor that she should avoid cooked meat, she asked the chef at Harry’s to come up with something she could eat. The chef came up with a dish which was essentially very finely shaved red beef with a cream-coloured sauce. The dish was named Carpaccio by the owner of Harry’s, Giuseppe Cipriani, because the colours of the dish reminded him of paintings by the Venetian painter Vittore Carpaccio. Carpaccio was one of the most celebrated Venetian artists of the Quattrocento – or 15th Century – and he was particularly renowned for his vivid use of colour, and particularly reds.

Jane pointed out that there was an exhibition of Carpaccio’s work in 1950 in Venice, which was the same year that the dish was invented, so obviously Cipriani was very much aware of Carpaccio. Cipriani was also very interested in 15thC art; for example the Bellini drink, which Harry’s is also renowned for, was named after another 15thC artist, Giovanni Bellini.

Barbara