Tre anni fa ero in giro a visitare tutte le scuole elementari della zona, per decidere dove avremmo mandato Danny.
Tre anni fa sono entrata in un scuola in un giorno qualunque, e in androne ho incontrato lei, con la sua quinta.
Sono andata a tutti gli open day delle varie scuole, ma gli open day non mi sono mai piaciuti.
Vedi la scuola, vedi gli spazi, e ti raccontano un sacco di cose e di numeri, ma le maestre ti fanno “ciao ciao” con la manina da lontano, e non le senti neanche parlare.
Per me quello che conta non sono le strutture, ma gli esseri umani.
In quel giorno qualunque, e in quell’androne tutto colorato, ho visto lei, e ho capito che era lei che avrei voluto al fianco di nostro figlio, per aiutarlo crescere.
Ci è andata bene, e proprio lei è diventata la maestra di Danny.
E’ tosta lei, ma è anche dolcissima.
E’ lei che segue da sempre il progetto “Scuola natura” per la scuola Morosini, ed è lei che assieme alle altre due insegnanti, ha accettato felice di portare i nostri figli ad Andora, per ben 5 giorni.
Non vedevo l’ora che arrivasse la famosa settimana di scuola natura.
E quando a scuola ci hanno finalmente comunicato le date, un leggero brivido di gioia ha scosso il mio corpo.
Tutte le mamme amano i propri figli, ma nessuna mamma sarebbe triste di avere 5 giorni liberi da dedicare al lavoro, agli hobby , agli amici e, perché no, anche al marito, senza vincoli di orari da rispettare, lezioni di tennis, di calcio, compiti, e chi più ne ha più ne metta.
Partenza prevista: lunedì 3 novembre ore 8.25
Ritorno previsto: sabato 8 novembre ore 12.30
Peccato che domenica mattina mi sono svegliata col magone.
Ma come?!?!? Ero così felice di avere 5 giorni liberi in cui avrei potuto uscire e rientrare a qualsiasi ora, senza il bisogno di nonne e babysitter, e ora mi viene il magone?!
E che magone…
Ieri mattina mi sono stampata un sorriso sulla faccia, fino a che il mio amore non è salito sul pullman con tutti i suoi compagni, e fino a che il pullman non ha girato l’angolo.
Ma poi…
Poi le lacrime si sono fatte largo nei condotti lacrimali, e sono uscite, abbondanti.
Non è facile vedere tuo figlio che parte, mentre tu resti.
E’ successo spesso che partissi io, e che restasse lui, con le nonne, o col papà.
Ma quando a partire è lui, e a restare sei tu, allora le cose sono ben diverse.
Lui se ne va, ma le abitudini restano.
Di notte ti svegli con pensiero che forse, come spesso capita, si è scoperto di nuovo, e allora fai per alzarti e per andare a controllare, ma poi ti ricordi che lui non è nel suo letto.
Sono quasi le 19 e fai per apparecchiare per tre, ma poi ti ricordi che siete in due.
E i grattini sulla schiena dopo la favola, a chi li faccio?
E i grattini sul mio collo, dopo i suoi gratini sulla schiena, chi me li fa?
Chi mi butterà la braccia al collo, in un momento di mia evidente tristezza, dicendomi che se non trovo un lavoro mi darà i suoi soldi guadagnati quest’estate vendendo i braccialetti fatti con gli elastici colorati?
Danny è un bimbo molto sensibile, e quando non c’è si sente, tanto.
Danny è un bambino molto allegro, e quando non c’è si sente, tanto.
Danny è un bambino molto affettuoso, e quando non c’è si sente, tanto.
Sono felice che sia in gita con i suoi compagni e sono tranquilla perché so che è in buone mani, in ottime mani.
Ma ho un piccolo grande macigno nel cuore, e appena mi fermo un attimo lo sento, e pesa.
Per fortuna oggi ho un evento importante e avrò da fare fino a tardi, e domani vado a Roma per due giorni, a sistemare un po’ di questioni delicate, di famiglia.
Se sono impegnata ci penso meno, ovvio.
Ieri sera era il turno della mia chiamata.
Li possiamo chiamare due volte durante tutta la gita, e ieri era la prima.
Era appena partito, ma ero emozionata lo stesso: digitavo il numero della sua maestra, e il cuore mi batteva forte.
“Ciao, siamo in teatro ad ascoltare la programmazione di quello che faremo nei prossimi giorni, te lo passo!”
“AIUTOOOOO: e che gli dico ora?”
Ma si può essere emozionate all’idea di parlare col proprio figlio, di sei anni?
Si può, si può!
Gli ho chiesto come era andato il viaggio, se si era divertito, e chi avrebbe dormito vicino a lui nella camerata della seconda E.
Poi le parole mi sono morte in bocca, a me!
Una chiacchierona come me non sapeva più che dire.
Avrei voluto dire che mi mancava già, avrei voluto dire che stavo salendo in macchina per andare a riprenderlo, ma, ovviamente, gli ho detto “Divertiti tanto amore mio!”, e ho messo giù, quasi subito.
La maestra super tecnologica ha creato un gruppo “Scuola natura” su whatsapp, e ci manda foto e commenti su come sta procedendo la vacanza.
Ad ogni notifica il cuore batte, forte.
E ogni volta che apro una foto, il cuore accelera.
I miei occhi cercano il suo viso, in mezzo a quello dei suoi compagni.
Cerco di capire dalla sua espressione se è felice, se si diverte, se sta bene.
Cerco di capire se la sua mamma gli manca un po’…
Divertiti amore mio.
Fatti la doccia da solo, vestiti da solo, e lavati i denti da solo.
Inizia ad imparare a camminare con le tue gambe, ma ricordati che la mamma è qui, che ti penso sempre, e che ci sarò sempre.
Impara ad arrangiarti, e diventa il mio piccolo grande ometto, ma ricordati che se hai bisogno di una mano, io ci sarò, fino a quando potrò.
Ti amo cucciolo mio.
Divertiti, ma torna prestooooooo!!!
Mamma Barbara