Poco tempo fa sulla mia bacheca di facebook ho scritto un post che diceva così ” il mio bicchiere è sempre metà pieno”.

Hanno commentato in tanti, ma il commento che mi è rimasto più impresso è stato quello della mia amica Giovanna che ha scritto “anche il mio”.

Giovanna è nata a Firenze l’11 marzo del 1965 e il 4 febbraio del 1994 ha fatto un brutto incidente in auto. Era da sola. Ha subito quello che i medici chiamano “trauma catastrofico” ossia una lesione midollare della spina dorsale. Non ha più la stessa sensibilità di prima dalla quinta vertebra dorsale in giù e da quel giorno si può spostare solo con le sue 2 ruote.

Tranquilli, so che l’inizio può sembrare quello di una storia triste, ma vi assicuro che non lo è.

Se penso a quel lontano febbraio del 1994 e al mio arrivo nella sala rianimazione dell’ospedale di Piacenza, mai mi sarei immaginata di ritrovarmi dove sono oggi, con lei.

Sto per intervistare Giovanna al parco Sempione. Splende un caldo sole e sua figlia sta andando sull’altalena a pochi passi da noi.

Eh sì! Avete letto bene: Giovanna ha una figlia bellissima che ha quasi 6 anni e che quindi è nata dopo l’incidente.

B: si può diventare mamme anche nella tua condizione?

G: non ho più la sensibilità di prima, ma il mio corpo reagisce come prima…Ci siamo capiteee?

E qui parte la prima risata!

B: senti, visto che ci conosciamo da anni e che sono un’impicciona, ti faccio subito una bella domandina facile facile: vuoi dirmi che raggiungi ancora l’orgasmo?

G: ebbene sìììììì. E’ un altro tipo di piacere, ma è sempre un piacere! 

B: ma come hai fatto a partorire?

G: premesso che ho avuto una gravidanza meravigliosa e che ho nuotato fino all’ultimo giorno, ho fatto il cesareo. Lo joga mi ha aiutato tantissimo prima, durante e dopo la gravidanza, insegnandomi a lavorare sul respiro.

B: hai allattato?

G: sì, fino al quinto mese.

Giovanna ha avuto Greta con un compagno, ma ha poi proseguito la sua favola da sola.

B: hai qualcuno che ti aiuta?

G: per i primi 3 anni c’è stata tata Elene poi per fortuna ho potuto iniziare a gestire mia figlia da sola potendomi così riappropriare di un rapporto diretto senza filtri.

Ho giusto una signora che viene tutti i giorni un paio di ore o poco più se ho qualche impegno di lavoro quando Greta non è a scuola.

B: a proposito di lavoro, raccontami una tua giornata tipo?

G: Mi sveglio alle 7.30 e salto sulla mia nuova sedia ultraleggera in titanio che mi hanno regalato i miei amici (pesa solo 8 kg).

Faccio la colazione per me e Greta, ci prepariamo e saliamo in macchina.

B: come cavolo fai a salire in macchina da sola?

G: accosto la mia sedia al posto di guida dove mi sposto con l’aiuto delle braccia, poi stacco le ruote che appoggio dietro vicino a Greta e metto il telaio della sedia accanto a me sul posto del passeggero (dopo l’intervista sono stata un pò con lei e confermo tutto, nessun aiuto! All’inizio non voleva neanche che la spingessi).

B: a te sembrerà normale tutto ciò, ma non lo sembra a me che tante volte la mattina sono così bollita che faccio fatica a salire sul mio scooter nonostante io abbia tutto al posto giusto.

G: ti prego Babi non mitizzarmi e non compatirmi, ma considerami normale che è la cosa più bella che tu possa fare.

B: compatirti? Come faccio a compatire una con la tua carica. Dispiaciuta sono dispiaciuta: ti conosco da ben prima dell’incidente…ma compatirti mai.

Lasciati ammirare però! Ma andiamo avanti con la tua giornata tipo. Dopo che lasci Greta a scuola che fai?

G: vado in Rai dove sono programmista/regista per Rai 2 . Seguo “Quelli che…” dai tempi di Fabio Fazio.

Sto li fino alle 15.30 e poi vado a prendere Greta all’asilo. Stiamo un pò in piazzetta davanti all’asilo o andiamo al parco Sempione quando Greta non ha altri impegni.

B: che cosa fa di bello Greta dopo la scuola?

G: Greta fa judo, canta per il coro alla scuola musicale (fa lezione di voci bianche) e joga.

B: con una mamma con la tua voce, Greta non poteva che seguire le tue orme (Giovanna canta divinamente). E dopo questi mille impegni che fate?

G: verso le 19.30 ceniamo poi guardiamo un pò di tv oppure io mi metto a letto e lei fa la scimmia sulla sua altalena preferita che altro non è che un appiglio che usavo per alzarmi dal letto quando ero incinta.

Alle 20.30 le racconto una favola poi spengo tutto. Quando si è addormentata, io mi guardo un film o leggo un libro, mi coccolo e faccio joga. 

G: ti ricordi quando hai dormito con me al Rizzoli di Bologna un mese dopo l’incidente?

B: cosa fai mi rubi il “mestiere” e ti metti a fare tu le domande? Certo che me lo ricordo! Abbiamo riso tutta la notte come due deficienti e già allora mi chiedevo dove cavolo tu trovassi tutta quella energia e quell’allegria anche dopo quello che ti era successo.

G: per non impazzire mi sono subito calata nella parte di un’attrice che doveva interpretare un nuovo ruolo.

B: per quanto sei riuscita a recitare la tua parte?

G: non lo so esattamente. Ad un certo punto la finzione è diventata realtà senza grossi traumi e la vita vera ha preso il sopravvento senza però farmi perdere il sorriso.

B: sei felice?

G: certo che sono felice! Oggi avrei potuto essere sotto terra e invece sono qui a chiacchierare con te al sole, senza perdere di vista mia figlia che si sta divertendo con le sue amiche.

Greta ha dato un senso a tutta la mia vita.

B: ehi bugiardella! Greta ti avrà sicuramente resa più felice, ma io mi ricordo bene di te anche prima della sua nascita ed eri già così positiva.

Giovanna io non ti mitizzerò e non ti compatirò mai, ma una cosa fammela dire: ce ne vorrebbero di persone come te che non si piangono addosso e che vedono il bicchiere sempre metà pieno.

 Sono fiera di esserti amica.

Barbara