“Diario di bordo in ciabatte”: com’è difficile fare i genitori

Fare i genitori è sempre difficile, ma in vacanza è ancora più difficile.
Durante l’anno la mattina i bimbi vanno a scuola e per circa mezza giornata, se non di più, noi siamo liberi!
Liberi di lavorare, liberi di stare al telefono o al computer senza una cozza attaccata alla gamba che ti fa mille domande mentre tu stai cercando di risolvere mille problemi.
Ma in vacanza!?
In vacanza non si è liberi, mai.
Ecco perché quest’anno abbiamo deciso per la crociera: non abbiamo una babysitter fissa e quindi un bel kinder a bordo, compreso nel prezzo, ci sembrava un’ottima idea.
Lui va al kinder e noi in palestra.
Lui va al kinder e noi ci facciamo una sauna e un bagno turco.
Lui va al kinder e noi ci facciamo una bella cenetta romantica.
Ecco, appunto…
Peccato che nel kinder di questa nave non parlino italiano, come invece ci avevano garantito, e quindi Danny, una volta sì è una volta anche, fa dei capricci incredibili per andarci e poi li stessi li fa quando andiamo a riprenderlo perché a quel punto si sta divertendo e non vuole più uscire, argh!
Ieri sera il mio maritino ed io avevamo prenotato una cena romantica in un ristorante di carne della “paiura” (traduzione: ottimo).
Abbiamo fatto mangiare Danny alle 19.30 con il suo nuovo amichetto italiano conosciuto al kinder e poi lì lo abbiamo portato.
Scene di pianto e urla da capriccio estremo!
Mi è saltato il nervo e non ci ho più visto.
Gli ho urlato dietro che non lo sopportavo più, che il giorno dopo non sarebbe entrato in piscina e chi più ne ha più ne metta.
Lo abbiamo messo a letto alle 20.30 e alle 20.35 dormiva.
A quel punto mi sono sentita una schifezza: quella sera Danny aveva fatto mille capricci perché era stanco morto e se era arrivato a quel punto era anche per colpa nostra: non mi sarei dovuta arrabbiare così tanto.
Trovo sia giusto arrabbiarsi per normali capricci, ma se i capricci sono una conseguenza della stanchezza, allora bisogna prima chiedersi di chi sia la responsabilità di quella stanchezza.
Danny normalmente cena alle 19.30 e va a nanna entro le 21, ma da quando siamo in crociera sta facendo orari parecchio diversi e di giorno, se si scende dalla nave, si va in giro, si cammina e si sta sotto il sole per ore.
Ieri a Santorini tra salite e discese con asini e escursioni in quod, siamo stati in giro 6 ore.
Era normale che ieri sera sarebbe stato stravolto e io, da brava mamma, avrei dovuto immaginarlo e metterlo a letto presto e invece brava non lo sono stata e ho voluto strafare prendendomela poi con lui.
Per fortuna il mio maritino, che nonostante i capricci è riuscito a restare più lucido, ha avuto la bella idea di andare al buffet a prenderci un vassoio con la cena e ci cenare noi due nel balcone della nostra camera mentre Danny dormiva dentro: serata recuperata e anche molto piacevolmente.
Per fortuna sbagliando si impara e quindi ora tiro un paio di testate al muro, gli chiedo scusa e mi rimetto in carreggiata.
Ora ce ne andiamo in piscina.
Oggi giornata in navigazione e domani Napoli.
Pizza, pizzaaaaaaa
Barbara

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“Diario di bordo in ciabatte”: oggi vi parlo di emozioni

Ci sono momenti nella vita in cui senti che inizia a mancarti
l’aria.
Ci sono momenti in cui pensi di aver fatto tutto quello che potevi fare, ma capisci che forse non è bastato.
Ci sono momenti in cui ti chiudi a riccio per cercare di capire dove stiano i veri nodi.
Ci sono momenti in cui il tuo unico pensiero è dover ammettere a tutti di aver fallito in ciò a cui tenevi di più.
Ci sono momenti in cui pensi che la colpa non sia tua e altri in cui il tuo sguardo si abbassa…
Ci sono momenti in cui ti addormenti piangendo e ti svegli con le labbra che sanno ancora di sale.
Ci sono momenti in cui sai che comunque devi sorridere e allora stringi i denti e lo fai…per lui.
Poi, quando pensi che forse sorridere è diventato troppo difficile…ti viene da ridere!
Ci sono momenti in cui capisci che c’é tanto amore intorno a te e che l’amore basta, eccome se basta.
Ci sono momenti in cui capisci che se ci si cerca ancora, con gli occhi, allora tutto si può superare.
Pazienza se mi immaginavo una nave diversa, un’assistenza per i bambini diversa, una vacanza diversa.
Felice di dirvi che oggi sono felice fuori, e dentro.
Felice di dirvi che in questo momento il mio pensiero non è la vacanza, ma qualcosa di ben più importante che va ben oltre questi 15 giorni.
Orgogliosa di essere la mamma di Danny e la moglie di Marcello, nel bene e nel male, in salute e in malattia, fin che morte non ci separi.
Orgogliosa di tutto questo amore che mi circonda.
Ciao Schettino, meno male che stai a casa tua e non a bordo della nostra nave, tiè!
Barbara

“Diario di bordo in ciabatte”: prima puntata

Inizia con questo post il mio “Diario di bordo in ciabatta”: non vorrete mica che io vada in crociera con i tacchi temperati vero!?
L’anno scorso sono stata in crociera sulla Norwegian per una settimana con mia mamma e mio figlio.
Anche allora eravamo partiti da Venezia quindi quando ieri alle 18 la Ruby Princess ha staccato gli ormeggi dalla marittima di Venezia, forse non ero emozionata come l’anno scorso, ma lo ero, eccome se lo ero!
Vedere la mia città dall’alto non è una cosa che capita tutti i giorni.
E vedere il Canal Grande controluce con la sensazione che il sole si fosse all’improvviso vestito da luna, è stata una nuova strana sensazione.
Se poi aggiungiamo la coppia di Sud Africani che ha deciso di brindare la partenza con un boccia di champagne e che ha voluto dividere le loro bollicine con quella bionda che fotografava e filmava tutti, e il marito, direi che è stata un’ottima partenza.
Oggi siamo in navigazione e domani ci sarà prima tappa della nostra crociera: Dubrovnik, Croazia.
Prevedo un caldo giro nell’antico borgo per rivedere (ci sono già stata l’anno scorso) uno dei patrimoni dell’Unesco e poi un bel tuffo in mare.
Per ora ci godiamo la nave, le tre piscine, il cinema all’aperto, il teatro al chiuso e soprattutto il kinder dove stamattina abbiamo già lasciato il nostro Danny per un paio di ore: la spa ci aspettava e non ammettono bambini, ops, come ci dispiace!!!
A presto per la seconda puntata del “diario di bordo in ciabatta”
Barbara

Smemorella’s day: ritorno a casa

 
Per la prima volta in vita mia ho dormito a Venezia, ma non a casa mia.
E fa pure rima, ciapa.
Ieri verso le 14 ci siamo imbarcati sulla “Princess Ruby” alla marittima di Venezia, abbiamo preso possesso delle cabine (siamo con altre due famiglie di amici) e abbiamo iniziato ad esplorare.
Impressioni?
Bella, la nave è bella e non si può dire nulla, peccato per un paio di cosucce che ci hanno fatto girare i maroni (ora per fortuna si sono fermati):
1) su 3 piscine a bordo 2 sono chiuse da ieri perchè le stanno ridipingendo. Ma farlo quando la nave non è piena?!
2) abbiamo prenotato una junior suite con un ottimo prezzo e la garanzia che tra il nostro letto e quello di Danny boy ci fosse una porta o almeno una tenda e invece picche: il buon prezzo è rimasto, ma la porta e la tenda sono volate via con la nostra privacy
3) i nostri amici che hanno prenotato 2 triple si sono ritrovati con 2 doppie dove il terzo letto dovrebbe scendere dal soffitto (peggio di Fonzies che almeno aveva il letto che scendeva dal muro). Peccato il terzo letto rimarrebbe sospeso a mezz’aria tipo la parte sopra del letto a castello, e quindi è vietato ai bimbi piccoli: le loro bambine hanno 3 anni. Quindi ora hanno aggiunto nelle doppie 2 lettini e ovviamente lo spazio per muoversi è davvero poco.
4) per sbaglio avevano registrato mio marito come individuo di sesso maschile di 16 anni e non di 36 (ho rischiato la galera) e quindi non gli hanno voluto servire alcolici fino a che non si è registrato di nuovo
Ma la vita l’è bela quindi avendo l’umbrela…andiamo avanti.
Ieri sera abbiamo dormito a bordo, ma non siamo partiti: la nave per il primo giorno ha fatto da albergo per tutti quelli che Venezia non l’hanno mai vista e volevano visitarla.
Ero un pò invidiosa e quindi, pur essendo veneziana, ho trovato la scusa e oggi sono scesa anche io!!!
Nonostante le mie mille liste e la mia valigia programmata da mesi, sono riuscita a dimenticare a casa un botto di cose quindi oggi ho preso gli altri amici e le loro bimbe e ho proposto un giro turistico dalla nave a casa mia.
Una bella passeggiata in porto sotto il sole, il trenino per arrivare a Piazzale Roma e poi via a piedi verso casa: che caluraaaaaaaa.
Ho recuperato giusto un paio di cosine e poi siamo tornati in nave.
Avevo dimenticato i tappi per le orecchie (in nave fanno sempre comodo), spazzolino interdentale (con quello che si mangia meglio tenere puliti almeno i denti visto che la coscienza…), l’album da colorare di Peppa Pig (quello giuro che non è mio) , un pigiama invernale per Danny (in cabina ci saranno -10 gradi) il baccalà mantecato che volevo portare in nave per aperitivo sul balcone, ma che avevo dimenticato a casa in frigo, e un’altra decina di cosine.
Al ritorno abbiamo attraversato il canal grande in gondola così le amichette di Danny, che non avevano mai visto Venezia, hanno provato anche questa emozione.
Felici, soddisfatti e sciolti, siamo tornati a bordo e dopo un veloce pranzetto a buffet ci siamo rifugiati in cabina dove i miei maschi stanno dormendo sotto al piumone.
A proposito di “sciogliersi al caldo”: qualcuno di voi sa spiegarmi perchè al caldo si scioglie tutto tranne la cellulite???
Ora vi lascio perché andrei a schiacciare un mini pisolino pure io, se me lo concedete.
Alle 18 si salpa e per nulla al mondo mi perderei l’inchino davanti a piazza San Marco.
Ops, il “passaggio”, volevo dire “passaggio”.
Barbara

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Sacco vuoto sacco pieno, frigo vuoto frigo pieno

 
Ditemi che da piccoli non avete mai giocato a “sacco vuoto sacco pieno”?!
Un grande diceva “Sacco pieno” e tu bambino dovevi stare dritto in piedi
Un grande diceva “Sacco vuoto” e tu dovevi piegarti
E poi lo stesso grande iniziava il vero gioco: “Sacco pieno, sacco vuoto, sacco pieno, sacco pieno, sacco vuoto, sacco pieno , sacco pieno, sacco pieno, sacco vuoto, sacco pieno, sacco vuoto”
E tu su, giù, su, su, giù, su… e diventavi matto, e sudavi, e ridevi.
Non so perchè, ma quando sono tornata da Venezia con Danny e ho trovato il frigo vuoto, ho ripensato a quel vecchio gioco e mi sono messa a ridere, da sola.
E’ pazzesco, ma i mariti quando ci siamo noi in casa vogliono il latte X, i cornflakes Y, la frutta Z etc etc, ma quando sono da soli e noi siamo via per un pò di giorni, allora sono capaci di vivere anche mangiando solo scatolette, senza mai aprire il frigo.
E allora ecco che quando torni trovi 3 mele ammaccate, il latte scaduto e i cornflakes finiti, ma non ricomprati.
D’ altronde è così comodo fare la colazione al bar e gli aperitivi lunghi e rinforzati.
E la domanda sorge spontanea: ” Ma non è che noi donne, mamme, mogli, fidanzate e amanti ce la meniamo un pò troppo per accontentarli quando a questi basterebbe molto, ma molto meno?”
Verrebbe spontaneo obiettare visto che comunque questi chiedono sempre e in continuazione.
Solo che ora io ho capito perché: loro a chiedere ci provano sempre e noi ci caschiamo perché sotto sotto anche la donna più stronza fuori alla fine è geisha dentro.
Eh dai suuu ammettiamolo!
A noi donne ci piace attraversare la città in motorino con 40 gradi all’ombra per andare a comprare le briosc preferite del nostro amato o dei nostri amati (se vogliamo mettere di mezzo pure i figli).
A noi donne ci piace cucinare un bel polpettone di quelli buoni da mangiare anche freddi così per un paio di giorni loro sono a posto e possono stare lontano dalle scatolette.
A noi donne ci piace ricomprare la frutta fresca anche se sappiamo già che faranno marcire pure quella.
A noi donne piace renderli felici.
A noi donne piace riempire loro il frigo prima di ripartire lasciandoli di nuovo soli in città mentre noi portiamo la prole al mare.
Saranno i sensi di colpa?
Ma quali sensi di colpa: non so se starà meglio lui di giorno in ufficio con l’aria condizionata e la sera libero come un fringuello o io di giorno in spiaggia a fare castelli di sabbia con 40 gradi e zero vento e la sera svenuta a letto prima della fine del primo tempo del film delle 21.
La verità è che noi donne siamo state mandate sulla terra per occuparci di loro e per farli felici, è la nostra missione.
Ora vado a far partire l’ultima lavatrice e poi volo al mare, in treno.
Barbara Wonderwoman 
Frigo pronto per una settimana da "single"

Frigo riempito per il mio maritino e la sua settimana da “single”

 

Galateo on the beach

 
Perdindirindina, ma è proprio così difficile rispettare un paio di regole semplici e direi anche parecchio intuitive?!
Non credo serva chiamarsi Albert (quello famoso faceva “Einstein” di cognome) per capire che certe cose sarebbe meglio non farle, azz.
Sono con Danny boy a Venezia da mia mamma e quindi ci capita di andare in spiaggia.
Abbiamo la fortuna  di poter usufruire di una capanna, della nonna e delle sue amiche, che si trova in una spiaggia direi bellina e ben frequentata eppure anche lì si vedono e si sentono cose che non si vorrebbero vedere e sentire.
Ok, sono una rompiballe cosmica di quelle della peggior razza ossia di quella delle “precisine senza scampo”, ma certe cose nooo daiii!
Tagliamo la testa al toro e partiamo subito subito con una lista facile facile e veloce veloce (si capisce che trovo le che le ripetizioni rafforzino i concetti più dei superlativi?!).
Se questo elenco dovesse toccarvi nel profondo, allora vorrà dire che potete ancora migliorare (mettiamola così).
1) FUMO: se proprio vi viene voglia di fumare in spiaggia, fatelo pure, ma lontano dagli altri.
Anche se siete all’aperto, il fumo può dar fastidio a chi vi sta vicino, specialmente se si tratta di bambini o se il fumo è quello di un sigaro.
Ed evitate di lasciare i mozziconi nella sabbia: basta una bottiglietta vuota oppure li spegnete e poi li buttate dove cavolo volete.
2) SPAZZATURA: ciò che siete voi a produrre sarete voi a dover portare via.
A meno che non siate così fortunati da avere una filippina così fissa, ma così fissa che possa seguirvi anche in spiaggia, nessuno passerà a raccogliere le bottigliette vuote o le altre cose che avrete lasciato nel pezzo di sabbia dove avrete trascorso il vostro tempo libero.
3) PULIZIE CORPORALI: capisco benissimo che i granelli di sabbia nelle parti intime possano dar fastidio perchè vi assicuro che capita anche a me di ritrovarmi interi secchi di sabbia nel costume, ma vi consiglio di guardarvi attorno e di assicurarvi che nessuno vi stia osservando, prima di iniziare le profonde pulizie con mano a cucchiaino, non è chic.
4) CAMBIO COSTUME: i bambini posso farlo anche all’aria aperta, ma i grandi sarebbe meglio lo facessero in capanna.
Ho visto donne uscire dalla capanna senza il reggiseno per poter sfoggiare le loro tette nuove prima di doverle ricoprire.
Ma non sarebbe meglio scegliere una spiaggia dove il topless sia cosa e buona giusta? 
E poi se volete proprio rifarvi il seno, fatelo quando il resto del corpo possa sembrare ancora lo stesso di cui fanno parte anche le tette in questione.
Due meloni rigidi sopra un piatto di burata…stonano.
5) VOLUMI: se il bambino è in acqua ed è pronto il pranzo o è il momento di interrompere quel lungo bagno, non mi sembra utile ed educato comunicarlo a tutta la spiaggia urlando come se qualche inutile squadra di seria A avesse vinto lo scudetto: “LUCAAAAAAAAAA VUOI USCIRE DALL’ACQUA E VENIRE IN CAPANNA A MANGIARE LA TUA INSALATA DI RISOOOOOOO”.
Se Luca è ancora in acqua e le sue mani sembrano quelle della sua bisnonna non ce ne po’ fregà de meno e se oggi sei stata una mamma così brava che ti sei svegliata alle 5 e gli hai fatto anche una bella insalata di riso anni ’80, è un problema tuo.
Alza quelle chiappe e avvicinati a tuo figlio invece di fare la mamma dall’ugola d’oro.
Io oggi, per esempio, non ho preparato un tubo da mangiare.
Quando Danny dovrà uscire dall’acqua lo capirà da un mio semplice cenno della mano e se avrà fame andremo al bar e mangeremo un panino, tiè.
6) ABBIGLIAMENTO: caro maschio italiano, lo so che il boxer non è il massimo per l’abbronzatura e che lo slip sarebbe molto meglio, ma fattene una ragione: si nun c’hai er fisico, lascia stare.
Cara donna italiana, so che ormai in commercio ci sono dei costumi pazzeschi tutti tempestati di brillanti che ti mettono di buon umore solo a guardarli, ma prima di comprarli vedi di provarli e di guardarti allo specchio assieme a loro, indossandoli.
Se non avete il fisico di Elle Macpherson, tenete a freno la fantasia e andate sul classico che non si sbaglia mai.
7) PROTEZIONE: è possibile che ci sia ancora gente che si ostini a non volere usare la crema protettiva perchè pensa che con quella non ci si abbronzi?
Con la crema protettiva la sera la pelle non scotta e la mattina dopo ci si sveglia più abbronzati del giorno prima, ma senza strane chiazze, bolle o eritemi.
Il colore che otterrete durerà molto più a lungo e non recherete danni esagerati alla vostra pelle.
Ma non vi sentite ridicoli a girare con quelle facce viola e con quelle schiene in fiamme?
E poi se non vi piace il segno del costume, evitate di girare con spalline abbassate e lembi di carne che fuoriescono da ogni angolo, ma compratevi dei bei costumi a fascia che ormai ce ne sono a bizzeffe.
Per finire ecco un paio di cosucce che personalmente mi urtano parecchio se indossate dagli uomini:
a) Infradito di gomma: concesse al massimo per andare a fare la doccia.
b) Cerchietto o fascia nei capelli: mi disturba meno una fronte abbronzata col segno del ciuffo.
c) Moto d’acqua: se fai casino, se acceleri e se fai numeri da circo vicino alla riva, non si allunga il pisello a te, ma spacchi i maroni agli altri.
Buone vacanze.
Barbara

Rapunzel o Giuletta? Basta che favola sia…

 
Ma insomma!
Io aspetto addirittura che mi ricrescano i capelli per tornare a Verona e calarmi nella parte della perfetta Giulietta pronta a lanciare la mia lunga treccia dal balcone e cosa succede? Succede che  il cancello della casa di Giulietta è chiuso. Managgia.
Per consolarmi ci sono volute ben due tappe, 2 spritz e 4 tartine.
Una sosta all’ “Osteria del Bugiardo” e una al “Caffè Monte Baldo” mi hanno ridato il sorriso, quel classico sorriso da ebete che viene dopo 2 spritz.
Dopo una seratona mondana dove ho fatto le 4 del mattino senza bere, ci voleva proprio una seratina romantica e leggermente alcoolica con il mio maritino.
Lui arrivava da Milano ed io ero a Venezia quindi trovarci a Verona ci è sembrata la soluzione perfetta. Verona: la città dell’amor che su tutto vince.
Mio marito ed io litighiamo più di Sandra e Raimondo e come molte coppie abbiamo accusato l’arrivo di un figlio, ma siamo ancora qui e quindi una volta al mese ci meritiamo un week-end da innamorati e senza “marmocchio”.
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Ieri in treno mi sono chiusa in bagno per controllare il trucco prima di scendere a Verona, un po’ come fanno le adolescenti al primo appuntamento.
Bello, mi emoziona sempre rincontrare mio marito quando non lo vedo per un paio di giorni.
Poi appena lo rivedo lo menerei, ma va bene anche così dai: sono pur sempre emozioni forti…
Dopo il giro per bacari, siamo andati  a cena nel ristorante del “Veronesi la Torre“, l’albergo dove eravamo ospiti.
Conosco Cristina, la pr dell’hotel, dai tempi in cui nel 2004 era la pr dell’hotel “San Clemente Palace” sull’isola di San Clemente a Venezia. Era un po’ che volevo andare a trovarla nel nuovo hotel dove lavora, ma sono sempre di corsa, uffa.
Ci ho messo 5 anni, ma finalmente ieri ci sono riuscita. Certo che se avessi saputo prima il trattamento che ci avrebbe riservato…forse non ci avrei messo così tanti anni a decidermi, ops!
Cristina per cena ci ha fatto trovare addirittura una saletta privata tutta per noi e poi, per fare la “nanna”, ci ha messi a dormire niente popó di meno che in una Torre, la Torre.
Abbiamo dormito in una camera a tre piani e il nostro “balcone” altro non era che la cima della torre! Wow
Lo ho sempre detto io che le favole esistono: basta un po’ di impegno e un pizzico di “culo” (Sorry, ma quando ce vó ce vó).
hotelveronesifotoStanotte mi sono sentita un po’ come Rapunzel: capello biondo e lungo, e una Torre come dimora.
Ok, ok Rapunzel li aveva più lunghi dei miei, ma tanto io non avevo nessuna strega e nessun principe che avessero bisogno della mia lunga treccia per arrivare da me. Il mio principe era già con me.
Stamattina, udite udite, abbiamo fatto colazione addirittura al sole. Incredibbbbbile, al sole!
E dopo colazione ci siamo regalati 2 ore di total relax nella splendida Spa dell’hotel.
Sto ancora cercando di riprendermi dal lungo massaggio rilassante che mi sono concessa e non so quando ci riuscirò.
Sono una che fa fatica a rilassarci, ma quando lo faccio…faccio fatica a tornare coi piedi per terra.
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Adesso siamo tornati a Venezia dove ci aspettava in nostro bambino. Ce lo godiamo per un paio di ore e poi via di trucco e parrucco che si riparte con la “Rumba Biennale”.
Aperitivo per la presentazione della nuova Alfa Romeo, altro aperitivo e cena in corte alla Fenice e festa “Pop up” al Bungalow8 di Palazzina Grassi.
Grazie Cristina, avevo proprio bisogno di una bella sosta al “Veronesi la Torre” per ricaricare le batterie e godermi le mie amate ballerine.
Ora tempero i tacchi e vado a ballare, con il mio principe azzurro.
Le favole esistono, basta impegnarsi un pò e avere un pizzico di c…
Ogni tanto lasciate a casa figli, parenti, amici e pensieri vari e fatevi un week-end con il vostro principe azzurro. Fa bene alla salute!
Barbara
Cristina Mascanzoni, la pr del "Veronesi la Torre" et moi

Cristina Mascanzoni, la pr del “Veronesi la Torre” et moi


                         

Diario Pugliese: Taranto, Cisternino…che belle scoperte, che emozioni!

 

Rieccomi! Scusate se ieri vi ho un po’ trascurato, ma siamo stati catapultati in paradiso e non ci ho capito più nulla.Siamo atterrati a Bari alle 8.45 e siamo partiti in esplorazione col desiderio di vedere posti nuovi.

La mia amica Tarantina Alessandra Grillo ci ha suggerito “Canneto beach” sul litorale di Taranto. Che dire!? Non finirò mai di ringraziarla.

Abbiamo scoperto Taranto, il suo mare e i suoi sapori: che spettacolo!

“Canneto beach” è un club con spiaggia, campo da tennis, pallavolo, piscina, spiaggia e un ottimo ristorante in uno splendido giardino.

Canneto Beach, Taranto

Canneto Beach, Taranto

 

La spiaggia esiste dagli anni ’60, anni in cui la proprietaria dei vigneti che c’erano in questa zona, amava invitare i suoi amici a fare il bagno, ma gli amici aumentavano e allora alla signora nasceva l’idea di mettere un paio di cabine per farli cambiare.

Le cabine sono diventate 4, poi 10…e al posto dei vigneti, negli anni ’80, nacque questo angolo di paradiso.

Antipasti di crudo al ristorante del "Canneto Beach"

Antipasti di crudo al ristorante del “Canneto Beach”

Pesce crudo (scampi e gamberi rossi), le famose cozze gratinate di Taranto, un ottimo sarago…

Che posti, che colori, che sapori, che accoglienza.

Quando amo questa regione!

Grazie Fabrizio perché far star bene i clienti è un piacere, ma farli sentire a casa già dalla prima volta…è un’arte.

Dopo questa inaspettata, ma piacevolissima gita a Taranto, dove un ponte girevole collega la bellissima città vecchia alla parte più nuova e dove non si può non andare a vedere il castello Aragonese, ci siamo avviati verso Cisternino.

A Cisternino abbiamo comprato un terreno e presto inizieremo a costruire la nostra casa.

Non vi dico l’emozione quando abbiamo scoperto che il geometra aveva già segnato con il gesso sul terreno, il perimetro della nostra casa.

Al Kypos, spiaggia a Torre Canne

Al Kypos, spiaggia a Torre Canne

Avevamo di nuovo bisogno di mettere i piedi in acqua e di rilassarci un po’, così siamo scesi a Torre Canne da Enzo, il nostro amico del Kypos, una spiaggia dove andiamo da anni e dove si sta sempre molto bene.

La giornata di ieri è iniziata con una sveglia alle 4 ed è stata ricca di emozioni quindi ci siamo rifugiati nella nostra masseria a fare un risposino.

 

Masseria Alchimia a Fasano

Masseria Alchimia a Fasano

L’ho chiamata “nostra” perché la Masseria Alchimia per noi è un po’ casa.

Ci veniamo da anni e Carolina, la proprietaria, ormai è un’amica.

Ma dell’Alchimia e di Carolina vi racconterò meglio molto presto.

Per la cena ci siamo affidati a Carolina perché volevamo sperimentare un posto nuovo.

Ci ha mandati alla “Antica Lama” a Torre Spaccata.

Un posticino nuovo, aperto circa da due anni, dove prima sorgeva un vecchio frantoio.

Difficile descrivervi come e quanto abbiamo mangiato, ma facile dirvi quanto abbiamo pagato: 50 euro in due. 

 

ristorante Antica Lama

ristorante Antica Lama

Pasta fresca, fiumi di antipasti: purè di fave con cicoria, tortino di zucchine con ricotta, mini melanzane alla parmigiana, verdure fritte in tempura, focaccia fatta in casa con pomodorini e tante altre cosine da paura il tutto innaffiato da un ottimo vino pugliese

Dopo cena ero pronta per svenire nel nostro lettone alla Masseria, ma siccome avevamo mangiato come dei maialini, siamo andati a farci una passeggiata a Cisternino.

 

 

 

Vittorio ed io al "C'eravamo tanto amati"

Vittorio ed io al “C’eravamo tanto amati”

 

Sarebbe stato impossibile non finire a berci un drink dal nostro amico Vittorio al “C’eravamo tanto amati”, un localino delizioso ricavato nel pian terreno di Palazzo Amati.

Non ho più parole per descrivere questa regione, la sua gente, i suoi sapori.

 

Ci siamo follemente innamorati di questi luoghi e siamo felicissimi di aver deciso di costruire qui la nostra casa.

Non andate in vacanza all’estero se non siete mai stati in Puglia!

Barbara

Il mare a Canneto Beach

Il mare a Canneto Beach

Taranto

Taranto

 

Il ristorante di Canneto Beach

Il ristorante di Canneto Beach

Cozz arraganat, ossia le mitiche cozze gratinate alla Tarantina

Cozz arraganat, ossia le mitiche cozze gratinate alla Tarantina

 

 

Relax in amaca al Kypos

Relax in amaca al Kypos

Il giardino del ristorante "Antica Lamia"

Il giardino del ristorante “Antica Lama”

I nastri, pasta fresca, con le cime di Rapa

I nastri, pasta fresca, con le cime di Rapa all’Antica Lama

Liquore di alloro

Liquore di alloro

Costata alla Antica Lamia

Crostata alla Antica Lama

Volete ridere? Allora vi racconto una cosa che molti di voi non sanno di me…

 

La "cubista" Barbara con ascella pezzata e un'altra cubista che forse si chiamava Montze!

La “cubista” Barbara con ascella pezzata e un’altra cubista che forse si chiamava Montze!

Quando ero giovane ho fatto anche la cubista!

Eh sì! Ho da poco compiuto 43 anni, ma di testa me ne sento ancora 15.

Se però ripenso a quante cose ho fatto nella mia vita…all’improvviso me ne sento almeno almeno una settantina.

Ho avuto la fortuna di avere due genitori intelligenti che non mi hanno mai proibito niente, ma che mi hanno sempre insegnato cosa era il bene e cosa era il male, senza mai perdermi di vista!

Mi hanno fatto fare cose che magari i miei coetanei alla loro età non facevano, ma non mi hanno mollata un attimo. Erano sempre lì a guardarmi e a studiarmi senza mai farmi sentire controllata. Ho avuto la fortuna di poter girare, conoscere un sacco di gente e imparare tanto…soprattutto quello che non si doveva fare.

Ma torniamo a Barbara in versione cubista!

noifotoQuando ero piccola mio papà, che era un appassionato di barche, comprò una vecchia goletta e da quel momento iniziammo a fare tutte le nostre vacanze in barca.

Un sogno!

Avevo circa 13 anni quando, dopo qualche stagione passata a Ponza, incominciammo ad andare ad Ibiza. Per anni trascorremmo lì tutte le nostre estati. I miei genitori avevano degli amici che vivevano sull’isola e altri amici venivano in barca con noi dall’Italia (tenevamo la barca tra la Liguria e la Francia). Era un vero spasso.

"cubista" Barbara e la sua povera amica Mavi convinta a seguirla nei suoi look agghiaccianti pro cubo!

“cubista” Barbara e la sua povera amica Mavi convinta a seguirla nei suoi look agghiaccianti pro cubo!

Gente che andava e veniva. Amici miei e dei miei. Di giorno in giro in barca a fare il bagno in spiagge dalle acque cristalline e con la sabbia bianca e tutte le sere cene a bordo o in giro per l’isola.

Che dire…sono stata davvero fortunata, lo ammetto.

Uno degli amici di mio papà che viveva sulla Isla si chiama Sergio Ferrero

Se ve lo siete perso, in questo blog ho scritto un pezzo su di lui. http://www.temperateitacchi.com/blog/?p=100).

Sergio era super introdotto a Ibiza. Conosceva tutti, ma soprattutto tutte.

Una sera fece il grande errore di chiedere a mio papà se poteva portarmi a fare un giro al Pacha. Per me lui era uno zio e quindi mi presentò a tutti come sua nipote.

Da quella sera iniziai ad avere l’ingresso gratuito in tutti i locali di Ibiza e ci mancava poco che mi stendessero anche il tappeto rosso.

Nessuno si immaginava che io avessi 13 anni (ero già alta come ora) e io sinceramente non vedevo il motivo di annoiare tanta gente raccontando la verità!? Hihi

La barca dei miei era ormeggiata in porto a 200 metri dal Pacha quindi mamma e papà sapevano dove trovarmi e soprattutto sapevano che ero in buone mani. Sergio, che ora è un bravissimo papà, ai tempi era un famoso playboy che passava le sue serate tra feste e locali, ma non toccava né alcool né droghe, solo donne.

I ballerini del Pacha nei bagni per gli ultimi ritocchi prima di salire sui cubi! La "cubista" Barbara è accanto a Miss Cioccolatino

I ballerini del Pacha nei bagni per gli ultimi ritocchi prima di salire sui cubi! La “cubista” Barbara è accanto a Miss Cioccolatino

Ballavo, ballavo e ballavo…fino a che una sera Francisco, che in quel periodo gestiva i ballerini e ora è il direttore del Pacha, mi chiese se volevo salire sul cubo invece che ballare sempre sui gradini del privè. Povero lui… non riuscì più a farmi scendere!

Dalla quella sera entrai ufficialmente a far parte del gruppo del Pacha.

C’erano i ballerini professionisti che venivano pagati e quelli non professionisti (ovviamente ero tra questi) che non prendevano soldi, ma potevano entrare gratis e fare entrare gratis anche gli amici. Ovviamente non pagavamo neanche al bar.

L’ingresso ad agosto costava quasi 5000 pesetas quindi una follia già per quegli anni. Io avevo il potere di aprire le porte del Pacha gratis ad amici e finti amici e potevo anche offrire da bere.

Credo sia facile capire che da quel momento iniziai ad avere un sacco di gente che mi voleva come amica.

La "cubista" Barbara faceva le corna ad uno dei ballerini del gruppo del Pacha durante il nostro giro serale in centro ad Ibiza. Distribuivamo adesivi e sconti per ingresso al Pacha!

La “cubista” Barbara faceva le corna ad uno dei ballerini del gruppo del Pacha durante il nostro giro serale in centro ad Ibiza. Distribuivamo adesivi e sconti per ingresso al Pacha!

Tutte le sere il gruppo del Pacha si incontrava in centro al “Mar Y Sol” e da lì si andava in giro per le stradine a fare promozione, a regalare gli ambitissimi adesivi tondi con le ciliegie e gli sconti o i free pass per l’ingresso.

Al Pacha ho visto talmente tante cose e conosciuto talmente tanta gente che…potrei scrivere un libro, ma lascio stare che è meglio!

Vi dico solo che quando ero sul cubo a ballare, spesso sconosciuti venivano sotto a chiedermi “Ma cosa ti sei calata per stare lì sopra a saltellare per ore?”.

"Cubista" Barbara con tuta azzurra "Uba Uba" e i ballerini del Pacha in fase pierraggio in centro a Ibiza. Al centro potete notare una giovanissima Rossana Casale. Anche lei ballava con noi!

“Cubista” Barbara con tuta azzurra “Uba Uba” e i ballerini del Pacha in fase pierraggio in centro a Ibiza. Al centro potete notare una giovanissima Rossana Casale. Anche lei ballava con noi!

Non toccavo droghe e bevevo solo coca cola o aranciata (orami lo sapete che non sono una bevitrice).

Ballavo tanto perchè ho sempre amato la musica e per fortuna non ho mai avuto bisogno di nulla di più per divertirmi.

Ai tempi ovviamente girava già la cocaina e si sentiva parlare di Ecxtasy.

Grazie a Dio sono nata stupida di mio e di quelle cose non ho mai avuto bisogno.

Mi ricordo un sempre super agitato Sandy Marton, Alba Parietti con le labbra ancora sottili e il grande sarto veneto Mario Borsato. Nel gruppo del Pacha a ballare c’era anche la cantante Rossana Casale. Per non parlare di quel bonazzo dell’attore Roberto Farnesi che ai tempi faceva il modello e sfilava al Pacha per le boutique dell’isola.

Che ricordi. Come quell’estate in cui mi chiesero di posare per un servizio fotografico su Ibiza per il mensile Max. Eravamo due donne (una donna e una ragazzina) e un capellone che si aggirava spesso nell’isola.

Ritornata a Venezia aspettai per mesi che uscisse il famoso Max con le mie foto, ma non uscì mai.

Una mattina mentre stavo andando a scuola, passai dal giornalaio di famiglia e vidi una fila di “Excelsior” tutti esposti e ben in vista.

Era il nuovo numero dedicato ad Ibiza. Notai subito che in copertina c’erano due ragazze seminude e una…OH MAMMA MIAAA! ERO IOOO! 

 

La copertina di "Excelsior!

La copertina di “Excelsior!

E adesso chi glielo diceva a mia mamma che le mie foto fatte ad Ibiza non erano più uscite sul mensile di moda Max, ma su una rivista mezza osé ?!? Perchè non avevo letto bene il foglio che mi avevano fatto firmare?! Arghhhh

Per fortuna molti non mi hanno riconosciuta perchè erano troppo impegnati a guardare i “canotti” dell’altra!

Ogni stagione c’era Mister Pacha e Miss Pacha (una volta sono addirittura arrivata terza, a Miss e non a Mr!), la mitica festa in Blanco e tante altre feste a tema.

"Cubista" Barbara e un gran pezzo di gnocco che faceva il ballerino con me! Sarebbe carino che mi ricordassi nome e magari numero telefono per le mie amiche (io sono sposata)

“Cubista” Barbara e un gran pezzo di gnocco che faceva il ballerino con me! Sarebbe carino che mi ricordassi nome e magari numero telefono per le mie amiche (io sono sposata)

Ci si incontrava al Pacha il pomeriggio, ci si vestiva e ci si truccava tutti assieme e poi via per le stradine del centro a fare un pò di sano macello.

Sono stata nel gruppo del Pacha per 7 anni dai 13 ai 20 anni. La cosa più bella è che quando entri nella famiglia ci resti e non si dimenticano più di te.

Sono tornata al Pacha all’inizio del 2000 dopo più di 10 anni che non ci andavo.

Ero con la mia amica Veronica Logan e c’era una coda pazzesca. Io volevo assolutamente entrare e lei non aveva molta voglia. A quel punto Veronica mi disse “Facciamo così Barbara: se entro 5 minuti  ci fanno entrare bene sennò andiamo a casa”. Mi sbracciai un attimo e il mitico Valentine all’ingresso mi riconobbe e ci fece passare davanti a tutti facendoci saltare coda e cassa. Come se il tempo si fosse bloccato a quando ballavo sul cubo.

La "cubista" Barbara con un sorridentissimo Mario Borsato

La “cubista” Barbara con un sorridentissimo Mario Borsato

Peccato che Ibiza sia cambiata tanto e che il Pacha ormai, da tanti anni, abbia un tetto. Eh sì…quando ci ballavo io il tetto non c’era.

Al Pacha e nella altre discoteche dell’isola si iniziava a ballare sotto le stelle e si finiva a ballare sotto al sole. Poi sono cambiate le leggi, hanno messo il tetto e tanta bella gente ha deciso di andare a divertirsi nelle proprie ville dell’entroterra Ibicenco.

Ibiza non è più il paradiso di una volta, io non faccio più la cubista, ma se sento della musica che mi piace e trovo un gradino…salgo e ballo.

Non smetterò mai di temperare i tacchi…

 

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Mario Borsato in bianco e al "cubista" Barbara in rosso nero con capello nel suo colore originale, giuro !

Mario Borsato in bianco e al “cubista” Barbara in rosso nero con capello nel suo colore originale, giuro !

La "cubista" Barbara ormai in pensione, con Marcello Do, allora ballerino numero 1 della concorrenza ossia del KU di Ibiza

La “cubista” Barbara ormai in pensione, con Marcello Do, allora ballerino numero 1 della concorrenza ossia del KU di Ibiza

Il bel Roberto Farnesi (ora attore) ai tempi partecipava con noi alle sfilate del Pacha per i negozio di Ibiza

Il bel Roberto Farnesi (ora attore) ai tempi partecipava con noi alle sfilate del Pacha per i negozio di Ibiza

Un giovanissimo Sandy Marton faceva animazione con noi al Pacha

Un giovanissimo Sandy Marton faceva animazione con noi al Pacha