Beati voi che respirate

Settimana scorsa, come sto facendo da ben tre mercoledì, sono andata in palestra a fare “matwork pilates”

Dopo avrei voluto fare “idrobike”, ma mi ero dimenticata di prenotare, e visto che sarei stata la nona in lista di attesa, ho preferito fermarmi nella sala relax a fare “pancafit”.

Avevo sentito parlare di questo “pancafit”, ma sinceramente non sapevo minimamente di cosa si trattasse.

In gita al frantoio, e fuori di me…

Che strano titolo eh ?!

Ebbene sì: strane scrittrici possono solo che generare strani titoli, e a volte anche strani articoli 🙂

Se non vi eravate ancora accorti che sono una personcina strana…ora lo sapete!

Io sono una passionale, nel bene, e nel male.

Viaggiando con Keope ho detto addio ai miei attacchi di fame :)

Sono ormai quattro mesi che ho scoperto Keope, e che una volta alla settimana mi faccio un viaggio di 12 minuti, ad occhi chiusi.

Se fino ad oggi non vi ho detto nulla, è solo perché volevo essere davvero sicura dei risultati raggiunti.

Scappo da sola

 

Chi di voi non ha mai sognato di svegliarsi e di scappare, da sola, prima che il resto della casa si svegli, e possa dire o fare qualcosa per fermarti?!

Io da quando sono diventata moglie e mamma, lo sogno, spesso, e a volte lo faccio pure.

Fermati, e respira!

Non so voi, ma io faccio parte di quel genere di persone che sono sempre di corsa, anche quando non c’è fretta!

Io il 66% delle mie giornate lo vivo di corsa, e il 34% lo vivo dormendo.

Eh sì, a me piace dormire.

Libera uscita? Yessssss

 

Ieri ho avuto la mia prima giornata libera dopo quasi due mesi: niente marito, niente amici, niente parenti, niente ospiti, e niente figlio!

Un paio di anni fa mi sarei sentita in colpa a gioire per un giorno libero, ma poi ho pensato che le filippine mica sono tristi e si sentono in colpa il giovedì, e quindi…

Le filippine hanno un giorno libero alla settimana e sono felici, e io mi dovrei sentire in colpa perchè mi prendo la prima giornata libera dopo due mesi di cantiere, castelli di sabbia e ore seduta al tavolo per fare addizioni e divisioni in sillabe!?

Anche no!

E allora ieri Santa Monica, con suo marito e i suoi figli, sono venuti a prendere Danny, e se lo sono portati al mare, a pescare.

Ho fatto due piccoli ed innocenti salti di gioia, sono passata dalla sarta, in ferramenta e al supermercato (giusto per liberami degli ultimi sensi di colpa) e poi sono andata a farmi fare un fantastico massaggio di un’ora.

Dal lettino della massaggiatrice sono passata al lettino della mia piscina, e sono riuscita a stare al sole sul materassino per più di dieci minuti, senza essere cappottata da mio figlio.

Un ultimo bagno con una mia amica e suo figlio, e poi il ritorno del mio piccolo diavoletto biondo.

Una giornata libera per ricaricarsi, e la sera una bella cenetta tète a tète con il mio principe azzurro junior, in attesa che stasera arrivi papà.

“Amore domani accompagni mamma in aereoporto a Brindisi a prendere un’amica?”

Daniele non sa che stasera arriva papà.

Adoro le sorprese, e stasera sarà una grande sorpresa.

Ora passo e chiudo: inizia il conto alla rovescia, e il tentativo di restauro.

Barbara

 

image

La mia vacanza? Come cambiano i tempi

Trent’anni fa le mie vacanze dei sogni erano sul cubo del Pacha, a Ibiza.

E trent’anni fa io sul quel cubo ci ballavo davvero, e non pefffinta.

Trent’anni fa, alla giovane etá di 14 anni, avevo avuto una sorta di visione, di richiamo: in sogno mi era apparsa la figura di un dj e mi aveva sussurrato “Il tuo destino sarà accanto a me”.

Fu così che iniziarono le mie vacanze, e non solo, all’insegna della musica, e delle discoteche.

Facevo la cubista perché amavo ballare, e ad agosto, col macello che c’era, se per ballare avevi bisogno di spazio, l’unica soluzione era farlo un pó più in alto degli altri, sul cubo.

Dalla cubista alla pr il passo è stato veloce: ballavo, invitavo gli amici a vedermi ballare, e offrendo loro ingresso e drink, gli amici aumentavano, si moltiplicavano.

Cosa poteva desiderare di più una ragazzina di 14 anni?

Le mie vacanze e le discoteche, sono andate avanti a braccetto, per anni, e poi arriva un giorno in cui le cose cambiano.

In Sardegna, per diverse stagioni, ho lavorato tutte le sere in discoteca: andavo a letto la mattina, e sempre la mattina mi svegliavo.

Molti miei colleghi riuscivano a dormire anche fino alle prime ore del pomeriggio, ma io no.

Non potevo accettare di perdermi il sole, il rumore delle onde e il profumo del mare.

Ma dormire poco, con l’età che avanzava, iniziava ad essere un problema, e allora ho scelto, e ho scelto il mare.

A Formentera, io, il mio maxi pareo, il mio libro e le mie creme, arrivavamo in spiaggia per primi, e andavamo via per ultimi.

Ci sono stati giorni in cui ho avuto delle serie crisi di identità, convinta che un giorno mi sarei risvegliata nella pelle di una lucertola.

E ora? E ora sono qui in Puglia, nella nostra casa nuova, con i miei amori, e delle discoteche e del mare, mi interessa ben poco.

La mia vacanza ora è svegliarmi mentre tutti dormono, e venire a sdraiarmi sul divano sotto la veranda.

La mia vacanza ora è la pace e la serenità che questa campagna sa regalarti, con i suoi rumori e i suoi colori.

La mia vacanza ora è una serata trascorsa alla sagra della polpetta, ascoltando gli Audio 2 che cantano sul palco davanti a noi, e guardando nostro figlio che, sulle spalle del papà, si mangia felice la sua crèpe alla nutella .

Non sono sempre rose e fiori, perché mio marito ed io abbiamo due caratterini tosti, e ci scontriamo spesso, per piccole e grandi cose, ma non mi stancherò mai di ringraziarlo.

Mio marito mi ha dato tutto ciò che avevo sempre desiderato, e da quando ho lui, da quando ho loro, la mia vita è cambiata, e lo sono anche le mie vacanze.

Vivevo alla ricerca spasmodica di qualcosa che mi mancava, e ora che ho loro, posso finalmente fare le vacanze che più amo.

Durante l’anno corro sempre, durante l’anno nei locali ci lavoro ancora.

In vacanza, ogni tanto, ho anche bisogno di silenzio.

In vacanza ora ho bisogno di riposarmi, e di non programmare .

Adesso vi lascio, vado a preparare la colazione per i miei uomini.

Barbara
image

Mai dire mai

 
“Alla mia età ormai…”
“Alla mia età non dimagrirò più, è troppo difficile.”
“Ormai sono fatta così e non cambierò più.”
“Mi parlano tutti molto bene dello Yoga, ma non fa per me”.
Mi dire. “Mai”!
Queste frasi le ho dette anche io, tante volte, ma ultimamente sono successe un po’ di cose che mi hanno fatto cambiare idea.
Ho capito che se una cosa la vuoi veramente, ci puoi arrivare.
Ho capito che per farcela, ci devi provare, davvero.
Ho capito che ci sono cose che a volte possono sembrare lontanissime, da te, e invece sono molto più vicine di quanto tu possa immaginare.
E smettetela di scrivermi che ho una grande forza di volontà.
E’ vero che se mi metto in testa una cosa parto come un treno, ma è vero anche che poi la mia corsa spesso trova degli ostacoli, il treno rallenta, e a volte si ferma pure.
Ma questa volta la forza me l’avete data voi che mi leggete, e che tutti i giorni mi date la forza di non cedere.
Ci sono momenti in cui vorrei mollare, ma poi leggo i commenti degli “amici”, e vado avanti.
Vado avanti perché voglio dimostrare a me stessa, e a chi mi vuole bene, che se mi ci metto, ce la faccio.
Un giorno qualcuno mi ha detto che io non ho forza di volontà.
Me lo ha detto una persona a cui tengo molto, moltissimo.
Quel giorno ci sono rimasta male, molto male, e quando ho messo la testa sul cuscino, e ho spento la luce, ho pianto.
Ho pianto perché mi era stato toccato un nervo scoperto, una ferita aperta.
Ho pianto perché ho capito che quella persona aveva ragione.
Non so se quella persona oggi ha capito che questo digiuno è dedicato anche a lei, ma io lo so, e mi basta.
Con il digiuno sto vincendo un sacco di battaglie.
Con il digiuno sto vincendo la mia battaglia contro i miei problemi col cibo, le abbuffate e i sapori persi.
Con il digiuno sto vincendo la mia battaglia contro le mie debolezze.
E non mi fermo qui.
Sei anni fa è nato mio figlio, e l’anno dopo è mancato il mio papà.
Nel giro di due anni mi sono ritrovata ad avere un carico di responsabilità forse troppo grosse per una che fino a poco prima aveva avuto una vita facilissima, bellissima, leggera, senza ostacoli e senza tanti pensieri.
Negli ultimi anni mi sono indurita.
Negli ultimi anni mi sono spesso ritrovata ad arrabbiarmi e ad alzare la voce, per poco.
Non mi piace quando perdo il controllo.
Non mi piace arrabbiarmi.
Ma ora sono felice.
Sono felice perché so bene che  la consapevolezza dei propri difetti  è il primo passo verso la “guarigione”, e quindi ho iniziato a “curarmi”.
Era anni che diverse amiche mi parlavano dello Yoga, ma io tutte le volte rispondevo: “Yoga? No, no grazie, non fa per me”
E poi due settimane fa ho rincontrato la mamma di un ex compagno dell’asilo di mio figlio.
Lei ha tre figli, e la vedi sempre serena, pacata, dolcissisima.
Ho sempre invidiato questa sua classe nei movimenti e nei toni e, siccome la mamma in questione è anche insegnante di Yoga, mi sono chiesta se non fosse proprio lo Yoga a renderla così…
Oggi ho fatto la mia terza lezione di Yoga, a casa sua.
Non so se riuscirei a fare un corso di Yoga, con altra gente, ma noi due da sole sì, mi piace molto.
Quando fai Yoga con la tua insegnante, e basta, ti senti libera.
Libera di versare anche due lacrimucce quando ti rendi conto che stai pian pianino imparando a rilassarti, di nuovo.
E’ da anni che non riuscivo più a rilassarmi.
Sono sempre di corsa e, anche quando sono seduta o sdraiata, corrono i miei neuroni (pochi, ma buoni, spero), e i miei pensieri.
Sono sempre lì che penso a cosa devo fare dopo, a cosa devo fare domani, e a cosa devo fare il mese dopo.
Ma ora, pian pianino, sto riscoprendo quanto sia bello non pensare a nulla.
Ci vorrà del tempo, ma sento che sono sulla buona strada e so che un passo alla volta ce la farò.
Se c’è qualcosa che avreste sempre voluto provare a fare, fatelo, ora.
Se c’è qualcosa che avreste desiderato imparare, iscrivetevi ad un corso, e fatevelo insegnare, ora.
La vita è una sola, non si può tornare indietro e non sappiamo quanti domani avremo.
Non dite più “MAI”.
Barbara

 

Come ti trasformo un lunedì in domenica

 
“Ma dove la trovi tutta questa energia?”
“Ma come riesci a fare tutte queste cose?”
“Ma non hai freddo a girare sempre in scooter?” 
“Ma quante cose fai fare a tuo figlio?”
“Ma non sei mai stanca?”
Quante volte mi sento fare queste domande.
L’energia la trovo ne grande amore che ho per la vita, sempre e comunque.
L’energia me la danno le persone che hanno molto meno di me, ma sorridono.
L’energia me la da mio figlio, quando dorme (quando è sveglio, me la toglie!).
E tutte le cose che faccio con lui le faccio perché io durante il giorno sto spesso a casa (lavoro da casa) e quindi quando sono con lui ne approfitto per cambiare aria, sennò mi viene l’orchite.
Non ho la macchina, e non la voglio, perché in scooter riesco a fare mille cose e col macchina non farei che prendere multe per divieto di sosta, e non solo.
Ovviamente girando in scooter fa freddo, ma così rimango giovane senza pagare.
Chissà quanto cavolo spendeva Michael Jackson per farsi chiudere nelle sue amate “celle frigorifere”.
E poi girare in scooter è decisamente meglio che fare il vaccino anti-influenzale.
Ho fatto il vaccino per ben due anni e non mi sono mai ammalata tanto come in quei due anni.
Girando in scooter, invece, Danny ed io stiamo sempre benone (Ecco che parte l’auto gufataaaaa)
O meglio…non ci vengono mai quelle influenze lunghe e noiosissime.
Se ci viene la febbre o ci viene altissima e ci dura una notte oppure ci viene quella febbriciattola stupida, bassa, che non atterra, ma non aiuta. E comunque, anche quella, se ne va presto.
Il problema è che sto giro era una settimana che quella febbriciattola non se ne andava: stanchezza, male alle ossa, mal de panza, mal di testa.
Avete presente quell’influenza, non influenza, che ti ammazza più di una febbre a 39?
Un pò come quando esci e pioviggina: che odiooo!
O piove forte o non piove.
O apro l’ombrello o non lo apro.
Odio le mezze misure.
Odio quando piove poco poco e allora decidi di non aprire l’ombrello e poi arrivi a casa fradicia.
Idem per l’influenza non influenza: non hai il febbrone che ti fa decidere di rimanere a letto, ma fai fatica ad andare il giro.
Avevo bisogno di un giorno di stop e siccome il riposo durante il week-end non so più cosa sia da più di sei anni, ieri che era lunedì, ho portato a scuola mio figlio e poi sono tornata a casa.
Mi sono rimessa il pigiama e sono tornata a letto.
Ho fatto finta che non fosse lunedì, ma una qualunque domenica di 7 anni fa.
Sono rimasta a letto fino alle 17.30.
Ho lavorato, ho scritto, ho letto, ma sono rimasta al caldo sotto al piumone e sono uscita giusto in tempo per recuperare mio figlio a basket, a scuola, alle 18.
Ovviamente sempre sul mio scooter.
Risultato?
Mentre sto scrivendo ho ancora 37.2, ma mi sento molto meglio, giuro.
Bisogna vedere il bicchiere sempre metà pieno: almeno non ho più il raffreddore, dai.
E poi oggi ho riunione di classe quindi mica posso stare a casa a riposare troppo no?!
Mandatemi una che lavora e che mi dica che fare la mamma è una passeggiata, e vedrete come meno forte!
Se hai un vero lavoro puoi chiedere la vera malattia e stare davvero a casa fino a che ti riprendi, del tutto.
Barbara

 

 

48 ore di calda ricarica

 
Fino a che, ieri sera, tornando verso Milano, non siamo arrivate sulla Cisa, non abbiamo capito quanto siamo state fortunate.
Un mese fa l’annuncio su Groupon e la decisione di partire, Annalisa ed io.
“Hotel 4 stelle a Forte dei Marmi,  una notte in doppia più aperitivo all’arrivo e prima colazione, 89 euro”.
Presa, nostra! Si parte sabato 5 ottobre e si torna domenica: due giorni di relax e shopping tra amiche, lontano da tutto e da tutti.
Ne avevo bisogno, una donna ne ha sempre bisogno.
Se poi oltre ad essere donna sei anche mamma e moglie, ne hai ancora più bisogno.
Con i miei uomini sono felice, sono molto felice, ma non vuol dire che io ogni tanto non abbia bisogno di un po’ di “leggerezza” e di fare tutte quelle cose che quando ci sono i maschi non si possono fare, con calma.
Stare un’ora in un negozio per decidere se comprare gli orecchini coi gufetti o quelli con le ranocchie; girare 4 negozi prima di trovare il giusto il regalo di compleanno per un’amica; vagare per ore tra le bancarelle del mitico mercato della domenica di Forte dei Marmi, provando di tutto per poi scegliere giusto due maglioncini da 10 euro, tempestati di borchiette e stelline.
Quando sei con gli uomini spesso finisci per comprare cose che poi non metterai mai: vuoi fare in fretta e la fretta non aiuta, si sa.
Quando abbiamo prenotato non c’erano ancora le previsioni, argh.
Siamo partite per Forte con cappotto, maglie, pantaloni e stivali. Sabato mattina a Milano faceva freddo e per il week-end davano solo pioggia, tanta pioggia.
Ma chi se ne importava se avrebbe fatto freddo e se avrebbe piovuto: noi ci saremmo godute lo stesso le nostre 48 ore di ricarica.
Sabato siamo arrivate e ci siamo subito regalate un ottimo pranzetto a base di pesce da “Fratellini’s”.
Ho mangiato un piatto che sembrava una pizza, ma altro non era che un letto di pomodoro tritato a crudo, con scampi crudi e cozze, il tutto incorniciato da pane tostato tritato con erbette e bottarga: D.I.V.I.N.A.
E pensare che il ristorante l’ho trovato digitando su google “ristoranti di pesce a Forte dei Marmi” e leggendo i commenti super favorevoli su tripadvisor.
Dopo pranzo, giusto il tempo di mollare le borse in albergo, e poi subito in giro per i  nostri negozietti preferiti e a caccia di ispirazioni per casa in Puglia: orecchini , piastrelle, porta cartigienica in ferro battuto e scaffali di legno da mettere in cucina o chissà dove.
Ho fatto un paio di acquisti: pochi, ma buoni e senza spendere troppo visto che qui bisogna risparmiare.
Nel tardo pomeriggio siamo finite a Pietrasanta e dopo due passi sotto una lieve pioggerellina e un salto a vedere certi tessuti che mi interessavano, abbiamo notato un sacco di gente davanti alla Chiesa di S.Agostino in Piazza Duomo. C’era pure un signore che indossava la fascia tricolore.
Attenzione, il sindaco! Ma allora sarà un evento importante. 
Abbiamo aspettato che la gente entrasse e dopo un’oretta siamo entrate anche noi.
Si inaugurava la mostra di Gustavo Velez, un bravissimo scultore colombiano.
Bellissime le sue sculture e ottimo il catering: che fortuna capitare nel posto giusto al momento giusto!
Alla fine avremmo anche potuto non andare a cena, ma le due golosone sono finite lo stesso al “Bocconcino” a Forte e si sono prima mangiate una sana e leggera insalatona e poi, cancellando la parola “dieta” dal loro vocabolario, si sono divorate, per fortuna con la complicità della terza amica, Mimosa, una mega pizza dolce con mascarpone e cioccolato fondente: S.T.R.A.T.O.S.F.E.R.I.C.A. !
Abbiamo fatto l’una di notte, non a ballare, bensì in albergo a vedere la fine di “Ballando con le stelle” e a chiacchierare di cavolate fino a che le palpebre non sono calate (altre due cose che con degli uomini nei paraggi non avremmo potuto fare).
La mia amica Veronika Logan, che ho intervistato settimana scorsa, è una delle concorrenti e quindi volevo vederla ballare.
Per domenica davano diluvio e quindi avremmo potuto dormire senza la sensazione di perderci qualcosa, eppure alle 8 eravamo già sveglie, strano.
Abbiamo aperto le finestre ed è entrato lui, il sole.
Incredibbbbbile: le previsioni avevano sbagliato in pieno (In effetti ormai non è più così incredibile visto che non ci azzeccano mai!)
Ci siamo preparate al volo e siamo scese per fare una veloce colazione e andare subito in spiaggia a farci una bella passeggiata, ma appena uscite dall’hotel…il sole non c’era più.
Ci siamo lo stesso avviate verso il mare e abbiamo iniziato a passeggiare verso il pontile.
Le nuvole hanno iniziato a riaprirsi e lui è tornato, a scaldare la nostra domenica, senza più lasciarci.
Non capivamo come mai tanto stupore da parte chi vedeva le nostre foto su facebook mentre ce ne stavamo in spiaggia a goderci la splendida giornata, con i piedi in acqua.
Giuro che non era per niente fredda! Avrei anche fatto il bagno se avessi avuto un vero costume e un grande asciugamano.
Ma quando verso le 16 siamo ripartite, siamo arrivate sulla Cisa e abbiamo visto una grossa “nuvola” di nebbia venirci incontro, abbiamo capito: un pò ovunque era arrivato l’autunno, pioveva e faceva freddo.
Che gran regalo che abbiamo avuto, e che buffo è stato arrivare a casa e spalmarmi il dopo sole subito dopo aver aggiunto una coperta sul lettone.
Adesso vi lascio perchè vado a fare il cambio degli armadi: devo mettere via gli ultimi parei e tirare fuori i piumoni.
Brrrrrrrrrrrrr
Barbara

20131006-172910.jpg

 

20131006-172848.jpg