Siamo da poco tornati a Milano e un paio di giorni fa ho fatto la mia prima lunga camminata post vacanza.
Ne ho di kili da smaltire quindi da qualche parte dovevo pur cominciare.
8 km, sotto un caldo sole che mi ha riportato indietro nel tempo.
Faceva così caldo e il sole era così forte, che sembrava di essere di nuovo a luglio.
Amo camminare veloce con la musica nelle orecchie, mi mette di buon umore, mi da energia, mi isola.
La musica mi permette di non sentire i rumori esterni e di lasciar correre la fantasia.
Prima di mettere le cuffie ho fatto in tempo a sentire una ragazza urlare al cellulare “basta, non voglio più sentirti, mai più”, per poi sedersi sul marciapiede con la testa tra le mani, e lasciarsi andare in un pianto senza limiti.
Quante volte, prima di incontrare mio marito, ho pianto, per la fine di una storia.
Ora a volte piango per eccesso di rabbia, per accumulo di stress o per piccole delusioni, ma sono momenti di passaggio e non di rottura: sono momenti di sfogo, a volte più utili di una risata.
Poi ho messo le cuffie e ho continuato a guardarmi attorno, cercando di immaginare discorsi non sentiti.
Ho visto una coppia di vecchietti al parco, che camminavano mano nella mano, e ho immaginato che lei stesse chiedendo a lui cosa volesse per cena. A quel punto lui si è girato, l’ha guardata negli occhi e, forse,  ha risposto: ” quello che vuoi tu amore, tanto mi piace tutto quello che fai”
Ho sorriso e ho continuato a camminare fino a che non ho visto quelle due ragazze sdraiate sul prato, a pancia in giù. Sono sicura che stavano parlando della loro estate. Forse erano due amiche del cuore che hanno passato le vacanze separate e allora avevano bisogno di raccontarsi le emozioni vissute e i nuovi amori sbocciati. Quale posto migliore se non al parco, lontano da orecchie indiscrete di genitori o fratelli?
Ho visto immigrati cercare l’ombra di un albero per riposare, come quell’operaio con il gilet arancione che ha parcheggiato il suo mezzo in un angolo del cantiere, si è sdraiato sul prato e ha chiuso gli occhi in cerca di nuove energie.
Sono entrata di corsa in un piccolo negozio di alimentari e ,dopo averci lasciato solo 60 centesimi, ne sono uscita con una bottiglietta di acqua, fresca.
Come mi piace camminare veloce per la mia città, decidendo volta per volta nuovi percorsi da seguire.
Come mi piace guardare le persone che incontro e cercare di immaginare le loro vite, le loro emozioni.
Non dimenticherò mai quel signore, con i pantaloncini bianchi e a petto nudo, che nel parco faceva quegli strani movimenti.
Quella strana danza mi ricordavano un pò la Capoeira (una sorta di arte marziale Brasiliana ricca di salti ed di armonia).
Chissà che viaggio si è fatto quello, chissà quante speranze ha riposto in quei nuovi lidi, chissà per quanto tempo è stato via, chissà se è tornato, davvero.
Barbara

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