Non sono una di quelle che passa la notte in bianco per vedere gli Oscar, ma l’ho registrato con MySky, prima di crollare, a due minuti dall’inizio della diretta.

Domenica Danny ed io ci siamo sparati 2 ore e mezza di corriera, e 2 ore e mezza di treno, per tornare dalla montagna, e la sera eravamo cotti bolliti, altro che Oscar in diretta!

Ma ieri mattina Danny a scuola ci è andato col papà, e io dal letto sono passata in un balzo sul divano, e ho iniziato la prima parte della visione.

La prima parte è filata abbastanza liscia, ma la seconda parte, che mi sono vista subito dopo pranzo, è stata tosta, tostissima.

Sarebbe bello sapere che le mie lacrime erano cellulite sciolta!

Se qualcuno brevettasse una sostanza che permette di espellere la cellulite tramite le lacrime, io sarei anoressica!

Io se sono felice piango!

Io se sono triste piango!

Io se mi commuovo piango!

imageQuando Graham Moore ha ritirato la statuetta per la miglior sceneggiatura non originale, per “Imitation game”, ha confessato di aver tentato il suicidio, all’età di 16 anni.

Si sentiva diverso.

E dopo questa forte confessione ha lanciato un grande messaggio a tutti quelli che si sentono diversi, dicendo loro di non mollare, perché un giorno anche loro potrebbero finire su quel palco, ed essere felici, come lui.

Tante volte mi sono sentita diversa.

Mi sono sentita diversa quando ero sempre la più alta, la spilungona.

Mi sono sentita diversa quando mi prendevano in giro perché avevo la testa molto grossa in confronto al corpo,  e allora mi chiamano Mercury, come i motori fuoribordo.

Mi sono sentita diversa quando le mie amiche andavano sui pattini e giocavano con le bambole, mentre io non mi separavo mai dal mio skate, e odiavo il rosa.

Mi sento diversa che ora, quando mi ritrovo a tavola con donne che parlano di scarpe e borsette: non mi sono mai interessate certe cose.

Non è mai stato un segreto che mio padre volesse un maschio, e io, forse nel tentativo di non deludere nessuno, ci avevo messo poco a diventare un maschiaccio.

Avevo appena finito di asciugarmi le lacrime che ecco arrivare la busta d’oro con dentro il nome della miglior attrice protagonista.

Una commossa Julienne Moore è salita sul palco, e, dopo i vari ringraziamenti, ha aggiunto che era felice di aver fatto quel film, nella la speranza di riuscire a sensibilizzare il mondo verso i malati di alzheimer, facendoli sentire meno soli.

E patapum: le mie lacrime sono tornate a sgorgare!!!

Ci sono arrivata più volte vicino ad andare a vedere quel film, ma non ho ancora trovato il coraggio.

imageNon potrò mai dimenticare quella telefonata: “Mamma qui a Formentera si sta benissimo! Quasi quasi resto tre giorni in più!”

“Preferirei che tu tornassi! Papá non sta bene, si comporta in modo strano.”

Non mi ricordo neanche che estate fosse, ma sono passati circa 15 anni dall’inizio di quell’incubo.

Una mattina di quell’estate mio papà si è svegliato e, tutto agitato, ha detto a mia mamma che doveva tornare subito a casa, da sua moglie.

Non esistono esami per capire se si tratta di demenza senile o di alzheimer.

Non esistono medicine per guarire i malati di alzheimer, ma solo per calmarli.

Ogni malato è diverso dall’altro, ogni storia è diversa dall’altra…

Sono stati anni lunghi e duri, specialmente per mia mamma, che viveva con lui.

Io vivevo già a Milano da tanti anni, e quando tornavo a Venezia facevo fatica a guardarlo negli occhi: quello non era più mio padre.

A volte, nella vita, per difendersi dal dolore, bisogna fare delle scelte difficili.

Per me mio padre era quell’uomo che anche in estate, non rinunciava mai ai suoi jeans bianchi, lunghi, e alla sua camicia di oxford fatta su misura.

Mai una maglietta a maniche corte, mai un bermuda…

Era un uomo molto elegante mio padre, dentro e fuori.

Chissà se prima di andarsene ha capito che quel bambolotto biondo che gli ho messo due volte sulle ginocchia era un bambino vero, suo nipote.

Non mi sento in colpa nel dire che ho desiderato con tutta me stessa che se ne andasse, e che quando se ne è andato prima ho pianto, ma subito dopo mi sono sentita leggera, molto leggera.

Prima o poi lo troverò il coraggio per andare a vedere quel film, e spero che nel frattempo qualcuno brevetti sta cavolo di sostanza che trasformerà la cellulite in lacrime!

Besos

Barbara