La rinascita, San Maurizio, San Nevo e San Fit

Premetto subito che mi reputo una donna fortunata, molto fortunata.

Ora, fatta questa premessa, posso dire che questo è stato per me un anno parecchio pesantuccio, in tutti i sensi (la mia bilancia può confermarvelo)

Lui, la coppa e l’artista

 

“Signora ci siamo dimenticati di dirle che domani ci sarà la gara!”

La gara?

Mio figlio ha fatto un corso di sci quando aveva 3 anni, e poi forse avrà sciato altre 6 volte nella sua vita, e voi gli fate fare una gara il primo giorno che rimette gli sci dopo 2 mesi?!

Ovvio che una mamma si preoccupi che il figlio possa sentirsi inferiore agli altri bimbi.

Uno slalom gigante con un botto di porte, e una pista lunga, lunghissima, di quelle vere!

Nooooo! Non ce la farà mai! Si fermerà a metà, e salterà la metà delle porte, come facevano sempre la sua mamma e il suo papà, quando erano piccoli.

“Scende ora il numero 3, Agrati Daniele”

Porca paletta! Lo hanno addirittura annunciato col microfono, come nelle gare vere! Aiutoooooo! Che è emozioneeeeeeee

Ma, ma, maaaaa! Guarda come viene giù il mio patatoneeeeee! Non ne sta saltando una di porta! Non ci credo! Non può essere nostro figlioooooo! C’é stato uno scambio nella culla!!!

Quando aveva visto il podio si era rattristato: “Mamma io su quel podio non saliró mai oggi!”

E invece nella sua categoria erano in 4, e lui è arrivato terzo: podio e coppa!

Tra lui e la coppa è stato amore a prima vista, non ci voleva credere!

Ieri sera ha voluto la coppa sul comodino, prima di spegnere la luce.

E stamattina si è svegliato alle 6.47: “Mamma accendi la luce perfavore? Voglio vedere se la coppa c’è ancora”

L’ha vista, ho spento la luce, e si è riaddormentato felice.

Che giornata ricca di emozioni quella di ieri: la prima gara di sci del mio patato, e la sua prima coppa, e, per non farci mancare nulla, la presentazione della mia linea di orecchini “Gipchic” da Nanà, qui a Cortina.

Sono venute le mie amiche di sempre, ma anche tante persone che conoscevo, e qualche “uips”, che fa sempre bene allo spirito, e ai social network (hihi)

“È lei l’artista? Complimenti! Ha avuto una bellissima idea, e gli orecchini sono bellissimi”

Io artista?

Questa mi mancava, ma mi piace, e parecchio.

Mi hanno spesso chiamata “Pr”, a volte “stagionata” (il mio simpatico marito), e da 7 anni “mamma”, ma “artista” mai!

Bene, e visto che ora il piccolo campione sta sciando, l’artista approfitta di questa libertà forzata e va a farsi una bella passeggiata tra i monti.

Besos

Barbara

Presentazione Gipchic da Naná. Viviana, la titolare, ed io, ed altri ospiti tra cui Elisabetta Ferracini, Alessandro Benetton e Debora Compagnoni

Presentazione Gipchic da Naná. Viviana, la titolare, ed io, ed alcuni ospiti tra cui Elisabetta Ferracini, Alessandro Benetton e Debora Compagnoni

 

 

 

 

 

 

 

 

Orecchini “Gipchic”: un sogno in vetrina.

 

Nuovo anno nuove idee, vecchie passioni, e sogni tirati fuori, dai cassetti…

Mi ero ripromessa che nel 2015 avrei coltivato una passione della mia infanzia, e così ho fatto.

Quando vivevo a Roma, spesso andavo in vacanza a Ponza, con i miei genitori, ed è proprio a Ponza che ho fatto le mie prime bancarelle, in piazzetta, e sul porto.

Le altre bambine vedevano braccialetti e collanine fatti con le classiche perline colorate, e io facevo braccialetti e collane con le girelle che si usavano per pescare.

Non mi è mai piaciuto fare le cose che facevano gli altri: le mie amiche andavano sui pattini? E io andavo sullo siate; le mie amiche vestivano di rosa? E io vestivo di verde.

Mio papà avrebbe voluto un maschio, e io a diventare un maschiaccio ci ho messo un attimo!

Un paio di anni fa sono entrata in un negozio da pesca con mio figlio, e ho rivisto loro, le girelle.

Ho comprato una decina di sacchettini, mi sono comprata delle perle marroni e color bronzo, e mi sono fatta una collana come quelle che, da piccola, vendevo alle amiche di mamma.

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Quella passione era finita in un cassetto, insieme a quei sogni che spesso nei cassetti fanno la muffa

Il 20 gennaio ho tirato fuori da un cassetto un vecchio sogno, e una manciata di murrine.

Il 21 gennaio ho comprato due pinze, e qualche base in argento, e la sera, dopo aver messo a letto Danny, ho iniziato a liberare la mia creatività, quella creatività che avevo quasi dimenticato di avere.

Vedevo le murrine nelle vetrine della mia città da anni, e mi chiedevo come mai a nessuno fosse venuta l’idea di dare vita a quelle murrine, facendolo in un modo un po’ diverso dal solito.

E allora ci ho provato io.

Sono passate meno di 3 settimane, e dopo quel primo orecchino di prova, ne sono arrivati tanti altri…

primoorecchino

Sono sempre stata un’appassionata di orecchini, e più grandi sono e più mi piacciono.

C’è un posticino, a Cortina d’Ampezzo, dove ci sono sempre degli orecchini bellissimi.

Viviana, la proprietaria di Nanà, quel piccolo angolo di paradiso, vive con la pinza in mano, e inventa, e crea…e io compro.

Ogni volta che vado in montagna, cosa che per fortuna non capita troppo spesso, passo da lei e mi regalo un paio dei suoi bellissimi orecchini.

Mi è sembrato naturale far vedere a Viviana il mio nuovo hobby, e le mie prime creazioni…

Viviana i miei orecchini li ha voluti subito, per il suo Nanà!

Venerdì ho finito di preparare gli orecchini che aveva scelto, e sabato glieli ho mandati in negozio tramite un’amica di mia mamma.

E sempre sabato, mentre uscivo da un negozio di Venezia dove ero andata a far vedere i miei orecchini, mi è arrivato un messaggio su whatsapp…

Era una foto che mi aveva mandato Viviana…

In quella foto si vedevano i miei orecchini nella sua vetrina!!!

Pensate pure che io sia una stupida sensibile, ma mi sono commossa, di brutto!

Mai avrei sognato tanto!

Io ero già felice al pensiero di fare gli orecchini per le mie amiche, e di magari iniziare a venderli in uno di quei  mercatini dove di solito vado da cliente, e invece…

E invece è successo molto di più di quanto mi sarei mai aspettata, e una lacrima di gioia ha attraversato un infreddolito viso sorridente.

Il mio sabato è iniziato così, ed è finito con un altro negozio che ha voluto i miei “Gipchic”.

Ebbene sì, ho deciso di chiamare i miei orecchini “Gipchic”: un po’ gipsy, e un po’ chic, come me.

Io che amo girare in jeans, o con lunghe gonne.

Io che i tacchi li tempero, ma che, se potessi, starei sempre a piedi scalzi.

E io che pensavo di aver trovato un nuovo hobby…

E invece ora mi tocca rimboccarmi le maniche, per cercare di  trasformare questo hobby in una nuova avventura lavorativa.

Andiamo avanti così, con le mie solite stupide paure dei cambiamenti, e il mio solito entusiasmo di una ragazzina che non ne vuole sapere di crescere.

Adesso vi lascio che devo chiamare il commercialista, aiutoooooooooo

Besos

Barbara

Collage di orecchini "Gipchic"

Ma io avevo chiesto solo un po’ di fresco…

Dopo 12 giorni di crociera in una nave americana dove si dormiva con pigiama a maniche lunghe e piumone, i due giorni a terra a Napoli, prima di tornare a Venezia, sono stati una mazzata!
Caldo, umido, caldo, umido.
Dopo 24 ore a Venezia e una giornata in spiaggia, mi è venuta una voglia pazzesca di montagna.
Una telefonata al nostro agriturismo per sentire se aveva una camera libera per me e Danny e poi i biglietti per l’autobus.
Mi sembrava che fosse andato tutto troppo liscio, ahahahaha!
Ieri mattina eravamo pronti all’imbarcadero di Palazzo Grassi con la nostra valigia e l’inseparabile monopattino di Danny.
Aspettavamo il vaporetto per andare in stazione a Venezia, prendere treno per Mestre e poi il pullman Cortina express da Mestre.
Non sarebbe stata un’ardua impresa se il vaporetto fosse arrivato puntuale e non in ritardo di 20 minuti!!!
Risultato?
Corsa con valigia e monopattino a piedi fino in stazione, saliti al volo sul primo treno per Mestre e preso il pullman al volo sudati fradici, ma felici.
Arrivati a Cortina ci siamo concessi un taxi fino all’agriturismo per mollare la valigia e tornarcene in paese con calma a piedi per fare la spesa e berci un aperitivo con gli amici e i loro figli.
Peccato che, mentre scendevamo in centro, all’improvviso si è alzato il vento e i nuvoloni neri, che erano lontani, si sono piazzati sopra le nostre teste e ha iniziato a diluviare!
Avevamo anche l’ombrello, ma il troppo vento non lo rendeva utilizzabile.
Eravamo nella m…
Io tutta fradicia e mio figlio mezzo fradicio (aveva la giaccavento) e terrorizzato.
Siamo corsi sotto un ponte, unico punto dove ci si potesse rifugiare, e da li ho chiamato il taxista che ci aveva appena accompagnati all’agriturismo.
Meno male che, maniaca come sono, spesso chiedo il cellulare dei taxisti del posto, non si sa mai.
Peccato che nei 5 minuti prima dell’arrivo del taxi, il ponte si è allagato e ci siamo ritrovati con la testa asciutta, ma con l’acqua fino alle caviglie.
Cercare di mantenere Danny calmo è stata una bella impresa.
Per fortuna che il mitico Ranieri, il proprietario dell’agriturismo, mi ha rifornito di ciò che mi serviva per fare tornare il sorriso al mio cucciolo.
Dopo una doccia calda ci siamo mangiati due bei piatti di tagliatelle con ketchup e grana, due jogurt ai mirtilli, fatti con il latte delle mucche che ci ospitano in questi giorni, e ci siamo infilati a letto, sotto al piumone.
Fuori c’erano 12 gradi e il diluvio.
Ma io avevo chiesto giusto un po’ di fresco, managgia.
Se penso che ieri prima di partire mi ero anche fatta, da sola, una pseudo acconciatura per affrontare il mio primo aperitivo a Cortina…ahahahaha!
Il pulcino Pio forse era conciato meno peggio di me, ieri.
Stamattina era ancora brutto, ma ora splende un caldo sole e il centro di Cortina pullula!!!
Barbara

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