Elogio ai papà

 

Un giorno l’anno si puó fare, dai 🙂

Perché se vogliamo proprio dirla tutta…

Quando un Oscar ti tocca da vicino…

 

Non sono una di quelle che passa la notte in bianco per vedere gli Oscar, ma l’ho registrato con MySky, prima di crollare, a due minuti dall’inizio della diretta.

Domenica Danny ed io ci siamo sparati 2 ore e mezza di corriera, e 2 ore e mezza di treno, per tornare dalla montagna, e la sera eravamo cotti bolliti, altro che Oscar in diretta!

Ma ieri mattina Danny a scuola ci è andato col papà, e io dal letto sono passata in un balzo sul divano, e ho iniziato la prima parte della visione.

La prima parte è filata abbastanza liscia, ma la seconda parte, che mi sono vista subito dopo pranzo, è stata tosta, tostissima.

Sarebbe bello sapere che le mie lacrime erano cellulite sciolta!

Se qualcuno brevettasse una sostanza che permette di espellere la cellulite tramite le lacrime, io sarei anoressica!

Io se sono felice piango!

Io se sono triste piango!

Io se mi commuovo piango!

imageQuando Graham Moore ha ritirato la statuetta per la miglior sceneggiatura non originale, per “Imitation game”, ha confessato di aver tentato il suicidio, all’età di 16 anni.

Si sentiva diverso.

E dopo questa forte confessione ha lanciato un grande messaggio a tutti quelli che si sentono diversi, dicendo loro di non mollare, perché un giorno anche loro potrebbero finire su quel palco, ed essere felici, come lui.

Tante volte mi sono sentita diversa.

Mi sono sentita diversa quando ero sempre la più alta, la spilungona.

Mi sono sentita diversa quando mi prendevano in giro perché avevo la testa molto grossa in confronto al corpo,  e allora mi chiamano Mercury, come i motori fuoribordo.

Mi sono sentita diversa quando le mie amiche andavano sui pattini e giocavano con le bambole, mentre io non mi separavo mai dal mio skate, e odiavo il rosa.

Mi sento diversa che ora, quando mi ritrovo a tavola con donne che parlano di scarpe e borsette: non mi sono mai interessate certe cose.

Non è mai stato un segreto che mio padre volesse un maschio, e io, forse nel tentativo di non deludere nessuno, ci avevo messo poco a diventare un maschiaccio.

Avevo appena finito di asciugarmi le lacrime che ecco arrivare la busta d’oro con dentro il nome della miglior attrice protagonista.

Una commossa Julienne Moore è salita sul palco, e, dopo i vari ringraziamenti, ha aggiunto che era felice di aver fatto quel film, nella la speranza di riuscire a sensibilizzare il mondo verso i malati di alzheimer, facendoli sentire meno soli.

E patapum: le mie lacrime sono tornate a sgorgare!!!

Ci sono arrivata più volte vicino ad andare a vedere quel film, ma non ho ancora trovato il coraggio.

imageNon potrò mai dimenticare quella telefonata: “Mamma qui a Formentera si sta benissimo! Quasi quasi resto tre giorni in più!”

“Preferirei che tu tornassi! Papá non sta bene, si comporta in modo strano.”

Non mi ricordo neanche che estate fosse, ma sono passati circa 15 anni dall’inizio di quell’incubo.

Una mattina di quell’estate mio papà si è svegliato e, tutto agitato, ha detto a mia mamma che doveva tornare subito a casa, da sua moglie.

Non esistono esami per capire se si tratta di demenza senile o di alzheimer.

Non esistono medicine per guarire i malati di alzheimer, ma solo per calmarli.

Ogni malato è diverso dall’altro, ogni storia è diversa dall’altra…

Sono stati anni lunghi e duri, specialmente per mia mamma, che viveva con lui.

Io vivevo già a Milano da tanti anni, e quando tornavo a Venezia facevo fatica a guardarlo negli occhi: quello non era più mio padre.

A volte, nella vita, per difendersi dal dolore, bisogna fare delle scelte difficili.

Per me mio padre era quell’uomo che anche in estate, non rinunciava mai ai suoi jeans bianchi, lunghi, e alla sua camicia di oxford fatta su misura.

Mai una maglietta a maniche corte, mai un bermuda…

Era un uomo molto elegante mio padre, dentro e fuori.

Chissà se prima di andarsene ha capito che quel bambolotto biondo che gli ho messo due volte sulle ginocchia era un bambino vero, suo nipote.

Non mi sento in colpa nel dire che ho desiderato con tutta me stessa che se ne andasse, e che quando se ne è andato prima ho pianto, ma subito dopo mi sono sentita leggera, molto leggera.

Prima o poi lo troverò il coraggio per andare a vedere quel film, e spero che nel frattempo qualcuno brevetti sta cavolo di sostanza che trasformerà la cellulite in lacrime!

Besos

Barbara

 

 

 

 

 

 

 

 

Perchè il mio papà non mi porta a scuola?

 

“Mamma, ma perché un sacco di bambini arrivano a scuola con il papà e io mai?”
Ecco che una mano gigante si impossessa del mio stomaco e stringe, forte.
Amore mioooooo lui!
“Amore i papà di quei bambini lavorano qui vicino quindi fanno in tempo a portare i bimbi a scuola e poi ad andare in ufficio. Il tuo papà lavora a Bergamo quindi se porta te a scuola arriva in ufficio troppo tardi e poi lo sgridano”.
Finalmente alla veneranda età di 5 anni e mezzo, Daniele è diventato tutto “Papi, papi” (nulla a che vedere con Berlusconi: non facciamo confusione please!)
Si sa che i figli maschi per i primi anni di vita sono tutto “mami, mami”, ma verso i 5 anni succede il miracolo!
C’è il “papi” che gioca con lui alla wi, il “papi” che lo porta a pescare, il “papi” che gli aggiusta i giochi rotti e chi più ne ha più ne metta (esagggeriamo dai!)
Come possiamo risolvere la cosa? Come posso fare in modo che il “papi” possa ogni tanto accompagnare Danny boy a scuola?
A quel punto mi sono ricordata che al momento della domanda di iscrizione, alla scuola elementare Morosini, io avevo barrato per il “pre scuola” (ossia ingresso anticipato tra le 7.30 e le 8.30) peccato che ho scoperto, solo due giorni fa, che non bastava barrare, ma bisognava andare sul sito del Comune di Milano, scaricare il modulo, compilare, pagare un bollettino da 26 euro e mandare il tutto agli uffici del “pre scuola e giochi serali” entro e non oltre il 31 luglio.
31 lugliooo? ops, ma siamo a fine settembre, e ora?
Ho portato Danny a scuola, l’ho lasciato lì che frignava (ci vorrà un pò di tempo, ma so, spero che si abituerà ad essere felice anche all’ingresso e non solo all’uscita) e mi sono fiondata negli uffici “Pre scuola e giochi serali” in Via Matteucci.
Dovevo supplicare la signora di fare accettare nostro figlio anche se fuori tempo massimo!
Mi sa che si deve essere commossa a vedere sta deficiente con gli occhi lucidi che le raccontava che suo figlio era così triste che il suo papi non avrebbe MAI potuto portarlo a scuola come fanno gli altri papà.
La gentile signora mi ha detto che entro un paio di settimane mi avrebbe fatto sapre qualcosa, ma già ieri mi ha richiamata per dirmi che la nostra domanda era stata accettata.
E a quel punto è ripartita la lubrificazione automatica degli occhi!
Ok , ok, ammetto che in questi giorni sono più sensibile del solito, ma l’inizio delle elementari, con le crisi di abbandono del mio cucciolo, mi ha messo un pò alla prova, e quindi sapere che anche lui ogni tanto potrà arrivare davanti a scuola mano nella mano col suo “papi” come gli altri bimbi…mi ha reso parecchio felice.
Barbara 
papifoto

I papà in vacanza

 
Ieri sono stata in spiaggia.
Ieri mi sono sdraiata sul lettino.
Ieri ho preso il sole sdraiata.
Ieri su quel lettino ho preso il sole sia davanti che dietro, girandomi per benino come si fa coi “cani caldi” sul grill.
Ieri su quel lettino mi sono anche addormentata.
Quando mai a noi mamme capita tutto ciò quando in spiaggia ci sono anche i figli!?
Ieri beata sul lettino!
Ieri beata sul lettino!
Noi mamme per poterci rilassare in spiaggia dobbiamo essere sole: zero mariti e zero figli, sennò è impossibile.
Non so se capiti anche alle altre mamme, ma io alla fine delle vacanze sono più stanca di prima e sono sempre più abbronzata sulla schiena che davanti.
Ma ora finiamola con questo giro di parole e andiamo subito al sodo: parliamo di loro, i papà.
 Argh!
Chissà perchè, ma i papà dalle vacanze tornano sempre riposatissismi e più abbronzati davanti che dietro.
Epperforrrzzza: loro in spiaggia non stanno molto spesso piegati in avanti!!! 
Loro hanno lavorato tutto l’anno quindi hanno diritto di riposare.
Noi invece durante l’anno non facciamo un fico secco (???) e quindi in estate ci tocca preparare le borse di Mary Poppins per la spiaggia, preparare i panini o peggio ancora le insalate di riso o le paste fredde e allestire la nostra zona in spiaggia perchè i mariti appena arrivano piantano l’ombrellone e poi spariscono subito all’orizzonte con i loro inseparabili occhialini da nuoto.
E poi vuoi non aiutare i nostri figli a costruire un bel castello di sabbia? 
Devo dire che mio marito è bravissimo a costruire il porto per Danny, questo devo ammetterlo, ma spesso quando Danny lo chiede, lui sta già russando sotto all’ombrellone e allora il compito passa a me.
Alla fine della giornata si mette tutto via e si torna a casa.
Chi sciacqua asciugamani, parei e costumi?
Chi fa la doccia ai “mostri”?
Chi prepara la cena?
Chi spazza, ramazza e rifà i letti?
Mio marito in vacanza fa solo una cosa: spazza la sabbia dal pavimento.
Io in città sono una super pulita e precisina, ma in vacanza mi trasformo in una zingara: posso anche non farmi la doccia e andare a letto con il sale del mare che mi pizzica sulla pelle, posso anche camminare sulla sabbia, in casa, ma lui no!
Lui se trova un granello di sabbia in salotto diventa verde come Hulk e allora abbiamo trovato un accordo: ti da così tanto fastidio la sabbia in casa al mare?! 
E allora sai cosa c’è di nuovo?
Spazzatela via da solo mentre io faccio le altre 2300 cose che ci sono da fare.
Classico pisolino del week-end.

Classico pisolino del week-end.

Se ci penso bene, alla fine è un pò la stessa cosa che succede tutti i week-end dell’anno solo che in estate dura parecchio di più quindi i maroni girano molto più a lungo.

E poi quando i maroni girano in spiaggia è più fastidioso perchè se per esempio succede mentre sei seduto o in ginocchio…ti finisce la sabbia negli occhi no?!
Loro sono stanchi quindi è giusto che si addormentino un paio di ore al giorno sotto l’ombrellone e che noi mogli diventiamo matte per tenere i bambini lontano da loro mentre russano.
“Poverino il papà è stanco, lasciamolo dormire dai”
Noi invece durante l’anno non facciamo una cippa, se non lavorare, fare le casalinghe e le mamme, quindi non vedo perché dovremmo avere diritto a schiacciare anche noi un pisolino all’ombra o al sole, risvegliandoci sudate, ma già abbronzate (anche davanti) senza aver fatto fatica.
Però una lancia a favore dei papà ora la voglio spezzare: spesso è colpa di noi mamme se ci ritroviamo a fare tutto da sole perché non so le altre, ma io faccio davvero fatica a chiedere. 
Tante volte potrei chiedere aiuto a mio marito e so che lui mi aiuterebbe (?), ma sono orgogliosa.
Ripensandoci bene però…fosse che  forse che noi mamme non chiediamo aiuto non solo per orgoglio, ma anche perchè spesso, quando lo facciamo, ci viene risposto “ora lo faccio, aspetta un attimo” e intanto passano le ore?
Può essere.
Ps. Amoreee, se per caso hai appena letto questo post, sappi che ti amo tanto anche se in vacanza non fai un tubo!!! Ops
papàdormefoto
 
 

Non toccatemi il gelato: Pisapi… fatti curare!

 
Mi sono presa un paio di giorni per sbollire, ma adesso parlo: “Pisapirla” fatti curare, ma da uno bravo!
Ma come ha potuto pesare anche solo per un minuto di vietare il gelato dopo la mezzanotte e di farlo proprio ora che finalmente è arrivato il caldo?!
Nel nostro freezer c’è gelato anche a Natale.
In casa siamo drogati di gelato, tutti e tre.
A me hanno dato il gelato prima del latte.
Da piccola io, tutti i giorni dell’anno, facevo la degustatrice di gelato per il mio papi.
Il mio papi e la macchina da gelato che inventò: tiravi giù la manovella bianca e scendeva il gelato!

Il mio papi e la macchina da gelato che inventò: tiravi giù la manovella bianca e scendeva il gelato!

Mio papà, pur non essendosi mai laureato in ingegneria, ha brevettato il motorino esterno delle macchine da gelato da cui il gelato esce tipo “verme gigante” per poi finire direttamente sul cono.

Avete presente le macchinette del gelato che si trovano ora nella zona bar/ristorante dell’Ikea?
Quelle del gelato da 50 cent?
Ecco, senza il mio papi quelle macchinette oggi non esisterebbero.
Ciapa!
Quando ero piccola e aprivi il nostro freezer, ci trovavi solo vaschette di gelato.
Papà ogni santo giorno che Dio ha messo sulla tera, arrivava a casa con vaschette da minimo un kg, piene di gelato di diversi gusti, e mi diceva “assaggia e dimmi cosa ne pensi”.
Che sacrificio eh?!
Io fumo le sigarette solo la sera e solo se esco quindi un pacchetto mi dura mediamente 10 giorni.
Se non ho le sigarette in casa di certo non esco a comprarle, ma se finisco il gelato…
E’ capitato che io sia uscita anche dopo cena e in pigiama, per comprare il gelato.
Potete capire cosa mi è passato per la testa quando “Pisapirla” ha sparato la cacchiata del secolo?!?
“E’ stato tutto un equivoco che sarà chiarito al più presto”.
“I milanesi possono continuare a gustare liberamente il loro gelato anche dopo le 24”, scrive Pisapia in una nota il giorno dopo del delirio di onnipotenza che si è impossessato di lui.
“Non c’è nessun coprifuoco e mai è stato previsto”
Ma si riprende o no sto cavolo di sindaco?
Sindacooo, ci hai stufatooo! Te stai ad allargà un pò troppo, daveroooo
E poi diciamocelo, ma è pure parecchio sfortunato (avrei scritto “sfigato”, ma non è chic): ogni mese abbiamo una domenica con il blocco del traffico e sistematicamente quella domenica… piove!
Tanto lo sappiamo tutti che una domenica al mese non serve a un tubo per la questione smog.
Fosse che forse che queste domeniche servono di più al Comune per fare i suoi eventi all’aperto e guadagnarci?! E quindi?
E quindi gli sta bene che tutte le volte piove! Tiè
Tornando all’odissea del gelato, quello che mi fa ridere (?) è che prima ho letto di «un errore di interpretazione, un errore di scrittura di una delibera che abbiamo già rivisitato e rivisto” e poi, due righe sotto, ho letto di “gelato arrivato in consiglio comunale e offerto da Pdl e Fratelli d’Italia per festeggiare il ripensamento del sindaco, che si è reso conto dell’assurdità del provvedimento».
Fatemi capire: è stato un errore di interpretazione o un errore dell’unico neurone del sindaco?
Mi tengo il dubbio e mi tengo pure il gelato, prima e dopo la mezzanotte, sempre che decidano di lasciare qualche gelateria in più aperta dopo quell’ora! Argh
Barbara
Noi e il gelato: sempre e ovunque!

Noi e il gelato: sempre e ovunque!

Una domenica senza auto: finalmente in giro in bici per la città !

Eh sì, ieri finalmente abbiamo tirato fuori le bici dal garage e ci siamo fatti un bel giro per la città.

Siamo partiti da casa dietro Viale Umbria e siamo andati fino al Duomo passando prima per la Rotonda della Besana (dove prima o poi andrò a vedermi la mostra di Karl Lagerfeld) e poi per San Babila e Corso Vittorio Emanuele.

 

maratonafotoA San Babila ci siamo fermati a guardare il passaggio degli eroi della Maratona.

Che vi devo dire, per me sono eroi!

40 km non sono mica una passeggiata e poi ho notato che la maggior parte dei partecipanti non era neanche “di primo pelo”, anzi.

Chapeaux!

Io ho due protrusioni quindi non posso correre sennò la avrei fatta e sarei anche arrivata tra i primi di sicuro.

Ok, ok, lo so che state ridendo.

Bene, sono contenta. Ho raggiunto il mio obiettivo: iniettarvi un pò di allegria in un lunedì mattina freddo e piovoso che non fa per niente ridere.

bicidannyemammafotoTutte le previsioni dicevano che avrebbe piovuto anche ieri, ma per fortuna non ci hanno azzeccato!

Temevamo un pò per il ginocchio di Danny boy visto che è reduce da uno stiramento ai legamenti ottenuto con una semplice caduta sugli sci e invece…

e invece il nostro cucciolo ha pedalato senza problemi e si è pure divertito parecchio.

 

 

 

calciofotoIn Corso Vittorio Emanuele ci sono spesso personaggi strani che intrattengono i passanti con divertenti sketch.

Ieri abbiamo trovato un gruppetto di giovani che facevano dei numeri pazzeschi con la palla. Davvero bravi!

Era arrivata l’ora di pranzo e le panze iniziavano a borbottare.

 

C’era il sole quindi mio marito ha avuto la bellissima idea di salire al settimo piano della Rinascente per magari mangiare una cosa al volo in terrazza con vista su guglie e Madonnina.

Il giorno prima i due “masculi della famigghia” erano andati a fare un giro in cima al Duomo e da lì si vedeva la splendida terrazza della Rinascente. Gli era rimasta la voglia di andarci.

Peccato che quei dementi di madre e figlio, mentre ci dirigevamo verso una splendida terrazza scaldata da un tiepido sole…hanno adocchiato il tapis roulant di My Sushi e non hanno capito più nulla.

 

sushifotoUna disconnesione totale dei neuroni e un desiderio di sushi si sono impossessati di noi e il marito non ha neanche provato a fiatare.

Eravamo ormai impossessati dal demonio giapponese e lo sguardo di Danny boy diceva tutto.

Risultato? 

Abbiamo speso 78 euro per mangiare 13 piattini presi al volo dal tappeto rullante. Per ogni piattino c’erano 2 pezzi quindi fare il calcolo è stato abbastanza facile: 3 euro a pezzo!

 

 

terrazzarinascentefoto

Ormai era ufficiale: avevamo subito un furto legalizzato.

Quasi come la povera Carole che ho incontrato dopo in terrazza e che aveva speso 14 euro per un toast, ma loro almeno sono stati al sole! Argh

Il problema è che da quando ho imparato a fare il sushi a casa, so bene quanto costa.

Con 78 euro avrei fatto una cena per 8 e non ci saremo alzati da tavola ancora affamati, come è successo ieri.

Se vi siete persi il mio articolo su come fare il sushi a casa, eccolo http://www.temperateitacchi.com/blog/?p=136

Ma la vita è bella no?! Veroooooo!?

arrivomaratonaotoE quindi siamo ripartiti con le nostre bici e un sorriso stampato in volto senza neanche avere il classico abiocco del dopo pranzo (Ovvio, non avevamo mangiato un tubo!).

Abbiamo proseguito il nostro giro verso il Castello Sforzesco per vedere l’arrivo degli eroi della maratona.

Dal Castello a Cadorna e poi giù per Via de Amicis e il resto della “circumvalla” in direzione Corso di Porta Romana, ancora qualche pedalata ed eravamo a casa.

Ci siamo lanciati in 3 sul divano e ci siamo inebetiti un po’ davanti alla tv.

 

ritornoacasafotoSo che il blocco del traffico fatto una volta ogni tanto serve a ben poco per quanto riguarda l’aria.

So che il blocco del traffico reca molti danni a chi ha negozi, ristoranti e attività varie (anche se ieri parlavo con dei ristoratori che mi hanno detto che quando c’è il blocco lavorano meno a pranzo, ma di più a cena).

So che tutti gli uomini per cui la loro auto altro non è che il prolungamento del pene…soffrono di brutto a non poter guidare per quasi 8 ore, ma io quando c’è il blocco sono felice.

Non è colpa mia se in questa città non sanno cosa siano le piste ciclabili e quindi se per fare un bel giro in città con mio figlio senza rischiare troppo, devo aspettare il blocco! Oh no?!

Ma del mio rapporto con gli automobilisti (marito compreso) ve ne parlerò un’altra volta. Preparatevi perché ci sarà da litigare!!! Hihi

Tacchi temperati in cioccolato, avvistati in Rinascente. Super!

Tacchi temperati in cioccolato, avvistati in Rinascente. Super!

Il mio piccolo grande amore Danny boy con cappellino "temperato"!

Il mio piccolo grande amore Danny boy con cappellino “temperate i tacchi”. So che col sole non si vede il logo, ma fidatevi!

caramellefoto

Caramelle belle e buone, ma care come il fuoco. Infatti sono rimaste sugli scaffali della Rinascente!

Ama il tacco 12, ma appena può gira a piedi scalzi: intervista a Justine Mattera.

Nasce a New York il 7 maggio 1971 da famiglia di lontane origini italiane.

Dopo la laurea in lingua e letteratura italiana alla Stanford University, nel 1994 arriva a Firenze per completare gli studi.

Per mantenersi inizia a lavorare come modella e cubista, ed è in una discoteca toscana che viene notata dal produttore e DJ Joe T.Vannelli con cui collaborerà per alcune produzioni. 

Si trasferisce poi a Milano dove conoscerà e sposerà il conduttore e autore Paolo Limiti che, dopo avere notato la sua straordinaria somiglianza con Marilyn Monroe, la vuole con lui come showgirl.

Tv, teatro, cinema… Justine non si ferma più e nel 2012 vince il Premio America della Fondazione Italia USA.

imageSe la volete vedere dal vivo, ora la trovate “aggiro” nei teatri della Lombardia dove è la protagonista di “Sugar”, la storia di “A qualcuno piace caldo”.

Ovviamente interpreta Marylin.

Justine ed io per 9 mesi abbiamo avuto la stessa pancia, infatti i nostri due maschi sono coetanei.

B: Come è cambiata la tua vita da quando sei diventata mamma?

J: Ti cambiano tutte le priorità. Accetto lavori solo che siano importanti perché non voglio lasciare i miei 2 bambini con qualcun altro. Non ho mai avuto qualcuno che si svegliasse al posto mio di notte e non lo voglio. Sono gelosa della notte e di loro che cercano me.

B: Come gestisci lavoro e famiglia?

J: La mia filippina ora e’ nelle Filippine, ma spero che torni. Per ora ho una ragazza sud americana che vive vicino a casa nostra e fa i pomeriggi. La sera se sono in turnè o ho qualche impegno di promozione cerco sempre di tornare anche se è tardi perché ci tengo a portarli a scuola. Se non posso farlo io lo fa Fabrizio, mio marito.

B: È un bravo papà ?

J: E’ molto bravo a cucinare per loro e a portarli in giro in bici perché sono cose che lui ama fare, ma se si tratta di cose più organizzative, banali e noiose tipo mettere un pigiama, lavare i denti o dare un antibiotico… È meglio che ci sia io. Anche se andare a letto vestiti come a scuola o senza lavare i denti non è poi così grave no?!

B: Vuoi dirmi che non è capace di mettere loro un pigiama e di lavargli i denti?

J: No, e’ capace! Il problema e’ che spesso è stanco e si addormenta prima di loro quindi quando si sveglia li porta nel letto così come sono per non svegliarli.

B: Dimmi la scena piu buffa che hai trovato in casa, di notte, al ritorno da un tuo spettacolo?

J: 2 anni fa arrivo a casa a mezzanotte e sento uno strano silenzio. Entro in camera nostra e trovo Fabrizio sotto le coperte in pigiama che dorme.

Vado nella stanza dei bimbi e vedo Vivienne (ai tempi aveva 1 anno e mezzo) che dormiva per terra sul tappeto vicino alle bambole.

Vincent, il maschietto che normalmente dorme sopra il letto a castello, non c’era! Cerco dappertutto, ma nulla e allora tutta allarmata sveglio Fabrizio “dove è Vincent?” e lui mi risponde “non lo so, mi sono addormentato”. 

A quel punto mi rimetto a cercarlo e… lo trovo dietro al divano per terra che dormiva. Vado in cucina a farmi un bicchierino per riprendermi dallo spavento e trovo il delirio! Mio marito se la cava benissimo per quanto riguarda il cucinare, ma sul mettere a posto sta ancora in alto mare.

B: Parliamo di coppia: dimmi che anche il vostro rapporto di coppia e’ cambiato da quando sono arrivati i bimbi, ti prego non mi fare sentire diversa!

imageJ: Prima dell’arrivo dei nostri figli ovviamente avevamo più tempo da soli ed eravamo meno stanchi. Ma credo molto nell’intimità della coppia e non ci starei più se non fossi più sessualmente astratta da lui.

Facciamo l’amore meno di prima, ma continuiamo a farlo.

 

Ieri sera per esempio dopo lo spettacolo, i miei compagni di scena mi hanno chiesto di uscire a cena con loro, ma io ho risposto che andavo a casa a fare all’amore con mio marito.

B: Non lo hai trovato addormentato???

J: Eh no! Ci eravamo dati appuntamento e mi ha aspettata sveglio. Mi aveva promesso anche che mi avrebbe cucinato qualcosa, ma se lo ho e’ dimenticato quindi prima della seduta notturna mi sono cucinata un hamburger di tacchino.

B: Se una donna non nasce sensuale come te (parlo di una a caso!Ops), ha qualche possibilità di diventarlo? Dimmi di sì daiii.

J: La sensualità la hai dentro, ma va coltivata e comunque si può sempre imparare qualcosa.

imageB: Ma e’ vero che sei andata a fare un corso di sesso orale ?

J: Si è verissimo.

In Italia se una donna parla di sesso e’ una poco di buono, ma se un uomo dice che è stato con 50 donne e’ un Figo.

Sono andata a fare quel corso non perchè non sapessi, ma per una mia curiosità.

Nella vita si può sempre migliorare.

 

B: Cosa sarebbe questa tecnica di Shirley Temple di cui hai parlato? Io da piccola la guardavo sempre, ma non mi ricordo si parlasse di sesso orale nei suoi film! Ops

J: Se la guardavi sempre ti ricordi i suoi riccioli biondi vero?!

B: Certo che me li ricordo, ero davvero una sua grande fan, non sto scherzando! Ma cosa c’entrano i riccioli biondi di quella biondina innocente con il sesso orale?

J: C’entrano perché, se vuoi far felice tuo marito, con la lingua devi riprodurre il movimento dei ricci di Shirley intorno al suo pene.

B: Oh perbacco! Non ci credo, è questo il trucco? Basta trasformarsi in parrucchiera? Wow, ci proverò!

(NB della blogger: non cercate di usare il ferro per fargli i ricci…gli fareste molto male!)

B: Andiamo avanti che ho capito che ho ancora tanto da imparare. Come si deve vestire una donna per essere sexy?

imageJ: Ognuno ha il suo gusto, quanto ti sentì sicura di te sei sexy qualsiasi cosa indossi

(NB della blogger: intatti se mi mettessi io il pantalone che indossa lei nella foto accanto, sembrerei la Pina di Fantozzi e invece lei…)

B: Se devi eccitare il tuo compagno per evitare che si addormenti prima cosa fai, come ti vesti?

J: A lui piace la donna con il fisico atletico e tutto il nuoto che ho fatto nella mia vita e la mia predisposizione naturale diciamo che mi hanno dato un buon aiuto.

Justine con suo marito Fabrizio e i loro due bambini  Vivienne Rose e Vincent

Justine con suo marito Fabrizio e i loro due bambini Vivienne Rose e Vincent

Fabrizio ama l’abbigliamento classico con qualche dettaglio surprise. Quando ci siamo conosciuti, lui era più bacchettone e io più “freak”. Ero capace di vestirmi in lycra, tutta maculata e con super tacco, oppure in pelle rossa o pitonata.

Un volta Lenny Kravitz mi notò e mi chiese di accompagnarlo a fare shopping in Via Montenapoleone, ma ero fidanzata e fedele quindi ho detto no. Che cretina sono stata!

Ora i nostri gusti si sono avviciniati: lui si e’ modernizzato un po’ e io mi sono un po’ imborghesita. Diciamo che se mi metto un tubino con sotto un completino sexy della perla lo faccio felice.

 

sexyfotoB: Tipo quelli che indossi in certi scatti un po’ tanto sexy che ho visto in Twitter?

J: Esatto, proprio quelli

B: A proposito di fisico atletico, mi ricordo quando hai fatto la fattoria: vincevi quasi tutte le prove, ma come facevi?

J: Sono americana e la competizione e la determinazione li ho nel sangue. E poi sono piccola, ma sono una iena diesel.

B: Credi ai cibi afrodisiaci? Un’altra arma per sedurre e’ la cucina no?! Tu cucini? Cosa ami cucinare?

J: La cosa che faccio meglio e’ il cappone sotto sale, una ricetta della Parodi che ho rielaborato.

Credo più negli ambienti afrodisiaci che nel cibo. Secondo me un qualsiasi piatto buono accompagnato da un vino buono diventa afrodisiaco se la situazione lo permette…

B: Ultimamente tI sei fatta male ai tendini di un dito e hai avuto un forte attacco di asma? Non è che stai correndo un po’ troppo?

J: Secondo me c’è una “nuvoletta” che mi sta seguendo, ma io ora per restare in tema di dito le faccio un bel dito medio e vado avanti.
E’ iniziato tutto quando Antonio Capitani, che fa gli oroscopi per Vanity Fair, mi ha detto che avrei avuto Saturno contro per due anni.

imageB: Senti, maaa…torniamo alla tua ricerca continua di imparare cose nuove. So che hai fatto anche corsi di Lap dance e di Burlesque. Fammi capire, ma è un segreto per tenersi un marito bello e giovane? Perchè se è così mi iscrivo subito anche io.

J: La Lap dance la ho fatta prima del provino per il film di Abel Ferrara e ho fatto bene perchè mi hanno presa proprio grazie a quel giro sul palo.

B: Come e’ quel figone di Jeremy Irons dal vivo?

J: Conturbante, leggermente inquietante, ma molto gentile, intelligente e colto. Per fortuna che prima di andare in scena e prima di ogni provino mi bevo un bicchierino di vino buono bianco e profumato sennò sarebbe stata durissima…

B: È il corso di Burlesque?

J: Lo ho fatto perché credo di essere una donna un po’ di altri tempi per il fisico e il look che ho e perché sono ironica quindi ho pensato che per il mio mestiere potesse essermi utile e infatti grazie a quello ho fatto diversi lavori.

B: Meglio saper cucinare o saper fare uno spogliarello?

J: Sapessi fare tutti e due sarei la donna perfetta, ma meglio puntare su quello per cui si è più portati quindi il burlesque

B: Tacchi o ballerine?

justinepiedefotoJ: Sono nana quindi non disdegno il tacco 12, ma ho i piedi massacrati tra il ballo e una vita sui tacchi quindi quando posso, in auto o in casa, tolgo le scarpe e sto a piedi scalzi.

 

Vabbè allora facciamo che non guardo sotto il tavolo, ma ti dico solo di rimetterti le scarpe che fuori piove!

 

NB: Lo sapete che non faccio le interviste in diretta no?!?! Ho intervistato Justine mentre pranzavamo al Jazz Cafè in corso Sempione e fuori diluviava.

NB del NB: se siete interessate al corso di sesso orale dovete rivolgervi al negozio ZOU ZOU di Roma e chiedere di Tiziana.

Barbara

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La bionda di Venezia intervista il “Moro di Venezia”: Tommaso Chieffi.

Timoniere di 470 con cui ha vinto europeo nel 1981 e mondiale nel 1985.

Quinto alle Olimpiadi di Los Angeles nel 1984 .

Ha vinto l’Admiral cup per la squadra italiana come timoniere di Mumm’ a
mia nel 1995.

 

Timoniere di “Italia” alla Luis Vitton Cup nel 1985-86.

Tattico sul “Moro di Venezia”, “Oracle racing, Shosholoza” e “Azzurra” in Coppa America e Abn Amro nel Giro del Mondo poi vinto nel 2006

Tommaso Chieffi ha vinto 20 titoli mondiali e ieri sera ha mangiato l’ossobuco fatto da mio marito e il risotto alla milanese fatto dal nostro Bymbi ed è sopravvissuto! YES

Meno male che l’antipasto di radicchio alla trevisana e sbrinz lo avevo fatto io con le mie manone. Non potevo perdere l’occasione di cucinare per un pò pò di uomo: bravo e pure bbbono!

Tommaso Chieffi, moi e Tiziana al fidanzata di Milano (Hihi!)

Tommaso Chieffi, moi e Tiziana al fidanzata di Milano (Hihi!)

La serata non era iniziata nei migliore dei modi: il semifreddo al pistacchio che ci avevano gentilmente portato è finito per terra ben due volte!

Una volta alla sua fidanzata di Milano (come ogni marinaio ne ha una per ogni città) e una volta a me in cucina mentre cercavo di metterla al sicuro togliendola dalle mani di Tiziana. OPS!

Secondo voi potevo farmi scappare un’occasione così ghiotta per una bella intervista? Direi di no.

Prima gli ho fatto bere un paio di bicchieri di rosso e poi l’ho fatto parlare.

B: Tommy quando è nata la passione per la vela? 

T: Da piccolo. Quando ci siamo trasferiti a Milano dal Belgio. Ho vissuto ad Anversa per 5 anni. I miei genitori sono Italiani, ma lavoravano li. Appena arrivati in Italia mio padre iniziò a portarmi in barca a Maralunga, vicino a Lerici.

B: Quanti anni avevi?

T: Avevo 6 anni e andavamo in questa piccola barca a vela francese in legno. Quando poi papà da Milano si trasferì a Carrara ci siamo iscritti alla scuola vela e sono iniziate le mie prime regate.

B: Un amore per il mare che dura ancora visto che sei appena tornato dai Caraibi, beato te. Cosa hai fatto di bello in quel peradiso?

T: Il campionato Caraibico della classe Melgies 32

B: Se ci torni mi porti con te? Piego le vele, cucino, lavo il ponte. Lucido i winch. Mi trasformo in Polena (le statue decorative che si avvinghiamo alle prue delle barche) e faccio la guardia alla barca quando siete fuori a cena. Faccio quello che vuoi, ma portami con te ti pregoooooooooooo

Sei stato timoniere e tattico nelle barche più famose del mondo,raccontami il primo ricordo brutto che ti viene in mente senza pensarci troppo?

T: Quando nel ’81 su un 470 avevamo gia vinto il campionato europeo e stavamo per vincere anche quello del mondo, ma all’ultima prova un vero e proprio match race dell’equipaggio americano ci ha fatto perdere.

B: Mannaggia, e un ricordo bello?

T: Quando 4 anni dopo siamo riusciti finalmente a vincere il campionato del mondo nelle acque di casa a Carrara.

B: Senti lo so che sono un’impicciona, ma devi togliermi una curiosità: prima di una regata fate “all’amore” o come i calciatori state in ritiro?

T: Normalmente non ce n’è l’occasione perchè dove ci alleniamo spesso non ci sono donne in giro. Una volta, però, ricordo che eravamo a Sant Tropez a fare una regata e la mia fidanzata venne a trovarmi. Arrivammo in finale e poi perdemmo. Il mio prodiere mi accusò di essermi distratto sul finale. Non ho neanche avuto il corraggio di tentare di difendermi: un pò avevo torto io e un pò troppo era grosso lui.

B: So che hai 2 figli: Ginevra e Angelo. Quando partivi per le tue regate spesso non li vedevi per lunghi periodi, quanto ti è pesato?

T: Ti dico solo che mi è capitato di stare lontano da casa anche per 10 mesi di seguito, ero in nuova Zelanda con “Oracle racing”.

La sera prima del mio ritorno mia figlia Ginevra non ha dormito tutta la notte per l’emozione. Quando sono andato a prenderla a scuola, era alle medie, ci siamo abbracciati in silenzio per mezz’ora. Le lacrime non la smettevano di scendere.

B: Angelo è appassionato di vela?

T: Sono tutti e due appassionati però stando a Milano è difficile trovare l’occasione di praticare. Due estati fa mio figlio ed io siamo usciti in barca da soli dalla spiaggetta dello Yacht club di Porto Cervo. Visto che ci teneva a timonare lui, mi sono preoccupato di avvisarlo di stare attento ad alcuni scogli di superficie che c’erano in quella zona.
Peccato che lo scoglio lo ho preso io quando mi ha ceduto il timone per il secondo giro.

B: Un fenomeno! Raccontamene un’altra dai?

T: Di danni ne abbiamo fatti tanti . Abbiamo anche rotto un albero, mi sembra col Moro di venezia 2.

Il peggio però è successo quando ho rotto il timone del “Moro di Venezia 5” . Abbiamo incominciato a girare all’impazzata nel canale di San Diego (in California dove si disputava la Coppa America) fino a che la barca si è finalmente fermata in prua al vento a pochi metri da una boa di ferro che ci avrebbe sicuramente affondato.

B: Ma Paul Cayard dove era?

T: In quei giorni non poteva uscire con noi e mandò me come timoniere insistendo che uscissimo nonostante le condizioni del tempo avverse (NOTA DELLA BLOGGER: il solito pirla!)

B: Quando vi allenate cosa mangiate?

T: Se sono uscite per regate giornaliere a pranzo mangiamo barrette, frutta
o altre cose rapide “al sacco” e la sera mangiamo a terra o al
ristorante o a casa se abbiamo il cuoco.

B: Addirittura il cuoco?

T: Eh sì, se siamo in Coppa America o in altre competizioni internazionali,
spesso e più pratico vivere tutti assieme e avere un cuoco che ci
permette di non distrarci con uscite al ristorante e di mangiare sano.

B: E se non sono competizioni giornaliere?

T: Dormiamo (poco) in barca e non in casa, quindi spesso cuciniamo a bordo
sia a pranzo che a cena.

Se ripenso a quella volta in cui un mio collega scoprì il cibo liofilizzato…
Durante il “Fastnet” (regata dall’inghiliterra all’Irlanda e ritorno)
mise alcune buste di cibo liofilizzato in acqua nella pentola a
pressione. In teoria avrebbe dovuto scaldare l’interno delle buste che
andavano poi tolte dall’acqua e aperte e invece si dimenticò tutto sul
fuoco e le plastica delle buste si fuse nell’acqua assieme al loro
contenuto. Peccato che il furbone ci raccontò tutto quando, vista la
fame, avevamo già mangiato tutto senza fiatare.

B: Sogni nel cassetto?

T: Sono fortunato perchè li ho realizzati quasi tutti, ma ogni volta che
inizio con un nuovo programma l’ambizione è quella di riuscire sempre a
migliorare e se si può anche vincere.

B: Cosa stai facendo di bello ora a parte mangiare quell’ottimo semifreddo
al pistacchio che la tua fidanzata ed io siamo riuscite a salvare ben due
volte dal pavimento?

T: Sono tattico di “Bronenosec” (che in Russo vuol dire “corazzata”)
sposorizzata da Gazprom. Si tratta di 60 piedi con cui abbiamo vinto la
“Swan cup” l’anno scorso e la prima edizione della “Nord stream race”
sul Baltico. Quest anno si torna nei mari del nord.

Poi ho un altro progetto con un melges 32 che si chiama “Sinergy GT” con cui faremo il campionato del mondo della classe a Portocervo a settembre.

Farò anche un paio di regate con il mio vecchio amico Pigi (Loro Piana) sul My Song tra cui la Superyacht di Porto Cervo da lui sponsorizzata, e poi parteciperò al campionato del mondo di Altura ad Ancona.

 

Il nostro ossobuco di ieri sera! Slurp

Il nostro ossobuco di ieri sera! Slurp

Per finire ho un progetto interessante che si sta chiudendo con la firma in
questi giorni, ma te lo racconto la prossima volta che prepari l’ossobuco

B: l’ossobuco lo faccio al massimo una volta l’anno, rivediamoci prima dai!

Barbara

Ridatemi Bernacca

Il colonnello Bernacca, lui si che ci azzeccava sempre, altro che internet.

Se penso che stavamo per non venire in montagna perché le previsioni davano piogge e nevicate per tutto il lungo we…

Mannaggia, meno male che alla fine non abbiamo fatto affidamento su meteo.it, 3BMeteo e tutti i loro amici e siamo partiti lo stesso.

imageRanieri, i suoi trattori e il latte appena munto ci stavano aspettando in quella che per noi e’ diventata un po’ una seconda casa: l’agriturismo “Caldara” a 2 km dal centro di Cortina.

Abbiamo scoperto questo posto 3 anni fa e ormai ci torniamo sempre una settimana a fine agosto e quando possiamo in inverno o a Pasqua.

Se non fosse per le mucche che di notte fanno un macello assurdo, questo sarebbe un vero angolo di Paradiso. Per ora gli diamo un dieci meno meno.

Una vista mozzafiato che non ci rende poveri in tasca, ma ricchi dentro.

imageE poi dove lo trovi un altro come Ranieri che dopo 12 ore di lavoro ha ancora la voglia e l’entusiasmo di portare Danny a fare un giro in trattore?

Non venivamo in montagna da Pasqua 2012 e ci tenevamo a rimettere Danny boy sugli sci prima della fine della stagione

Amo Cortina.

Ci sono cresciuta e ho sempre amato di lei quel giusto mix di sport, bellezza del paesaggio e un po’ di mondanità che non guasta.

Ieri ho rivisto un amico che non vedevo da 15 anni e ci siamo salutati come se ci fossimo visti il mese scorso.

Mette allegria Cortina (Un po’ meno al mio portafoglio che torna sempre alleggerito, troppo!)

Si incontrano amici che arrivano da tutta Italia e se ne vedono di tutti i colori: dalla signora che non vuole invecchiare e che va in giro vestita da ragazzina, alla ragazzina che vuole crescere troppo velocemente e passeggia su e giù come una vecchia signora. Ma per fortuna quelle sono solo eccezioni.

Cortina pullula di sportivi che sfrecciano giù per le piste da sci e poi, non contenti, si macinano anche un bel po’ di km in bici. Gente sana che durante la settimana lavora e nel we si dedica alla famiglia e allo sport.

imageA Cortina puo’ capitare di incontrare un Montezemolo sorridente e in scarpe da ginnastica che si avvicina a chiederti cosa si è fatto tuo figlio che va in giro con le stampelle. Anche lui ha una bimba piccola e si preoccupa.

Veder scendere Danny boy così sicuro con la sua maestra già dopo la seconda discesa, mi aveva fatto sorridere.

Una stupida caduta mi ha tolto quel sorriso da mamma orgogliosa, ma solo fino a quando non abbiamo scoperto che si trattava solo di uno stiramento dei legamenti.

imageTutore, stampelle e risposo per almeno una settimana. Io vedo sempre il bicchiere metà pieno: poteva andare peggio.

Anche a Danny e’ tornato il sorriso. Ha imparato subito ad usare le sue stampelle e non ha fatto un capriccio quando gli abbiamo spiegato che con il tutore ci avrebbe anche dovuto dormire per evitare difare brutti movimenti durante la notte.

Proprio a riposo non ci siamo stati però! Diciamo che siamo partiti col piede sbagliato,Ops.

imageSubito dopo la radiografia e l’esito, un bel giro in funivia con pranzo di Pasqua in rifugio. Visto che dopo pranzo era anche uscito il sole, siamo rimasti un po’a giocare sulla neve.

Ieri sera e’ venuta a trovarci la nonna Mao, in montagna anche lei, quindi mio marito ed io ci siamo presi la serata libera e siamo andati a cena con amici a Dobbiaco.

Oggi splende un sole fantastico.

Ce lo avrà mandato l’angelo?
Potevamo forse stare a riposo con una giornata del genere?
Cosa si può far fare ad un bambino col il tutore quando splende il sole?
Elementare Watson: guidare una moto slitta!

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Questo si che è un vero papà. Intervista ad Alessandro Costacurta

Arrivai a Milano da Venezia nel 1989.

Da quel momento iniziai a vivere da sola e casa mia divenne presto un porto di mare: gente che andava e veniva.

Spesso organizzavo delle vere e proprie feste. Nel giro di un paio di anni casa mia divenne meta di tanti amici e di amici di amici.

Fu così che in una delle varie serate, portato da un amico comune, arrivò anche lui: l’ambitissimo e bellissimo Alessandro Costacurta. Ai tempi era fidanzato, ma quella sera arrivò senza di lei. Fu una serata molto divertente e lui si comportò come sempre da grande gentleman con tutte. 

Un paio di mesi dopo, nel lontano 1992, andai all’Hollywood, che il quel periodo era la mia seconda casa, e lo rividi.

Lo salutai con il mio solito trasporto e lui mi bloccò al volo dicendo che quella sera era con la sua storica fidanzata e che la signorina era parecchio gelosa. Non avrebbe saputo come spiegarle che ci conoscevamo e che era addirittura venuto ad una festa da me senza di lei.

Io, un amichetto e Floriana a Ponza

Io, un amichetto e Floriana a Ponz

 

Lo salutai e mi allontanai prima che lei apparisse la gelosona all’orizzonte.

 

Dopo 5 minuti, mentre lui era a fare “plin plin”, incontrai Floriana, una mia carissima amica di infanzia.

Da piccole avevamo passato intere estati a Ponza assieme ai nostri genitori che erano amici e non ci vedevamo da ben più di 10 anni.

 

 

 

 

flofotoImmaginate la mia faccia quando mi disse che era lì con il suo fidanzato Alessandro Costacurta!?

 

E immaginate la faccia di Billy quando ci vide arrivare al privè dell’Hollywood a braccetto e ridendo come due matte.

 

Oggi è il 19 marzo e 17 anni fa Alessandro e Martina si stavano dando il primo bacio.

“Eravamo sotto casa sua in Via Sottocorno sulla mia Mercedes Pagoda Blu e sullo sfondo cantava Mina”

Ne è passata di acqua sotto ai ponti. Alessandro si è sposato con Floriana e poi purtroppo si sono separati.

E’ arrivata Martina e ora Alessandro è un ottimo marito e un papà, un bravissimo papà.

Ricordo ancora la faccia che ho fatto quando a settembre del 2012 ho aperto il giornale “Amica” e ho visto la foto di Billy vestito da donna.

billyfotoChapeau! Che coraggio. Solo un uomo di classe come lui poteva fare una cosa del genere rimanendo maschio e nello stesso momento dicendo “no all’omofobia”.

Il messaggio che ha voluto dare facendosi fotografare così per “Amica” è che Gay, etero, bisex…non importa.  

Si parlava del fatto che fare coming out per un calciatore qualunque avrebbe avuto di sicuro delle conseguenze con le tifoserie avversarie, ma che se a dire “sono gay” fosse stato un grande campione amato da tutti, allora la cosa avrebbe potuto fare la differenza.

B: RIvederti oggi in quell’immagine vestito da donna mi fa pensare anche al 8 marzo da poco passato. Non ho mai amato festeggiare questa ricorrenza visto che siamo donne anche negli altri 364 giorni e quest anno la voglia è stata ancor meno. 

Nel 2012 in Italia sono state uccise 103 donne quindi c’era ben poco da festeggiare. Secondo te cosa sta succedendo nella nostra società !? Come mai tanta violenza nei confronti delle donne specialmente da parte dei loro compagni? 

A: Il problema è che le donne sono sicuramente cambiate mentre gli uomini sono rimasti uguali . In molte occasioni si vedono famiglie paternalistiche dove l’uomo si sente superiore. Momenti grami come quelli di questo periodo hanno sicuramente portato ad un innalzamento dello stress nell’uomo.

Alcune rivendicazioni che la donna non faceva anni fa, adesso non fanno che aumentare l’esaurimento di certi uomini malati. C’e’ una forma di depressione negli uomini che non si sono adeguati ai tempi.

billyfigofotoB: Non posso che darti ragione, ma ora passiamo a qualcosa di più leggero dai sennò mi tocca cambiare il motto del mio blog da “Contagio imminente” ad “Ansia imminente”! Ops 

A mio parere, e come me sono sicura che la pensano in tanti, sei stato uno dei calciatori più eleganti della storia del calcio.

Cosa non manca mai nell’armadio di uno uomo di classe?

A: Il cappotto sopra in ginocchio, classico ma sportivo. Non potrei mai rinunciare alla camicia bianca. Non uso piu i boxer perche sono scomodi, ma preferisco quelli di maglia di cotone belli attillati. Datemi pure il cartellino rosso, ma non riesco piu ad usare neanche la lana quindi ormai indosso solo cachemire. Un’altra cosa di cui non riesco più a fare a meno sono gli stivaletti.

B: Gli stivaletti?

A: Perché ho i piedi usurati e la suola di gomma mi aiuta. Inoltre li trovo più eleganti di qualsiasi altra scarpa sportiva. La pressione sui malleoli aiuta!

B: In “Amica” dicevi che se tu fossi una donna vorresti un bel seno, una borsa di Hermes e ci proveresti con Brad Pitt. Me le spieghi?

A: Trovo che una donna, indipendentemente dal vestito che indossa, sia elegante se porta una borsa di Hermes. Per quanto riguarda il seno ti rispondo che se fossi donna vorrei essere guardata e visto che quasi tutti gli uomini guardano solo quello…

B: Quasi? Ma fammi il piacereee. Tu invece no? Cosa guardi in una donna?

A: Io guardo gambe e sedere

B: Ok ciao io vado, ho da fare!

Alessandro ed io alla fine di questa intervista. Contagiato!

Alessandro ed io alla fine di questa intervista. Contagiato!

B: Vabbè dai resto, ma tu non mi guardare nè gambe né sedere quando mi alzo perchè ci devo lavorare ancora parecchio. Hi hi!  E di Brad Pitt cosa mi dici?

A: Penso che sia l’uomo più bello del mondo . Sono un grande ammiratore di “Thelma e Louise”  in cui lui recitava.

A proposito di 8 marzo, te la ricordi la trama del film Barbara?

Lei scappa di casa proprio perché il suo uomo la picchiava e le due amiche sacrificano la loro vita in nome della libertà. 

B: Certo che me lo ricordo, ho amato tanto anche io quel film. Però adesso facciamo che abbandoniamo quell’immagine alquanto insolita di te vestito da donna e torniamo all’Alessandro 100% maschio che piace tanto a noi ragazze (Ok, ok donne! Scusate, ma io mi sento sempre una ragazzina!)

B: Come è cambiata la tua vita senza palla? Ti manca?

A: Sono molto più sereno

B: Raccontami una tua giornata tipo.

A: Mi sveglio alle 7.05 e dopo la colazione esco per accompagnare nostro figlio Achille a scuola. Alle 9.05 sono in palestra al Club10 al Principe di Savoia (quasi tutti i giorni) e alle 11 di solito mi dedico a diversi appuntamenti di routine. Alle 12.30 se riesco pranzo a casa.

Dalle 14 alle 15.30 leggo e seguo le notizie sportive. Alle 15.30 esco per andare a prendere Achille e torniamo a casa verso le 16.30. Sto con lui quando non ha i vari dopo scuola (inglese, hip hop dance, nuoto etc) altrimenti vado subito a preparare i video per le mie dirette a SKY.

matrimoniofoto

B: E Martina !?

A: Martina quando non lavora ovviamente e’ sempre con noi, ma non guidando lei l’indispensabile divento io!

B: Spesso i mariti “soffrono” un pò le mogli che lavorano troppo e che magari guadagnano più di loro. Tu cosa ne pensi?

A: Io penso che di sicuro in questo momento della nostra vita Martina lavora e guadagna più di me, ma sono molto contento perché quando mia moglie lavora è felice e quando porta in casa questa sua gioia fa solo del bene anche a noi.

B: Che uomo, fossero tutti come te…

Sono un’inguarible romantica quindi voglio sapere come hai conosciuto Martina e quando hai capito che era la donna della tua vita ?

A: La vedevo sempre in tv quando faceva un programma a mezzogiorno con Gerry Scotti nel 1996.

Ero single da quasi un anno (prima era sposato con la mia amica Floriana) quando Piero Gaiardelli, un mio amico che ai tempi lavorava in Reebook, ricevette una telefonata di Martina che aveva bisogno di alcune scarpe.

Gli strappai il telefono di mano e le dissi “Cara Martina io sono Alessandro Costacurta, ti vedo sempre con Gerry e spero un giorno di conoscerti “.

Grande fortuna che anche lei un quel momento fosse single (era stata lasciata da Alberto Tomba da tre mesi) .

Dopo un mese, a febbraio, Panucci, 3 modelle danesi ed io andiamo a cena al BBQ e al tavolo di fianco mi ritrovai Martina con la mamma e la zia. Ci salutammo e lei mi disse che dopo 2 giorni avrebbe sfilato per Armani. Ovviamente mi feci trovare lì e al dopo sfilata iniziammo a parlare. Ricordo che Martina era con Giovanni Malagò, attuale presiedente del Coni ai tempi suo grande amico.

Ho capito che sarebbe potuta essere la madre di mio figlio dopo un paio di anni che stavamo assieme.

B: Come le hai chiesto di sposarti !?

A: Un sera le dissi che dovevamo andare assieme a Venezia in aereo privato per una convention di Banca Mediolanum (perchè io a Venezia ci vado sempre e solo in treno? UFFA). In realtà andammo a Parigi e in cielo, all’altezza della Torre Eiffel, le diedi l’anello e le chiesi di sposarmi.

B: In ginocchio?

A: Purtroppo, no! Stavamo atterrando e dovevamo tenere la cintura di sicurezza

B: Wow! Neanche a Beautiful succedono certe cose. Anello in cielo con vista Torre Eiffel. 

A: Magari! Pioveva talmente tanto che non si vedeva quasi nulla.

B: Parlami di Achille e di quando Martina ha scoperto di essere incinta, come te lo ha detto?

A: Mi stavo allenando, lei era a Roma e mi ha chiamato a Milanello mentre mi stavo allenando. Sono andato di corsa al telefono dello spogliatoio e ho ricevuto la bella notizia.

B: Te lo ha detto al telefono?

A: Sì perché doveva rimanere ancora a lungo a Roma per lavoro e non ce la faceva più ad aspettare.
 

loro3Small_Audi-2B: A propsito di allenamenti, Achille gioca a calcio?

Sì. Ha giocato un pò a rugby, ma poi ha preferito il calcio.

B: Lo hai spinto tu a giocare a calcio? In che ruolo gioca?

A: Ha voluto andarci lui perchè ci giocano i suoi amichetti e per ora non gioca in nessun ruolo, si limita a correre dietro alla palla.

B: Come è Achille e che tipo di genitori siete voi?

A: Achille e’ un bambino molto vivace, tipico maschio energico per fortuna più Riccionese che Varesotto. Noi cerchiamo di essere soprattutto presenti .

Ai nostri tempi i genitori giocavano poco con i figli, specialmente i padri.

Noi vogliamo che Achille da grande abbia dei ricordi diversi.

milanfoto

B: Come ti piace di più Martina? Tacco temperato o ballerina?

A: Mi piace molto quando ha la gonna corta svolazzante e il tacco.

B: Un bel ricordo di quando eri al Milan?

A: I ricordi più belli per me non sono stati quelli in campo, ma nello spogliatoio.

Mi ricordo il post rissa Tassotti-Van Basten: avevano litigato in allenamento per un entrata un po’ dura e nello spogliatoio abbiamo cercato in tutti i modi di fargli fare pace. Io andavo da Mauro e Paolo (Maldini) da Marco. Ci abbiamo messo un paio di ore, ma alla fine ci fu l’abbraccio.

Marco ora viene in Italia solo quando sa che Mauro e’ libero per giocare a golf con lui.

B: Un brutto ricordo?

A: Quando dopo 21 anni di Milan mi hanno detto che non mi avrebbero rinnovato in contratto nel 2001. Mi ero rotto il ginocchio e pensavano che non sarei riuscito a recuperere

B: Sogni nel casetto?

A: Allenare il Milan

B: Bene! Facciamo finta che tu sia già l’allenatore: stasera c’è Milan-Barcellona, chi schiereresti in attacco?

(Non penserete mica che io faccia le interviste in diretta! Questa intervista l’ho fatta martedì 12 marzo alle ore 12 e quella sera si sarebbe giocato il partitone Milan-Barcellona) 

A: Barbara ok che non lavori più al Milan (ci ho lavorato per 2 anni dal 1999 al 20101), ma si vede che non segui proprio più il calcio!

Chi vuoi che possa schierare stasera?! Balotelli non può giocare in Champions e Pazzini è infortunato quindi le alternative sono poche: Boateng, Niang e El Shaarawy.

B: Vediamo se oltre a fare l’allenatore potresti essere anche un bravo veggente: come finisce il partitone?

A: Non sono mai stato un bravo veggente, ma ci provo: 3 a 1 per il Barcellona che però basterebbe per passare il turno.

Cavolo, ha sbagliato di 1 goal, ma in certi casi 1 goal purtroppo fa la differenza.

Magari come veggente non è proprio bravo, ma come allenatore ce lo vedrei proprio bene!

Auguri papà Billy

 

Barbara