Oggi era uno di quei giorni no, uno di quei giorni in cui ti svegli, e da quando metti giù il primo piede dal letto, tutto inizia ad andare storto.
Oggi era uno di quei giorni in cui avrei solo avuto voglia di prendere ed andarmene, lontano, da tutto e da tutti.
Ebbene sì: capita anche a me!
Sorrido, sorrido sempre, non perchè io sia scema, ma perchè amo davvero la vita.
Ma poi una mattina mi sveglio, e vedo tutto nero.
Vorrei avere un lavoro diverso, un marito un po’ più affettuoso e un figlio meno piagnucolone.
Vorrei essere una moglie meno critica, una mamma più paziente e una donna esigente, con gli altri e con me stessa, e meno pigra.
Sì sì, meno pigra. So che da fuori non lo sembro, ma vi assicuro che sono pigra, pigrissima.
Quando mi capitano queste giornate NO, allora attacco il mio ipod allo stereo e faccio partire il file dove memorizzo i brani che mi piacciono di più, e magari ballo pure.
Ascolto la musica che mi piace e cerco di pensare solo a cose belle: penso alla mia famiglia, alla mia meravigliosa mamma, al mio bellissimo bambino, penso al fatto che di momenti tosti ne abbiamo passati, ma che alla fine siamo ancora tutti qui, e stiamo bene.
E poi penso a lui: penso al mio principe azzurro che ho incontrato proprio quando ormai non ci speravo più, e sorrido.
Non vi ho mai raccontato come ci siamo conosciuti, ma soprattutto…dove?
Ci siamo conosciuti in Africa, a Zanzibar.
Ero andata a ballare con i miei compagni di viaggio al “Garage”, la discoteca più famosa di Stone Town (la capitale di Zanzibar).
Strano che io vada a ballare eh?!
Ed ecco che in quel buco buio, pieno di ragazzi di colore, sbuca lui: il ragazzo alto, bianco e con la faccia da buono .
Allora sembrava davvero buono, forse perché pesava 25 kg più di oggi e faceva tenerezza.
Noi eravamo in 7 e loro anche: eravamo gli unici bianchi della discoteca.
Ad un certo punto uno dei miei amici si avvicina al gigante bianco e lo saluta affettuosamente.
Dopo poco mi ritrovo a chiacchierare col mio amico e gli chiedo di quel ragazzo alto con la faccia da buono e a quel punto lui mi dice che è di Monza come lui e che si conoscono da quando sono piccoli.
Inizia a descrivermelo come un ragazzo di buona famiglia, per bene, simpatico etc etc.
Sentivo che stava per arrivare un “Ma…” e quindi quando ho chiesto se c’era qualcosa in lui che non andasse, il mio amico ha risposto “E’ troppo giovane per te!”
Era fine dicembre del 2003: il giovane ed io abbiamo chiacchierato tutta la sera e prima di salutarci gli ho lasciato il mio numero di telefono dicendo di chiamarmi se per capodanno volevano raggiungerci al nord, dove ci saremmo trasferiti il giorno dopo con il catamarano che avevamo affittato.
Al nord, a fare una giornata di mare il 31 dicembre, ci sono venuti solo i suoi amici (lui si era scottato al sole il giorno prima e quindi aveva preferito fare un giorno di pausa), ma la sera sono tornati al loro villaggio.
Non ho più sentito la sua voce fino a metà gennaio.
Ero all’areoporto in partenza per Berlino per il we e mentre stavo per spegnerlo…mi è suonato il cellulare.
“Ciao sono Marcello, ti ricordi di me?”
Dopo 2 settimane ci siamo dati il primo bacio per strada, sotto casa mia, e non ci siamo più lasciati.
Sono passati quasi 10 anni e ne abbiamo fatta di strada assieme.
Ci sono giorni, come oggi, in cui lo userei al posto del sacco da boxe, ci sono giorni in cui mi fa imbestialire, ma ci sono anche tanti altri giorni in cui mi manca l’aria al solo pensiero di non invecchiare con lui, al mio fianco.
Che dire?
Forse la musica, e i bei ricordi, anche oggi sono riusciti a fare diventare bella anche una giornata iniziata male.
Fufiu!!!
Barbara

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