Mango male che c’era nonna Mimma!

Il nostro viaggio in Francia era programmato da mesi, e io non permetto a niente e a nessuno di cambiare i miei programmi.

Volevo tornare a Nizza a passeggiare sulla promenade con mio figlio, a fare shopping con le amiche.

Direzione Lamia Quercelli

 

Ebbene sì: finalmente ci siamo 🙂

E’ da Natale che non vado a casa, in Puglia, e ormai è partito in conto alla rovescia !!!

Tra poco più di 24 ore sarò sul treno cuccetta, e tra meno di 36 ore sarò a casa, in Puglia

Le mamme NON vanno in vacanza!!!

Il prossimo che mi dice: “Beata te che sei già in vacanza!”, si prende una bella testata, in mezzo alla fronte.

E attenzione, perché da piccola mi chiamavano “Mercury”, per la mia testa 🙂

Diciamo che allora il mio corpo era più piccolo, parecchio più piccolo, ma la mia testa era già grande, parecchio grande, e quindi dicevano che sembravo un motore fuoribordo 🙁

No Garavelli no party!

 

Avete mai visto il film “Mamma ho perso l’aereo 2“?

Tutta la famiglia è in partenza per la Florida, ma Kevin, il solito bambino biondo di “Mamma ho perso l’aereo 1”, insegue uno con la giacca uguale a quella di suo papà, e finisce sul volo per New York.

Vi starete chiedendo perché io abbia parlato di quel film, e la mia risposta è: non lo so!

Beh, fin verità forse un motivo c’è: anche nella mia vita c’è un bambino biondo, ma stavolta resta a casa, con la nonna.

E io non vado in Florida con il resto della famiglia, ma a New York, con mio marito.

YEEEEESSSSSSSSSS

Tra poche ore mi imbarco, e bye bye Milano.

Sabato compio ben 45 anni e siccome si dice che passare il ghiaccio sulla pelle ringiovanisca, ho deciso di andare a New York, e di strisciare a faccia in giù sui marciapiedi della grande mela, per un intero week-end! Ahahahahahahhaha

Me la ricordo ancora la mia prima festa di compleanno, semi seria.

Era il 1982, ero a Venezia,  e compivo 12 anni!

Dopo aver passato anni bendata, nel tentativo di attaccare la coda nel punto giusto dell’asino, per vincere uno stupido giocattolino, finalmente era arrivato il tempo del gioco della bottiglia, dei primi lenti, e dei primi baci.

Il 1982 era l’anno del “Tempo delle mele 2” e nessuna colonna sonora poteva essere più adatta al gioco della bottiglia, e ai primi baci umidi (con lingua).

Da quell’anno, forse perché ci avevo preso gusto, non ho più smesso…

Ma nooooo! Non di dare baci umidi, ma di fare feste per il mio compleanno!

Ma quest’anno…

Quest’anno, per il primo anno, ho deciso di non fare la festa, ma di partire, con mio marito.

Ci siamo regalati un lungo fine settimana tutto per noi, senza figlio, nella grande mela.

A New York ci siamo già stati una volta, assieme.

Danny era piccolo piccolo e noi, per iniziare la nostra carriera di genitori col piede giusto, avevamo deciso che una coppia deve continuare a vivere anche di luce propria, con i figli ben lontani, ogni tanto.

Sono passati circa 7 anni, e quella voglia di starsene un po’ lontano da tutto e da tutti è tornata.

No Garavelli, no party!

Scusate amici, ma quest’anno festeggio in un modo un po’ diverso.

Quest’anno ho bisogno di rinfrescarmi le idee, e forse ho scelto il posto giusto per farlo, ops!

Besos, ci si sente al mio ritorno.

Barbara

 

Pillole di emozioni pugliesi

 

Sono un paio di giorni che non scrivo, e me ne scuso, ma la vita in campagna spesso scorre veloce, troppo veloce, e il cellulare prende male, troppo male.

Ho portato anche l’ipad con me, ma tutte le volte che cerco di scrivere con l’ipad, l’oggetto in questione rischia di finire scaraventato contro un trullo: io odio scrivere sull’ipad!

E allora scrivo sul mio iPhone, che però in casa in campagna prende male, e quando esco, e ritrovo la linea (purtroppo non quella fisica, che in Puglia smarrisco inesorabilmente), le emozioni preferisco viverle, piuttosto che scriverle.

Ma oggi farò un’eccezione…

Abbiamo appena lasciato mia mamma all’aereoporto di  Brindisi, da dove partirà per tornare nella sua amata Venezia, e ora sta guidando un amico.

Il nostro viaggio prosegue verso Otranto, e visto che ho le dita libere, ho deciso di usarle per fissare nel tempo le emozioni vissute negli ultimi giorni, così, in ordine sparso, come riaffioreranno dalla mia memoria.

Una delle emozioni più forti l’ho sicuramente vissuta quando il 26 dicembre siamo andati a visitare il presepe vivente di Pezze di Greco.

Avevo letto che era uno dei presepi viventi più grandi d’Europa e avevo anche visto qualche immagine, ma la immaginazione non aveva lavorato abbastanza, e sono rimasta sconvolta da quello che mi sono ritrovata davanti: un villaggio vero e proprio con una novantina di figuranti.

Siamo arrivati tra i primi del primo giorno, e quindi non c’era ancora tanto macello, ma considerate che per vederlo tutto ci abbiamo messo più di un’ora e mezza.

Sembrava davvero che il tempo si fosse fermato, mentre le emozioni correvano veloci tra una grotta e l’altra, guardando i volti di quelle donne e di quegli uomini, e i sorrisi di tanti bambini, tra cui spiccava quello del bambin Gesù.

Peccato non aver potuto condividere quella splendida camminata con gli amici che sono venuti a trovarci pochi giorni dopo…

Mi emozionano le stazioni dei treni, le attese.

Mi emoziona sapere che potrò condividere la mia amata Puglia con chi ancora non conosce certi angoli di paradiso.

E mentre la prima settimana mi sono goduta il sole sulla pelle mangiando a casa fuori in veranda o sulla terrazza di uno dei miei ristoranti preferiti, al mare, oggi ho mangiato fiocchi di neve durante una delle mie amate passeggiate, tremando di freddo e di gioia.

Anche ieri sera a Locorotondo e ad Alberobello faceva un freddo pazzesco, ma le luci degli addobbi della prima, e le proiezioni sui trulli della seconda, ci hanno scaldato il cuore, e reso più sopportabile quello strano pizzicorino che si stava impossessando delle nostre mani e dei nostri piedi.

E vogliamo parlare delle costine di agnello che ho mangiato ieri sera davanti al camino del mitico Gino, a Ceglie?

In Puglia il cibo è pura emozione…

Da Gino si mangiano solo verdure spontanee!

Cosa sono le verdure spontanee?! Beh, lo dice la parola: sono le verdure che nascono da sole, senza bisogno di seminare ed annaffiare.

E quando la natura ti regala della fantastica materia prima, e trovi chi la sa trasformare in sogni per tutti i sensi, il gioco è fatto.

Sono sempre più felice della scelta che abbiamo fatto costruendo casa qui in Puglia, in campagna.

Sono felice di averla disegnata io pur non essendo un architetto, e di averla arredata io pur non essendo arredatrice.

Avevo paura che in questa vacanza mio figlio si sarebbe annoiato, visto che a parte un suo vecchio compagno di asilo e qualche altro bambino, non ha avuto molte occasioni per stare con altri bambini da quando siamo arrivati.

Immaginate quindi l’emozione quando ho scartato il suo regalo e ci ho trovato un suo disegno con scritto “Grazie mamma e papà che mi avete portato in Puglia”.

E il mitico proprietario del Plastic di Milano che dalla sua amata Villa Castelli è venuto a trovarci a Cisternino perché voleva vedere casa nostra dal vivo!?

Un pugliese doc che mi fa i complimenti per come ho saputo rappresentare la tradizione pugliese nella nostra nuova casa!? Che onore! Grazie Lucio!

In campagna c’è sempre qualcosa da fare, e poco tempo per riposare, specialmente quando la casa è nuova, e spunta sempre qualcosa da finire, da migliorare.

Ma la stanchezza della campagna non mi pesa: mi piace andare a letto presto e svegliarmi poco dopo il sole.

Adesso vi lascio perche siamo arrivati ad Otranto.

Ci aspetta una bella passeggiata in spiaggia per smaltire i panzerotti di Speziale,  in cerca di nuove emozioni, di emozioni pugliesi.

Barbara

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La prima gita, e il cuore di mamma.

Tre anni fa ero in giro a visitare tutte le scuole elementari della zona, per decidere  dove avremmo mandato Danny.

Tre anni fa sono entrata in un scuola in un giorno qualunque, e in androne ho incontrato lei, con la sua quinta.

Sono andata a tutti gli open day delle varie scuole, ma gli open day non mi sono mai piaciuti.

Vedi la scuola, vedi gli spazi, e ti raccontano un sacco di cose e di numeri, ma le maestre ti fanno “ciao ciao” con la manina da lontano, e non le senti neanche parlare.

Per me quello che conta non sono le strutture, ma gli esseri umani.

In quel giorno qualunque, e in quell’androne tutto colorato, ho visto lei, e ho capito che era lei che avrei voluto al fianco di nostro figlio, per aiutarlo crescere.

Ci è andata bene, e proprio lei è diventata la maestra di Danny.

E’ tosta lei, ma è anche dolcissima.

andoraimagesE’ lei che segue da sempre il progetto “Scuola natura” per la scuola Morosini, ed è lei che assieme alle altre due insegnanti, ha accettato felice di portare i nostri figli ad Andora, per ben 5 giorni.

Non vedevo l’ora che arrivasse la famosa settimana di scuola natura.

E quando a scuola ci hanno finalmente comunicato le date, un leggero brivido di gioia ha scosso il mio corpo.

Tutte le mamme amano i propri figli, ma nessuna mamma sarebbe triste di avere 5 giorni liberi da dedicare al lavoro, agli hobby , agli amici e, perché no, anche al marito, senza vincoli di orari da rispettare, lezioni di tennis, di calcio, compiti, e chi più ne ha più ne metta.

Partenza prevista: lunedì 3 novembre ore 8.25

Ritorno previsto: sabato 8 novembre ore 12.30

Peccato che domenica mattina mi sono svegliata col magone.

Ma come?!?!? Ero così felice di avere 5 giorni liberi in cui avrei potuto uscire e rientrare a qualsiasi ora, senza il bisogno di nonne e babysitter, e ora mi viene il magone?!

E che magone…

Ieri mattina mi sono stampata un sorriso sulla faccia, fino a che il mio amore non è salito sul pullman con tutti i suoi compagni, e fino a che il pullman non ha girato l’angolo.

Ma poi…

Poi le lacrime si sono fatte largo nei condotti lacrimali, e sono uscite, abbondanti.

Non è facile vedere tuo figlio che parte, mentre tu resti.

E’ successo spesso che partissi io, e che restasse lui, con le nonne, o col papà.

Ma quando a partire è lui, e a restare sei tu, allora le cose sono ben diverse.

Lui se ne va, ma le abitudini restano.

Di notte ti svegli con pensiero che forse, come spesso capita, si è scoperto di nuovo, e allora fai per alzarti e per andare a controllare, ma poi ti ricordi che lui non è nel suo letto.

Sono quasi le 19 e fai per apparecchiare per tre, ma poi ti ricordi che siete in due.

E i grattini sulla schiena dopo la favola, a chi li faccio?

E i grattini sul mio collo, dopo i suoi gratini sulla schiena, chi me li fa?

Chi mi butterà la braccia al collo, in un momento di mia evidente tristezza, dicendomi che se non trovo un lavoro mi darà i suoi soldi guadagnati quest’estate vendendo i braccialetti fatti con gli elastici colorati?

Danny è un bimbo molto sensibile, e quando non c’è si sente, tanto.

Danny è un bambino molto allegro, e quando non c’è si sente, tanto.

Danny è un bambino molto affettuoso, e quando non c’è si sente, tanto.

Sono felice che sia in gita con i suoi compagni e sono tranquilla perché so che è in buone mani, in ottime mani.

Ma ho un piccolo grande macigno nel cuore, e appena mi fermo un attimo lo sento, e pesa.

Per fortuna oggi ho un evento importante e avrò da fare fino a tardi, e domani vado a Roma per due giorni, a sistemare un po’ di questioni delicate, di famiglia.

Se sono impegnata ci penso meno, ovvio.

Ieri sera era il turno della mia chiamata.

Li possiamo chiamare due volte durante tutta la gita, e ieri era la prima.

Era appena partito, ma ero emozionata lo stesso: digitavo il numero della sua maestra, e il cuore mi batteva forte.

“Ciao, siamo in teatro ad ascoltare la programmazione di quello che faremo nei prossimi giorni, te lo passo!”

“AIUTOOOOO: e che gli dico ora?”

Ma si può essere emozionate all’idea di parlare col proprio figlio, di sei anni?

Si può, si può!

Gli ho chiesto come era andato il viaggio, se si era divertito, e chi avrebbe dormito vicino a lui nella camerata della seconda E.

Poi le parole mi sono morte in bocca, a me!

Una chiacchierona come me non sapeva più che dire.

Avrei voluto dire che mi mancava già, avrei voluto dire che stavo salendo in macchina per andare a riprenderlo, ma, ovviamente, gli ho detto “Divertiti tanto amore mio!”, e ho messo giù, quasi subito.

La maestra super tecnologica ha creato un gruppo “Scuola natura” su whatsapp, e ci manda foto e commenti su come sta procedendo la vacanza.

Ad ogni notifica il cuore batte, forte.

E ogni volta che apro una foto, il cuore accelera.

I miei occhi cercano il suo viso, in mezzo a quello dei suoi compagni.

Cerco di capire dalla sua espressione se è felice, se si diverte, se sta bene.

Cerco di capire se la sua mamma gli manca un po’…

Divertiti amore mio.

Fatti la doccia da solo, vestiti da solo, e lavati i denti da solo.

Inizia ad imparare a camminare con le tue gambe, ma ricordati che la mamma è qui, che ti penso sempre, e che ci sarò sempre.

Impara ad arrangiarti, e diventa il mio piccolo grande ometto, ma ricordati che se hai bisogno di una mano, io ci sarò, fino a quando potrò.

Ti amo cucciolo mio.

Divertiti, ma torna prestooooooo!!!

Mamma Barbara

 

 

 

 

Ferragosto: gita fuori porta o barricamento a casa?

 

Oggi sono veramente combattuta!!!

Una parte di me, quella in modalità “orso” che non ama stare in mezzo alla folla, starebbe barricata in casa e non metterebbe piedi fuori manco se mi pagassero: no spiaggia, no ristoranti, e neanche caffè e giornale a Cisternino, cercando di intercettare, e capire, le chiacchiere da bar dei local (adoro sentire quelli che parlano in dialetto).

Mentre un’altra parte di me, quella taaanto curiosa e un pó “caciarona”, prenderebbe macchina e telefonino (per immortalare certi attimi imperdibili), e andrebbe in giro per spiaggie e paesini, a vedere come si festeggia il Ferragosto in Puglia.

Ieri sera sono stata a Martina Franca per godermi la tredicesima edizione della famosa mostra mercato dell’antiquariato e del modernariato (ovviamente non uscendone a mani vuote), e poi sono stata a cena con amici di Monza ospiti da noi, e con amici di qui, di Taranto.

Ci raccontavano che l’anno scorso, nel parcheggio di una spiaggia qui vicino, è stata avvistata una donna che faceva bollire un enorme pentolone d’acqua su un minuscolo fornelletto a gas, posizionato nel portabagagli della sua Panda.

Pasta fredda in spiaggia? Ma quando mai!!! Quella la pasta l’ha servita fumante e appena scolata.

Adoro!

Adoro le angurie seppellite sotto la sabbia in riva al mare, per mantenerle fresche, o per fare azzoppare quelli del nord che passeggiando sul bagnasciuga non si aspettano di certo di inciampare sul cucuzzolo di una gigante anguria, hihi.

E la passeggiata di Ferragosto?

Qui è un must!

E te credo! Con tutto quello che si mangianooo, dovranno pure smaltire, anche se molti me li immagino già sotto l’ombrellone, con la pancia piena e la bolla al naso, mentre russano.

Ma voi lo sapete cosa si festeggia a Ferragosto? Io sincertamente me l’ero scordato, ma San Google me l’ha ricordato.

La festa si chiamerebbe “Festa dell’assunzione della Vergine Maria”, perché il 15 agosto la Chiesa Cattolica festeggia l’assunzione della Vergine Maria, ossia il passaggio della mamma di Gesù dalla sua vita terrena  al paradiso.

La parola “Ferragosto”, con cui tutti, o quasi, chiamiamo invece questa giornata, deriva dal latino “feriae Augusti”, ossia le festività che concedeva l’Imperatore romano Augusto, dopo le attività agricole.

E quindi oggi, per non deludere ciò che la storia ci ha tramandato, festeggeremo.

L’unica differenza è che una volta si festeggiava con giochi e animali, mentre oggi gli animali finiscono sulle tavole, spesso dopo essere passati su qualche griglia.

Ops, i tempi cambiano, e le usanze pure.

Adesso vi lascio perché devo andare a fare la spesa.

Ho deciso: oggi niente gita fuori porta, ma una rilassante giornata a casa, in piscina, e stasera super grigliatona tra gli ulivi.

Che sia una giornata spensierata e piena d’amore, per tutti voi.

Besos

Barbara

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Oggi voglio chiedere scusa ad alcune mamme

 

La foto che vedete qui sopra, è stata scattata ieri all’1 di notte o, meglio, oggi all’1.

Eravamo al “C’eravamo tanto amati”, il bar di un nostro amico a Cisternino, e Danny si stava bevendo un drink con il suo amico Mattia (acqua e limone).

Mezz’ora prima di quello scatto, Danny era sdraiato su ben quattro sedie del ristorante dove eravamo andati a cena, alle 23.

Ieri avevo in casa elettricista e fabbro, e l’ultimo se ne è andato via alle 17, quindi noi, e i nostri amici ospiti da noi, siamo rimasti a casa in piscina, e siamo andati al mare solo nel tardo pomeriggio.

Un bagno e una birrtta in spiaggia al Kipos, a Torrecanne, e poi un secondo aperitivo ed un fantastico tramonto al Lula Bay, un nuovo posticino hippy lì vicino.

Siamo tornati a casa alle 21, felici e con la pelle che tirava, per colpa del sale (o forse per merito).

Una mamma sana di mente cosa avrebbe fatto dopo aver portato il figlio a due aperitivi, dove il biondino si è bevuto un Crodino, mangiato patatine e poi un piccolo sushi burger (un piccolo “panino” fatto con riso, alga, maionese e salmone)?

Gli avrebbe fatto un pó di pasta in bianco, lo avrebbe messo davanti alla tv a vedere Peppapig, e lo avrebbe cacciato a letto.

E io che ho fatto?

Ho fatto la doccia con lui, gli ho dato i vestiti da mettersi, e l’ho portato con noi e i nostri amici, a mangiare le bombette, alle undici di sera.

Quando non ero mamma e vedevo queste famiglie nei ristoranti, ad orari assurdi, con i bambini cotti e bolliti che, appena finito di cenare, si sdraiavano sulle sedie e raggiungevano Morfeo, guardavo le loro mamme e le giudicavo, male, molto male.

“Ma come si fa, dopo una giornata di mare, a portare un bambino a cena così tardi?”

Me lo sono chiesto per anni, e ieri sera ho capito, ho abbassato lo sguardo, mi sono vergognata un bel pó, e ho chiesto scusa per i miei giudizi ignoranti e affrettati.

É vero che le vacanze sono dei figli, ma è vero anche che sono anche di noi genitori, e dei nostri amici, e che non si può sempre obbligare tutti ad andare a cena alle 20, perché hai un bambino, e loro magari no.

È vero che esistono le babysitter, ma è anche vero che se non hai la possibilità di averne una tua, fissa, in vacanza si fatica a trovarne, costano, e magari ti spiace anche mollare tuo figlio a casa con un piatto di pasta in bianco, togliendogli il piacere delle mitiche bombette che lui ama tanto.

Fino alla scorsa estate siamo stati noi adulti ad adattarci agli orari di Danny, e quindi non si usciva a cena tanto tardi e dopo cena al massimo si mangiava un gelato e si tornava a casa.

Ma quest anno abbiamo visto che quando Danny va a letto tardi (ovviamente non tutti i giorni), si sveglia anche tardi, cosa che prima non succedeva, e allora abbiamo deciso di fare delle vacanze un pó più “normali”, e di concederci qualcosa di più.

Danny, ieri sera, al ristorante, ad un certo punto  non ce la faceva più: si era innervosito e voleva per forza sdraiarsi e dormire.

Quelle che continuo a non sopportare sono quelle che mamme che portano i figli a cena tardi e poi si innervosiscono e sgridano i loro figli quando questi danno i primo segni di stanchezza, e si ribellano.

Le cose sono due: o te la prendi con te stessa perché fai fare a tuo figlio orari assurdi, oppure cerchi di capire se tuo figlio è stanco o solo stufo di stare a tavola a sentire i grandi chiacchierare tra di loro mentre lui spreca le sue ultime energie giocando col cellulare di mamma e papà (se come ieri sera, a tavola, non c’erano altri bambini).

Ad un certo punto mi sono scusata con tutti, mi sono alzata, ho preso Danny per mano, e , mentre gli altri finivano di mangiare, l’ho portato a prendere un gelato al bar.

La mamma tutta per lui? Un gelato a mezzanotte?

A quel punto Danny è resuscitato, e ha finito la serata con noi, incontrando anche un suo amichetto con cui ha giocato e brindato sorseggiando acqua e limone.

Mai giudicare senza prima essersi messi nei panni degli altri.

Besos

Barbara

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La mia vacanza? Come cambiano i tempi

Trent’anni fa le mie vacanze dei sogni erano sul cubo del Pacha, a Ibiza.

E trent’anni fa io sul quel cubo ci ballavo davvero, e non pefffinta.

Trent’anni fa, alla giovane etá di 14 anni, avevo avuto una sorta di visione, di richiamo: in sogno mi era apparsa la figura di un dj e mi aveva sussurrato “Il tuo destino sarà accanto a me”.

Fu così che iniziarono le mie vacanze, e non solo, all’insegna della musica, e delle discoteche.

Facevo la cubista perché amavo ballare, e ad agosto, col macello che c’era, se per ballare avevi bisogno di spazio, l’unica soluzione era farlo un pó più in alto degli altri, sul cubo.

Dalla cubista alla pr il passo è stato veloce: ballavo, invitavo gli amici a vedermi ballare, e offrendo loro ingresso e drink, gli amici aumentavano, si moltiplicavano.

Cosa poteva desiderare di più una ragazzina di 14 anni?

Le mie vacanze e le discoteche, sono andate avanti a braccetto, per anni, e poi arriva un giorno in cui le cose cambiano.

In Sardegna, per diverse stagioni, ho lavorato tutte le sere in discoteca: andavo a letto la mattina, e sempre la mattina mi svegliavo.

Molti miei colleghi riuscivano a dormire anche fino alle prime ore del pomeriggio, ma io no.

Non potevo accettare di perdermi il sole, il rumore delle onde e il profumo del mare.

Ma dormire poco, con l’età che avanzava, iniziava ad essere un problema, e allora ho scelto, e ho scelto il mare.

A Formentera, io, il mio maxi pareo, il mio libro e le mie creme, arrivavamo in spiaggia per primi, e andavamo via per ultimi.

Ci sono stati giorni in cui ho avuto delle serie crisi di identità, convinta che un giorno mi sarei risvegliata nella pelle di una lucertola.

E ora? E ora sono qui in Puglia, nella nostra casa nuova, con i miei amori, e delle discoteche e del mare, mi interessa ben poco.

La mia vacanza ora è svegliarmi mentre tutti dormono, e venire a sdraiarmi sul divano sotto la veranda.

La mia vacanza ora è la pace e la serenità che questa campagna sa regalarti, con i suoi rumori e i suoi colori.

La mia vacanza ora è una serata trascorsa alla sagra della polpetta, ascoltando gli Audio 2 che cantano sul palco davanti a noi, e guardando nostro figlio che, sulle spalle del papà, si mangia felice la sua crèpe alla nutella .

Non sono sempre rose e fiori, perché mio marito ed io abbiamo due caratterini tosti, e ci scontriamo spesso, per piccole e grandi cose, ma non mi stancherò mai di ringraziarlo.

Mio marito mi ha dato tutto ciò che avevo sempre desiderato, e da quando ho lui, da quando ho loro, la mia vita è cambiata, e lo sono anche le mie vacanze.

Vivevo alla ricerca spasmodica di qualcosa che mi mancava, e ora che ho loro, posso finalmente fare le vacanze che più amo.

Durante l’anno corro sempre, durante l’anno nei locali ci lavoro ancora.

In vacanza, ogni tanto, ho anche bisogno di silenzio.

In vacanza ora ho bisogno di riposarmi, e di non programmare .

Adesso vi lascio, vado a preparare la colazione per i miei uomini.

Barbara
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“Diario di bordo in ciabatte”: svegliarsi a Napoli

Sbarchiamo a Civitavecchia venerdi mattina come previsto o anticipiamo di un giorno e sbarchiamo a Napoli giovedì?
Ce lo siamo chiesti per due giorni e ogni volta ci brillavano gli occhi.
Forse a mio marito brillavano perché pensava alla pizza, ma a me di sicuro brillavano perché se fossimo scesi a Civitavecchia domani, mio marito sarebbe subito partito per Milano e noi per Venezia.
Lui ed io non ci saremmo più visti per 8 giorni (ci aspetta un we da soli senza nano in Puglia per seguire il cantiere della casa che stiamo costruendo).
Marcello ed io siamo peggio di Sandra e Raimondo: litighiamo in continuazione per qualsiasi cavolata e a volte non vedo l’ora di starmene un po’ senza di lui, ma alla fine quando stiamo lontani per tanti giorni…mi manca qualcosa.
Sarà che litigando mi sento più viva?
Può essere.
Sono una passionale in tutto e per tutto e le emozioni, positive o negative, sono il mio carburante gratuito.
Stamattina ci siamo svegliati e affacciandoci sul balcone della nostra cabina abbiamo visto lui, il Vesuvio.
E’ stato forse in quel momento che abbiamo spazzato via ogni dubbio e deciso: lasciamo questa nave con 24 ore di anticipo e ce ne stiamo due giorni a Napoli e dintorni noi 3, ancora assieme per due giorni.
Abbiamo fatto le valigie di corsa, abbiamo prenotato un bed and breakfast in collina, su internet, abbiamo salutato amici e amichette e siamo scesi.
Appena scesi ho infilato 2 euro in una macchinetta che distribuiva piantine di Napoli e ho ricevuto la piantina di Capri.
Evvvaiiii con la prima fregatura!
Prima di caricare le valigie su un taxi ci siamo regalati ben due giri con i pullman rossi a due piani.
Ci siamo visti la città in lungo e in largo facendo felice Danny che ha sempre amato quei pullman, e abbiamo preso tanto sole e un po’ di sana arietta nei piani alti.
Il bed and breakfast che avevano prenotato era un po’ una “bufala” (evvvvai con la seconda fregatura) quindi ci siamo fatti rimborsare e, seguendo i preziosi consigli di un’amica, siamo finiti in un posticino delizioso in un palazzo del 700 nel cuore di Napoli, dietro a Piazza del Gesù.
Vi dico solo che questo bed and breakfast si chiama “Come d’incanto…a Napoli”.
D.E.L.I.Z.I.O.S.O
Ora un bel riposino al fresco e più tardi una bella pizza.
Eh che ve lo dico a fare!?
Domani mi sa tanto che andremo a salutare Capri.
Non vi dico buon ferragosto perché “no me piase”, ma buona serata sì dai!
Barbara
Ps. Bella la crociera, ma forse due settimane sono un po’ troppe: avevamo proprio voglia di scendere a terra.

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