Un paio di settimane fa mi è stato chiesto di scrivere un articolo per “Top salute”
Mi si chiedeva di spiegare cosa sia per me il Natale.
Il mio Natale è mio figlio
Il mio Natale è famiglia.
Il mio Natale è iniziare a pensare ai regali a settembre.
Il mio Natale è svegliarmi dopo le 7.15, per una settimana.
Il mio Natale non è in Chiesa, ma davanti al camino, con una fetta di pandoro in mano e lo zucchero velato sul tappeto.
Sono battezzata, “comunicata” e cresimata, ma non vado in Chiesa.
Sarei falsa se dicessi che do un valore cristiano al Natale.
Mi ricordo che quando ero piccola, a Natale,  non andavamo a Messa, ma stavamo tutti a casa, assieme.
Mi ricordo che appena finivamo di fare il presepe , io iniziavo a cercare Gesù Bambino, sotto ai divani.
Mi ricordo che la sera della vigilia la mia mamma cucinava sempre la pasta con il radicchio, e la panna.
Mi ricordo che la sera della vigilia andavo a letto felice.
Da quando è arrivato Daniele, nostro figlio, il Natale ha di nuovo lo stesso profumo.
Da sei anni, il mio Natale è una letterina pensata e scritta con grandi speranze.
Da sei anni, Il mio Natale è il tentativo di radunare più parenti possibili nella stessa sera, per convivere con loro la mia gioia di mamma.
Il mio Natale è l’occasione per guardarsi tutti negli occhi e in quegli occhi vedere l’amore, quell’amore che quando siamo sempre di corsa, sembra quasi sfuocato.
Il mio Natale, quest’anno, lo passerò a Milano, in attesa di volare con i miei due uomini in Puglia.
Andremo a vedere il cantiere del nostro sogno che si sta realizzando.
In mio Natale è l’occasione perfetta per condividere i miei sogni con chi amo.
Barbara
Ps. Adesso vado che ció da cuciná. Tante angurieeeeeee a tutti!
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