Un bacio da quaggiù!

Oggi è il 2 novembre.

In Sicilia durante la notte di Ognissanti vi è la convinzione che i defunti dei congiunti consegnino ai bimbi i dolciumi tipici del luogo accompagnati alla frutta di Martorana.

Nella zona di Massa Carrara la tradizione voleva che i defunti donassero come beni ereditati ai propri parenti, l’impegno di dispensare alimenti ai più poveri, invece i proprietari delle cantine porgevano ai meno fortunati un boccale del loro buon vino. Ai bambini si faceva indossare una collana di mele e caldarroste lessate.

In Puglia, nei dintorni di Barletta e Foggia, nel corso della giornata dei defunti viene cucinato il tipico piatto a base di grano, melograno, cioccolato, uva, gherigli di noci e vin cotto.

In Friuli Venezia Giulia la tradizione vuole che si tenga una candela accesa, una bacinella con dell’acqua e un pezzo di pagnotta.

In Veneto, per allontanare la malinconia, i fidanzati dovranno regalare alle future mogli una busta con racchiuse le fave in pasta frolla colorata, denominate Ossi da Morti.

In Trentino Alto Adige è tradizione far rimbombare le campane in continuazione per invocare le anime dei defunti attorno alle abitazioni, lasciando così la tavola imbandita con il camino acceso sino al giorno successivo.

In Sardegna è tradizione che i ragazzini si rechino di casa in casa a sollecitare del pane casalingo, mentre alla sera del 1°novembre si lascia la tavola imbandita e le candele accese.

A Cremona si usa svegliarsi il mattino presto per poi riordinare i letti al fine che i propri defunti possano riposare.

A Milano, il mio pensiero va a lui, al mio papà.

Sono convinta che, ovunque sia, sta sicuramente meglio di come stava qui, negli ultimi anni.

Negli ultimi quasi 10 anni della sua vita, ormai non ci riconosceva più.

Strana malattia l’Alzaimer: ci sono, ma è come se non ci fossero, ti guardano, ma è come se non ti vedessero, e se ti vedono, non sanno chi sei.

Ho fatto in tempo a mettergli Daniele sulle ginocchia, ma non sapeva più chi fossi io, e quindi forse non ha mai capito che quel biondino paffutello era suo nipote.

Non mi sento in colpa nel dire che quando mio papà se ne è andato, io mi sono sentita più leggera.

E’ stato un dolore, certo, ma non ce la facevo più a vederlo così, e a sapere mia mamma accanto a lui, giorno e notte.

Io ormai abito a Milano da più di 20 anni, e quindi lo vedevo poco, ma mia mamma…

Mio padre ha sempre viaggiato molto, per lavoro, ma negli ultimi anni era tornato a vivere a Venezia.

Con la morte del mio papi, ho visto mia madre rinascere, e il dolore ha lasciato spazio alla consapevolezza che era così che doveva andare, per poter andare avanti.

Oggi penso a lui, e me lo immagino vestito di bianco, come lui amava vestirsi spesso, in estate.

Non ho mai visto mio padre indossare una maglietta.

Mio padre indossava solo camicie, fatte su misura.

Mio padre era davvero uno degli uomini più eleganti che io conoscessi, dentro e fuori.

Me lo ricordo in barca, con i suoi jeans bianchi e la sua camicia d’oxford bianca.

L’abbronzatura tipica delle vacanze lunghe, e i suoi biondi capelli al vento, mentre timonava con la testa fuori dall’oblò della cabina di pilotaggio.

Sono felice di non vederti più soffrire, ma mi manchi.

Mi sarebbe piaciuto vederti camminare mano nella mano con Danny, almeno una volta.

Avrei voluto che tu potessi insegnarli tutto quello che hai insegnato a me, ma non potrai farlo, e allora ci proverò io.

Oggi il mio pensiero va a chi è rimasto, e oggi si sente un po’ più solo del solito.

Oggi il mio pensiero va a chi ha perso qualcuno, all’improvviso.

Qualcuno che era ancora felice di vivere, e non qualcuno che fissava il muro chiedendosi chi fosse, e chi fossero quelle persone che giravano intorno a lui.

Oggi il mio pensiero va anche a tutti quelli che in questi giorni hanno criticato le numerose foto delle feste di Halloween pubblicate sui social network.

Halloween non è una festa della nostra tradizione, e non andrebbe festeggiata?!

Ma perfavoreee!

Stiamo vivendo un momento storico difficile, molto difficile.

Vogliamo forse condannare chi, nonostante tutto, ha ancora voglia di festeggiare travestendosi, e andando a ballare, solo perché non si tratta di una festa italiana?

Allora il prossimo che gli sento dire “okay” invece di “va bene”, lo meno!

Ho comprato le caramelle preferite di nostro figlio e le ho distribuite a tutti i vicini, prima di andare a fare “dolcetto scherzetto”.

Sono contenta di averlo fatto, e lo rifarò anche l’anno prossimo, e quello dopo ancora.

La felicità non ha prezzo, e, soprattutto, non ha età e non ha nazionalità.

Venerdì sera sono uscita con mio marito e con un sacchetto pieno di maschere e di travestimenti vari.

Siamo stati a ben tre feste di Halloween, abbiamo ballato e ci siamo baciati come due ragazzini.

E vi dirò di più: Halloween, assieme al carnevale, è una delle mie feste preferite.

Alle feste di Halloween e di Carnevale, trovi solo la gente che ha voglia di mascherarsi, e chi si maschera ha lo spirito giusto, lo spirito che piace a me.

Non amo chi si piange addosso troppo a lungo, e per troppo poco.

Anche io, in certi momenti, mi sento pesante, mi ranicchio in un angolo e piango, ma poi mi rialzo e mi ricordo che, nonostante tutto e tutti, ho ancora tanto per cui essere felice, e allora torno a sorridere.

Sorrido anche perché so che non ci sei più, ma so che quando ho voglia di parlarti posso farlo, e sono sicura che tu mi ascolti, anche se tu sei lassù, e io ancora quaggiù.

Barbara

halloweenfoto

 

 

 

 

Botox, i nuovi mostri!

Domani è Halloween!

Quasi quasi mi vesto da Renée Zellweger, la mia amata Bridget Jones ora diventata un “Nuovo mostro”.

Oppure potrei vestirmi da Carla Bruni, o da Nicole Kidman

E te credo che Tom Cruise l’ha mollata!

Secondo me una mattina se l’è ritrovata nel letto, e l’ha scambiata per una ladra (ma lui almeno non ha sparato dai!)

Ma perché???

Ma perché donne così belle si devono rovinare in questo modo?

Posso capire una donna con qualche difetto che ricorre alla chirurgia plastica per cercare di correggere magari un naso troppo pronunciato, ma non capisco quelle donne che nascono con la fortuna di essere belle, e finiscono di gettare quella fortuna al vento.

Che io sia contraria alla chirurgia che deforma, l’ho già detto e scritto, ma siccome i mostri aumentano, giorno dopo giorno, oggi ne riparlo.

Nel 1937 Alan B. Scott, un oftalmologo del Smith-Kettlewell Institute, utilizzò la tossina botulinica  in esperimenti sulle scimmie, e nel 1980 la utilizzò per la prima volta negli esseri umani, per il trattamento dello strabismo.

La BTX-A venne approvata nel 1989 dalla Food and Drug Administration per il trattamento dello strabismo, blefarospasmo e spasmo emifacciale, in pazienti con età maggiore di 12 anni.

Nel 2002 fu approvato l’uso di questa “tossina” nel campo della chirurgia estetica, per il miglioramento temporaneo delle rughe di espressione fra le sopracciglia.

La tossina botulinica agisce inibendo la produzione del neurotrasmettitore acetilcolina, bloccandone il rilascio nei muscoli, non si manifestano rughe, spasmi o tic facciali.

Il botox è un “paralizzante”!

Non c’è niente di più bello di un sorriso, e di una faccia che sorride, tutta.

Ma col botox tutto si blocca, e le espressioni si induriscono.

Che gusto c’è a rovinarsi così?!

Ma queste donne non ce li hanno degli specchi a casa?

E quando si guardano? Si piacciono davvero?

E poi mi fanno schiantare dal ridere quelle che negano, fino alla morte.

“Io non sono mai ricorsa alla chirurgia, lo giuro! Mai fatto nulla. Giusto un paio di punturine”

Sì, sì certo! E io non ho mai mangiato un vasetto intero di Nutella col cucchiaio!

Magari un filo di botox qua e là può servire, ma una matassa no daiii.

Ci sono tanti rimedi più blandi, e meno “tossici”, per combattere l’invecchiamento della pelle, perdindirindina!

Per fortuna che in Italia molte donne optano ancora per trattamenti a base di ossigeno, vitamine, e acido ialuronico.

Per fortuna che i nuovi mostri sono ancora quasi tutti made in Usa, ma ocio, perché sono in aumento anche a casa nostra.

Non sono un medico, e non me ne intendo più di tanto, ma di medici bravi e seri ce ne sono tanti, e non sono di certo quelli che trasformano le donne nei nuovi mostri.

Come in tutte le cose, ci sono dei limiti, e quei limiti vanno rispettati.

Un bravo chirurgo dovrebbe anche essere capace di suggerire uno psicologo in gamba, alle proprie pazienti.

Perché a volte certe insicurezze è meglio curarle partendo dall’anima, e non dai connotati.

Vabbè, ora vado, mi faccio una bella doccia, mi vesto, mi metto un filo di cipria e un po’ di rimmel, ed esco.

Esco con la mia faccia e le mie rughette intorno agli occhi.

Esco con quelle rughette che sorridono quando mi sorride la bocca.

Buona giornata.

Barbara