Lasciamoli andare, lasciamoli crescere…

Avete mai sentito parlare di “scuola natura“?

Beh, scuola natura è un progetto bellissimo del comune di Milano, per le scuole primarie.

Si tratta di 5 case vacanza pronte ad ospitare i nostri figli e le loro insegnanti, per circa una settimana.

Magna, urla e cammina: aspettando un nuovo calendario

Domaniiiiiiiiiiiiiii!!!!

Evvvvvvvaiiiiiiiiiiiiiiii!

Quel portone è rimasto chiuso per ben 3 mesi e 4 giorni, ma domani riapre, e alle 8.30 saluterò mio figlio con un bell’abbraccio e un grande sorriso, e, appena lo vedrò sparire in corridoio, inizierò a saltellare urlando su e giù per il marciapiede.

Tocca sacrificarsi :)

Finalmente ci siamo!!!

Oggi è l’ultimo giorno di scuola, ma, soprattutto, l’ultimo giorno con la sveglia alle 7 !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Diario del primo giorno di scuola

 

Se siete mamme sapete quanto si possa essere felici il primo giorno di scuola, dopo le vacanze di Natale

Se non siete mamme, fidatevi, e immaginatelo, sappiatelo 🙂

Chi è il vero bullo?

Ieri ero al parchetto con mio figlio, che a novembre compirà 8 anni.

Di solito io mi trovo un posto in panchina, e lui scorrazza liberamente con i suoi amichetti per il parco, sempre controllato, anche se da lontano.

Vogliamo parlare di compiti?

“Perché io devo fare i compiti e tu noooooo?”
“Perché io li ho già fatti per 30 anni e ora tocca a teeeeeee!”

Bookcity e l’orgoglio della zia di Ugo

A Milano, dal 13 al 16 novembre, si è tenuto Bookcity una bella iniziativa  voluta dal comune di Milano e da un comitato promotore composto da nomi importanti dell’editoria.

Tre giorni dove la lettura e i lettori sono stati i grandi protagonisti.

Sono stati numerosi gli eventi e i laboratori dedicati a questa manifestazione, ma quello che mi ha toccato più da vicino è stato quello che si è tenuto alla Rotonda della Besana.

Dal 13 al 16 novembre la Rotonda della Besana ha infatti accolto gli elaborati e i lavori svolti dai bambini e dai ragazzi coinvolti nei progetti di Bookcity Scuole  (sagomati, disegni, fotografie, video, cartelloni e molto altro).

Danny, venerdì scorso, è stato alla Rotonda della Besana con le sue maestre e i suoi compagni, per l’inaugurazione, e non vedeva l’ora di portarci anche noi: il suo papà e la sua mamma.

Sabato c’è stata la sua festa di compleanno, e quindi abbiamo dovuto aspettare fino a ieri, domenica.

Che emozione!

Ho sempre amato la Rotonda dalla Besana e la amo ancora di più da quando Muba, il museo dei bambini, ci si è straferito dalla più lontana Triennale in Bovisa.

Non è da poco avere uno spazio così vicino a casa, e non è da poco entrarci e vedere esposto un lavoro così bello, fatto dai bambini di molte scuole di Milano.

Mi ricordo quando Danny, il mese scorso, e arrivato a casa con questo libricino piccolo, e vuoto, dicendo che era un lavoro per scuola, di cui non poteva dirmi molto.

Avevo giusto capito che avrebbe dovuto scriverci delle cose viste in giro per la città: cose che sembravano altro.

Non facile da interpretare, ma avevo capito che per lui era una cosa importante, e quindi l’avevo lasciato fare, senza indagare troppo.

E poi a noi genitori le sue speciali maestre hanno mandato una favola, LA favola della seconda E.

“Ugo va in città” è la storia di uno gnomo che vive in campagna, uno gnomo che però si annoia, e allora decide di partire per andare in città, dove non è mai stato, e dove spera di incontrare nuovi amici.

Ugo non ha mai visto le strisce pedonali, e le scambia per una strana zebra.

Ugo scambia un autobus per un bruco gigante, e il Duomo di Milano per panna montata…

Ad un certo punto Ugo incontra Max, un gatto randagio.

Max gli spiega tutto, lo porta ancora in giro per la città, e lo ha riaccompagna in campagna, nel suo albero di castagno.

Ugo ha un nuovo amico, ha visto un posto nuovo, e non ha più paura.

Alla Rotonda della Besana, assieme alla favola della scritta dal nostro Danny e dai suoi compagni della seconda E, c’erano tante altre favole, belle, ed emozionanti.

Ma Ugo mi ha colpito.

Ugo mi ha colpito, ovviamente, perché è anche frutto della fantasia del nostro cucciolo, ma anche, e sopratutto, perché io in Ugo mi ci riconosco un po’, specialmente in questa fase della mia vita.

All’inizio vedevo Ugo un po’ come il nipote che ancora non ho, ma poi ho capito che Ugo sono un po’ io.

Diventi mamma e la tua vita cambia.

Diventare mamma è un po’ come andare a vivere in campagna: resti in città, ma i tuoi ritmi cambiano, la tua vita prende un altra direzione, e molte persone finiscono con lo sparire.

Quando diventi mamma inizi ad aver paura di cose che neanche sapevi esistessero.

Poi un giorno ti svegli e ti viene voglia di tornare in centro, in città.

Ma ti accorgi che le cose sono cambiate, e che tu sei cambiata.

Ti rendi conto che quello di cui avevi bisogno prima ora non lo vuoi più, ma nello stesso tempo hai bisogno di nuovi stimoli, e di uscire dal quella routine in cui ormai navighi a vista, senza grandi scossoni, da anni.

Ecco! In questo momento della mia vita mi sento un po’ come Ugo.

Avrei voglia di partire in cerca di nuovi stimoli, di nuovi amici.

Ma poi il mio sguardo cade sulla foto di mio figlio che sorride accanto al suo disegno, e mi chiedo di cos’altro io possa aver bisogno, in questo momento.

Fare la mamma è il mestiere più duro del mondo, e neanche ti pagano.

Essere mamma a volte ti mette in uno stato di forte conflittualità, interna: una parte di te vorrebbe scappare indietro nel passato, per sentirsi di nuovo più leggera, e l’altra parte di te ti ricorda che il tempo va avanti, e che le difficoltà servono per crescere.

Ok amore mio, tengo duro, per te.

Tengo duro perché voglio continuare a crescere, e lo voglio fare accanto a te, orgogliosa di te e di quello che stai diventando.

Non sarò una mamma perfetta, e continuerò a perdere la pazienza, anche per cose senza importanza.

Non ti darò il fratellino che ogni tanto mi chiedi, perché non sono Heather Parisi, e non imparerò mai a fare il risotto come te lo fa la nonna.

Ma prometto che verrò a tutte le mostre che farai, a tutte le partite e a tutti i saggi di fine anno.

Prometto che sarò sempre orgogliosa di te e di quello che farai, e che quando sbaglierai ti aiuterò a rialzarti, nella speranza che quando sarai grande anche tu lo farai, con me, e per me.

Firmato

Mamma super orgogliosa

Barbara

ugomixfoto

La prima gita, e il cuore di mamma.

Tre anni fa ero in giro a visitare tutte le scuole elementari della zona, per decidere  dove avremmo mandato Danny.

Tre anni fa sono entrata in un scuola in un giorno qualunque, e in androne ho incontrato lei, con la sua quinta.

Sono andata a tutti gli open day delle varie scuole, ma gli open day non mi sono mai piaciuti.

Vedi la scuola, vedi gli spazi, e ti raccontano un sacco di cose e di numeri, ma le maestre ti fanno “ciao ciao” con la manina da lontano, e non le senti neanche parlare.

Per me quello che conta non sono le strutture, ma gli esseri umani.

In quel giorno qualunque, e in quell’androne tutto colorato, ho visto lei, e ho capito che era lei che avrei voluto al fianco di nostro figlio, per aiutarlo crescere.

Ci è andata bene, e proprio lei è diventata la maestra di Danny.

E’ tosta lei, ma è anche dolcissima.

andoraimagesE’ lei che segue da sempre il progetto “Scuola natura” per la scuola Morosini, ed è lei che assieme alle altre due insegnanti, ha accettato felice di portare i nostri figli ad Andora, per ben 5 giorni.

Non vedevo l’ora che arrivasse la famosa settimana di scuola natura.

E quando a scuola ci hanno finalmente comunicato le date, un leggero brivido di gioia ha scosso il mio corpo.

Tutte le mamme amano i propri figli, ma nessuna mamma sarebbe triste di avere 5 giorni liberi da dedicare al lavoro, agli hobby , agli amici e, perché no, anche al marito, senza vincoli di orari da rispettare, lezioni di tennis, di calcio, compiti, e chi più ne ha più ne metta.

Partenza prevista: lunedì 3 novembre ore 8.25

Ritorno previsto: sabato 8 novembre ore 12.30

Peccato che domenica mattina mi sono svegliata col magone.

Ma come?!?!? Ero così felice di avere 5 giorni liberi in cui avrei potuto uscire e rientrare a qualsiasi ora, senza il bisogno di nonne e babysitter, e ora mi viene il magone?!

E che magone…

Ieri mattina mi sono stampata un sorriso sulla faccia, fino a che il mio amore non è salito sul pullman con tutti i suoi compagni, e fino a che il pullman non ha girato l’angolo.

Ma poi…

Poi le lacrime si sono fatte largo nei condotti lacrimali, e sono uscite, abbondanti.

Non è facile vedere tuo figlio che parte, mentre tu resti.

E’ successo spesso che partissi io, e che restasse lui, con le nonne, o col papà.

Ma quando a partire è lui, e a restare sei tu, allora le cose sono ben diverse.

Lui se ne va, ma le abitudini restano.

Di notte ti svegli con pensiero che forse, come spesso capita, si è scoperto di nuovo, e allora fai per alzarti e per andare a controllare, ma poi ti ricordi che lui non è nel suo letto.

Sono quasi le 19 e fai per apparecchiare per tre, ma poi ti ricordi che siete in due.

E i grattini sulla schiena dopo la favola, a chi li faccio?

E i grattini sul mio collo, dopo i suoi gratini sulla schiena, chi me li fa?

Chi mi butterà la braccia al collo, in un momento di mia evidente tristezza, dicendomi che se non trovo un lavoro mi darà i suoi soldi guadagnati quest’estate vendendo i braccialetti fatti con gli elastici colorati?

Danny è un bimbo molto sensibile, e quando non c’è si sente, tanto.

Danny è un bambino molto allegro, e quando non c’è si sente, tanto.

Danny è un bambino molto affettuoso, e quando non c’è si sente, tanto.

Sono felice che sia in gita con i suoi compagni e sono tranquilla perché so che è in buone mani, in ottime mani.

Ma ho un piccolo grande macigno nel cuore, e appena mi fermo un attimo lo sento, e pesa.

Per fortuna oggi ho un evento importante e avrò da fare fino a tardi, e domani vado a Roma per due giorni, a sistemare un po’ di questioni delicate, di famiglia.

Se sono impegnata ci penso meno, ovvio.

Ieri sera era il turno della mia chiamata.

Li possiamo chiamare due volte durante tutta la gita, e ieri era la prima.

Era appena partito, ma ero emozionata lo stesso: digitavo il numero della sua maestra, e il cuore mi batteva forte.

“Ciao, siamo in teatro ad ascoltare la programmazione di quello che faremo nei prossimi giorni, te lo passo!”

“AIUTOOOOO: e che gli dico ora?”

Ma si può essere emozionate all’idea di parlare col proprio figlio, di sei anni?

Si può, si può!

Gli ho chiesto come era andato il viaggio, se si era divertito, e chi avrebbe dormito vicino a lui nella camerata della seconda E.

Poi le parole mi sono morte in bocca, a me!

Una chiacchierona come me non sapeva più che dire.

Avrei voluto dire che mi mancava già, avrei voluto dire che stavo salendo in macchina per andare a riprenderlo, ma, ovviamente, gli ho detto “Divertiti tanto amore mio!”, e ho messo giù, quasi subito.

La maestra super tecnologica ha creato un gruppo “Scuola natura” su whatsapp, e ci manda foto e commenti su come sta procedendo la vacanza.

Ad ogni notifica il cuore batte, forte.

E ogni volta che apro una foto, il cuore accelera.

I miei occhi cercano il suo viso, in mezzo a quello dei suoi compagni.

Cerco di capire dalla sua espressione se è felice, se si diverte, se sta bene.

Cerco di capire se la sua mamma gli manca un po’…

Divertiti amore mio.

Fatti la doccia da solo, vestiti da solo, e lavati i denti da solo.

Inizia ad imparare a camminare con le tue gambe, ma ricordati che la mamma è qui, che ti penso sempre, e che ci sarò sempre.

Impara ad arrangiarti, e diventa il mio piccolo grande ometto, ma ricordati che se hai bisogno di una mano, io ci sarò, fino a quando potrò.

Ti amo cucciolo mio.

Divertiti, ma torna prestooooooo!!!

Mamma Barbara

 

 

 

 

Lunedì inizia la scuola

 

Ho appena scaricato mio figlio da McDonald ad una festa di compleanno, e sono fuggita.

Sì, sì avete letto bene: SCARICATO e FUGGITA!

Sono una donna scarica, e quindi scarico.

La scuola italiana non può stare chiusa 3 MESI, andrebbe denunciata.

Se poi non puoi permetterti una tata fissa, devi seguire un cantiere, e tuo figlio fa i capricci tutte le volte che nomini la parola “compiti”, allora si tratta di denuncia penale.

In questo momento sono da un tristissimo parrucchiere cinese tra casa mia e McDonald.

Ho un’ora libera e non sapevo se, dopo quasi tre mesi di cozzite acuta (un paio di settimane se l’è fatte con le nonne in Sardegna,grazie al cielo), mio figlio mi avrebbe autorizzato l’ora d’aria, o mi avrebbe trattenuta alla festa con la forza.

Stasera ho un compleanno anche io (con tata prenotata).

Già devo mettere la gonna lunga perché non ho avuto tempo di fare la ceretta, e quando per tutta l’estate usi il rasoio, anche i peli biondi si trasformano in tronchi, almeno i capelli li vorrei a posto.

Potevo forse prenotare dal mio amato Coppola un’ora di sabato pomeriggio, e poi chiamarlo per tirargli un bidone a causa dell’ennesimo capriccio?

Anche no!

Rivoglio la mia libertà.

Toglietemi sto pigiama a righe che ho tatuato sulla pelle da quasi tre mesi.

Ok che la riga verticale sfina, ma preferisco vivereee

Io amo alla follia mio figlio, e mi sento un pochino (ma proprio poco poco) in colpa a non vedere l’ora che varchi quel portone, ma tre mesi sono tre mesi.

In tutti i paesi del mondo le vacanze sono distribuite durante tutto l’anno.

Perché noi dobbiamo sempre distinguerci???

Io davvero non capisco come faccia la gente che ha un lavoro vero e proprio, con degli orari da rispettare, e dei cartellini da timbrare: in tre mesi si fanno fuori lo stipendio di un anno in tate e campus?!

Santi nonni e parenti vari: come farebbe il mondo senza di voi?

Da lunedì torno liberaaa.

Libera di leggere una mail con calma.

Libera di pensare a cosa farò da grande.

Libera di buttare il rasoio e di farmi fare una vera ceretta.

Libera di andare dal mio parrucchiere con cui posso chiacchierare e spettegolare, in italiano.

Libera di pranzare con un’amica o con un potenziale cliente.

Libera di avere una voglia pazza di rivedere mio figlio, e di andare a prenderlo a scuola col sorriso stampato.

Liberaaa

Adesso vi lascio perché sto cinese non ha capito che tra mezz’ora devo correre a riprendere mio figlio alla festa, e i miei capelli sono lunghi da asciugare, troppo lunghi.

Come si dice in cinese “muovitiiiiiiii, perfavore”?

glazie

Barbara

I bambini vanno aiutati a fare i compiti?

 
I bambini vanno aiutati o no a fare i compiti?
Bella domanda questa!
E’ da un mesetto che mi ronza in testa questa domanda, ma non so darmi una risposta.
E’ da quando ho iscritto mio figlio alle elementari che ho gli incubi di notte:
i compiti
i compiti
i compiti
aiuto
i compiti
E’ da tanti anni che non faccio più i compiti, parecchi anni.
Mi ricorderò ancora tutte le regioni, i capoluoghi di provincia, i capoluoghi, i fiumi, gli affluenti, i confini…
E le guerre? Le date? I nemici? Gli amici? Le alleanze?
E poi la matematica, la geometria…
Base minore x base maggiore x altezza : 2?
Aiutooo
E ora?
Ora siamo alle addizioni, e fino a lì ce la posso fare.
Ma devo aiutarlo?
Quanto devo aiutarlo?
Ci sono le voci delle amiche più grandi con i figli più grandi che riecheggiando dentro di me: ” Non aiutarloooooooo. Se inizi ad aiutarlo ora poi dovrai aiutarlo per sempreeeeeeeeeee. Fidatiiiiiiiii, ascoltamiiiiiiiii”
Ma come faccio a non aiutarlo, dai!
Allora ho pensato che faccio mezzo e mezzo: un po’ lo aiuto, per i concetti principali, e poi la lascio da solo a finire con gli esempi, le colorazioni e tricche e tracche.
Ma che fatica, che pazienza!
Qualcuno di voi conosce un negozio dove vendono della pazienza?
Faccio subito un bonifico, un assegno, in bianco!
Salta un quadretto tra una lettera e l’altra, salta due quadretti tra una riga e l’altra…
E di che colore vanno fatte le A?
E le E?
Ma io tra 3 giorni faccio 44 anni!!!
Come erano messi i gatti?
In fila per 6 col resto di 2?
Ecco, appunto: il resto!
Aiutooo
Barbara