Silent party: quando la musica unisce.

 

Siete mai stati ad un silent party?

Io fino a qualche sera fa non ci ero mai stata, e ora non vedo l’ora di andare al prossimo, magari senza mio figlio.

Silenzio e musica.

Queste due parole racchiudono un pó quello che la Puglia rappresenta per me: la pace e, nello stesso tempo, un insieme di note che ti smuovono tutto, dentro e fuori.

Silenzio e musica mi fanno pensare anche ad un grande della musica che ci ha improvvisamenfe lasciati.

Pino Daniele mi ha accompagnato in molti momenti importanti della mia vita.

Non mi dimenticherò mai quella sera in cui mi ritrovai a cena con lui e la nostra amica comune Rossana Casale.

Pino Daniele era davvero simpatico, e di cuore.

Immaginate la mia faccia quando chiesi a Rossana se Pino era strabico, perché aveva uno strano modo di guadarmi, e lei mi rispose che aveva un occhio di vetro!

Una delle tante gaffes della mia vita, OPS!

Oggi lo voglio ricordare così, mentre sorrideva.

E me lo voglio immaginare con la chitarra in mano, sdraiato su una nuvola a cantare col suo grande amico Massimo, Troisi.

Oggi lascio la mia amata Puglia, e parto con una valigia enorme, carica di ricordi, di sapori, e di profumi.

Parto anche con una sacca piena di silenzio, e di musica.

Sarà che, come dice sempre gentilmente il mio giovane marito, ormai sono stagionata.

Sarà che sono diventata un pó un orso, e alla mondaneità spesso preferisco il mio pigiama e le coccole dei miei uomini.

Ma io ad un Silent party non ci ero mai stata!

Il Silent clubbing, per chi non lo sapesse, è una festa che di solito si fa nelle piazze, all’aperto.

Ci sono tre dj che mettono tre generi di musica diversi tipo revival, house etc, ed un banco dove, al costo di 5 euro, ti affitti la tua cuffia.

La cuffia?

Eh sì, perché la musica si ascolta solo in cuffia, e sei tu che scegli quale dj ascoltare.

A seconda del dj che decidi di ascoltare  la tua cuffia cambia colore.

Ecco che mentre tu balli, e ti guardi in giro, vedi chi ha scelto di ballare la stessa musica che hai scelto tu, e allora magari ti avvicini, e condividi quel momento, quel ballo.

E se ti togli le cuffie?

E se ti togli le cuffie ti ritrovi in un ambiente surreale, dove la gente balla felice, ma tutto intorno regna il silenzio.

Il Silent party è un evento geniale che si può fare nelle piazze più belle d’Italia.

Un evento dove la musica fa da protagonista, ma l’inquinamento acustico è pari a zero.

Geniale!

Geniale perché la musica unisce, e lo fa sin dalla nascita, anzi, da nove mesi prima.

Il battito cardiaco della mamma è la prima musica che sente un bambino, ed è proprio da quelle prime note che inizierà un lungo e fortissimo legame.

Anche Danny ha voluto provare le cuffie, e abbiamo ballato assieme la stessa musica, poi lui ha preferito giocare con una montagna di neve rimasta in piazza, e io ho continuato a ballare con i miei amici.

Gran bella esperienza, da ripetere, magari senza figli, per potersi scatenare un pó di più e fino alle ore piccole.

E mentre la mia amica guida per accompagnarci all’aereoporto di Bari, ora vorrei avere una cuffia per ascoltare il rumore che fanno gli ulivi quando soffia forte il vento.

Ho da poco lasciato la nostra casa in campagna e già mi manca.

Si torna al nord, alla vita di tutti i giorni.

Mi piace l’energia che si respira a Milano, ma in questo momento della mia vita avrei bisogno d’altro e quindi stasera metterò la testa sul mio cuscino, chiuderò gli occhi e ripenserò a questa incredibile terra, sognando il giorno in cui, magari, riusciró a trasferirmi per sempre nella mia amata Puglia.

Besos

Barbara

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Un bacio da quaggiù!

Oggi è il 2 novembre.

In Sicilia durante la notte di Ognissanti vi è la convinzione che i defunti dei congiunti consegnino ai bimbi i dolciumi tipici del luogo accompagnati alla frutta di Martorana.

Nella zona di Massa Carrara la tradizione voleva che i defunti donassero come beni ereditati ai propri parenti, l’impegno di dispensare alimenti ai più poveri, invece i proprietari delle cantine porgevano ai meno fortunati un boccale del loro buon vino. Ai bambini si faceva indossare una collana di mele e caldarroste lessate.

In Puglia, nei dintorni di Barletta e Foggia, nel corso della giornata dei defunti viene cucinato il tipico piatto a base di grano, melograno, cioccolato, uva, gherigli di noci e vin cotto.

In Friuli Venezia Giulia la tradizione vuole che si tenga una candela accesa, una bacinella con dell’acqua e un pezzo di pagnotta.

In Veneto, per allontanare la malinconia, i fidanzati dovranno regalare alle future mogli una busta con racchiuse le fave in pasta frolla colorata, denominate Ossi da Morti.

In Trentino Alto Adige è tradizione far rimbombare le campane in continuazione per invocare le anime dei defunti attorno alle abitazioni, lasciando così la tavola imbandita con il camino acceso sino al giorno successivo.

In Sardegna è tradizione che i ragazzini si rechino di casa in casa a sollecitare del pane casalingo, mentre alla sera del 1°novembre si lascia la tavola imbandita e le candele accese.

A Cremona si usa svegliarsi il mattino presto per poi riordinare i letti al fine che i propri defunti possano riposare.

A Milano, il mio pensiero va a lui, al mio papà.

Sono convinta che, ovunque sia, sta sicuramente meglio di come stava qui, negli ultimi anni.

Negli ultimi quasi 10 anni della sua vita, ormai non ci riconosceva più.

Strana malattia l’Alzaimer: ci sono, ma è come se non ci fossero, ti guardano, ma è come se non ti vedessero, e se ti vedono, non sanno chi sei.

Ho fatto in tempo a mettergli Daniele sulle ginocchia, ma non sapeva più chi fossi io, e quindi forse non ha mai capito che quel biondino paffutello era suo nipote.

Non mi sento in colpa nel dire che quando mio papà se ne è andato, io mi sono sentita più leggera.

E’ stato un dolore, certo, ma non ce la facevo più a vederlo così, e a sapere mia mamma accanto a lui, giorno e notte.

Io ormai abito a Milano da più di 20 anni, e quindi lo vedevo poco, ma mia mamma…

Mio padre ha sempre viaggiato molto, per lavoro, ma negli ultimi anni era tornato a vivere a Venezia.

Con la morte del mio papi, ho visto mia madre rinascere, e il dolore ha lasciato spazio alla consapevolezza che era così che doveva andare, per poter andare avanti.

Oggi penso a lui, e me lo immagino vestito di bianco, come lui amava vestirsi spesso, in estate.

Non ho mai visto mio padre indossare una maglietta.

Mio padre indossava solo camicie, fatte su misura.

Mio padre era davvero uno degli uomini più eleganti che io conoscessi, dentro e fuori.

Me lo ricordo in barca, con i suoi jeans bianchi e la sua camicia d’oxford bianca.

L’abbronzatura tipica delle vacanze lunghe, e i suoi biondi capelli al vento, mentre timonava con la testa fuori dall’oblò della cabina di pilotaggio.

Sono felice di non vederti più soffrire, ma mi manchi.

Mi sarebbe piaciuto vederti camminare mano nella mano con Danny, almeno una volta.

Avrei voluto che tu potessi insegnarli tutto quello che hai insegnato a me, ma non potrai farlo, e allora ci proverò io.

Oggi il mio pensiero va a chi è rimasto, e oggi si sente un po’ più solo del solito.

Oggi il mio pensiero va a chi ha perso qualcuno, all’improvviso.

Qualcuno che era ancora felice di vivere, e non qualcuno che fissava il muro chiedendosi chi fosse, e chi fossero quelle persone che giravano intorno a lui.

Oggi il mio pensiero va anche a tutti quelli che in questi giorni hanno criticato le numerose foto delle feste di Halloween pubblicate sui social network.

Halloween non è una festa della nostra tradizione, e non andrebbe festeggiata?!

Ma perfavoreee!

Stiamo vivendo un momento storico difficile, molto difficile.

Vogliamo forse condannare chi, nonostante tutto, ha ancora voglia di festeggiare travestendosi, e andando a ballare, solo perché non si tratta di una festa italiana?

Allora il prossimo che gli sento dire “okay” invece di “va bene”, lo meno!

Ho comprato le caramelle preferite di nostro figlio e le ho distribuite a tutti i vicini, prima di andare a fare “dolcetto scherzetto”.

Sono contenta di averlo fatto, e lo rifarò anche l’anno prossimo, e quello dopo ancora.

La felicità non ha prezzo, e, soprattutto, non ha età e non ha nazionalità.

Venerdì sera sono uscita con mio marito e con un sacchetto pieno di maschere e di travestimenti vari.

Siamo stati a ben tre feste di Halloween, abbiamo ballato e ci siamo baciati come due ragazzini.

E vi dirò di più: Halloween, assieme al carnevale, è una delle mie feste preferite.

Alle feste di Halloween e di Carnevale, trovi solo la gente che ha voglia di mascherarsi, e chi si maschera ha lo spirito giusto, lo spirito che piace a me.

Non amo chi si piange addosso troppo a lungo, e per troppo poco.

Anche io, in certi momenti, mi sento pesante, mi ranicchio in un angolo e piango, ma poi mi rialzo e mi ricordo che, nonostante tutto e tutti, ho ancora tanto per cui essere felice, e allora torno a sorridere.

Sorrido anche perché so che non ci sei più, ma so che quando ho voglia di parlarti posso farlo, e sono sicura che tu mi ascolti, anche se tu sei lassù, e io ancora quaggiù.

Barbara

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“Barba trucco e il cazzotto nell’occhio”: una favola dei tempi moderni

 

Entrare in un portone da anonima e uscirne da vamp: ecco cosa può succedere un sabato pomeriggio a Milano (ma anche in tante altre città).
Ebbene sì, e per una volta è successo a me, wow
A volte ti capita di sfogliare certe riviste di moda e di vedere certe modelle con certi trucchi e certi capelli che il commento ti viene spontaneo: “Sì, sì. La vorrei proprio vedere struccata quando sta per andare a letto o quando si sveglia, quella lì”.
Mio marito a volte, guardando la televisione, mi dice: ” Ma quella lì cosa si è fatta? Si è rifatta tutta! Ma dai non vedi che ha cambiato faccia?!”
Che molte donne dello spettacolo (e non solo) ricorrano al bisturi, lo sappiamo tutti, ma secondo me anche il trucco fa la sua.
struccata1467218_10152038802182412_582159040_nEccovi per esempio un autoscatto che mi sono fatta ieri sera mentre, struccata, nel letto, stavo leggendo un bel libro romantico.
Ho dovuto farmi un autoscatto perchè il marito è crollato alle 21 (e meno male che ho sposato quello più giovane nella speranza che fosse lui a dare una svegliata a me!) 
Potreste mai pensare che sono la stessa delle foto che vedete alla fine di questo post?
Direi di no!
Eppure io dal chirurgo non ci sono mai entrata (e si vede nella foto da struccata, hihi)
Però, alla veneranda età di 44 anni, ho scoperto che anche un bel trucco può fare davvero i miracoli, e costa meno del chirurgo.
Sabato sera avevo un compleanno e poi un’altra festa.
Mi sembrava la giusta occasione per andare a salutare i miei amichetti di Coppola e per farmi fare una bella “testa da festa”.
Mentre mi facevano i “boccoli” mi è venuto il classico “lampo di genio” (me ne vengono spesso) e ho chiesto se c’era qualcuna che potesse truccarmi gli occhi.
Attenzione! Penso di essermi fatta truccare forse due volte in vita mia ed è successo quando non esisteva ancora lo “smokey eyes” quindi non sapevo cosa fosse lo “smokey eyes”
Sono anziana io (anzi, come dice mio marito, sono “stagionata”) e quindi certe cose moderne non le conosco.
Quando la mitica Laura mi ha chiesto se volevo lo “smokey eyes”, ho subito detto di sì senza sapere che mi avrebbe ben presto tirato un cazzotto nell’occhio.
No, non sto esagerando: se uno non sa cosa sia uno smokey eys e si fa truccare da qualcuno che invece è molto bravo a farlo, la prima impressione, quando ci si guarda allo specchio, è quella che qualcuno ti abbia tirato un cazzoto in un occhio e, quando gli occhi sono finiti tutti e due, i cazzotti diventano due.
Devo dire che all’inizio mi guardavo allo specchio e mi vedevo strana.
Io che non mi trucco mai, e se mi trucco metto giusto il rimmel, non sono abituata a vedermi così truccata.
Però devo dire che pian pianino ho iniziato a prenderci gusto.
“Wow, ma sono davvero io quella lì nello specchio?!”
Per non dirvi in quante vetrine mi sono specchiata una volta uscita da lì, ahah.
Non vi dico la faccia di mio marito quando mi ha vista: “Ma è carnevale?” mi ha chiesto.
E io che speravo che mi dicesse che ero una stragnocca.
Ma povero, anche lui è abituato a vedermi acqua e sapone: gli sarà preso un colpo a vedermi così.
La serata è andata benone e mi sono parecchio divertita a vedere le facce di certi amici che prima non mi riconoscevano e poi strabuzzavano gli occhi e mi dicevano. “Wow, ma sei tu?!”.
Che vi devo dire?
Sono piccole soddisfazioni.
Non vi nego che quando sono tornata a casa avrei voluto non struccarmi e andare a letto così, dormendo dritta dritta tipo mummia, per risvegliarmi così anche il giorno dopo, e quello dopo ancora, ma ho dovuto cancellare il miracolo con un colpo di cotone (facciamo 10 colpi di cotone)
10 colpi di cotone e 10 colpi di spazzola, mi hanno fatta tornare con i piedi per terra, anzi, sotto al piumone.
Mi sa che dovrò imparare a truccarmi gli occhi anche da sola, e farlo più spesso.
Per una notte mi sono sentita un pò come in una favola dei tempi moderni in cui Cenerentola andava al ballo e tutti la guardavano.
Per una notte ho capito che il trucco mi piace di più del chirurgo: con il trucco ti senti più bella, ma quando sei stufa, con 10 colpi di cotone, puoi tornare quella di prima.
Barbara
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Party alla “Rotonda della Besana”, a Milano: raccolta fondi a sostegno del museo dei bambini

 
La Rotonda delle Besana, a Milano, è una delle opere più importanti del Settecento, un monumento storico di grande interesse culturale nel cuore della città.
Nel 1940, il Comune avvia i lavori di restauro: gli spazi aperti diventano parco pubblico e la Chiesa un centro permanente di manifestazioni culturali e artistiche.
Nel 2012 il Comune decide di dare alla città di Milano un luogo dedicato ai bambini e ragazzi e identifica la Rotonda di via Besana come luogo ideale.
Al bando partecipa la Fondazione MUBA che si aggiudica la concessione dello spazio per 8 anni.
Cos’è MUBA?
MUBA è il primo centro culturale in Lombardia in cui i bambini e i ragazzi possono sperimentare, conoscere e imparare attraverso il gioco e l’esperienza diretta.
E da gennaio MUBA si trasferisce alla Rotonda della Besana facendola diventare un luogo unico nel suo genere in Italia per il contesto storico e monumentale.
Un luogo di forte collegamento tra scuola, famiglia e territorio, un centro permanente di attività e progetti culturali, sociali, artistici.
Un polo di scambio nazionale e internazionale, in collegamento con la rete internazionale dei Children’s Museum.
Ci saranno mostre, laboratori, cultura, design e arte per i bambini e campus per scuole e famiglie.
Questo GIOVEDI’, 14 NOVEMBRE, alla Rotonda della Besana, ci sarà un party per raccogliere fondi che serviranno a sostegno del museo dei bambini
DALLE ORE 19 MUSIC / FUN / DRINK / & FOOD ROTONDA DI VIA BESANA 12
Un party fatto dai grandi, per i bambini
Per partecipare alla Festa : effettuare una donazione minima di 30 € presso gli uffici di Via
Bandello 16 dalle 9 alle 17, oppure effettuare una donazione minima di 30 € tramite BB intestato a
Fondazione MUBA IBAN n. IT38O0335901600100000011742 con causale “Donazione a sostegno progetto MUBA” .
Una volta effettuata la donazione siete pregati di confermare la vostra partecipazione e numero partecipanti all’indirizzo mail info@muba.it
Sarà anche possibile partecipare effettuando una donazione presentandosi all’ingresso, fino ad esaurimento posti.
FONDAZIONE MUBA Museo dei Bambini – organizzazione no Profit Via M.Bandello 16 20123 Milano
Abitando non lontano dalla Rotonda della Besana non posso che essere super felice per questa nuova iniziativa e quindi giovedì sarò lì, in prima fila, davanti al dj!
Temperateitacchi che in Rotonda si balla.
Barbara

THE party: vinile for president

 
Quando tempo fa ho scritto il post sull’importanza del tenere viva la coppia e ho scritto che una delle regole fondamentali è quella di ricordarsi ogni tanto di uscire a divertirsi, lasciando a casa figli e pensieri, mi sono dimenticata di scrivere che è molto importate anche la scelta del posto in cui si decide di andare, assieme, ops.
Ieri sera mi era sembrata l’occasione perfetta: compleanno di una cara amica che gli eventi li organizza per lavoro e che quindi per la festa del suo compleanno ci avrebbe messo tutto il suo solito entusiasmo più un gran fetta di cuore. E poi in consolle Graziano della Nebbia, il mago del vinile.
Ma non avevo pensato alle amiche di Alessandra, azz!
Sono donna e mi piacciono gli uomini, ma ieri sera mi sono ritrovata a guardare più le donne dei maschietti!
Per non parlare di mio marito che ha visto Belen e non ha più capito un tubo. Come dargli torto? E’ di una bellezza disarmante, ha un fisico da paura ed è pure simpatica.
Per non parlare di quando inizia a ballare, vabbè!
La festeggiata al menù della festa avrebbe potuto tranquillamente aggiungere il brasato di lingue.
Con tutte le lingue che ho visto per terra…
Anche perchè oltre a Belen ce ne erano parecchie di donne belle e super fisicate.
Devo dire che non mancavano neanche i maschietti carucci, ma si sa che io ho solo occhi per il mio (Hihi) 
Ieri sera ho rivisto un sacco di amiche che ormai, o perchè vivono lontane o perché siamo sempre tutte stra incasinate e di corsa, non vedo più tanto spesso.
Che gioia, che gran boccata d’aria!
Che bella sorpresa scoprire il talento di questo famoso dj che io non conoscevo e che mi ha fatto ballare tutta la sera. Stamattina quando sono scesa dal letto ho scoperto che mi facevano male le gambe, un pò come quando vai in palestra ed esageri con l’allenamento.
Bello!
Bello vedere tuo marito che guarda un’altra, ma sai che ama solo te (si spera)
Bello ballare con le amiche di sempre.
Bello vedere la festeggiata che sale su un tavolo a ballare e dall’alto vede tutti noi che ci divertiamo e sorride, felice di averci regalato una serata da sogno.
Bello sedersi a fumare con gli amici una sigaretta fuori, sui gradini della bellissima Residenza Vignale e sapere che dentro c’è tanta gioia ad aspettarci.
Bello tornare a casa e crollare sul lettone sapendo che la mattina dopo si potrà dormire perché il cucciolo è dalla suocera.
Bello ora andare a riprenderlo e vederlo sorridere quando scoprirà che mamma e papà ieri sera hanno fatto i cubisti, ma oggi lo porteranno dai pompieri.
Grazie Alessandra, è stata una festa bellissima e tu eri raggiante!
Buona domenica
Barbara
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Ma quanto fa bene scappare?!

 
Lo so che spesso ripeto sempre le stesse cose, ma lo faccio per voi, giuro.
Scappate, appena potete scappate!
Prendete un scusa qualunque e scappate dalla quotidianità, dalla routine, dalle abitudini e, soprattutto, dai figli.
Il rientro dalle vacanze, diciamocelo (alla Ignazio la Russa, con voce roca), spesso non è una passeggiata di salute.
Magari dopo aver dormito in case in affitto o in alberghi, e dopo settimane con i piedi nella sabbia, hai anche voglia di tornartene a casa tua, nel tuo letto con le tue lenzuola profumate e, sopratutto, senza più sabbia tra i maroni…
Ma dopo 48 massimo 72 ore di ripresa della routine, ti chiedi se eri tu quella che pensava di aver voglia di tornare o se un marziano si era impossessato di te e aveva pensato al posto tuo. 
Insomma, il rientro dalle vacanze è duro!
Ok, ok forse la parola “duro” è esagerata, ma in vacanza stacchi la spina, pensi meno al lavoro, ai problemi vari di famiglia e tutte quelle rotture di “zebedei” con cui devi fare conto durante l’anno: l’operatore che non ti ha ancora dato la portabilità, l’avvocato che non ti ha ancora fatto sapere nulla di quella cosuccia, quel cliente che non ti ha ancora pagato, quel parente che ti preoccupa, il cane del vicino che abbaia alle 7 anche di sabato, quel nuovo progetto che ti entusiasma tanto, ma che non hai coraggio di far partire…
E al ritorno ti ripiomba tutto addosso.
Se poi tuo figlio va in prima elementare e tu, oltre a dover iniziare a svegliarti presto, devi anche fare i conti con un periodo iniziale di pianti e di difficile adattamento, allora eccoti anche la ciliegina sulla torta.
E quindi dopo il ritorno, l’inizio delle elementari e il marito ripiombato in pieno nella “modalità lavoratore sempre incasinato e stressato”, diciamo che la serata di ieri è arrivata a pennello.
Villa Frua, Stresa: compleanno a sorpresa per i 40 anni di Melo, un nostro carissimo amico.
Che si fa? Andiamo e torniamo in serata?
Ma noooo: dormiamo lì così possiamo goderci appieno tutta la serata, senza il timore della prova palloncino.
Alla fine Elisa, la proprietaria della villa, nonché la moglie del festeggiato e organizzatrice della mitica serata, ci ha invitati a dormire proprio lì, accanto alla splendida location della festa.
A fine serata non abbiamo neanche dovuto cercare le chiavi e salire in macchina: top.
Abbiamo mollato Danny a Milano a mangiar la pizza con ben due nonne, ci siamo spogliati da ruoli e pensieri, e siamo andati a ricaricare le batterie.
Uno splendido allestimento, un ottimo catering curato dalla nostra amica Elisa Caldarola, un suggestivo live con la stupenda voce di Simona Bencini (Avete presente la cantante dei “Dirotta su Cuba”?) e per finire, in consolle, lo stra mitico Tato di radio dj (lo so che due superlativi assieme si potrebbero usare, ma stavolta se li merita!)
Ma vogliamo parlare di quando Elisa ha bendato suo marito ed è sbucata fuori la mitica (mitico) Rosalba: mi è venuto male alle mandibole da quanto ho riso.
Se al tutto ci aggiungiamo anche le manine esperte del barman, direi che la serata non poteva che dare il risultato che ha dato.
Era da tempo che non ballavo così e così tanto.
Il dj non ne ha sbagliata una e mi tanto sa che avevamo tutti bisogno di fare una bella fuga dalla realtà.
Meno male che ho optato per uno stivale nero molto alto, sexy, ma bello comodo.
E meno male che ho scelto un look total black così sono riuscita a camuffare un po’ i miei attuali 77 kg.
Ebbene sì: un paio di giorni fa ho scritto che stavo iniziando la dieta e che avrei sconfitto la bilancia, ma per ora sta vincendo lei.
Mi piace troppo mangiare e forse, in questo momento di ripresa, non è ancora giunto il momento per iniziare seriamente la dieta: ho bisogno di zuccheri!
Datemi ancora un paio di giorni di assestamento, fate arrivare un po’ di fresco e la stagione delle vellutate, ed inizierò a fare la brava con l’aiuto del mio Bimby, forse.
Per il momento mi godo il ricordo della serata di ieri e dei balli fatti col mio maritino.
Barbara 

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Last night in Venice

 
Se una città è bella, ma ci vivi, finisci per camminare guardandoti la punta dei piedi.
Se un uomo è bello, ma è il tuo, a volte quella bellezza ti sfugge.
Ma se in quella città non ci vivi più, e se quell’uomo non è più accanto a te da giorni…
Allora inizi a camminare guardandoti attorno, e accanto a te, per condividere tale bellezza, vorresti lui.
Ecco come mi sono sentita ieri sera quando, dopo una bella festa in casa, tra amici, per festeggiare i 45 anni di uno di loro, mi sono ritrovata a salire su una topa (non sto parlando di una bella donna toscana, ma di una tipica imbarcazione veneziana, con fondo piatto, in legno e con motore fuoribordo).
Il nostro esperto e affascinante capitano si è inoltrato in stretti e bui canali, zizzagando con sicurezza: c’eravamo solo noi 8, il cielo, l’acqua e il rumore del nostro motore.
Sono Veneziana, ma da quando ho lasciato la mia cittá per andare all’università, a Milano, mi sono rinnamorata di lei.
Quando sei giovane e vivi e studi in una città che ai giovani offre ben poco, hai solo voglia di scappare e allora, se puoi, scappi: vai a studiare nelle grandi città e magari non torni più, come è successo a me.
Nella grande città, che tutto offre, ci vivo ormai da 24 anni e non nego che ci sono giorni in cui vorrei scappare anche da lì.
Non voglio tornare a Venezia, non per ora.
Magari andremo a vivere in campagna, in Puglia, magari…
Voglio che Venezia resti la mia oasi di pace, dove rifugiarmi ogni tanto.
Voglio che Venezia resti quel gioiello che indossi solo una volta ogni tanto e che solo così resterà sempre unico, speciale.
Ieri ho fatto l’ultimo bagno, ho chiuso la valigia e sono andata a ballare con gli amici di sempre, i Veneziani con cui ho condiviso sogni e marachelle.
Al Capsula, una sorta di serra/discoteca fatta allestire da Nicola Parente nel cortile del Casinó di Venezia, suonava dj Ravin, quello del Buddha Bar.
Ho ballato due ore di seguito, senza fermarmi.
Era tanto che non ballavo e ne avevo proprio voglia, bisogno.
Alle 2.30 sono scappata, da sola, in vaporetto.
Avrei ballato fino all’alba, ma avevo un treno da prendere.
Un figlio e due cuori da riportare a casa, a Milano, dal nostro “Papi”.
Ciao Venezia, mi mancherà il silenzio del Canal Grande durante l’ultima sigaretta della sera, seduta sul balcone.
Ci mancherà la nonna, ci mancherà la spiaggia (non la sabbia!) e il mitico baccalà mantecato di “polpetta”.
Ma siamo felici di tornare, molto felici.
Barbara
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La gallina in gabbia: ricetta

Un paio di giorni fa vi ho dato la ricetta dell’ottimo “Uovo in gabbia” del grande chef Fulvio Siccardi http://www.temperateitacchi.com/blog/?p=3240 e oggi vi darò la ricetta della “Gallina in gabbia” con e di Barbara Garavelli.

Volete sapere come si fa a finire a ballare in gabbia? Come si fa a divertirsi? Come si fa a tornare a casa felici alle 4 del mattino dopo aver passato una bella serata con marito e amici?

Facile: bisogna uscire.

Per tornare a casa felici, bisogna prima uscire di casa, mi sembra ovvio!

Eh sì perché, diciamocelo, ma spesso quando arrivano i figli ci si impigrisce e si diventa bravissimi a trovare un sacco di scuse: “non trovo una tata, non la ho avvertita in tempo, i nonni non possono, gli zii sono partiti per il we, se faccio tardi poi la mattina sono rimbambita e come faccio a stargli dietro etc etc”

Per carità, spesso non sono scuse, ma la pura verità, ma diciamo che spesso sono piccole “balle” (ops) e che se ci si organizza in anticipo (e non la mattina per la sera) e se VERAMENTE si vuole uscire…ci si prefigge un chiaro obiettivo e lo si centra, o no?!

Diciamo che essendo io parecchio “tetesca” nel mio organizzare e pianificare tutto, e amando molto divertirmi ed essere complice in tutto e per tutto dell’uomo con cui ho deciso di passare la mia vita… Io di obiettivi ne ho tanti e li centro sempre.

imageEcco le prima tre cose che ho detto quando ho scoperto di essere rimasta incinta:

1) “mamma stai per diventare nonna”

2) “amore qui dentro c’è qualcosa…” (portando la sua mano sulla mia pancia)

3) “amore non ti preoccupare perché tra noi non cambierà nulla”

Lo ho già spiegato quando ho scritto il pezzo sull’importanza di mantenere viva la coppia dopo la nascita di un figlio http://www.temperateitacchi.com/blog/?p=346, ma lo ridico e lo continuerò a dire:

 

La blogger con il mitico Pablo e il grande Ema

La blogger con il mitico Pablo e il grande Ema

 

USCITE E DIVERTITEVI !

Siamo diventati genitori, ma non pensionati !

 

Sia chiaro che le stesse cose valgono anche per quelli che anche se non hanno figli amano tanto fare i finti pensionati e crogiolarsi a casa nei loro pensieri negativi: USCITEEEEEE che fa bene allo spirito!

 

Un pò di sana grinta per Oktagon

Un pò di sana grinta per Oktagon

 

Anche io ieri sera dopo 6 ore guardare i combattimenti di Okatagon al Forum di Assago ero parecchia provata.

Bello sì, ma 6 ore seduta sono tante e ad un certo punto sarei passata volentieri dagli spalti al materasso, ma ho fatto uno sforzo, sono salita in macchina, mi sono spogliata e ho “trascinato” mio marito (anche lui provato da una sveglia alle 6, da una lezione di Crossfit etc) al “Flower Power Party”.

 

 

Sì, sì, avete letto bene: “mi sono spogliata in macchina”.

In macchina post cambio

In macchina post cambio

Secondo voi mi sarei dovuta cambiare in un parcheggio sotto la pioggia?

Dovevo travestirmi e calarmi nella parte di figlia dei fiori.

Il calduccio asciutto della macchina, mi sembrava il luogo ideale, oh no?!

Siamo arrivati alla festa all’una ed è bastato entrare per riprenderci, all’istante, tutti e due.

Splendidi allestimenti, quella musica che ti fa ancheggiare anche quando pensi di non avere più le energie neanche per alzarti da una sedia.

I colori, le facce tutte sorridenti, la gente che ballava sui tavoli, tra i divani, nelle gabbie, ovunque !

 

imageAmici che non vedi mai e che ti vengono incontro col sorriso di quelli che hanno piacere di rivederti anche se magari non è proprio sempre vero, ma chi se ne importa, crediamoci che è bello!

Fiumi di energia positiva che ti scorrono vicino e ti entrano dentro.

Una maxi spugna virtuale che ti ripulisce da stanchezza e pensieri di qualsiasi genere, una spugna che ti libera la mente e che ti ricorda che la vita è davvero la più bella droga che ci sia: è gratis e non fa neanche male, anzi.

 

 

imagePer poter fare la “gallina in gabbia” bisogna imparare ad isolare i pensieri negativi e a vedere il bicchiere metà pieno.

I pensieri e i problemi, chi più chi meno, ce li abbiamo tutti, ma è inutile crogiolarcisi dentro creandoci così la scusa per non vivere più, al massimo.

“Ormai non ho più l’eta”, “Con tutti i pensieri che ho non mi va di uscire”…”Piove”, “Ma non ho ricevuto l’invito”, “Prima mi metto a dieta poi esco”… Che barba queste scuse !

A nessuno gliene importa niente se avete un paio di kg di troppo se non importa a voi…imparate a sorridere e a godervi la vita anche se non è tutto sempre bello e perfetto come vorremmo che fosse!

 

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un amico…

Fate felice il vostro compagno ricordandogli che non è solo il padre dei vostri figli e il capo famiglia che lavora e porta a casa lo stipendio, ma soprattutto il vostro eterno fidanzato (anche se siete sposati).

Fate fare ai vostri figli qualcosa di speciale.

Fate uno sforzo (anche fisico perché a una certa età sedersi e alzarsi dal pavimento non è impresa facile), ma sedetevi per terra a giocare con loro. Bastano 10 minuti al giorno e loro se lo ricorderanno per tutta la vita!

Quando eravamo piccoli noi non si usava che i genitori si “abbassassero” ai nostri livelli, ma i tempi sono cambiati no?!

Uscite, fate il pieno di energia positiva, di sapori, di colori, di parole dette e di parole sentite e tornate a casa. 

Vi sembrerà tutto più facile e a quel punto sarete pronte per fare la “gallina in gabbia”.

Ora vi lascio perchè il marito è uscito a pranzo con un amico e i bambini (roba tra uomini) e visto che vedo che per ora non piove, quasi quasi prendo un bel libro e salgo in terrazza per farmi avvolgere dalla mia amaca, brutto?!

Mal che vada porto su anche un ombrello !

La sobria camicia comprata a Bankok e indossata dal mio maritino ieri sera al Flower Power party

La sobria camicia comprata a Bankok e indossata dal mio maritino ieri sera al Flower Power party

The Flower Power mood

The Flower Power mood

 

The ring

The ring and the beer

Tommaso Chiefi e Tiziana in versione Flower Party

Tommaso Chieffi e Tiziana in versione Flower Party

Io in versione "calamita" con donne metallo ad Oktagon

Io in versione “calamita” con donne metallo ad Oktagon

Le splendide ragazze Thailandesi ad Oktagon

Le splendide ragazze Thailandesi ad Oktagon

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Spettatori incantati sul bordo ring di Okatgon

Spettatori incantati sul bordo ring di Okatgon

Il campione del mondo Giorgio Petrosyan (che dopo la finale di Okagon è venuto al Flower power party), il timido Mario Balotelli di spalle, e l'intrusa

Il campione del mondo Giorgio Petrosyan (che dopo la finale di Okagon è venuto al Flower power party), il timido Mario Balotelli di spalle, e l’intrusa

 

Una giornata speciale.

Sono le 22.30 di giovedì sera.

Questo pezzo avrei voluto scriverlo con calma domani perchè sono parecchio stanca, ma sono talmente felice che non riesco ad aspettare quindi stasera lo scrivo e domani lo rileggo e lo pubblico!

Vi state chiedendo cosa sia successo di così speciale oggi!?

Niente, davvero niente, ma tanto, davvero tanto…

Stamattina ho portato Danny boy all’asilo come sempre, con calma, alle 10.

Ho fatto la spesa e sono tornata a casa col pensiero di mettere un pò in ordine e magari di rilassarmi un’oretta al sole in terrazza, sapendo che da domani, forse, tornerà il brutto.

E invece? E invece ho fatto il cambio degli armadi dalle 11 alle 15.30 fermandomi giusto 10 minuti per mangiare e in terrazza non ci sono neanche salita.

Alle 16 sarei andata a dormire, ero a pezzi.

imageE invece mi sono fiondata a prendere Danny boy all’asilo e lo ho portato al Parco Sempione.

Eravamo stati invitati alla festa di compleanno di Greta, la figlia della mia amica Giovanna Fabbri, e non sarei mai mancata: adoro le feste all’aperto!

Se ve la siete persa leggete l’intervista che ho fatto alla mia amica Giò perché può solo che farvi bene…

http://www.temperateitacchi.com/blog/?p=2220 

imagePrima di andare alla festa ho portato Danny a fare un paio di giri sul trenino e sulle macchinine perchè nel nostro parchetto vicino a casa non ci sono e quindi sapevo che lo avrei reso felice, con poco.

Mi ero portata un maxi pareo da stendere sul prato.

Non sono stata l’unica ad aver avuto questa idea: sono arrivati altri amici, altri parei, altri bambini. 

Il mio tentativo, riuscito, di recuperare fresbee di Danny finito sull'albero

Il mio tentativo, riuscito, di recuperare fresbee di Danny finito sull’albero

Un pagliaccio, un frisbee finito sull’albero e poi recuperato, le piccole focaccine, i marshmallows, una torta piena di panna e fragole, un girotondo gigante, il gioco della bandiera organizzato da un papà.

Una giornata semplice, ma davvero speciale.

Il sole sul viso, il caldo sul corpo.

I sorrisi degli amici che non vedevi da tanto, le chiacchiere, le grandi borse di Mary Poppins sul prato, i colori, i profumi.

Le guance di mio figlio rosse di sole e di divertimento. 

imageQueste semplici cose mi hanno riempito il cuore di gioia, di entusiasmo e di tanta voglia di vivere sempre al massimo questo gran regalo che mi è stato fatto: la vita. 

Mentre scrivo mi commuovo.

Mi commuovo perchè grazie a Dio non mi dimentico mai di quanto sono fortunata: ho un figlio dolcissimo, una mamma sempre presente, un marito affidabile, una casa tutta nostra, la salute, tanti amici e un lavoro, che mi piace pure!

Paco, la blogger, Otto, Danny boy, Santiago e Alessandra

Paco, la blogger, Otto, Danny boy, Santiago e Alessandra

Dopo la festa in teoria saremmo dovuti tornare a casa dove ci aspettavano dei sani petti di pollo (dopo le feste faccio sempre qualcosa di veloce e di leggero) e invece?  

Invece per una sera ho deciso di fare uno strappo alle mie regole spesso troppo ferree…

Siamo finiti a cena al TEMAKINHO in Corso Garibaldi con amici e altri bimbi.

Che posto pazzesco! Si mangia molto bene e si spende decisamente poco.

Ne aveva parlato una mia amica nel suo blog http://www.theyummymom.com , ma non ci ero ancora stata.

imageAbbiamo mangiato tutti temaky giganti e ottimi roll e noi grandi abbiamo pasteggiato a caipirnha.

Dopo cena i 3 bambini, che hanno fatto amicizia in 4e4 8…sono rimasti un pò fuori a giocare.

Ho regalato loro 3 farfalle di carta colorata che tenevo nel portafoglio e ho suggerito loro di farle volare su una grata da cui usciva l’aria, lì fuori dal ristorante.

Come sono volate in altooo quelle 3 farfalle!!! Volavano davvero lontane su in cielo e noi tutti sotto col naso all’insù aspettando che le loro farfalle tornassero giù per riprenderle e farle rivolare.

I bambini ridevano, correvano e urlavano felici.

E’ stato bellissimo vederli rincorrere le loro farfalle colorate.

Lo so a cosa state pensando ora…

Caipirinha all'Acai

Caipirinha all’Acai

Nooo, non sono ubriaca, la capirinja era buona, ma era troppo forte quindi la ho assaggiata e la ho lasciata lì.

Sono “drogata” di vita.

Sono felice di essere stata meno abitudinaria e meno rigida del solito.

Sono felice di aver portato mio figlio a cena fuori anche se domani c’è scuola e lui di solito durante la settimana la sera non esce e va a letto presto.

Sono felice di avergli fatto mangiare il gelato dopo cena seduto su un gradino di C.so Garibaldi mentre scendeva il sole, sono felice di essere tornata a casa con lui in scooter con il buio e le sue braccia che mi abbracciavano forte forte.

Sono felice che mettendolo a letto lui mi abbia detto “grazie di tutte le cose belle che mi hai fatto fare oggi mamma, ti voglio bene”

Sono felice, sono felice di essere ancora capace di piangere…di gioia!

Borse gemelle!

Borse gemelle!

 

 

 

Il fantastico menù del ristorante Temakinho in Corso Garibaldi 59 a Milano

Il fantastico menù del ristorante Temakinho in Corso Garibaldi 59 a Milano

Caipirinha time with Alessandra!

Caipirinha time with Alessandra!

Love is in the air

Love is in the air

I colori delle pareti del ristorante

I colori delle pareti del ristorante

Il colori del pavimento del ristorante

Il colori del pavimento del ristorante

"Come si mangia sto cono gigante?"

“Come si mangia sto cono gigante?”

"Meno male che ho la bocca grande perché questi temaky sono grandissimi"

“Meno male che ho la bocca grande perché questi temaky sono grandissimi”

Roll arcobaleno

Roll arcobaleno

"Dove sarà finito il mio fresbee!?"

“Dove sarà finito il mio fresbee!?”

All'inseguimento del pagliaccio

All’inseguimento del pagliaccio

L'unione dei parei

L’unione dei parei

Pagliaccio & girotondo

Pagliaccio & girotondo

Under the sun con Checco & girlfriend

Under the sun con Checco & girlfriend

Claudia, la blogger e Mirko duracell

Claudia, la blogger e Mirko duracell

 

Non ce la faccio più: devo raccontarvi di quando Denzel Washington mi baciò!

La sapete la barzelletta di Claudia Schiffer in cui lei naufraga in un’isola deserta e si ritrova da sola con uno super sfigato?

Beh, dopo un mese lei non ce la fa più e gliela da.

Lo sfigato nei giorni dopo la notte trascorsa con la super bionda, è sempre più triste e lei non ne capisce il motivo.

Quando finalmente Claudia gli chiede spiegazioni sulla sua tristezza…lui le risponde con un’altra domanda “Claudia scusa, ma per una volta ti posso chiamare Mario anche se ti chiami Claudia?!”.

Quando lei, un pò stranita gli da l’ok…lo sfigato la guarda e le dice “A Mariooooo! Ti devo dire una cosaaa: mi sono fatto Claudia Schiffer”

Ecco, io in questo momento mi sento un po’ come quello sfigato lì e se non vi racconto cosa è successo tanti anni fa…sto maleee.

Quando il mio attuale marito si è messo con me, circa 10 anni fa, sapeva di non essere il primo. Vi giuro che non ho mai mentito! Ahah 

Oltre a sapere di non essere stato il primo, mio marito di me sa tutto, o quasi, e poi è un uomo intelligente quindi sono sicura che non se la prenderà se ora vi racconto una cosuccia del mio passato dai!? (speriamo bene)

Norman Nixon e la moglie Debbie Allen

Norman Nixon e la moglie Debbie Allen

Era l’estate del ’98, o forse del ’99, e facevo la pr per il Billionaire a Portocervo.

Un giorno all’aperitivo in piazzetta arriva Martin, un mio amico di Genova, che mi racconta di essere appena stato in porto a trovare un suo amico che faceva il capitano in una bellissima barca.

A bordo di quella barca Martin aveva trovato niente popò di meno che Denzel Washington con la sua dolce metà e i loro figli, più il loro amico Norman Nixon, campione di basket, e la moglie di quest ultimo che altro non era che Debbie Allen, la mitica insegnante di “Saranno famosi”.

Dovevo farli venire tutti al Billionaire quella sera, sarebbe stato un colpo da maestra delle maestre delle pr!  Martin, mio perfetto complice, tornò dal suo amico e propose il programma alla bella banda: accettarono.

WOW! A quel punto dovevo solo capire quale dei migliori tavoli riservare per loro.

Andai prima da quello che si occupava dei tavoli del privè e poi dal mitico (?) Flavio Briatore e…attenzione, attenzione: tutti e due mi risposero che per quella sera non c’era più un tavolo libero!

“HO DETTO DEEENZEL, avete capito o no?! Mi serve un tavolo per Denzel Washington!”.

Niente, picche! Quei due avevano il cervello in pausa, spappolato oramai da tempo.

A quel punto feci dire lo stesso all’allegra banda di venire e che a loro ci avrei pensato io!

Potevo sempre far esplodere una bomba sotto al tavolo di qualche cliente antipatico e liberare un tavolo…al volo (dei clienti antipatici)

Ovviamente quando Denzel Washington e gli altri arrivarono al Billionaire…si aprì un varco in mezzo alla folla e all’improvviso al fenomeno Briatore tornò la memoria. Come avevo da subito previsto, finirono tutti al tavolo del Boss e alle 4 in barca sua (ai tempi non gli era ancora stata sequestrata) per una spaghettata notturna.

So che ora vi state chiedendo “Ma il bacio del titolo?!”.

State tranquilli perchè io non sono programmata per mentire.

Durante la serata feci amicizia con l’allegra banda e ridi di qua, ridi di là, scherza prima e scherza dopo…ad un certo punto Denzel mi guarda e mi chiede “A che ora finisci di lavorare?”

AHAHAHAHAH ! Avete presente le scende dei film in cui lui la fissa dritto dritto negli occhi e con sguardo languido le dice “A che ora stacchi?”…

Ecco, uguale!

E una demente come me secondo voi cosa poteva rispondere?

“Don’t play with the fire!”. A quel punto ha riso lui. 

Poi la mia bocca si è riaperta e ha iniziato a parlare…da sola, giuro.

“Di solito sto qui al Billionaire fino alle 5 massimo 5.30 e alle 6 vado al Cafè del Porto con gli amici a fare colazione”

“Ok” mi risponde Denzel “Ci vediamo lì alle 6”

Secondo voi gli ho creduto? Ma quando maiiiiiii

Alle 4 sono andati tutti a mangiare gli spaghetti in barca da Briatore e ci siamo salutati.

Io ovviamente sono rimasta al Billionaire e alle 5 sono andata come sempre con i miei amici a fare colazione al Cafè del Porto.

Alle 5.30 stavo salendo in scooter per andare a nanna quando mi ferma Emanuele della Valle che era appena arrivato da solo e non aveva voglia di bersi il cappuccino il solitudine.

Potevo lasciare un amico fare colazione da solo? A quel punto Emanuele mi dice “Ehi furbetta, ti ho visto che parlavi con Denzel Washington al Billionaire stasera” e io, ridendo…” Sì, sì certo…infatti abbiamo appuntamento qui alle 6″. 

Vi giuro che non ho mai pensato che sarebbe davvero arrivato e vi giuro che prima o poi la statua ad Emanuele della Valle la faccio realizzare. Hihi

Potete immaginare la mia espressione quando alle 6 e zero zero il mio amico mi disse “Infatti eccolo, sta arrivano. Che puntualità”

Mi sono girata e Denzel era lì, bello come il sole. 

Ero single e lui era il mio idolo. No beh, adesso ditemi cosa avrei dovuto fareee? No, ditemelo!

Abbiamo fatto colazione tutti assieme e poi Denzel ed io siamo andati a giocare a briscola.

Sono una signora quindi non chiedetemi altro perchè non dirò nulla di più, neanche sotto tortura.

Posso dire solo una cosa: come bacia beneee

Il giorno dopo ci siamo rivisti di sfuggita, ma erano in partenza: salparono all’ora del tea, diretti in Sicilia (se non ricordo male).

Dopo 3 anni l’ho rincontrato…per sbaglio (AHAHAHAHA, per sbaglio! Sì, sì, cerrrto. Sapevo del suo arrivo da un mese e quella sera lo ho aspettato sul tappeto rosso per mezz’ora. Ero ancora single!).

Ero a Venezia alla mostra del cinema e lui era lì, con il suo smoking nero.

Stava facendo la sua sfilata sul tappeto rosso con centinaia di obbiettivi puntati addosso e io, con il mio abito nero (rigorosamente nero! Il nero dimagrisce) stavo entrando in sala per vedere il suo film.

Mi è passato vicino, gli ho sfiorato la spalla e gli ho buttato lì un salutino veloce: “Hi Denzel”.

Uno della sicurezza lo ha subito trascinato via (non da me, ma dai fotografi che lo seguivano), ma lui ha fatto in tempo a girarsi. Mi ha guardata e con un espressione stupita ha detto “Ehi, Barbara!”

Ancora un po’ e svenivo: si ricordava il mio nome!

Beh, volete sapere come è finita?

E’ finita che prima dell’inizio del film, prima che spegnessero le luci…io ero in platea e lui in piedi dalla galleria guardava in giù spostando lo sguardo da destra a sinistra, da sinistra a destra…forse mi cercava, lasciate che io possa pensare che era così dai su fate i bravi e non ridete!

E alla fine della proiezione? Alla fine della proiezione, quando si sono riaccese le luci, lui era già sul suo volo privato diretto a Los Angeles dove lo aspettavano sul set del suo nuovo film.

Non dimenticherò mai quella notte e quel desiderio irrefrenabile di raccontarlo subito alle mie amiche perchè diciamocelo dai, ma le favole vanno raccontate sennò…che favole sono!

PS PER MIO MARITO: amore ti giuro che da quando stiamo assieme non lo ho più sentito (sigh) e che anche se sei un pò più pallido e forse un po’ meno ricco di lui…è con te che voglio passare la mia vita e non con cioccolatino Denzel! TI AMO