Je suis Dolce & Gabbana

 

Io davvero non capisco…

Dopo quello che è successo a Parigi, e dopo tutti bei discorsi fatti sulla libertà d’espressione, c’è chi fomenta il mondo a boicottare un’intera casa di moda perché uno degli stilisti si è permesso di esprimere una SUA idea personale?

Ho dovuto leggere e rileggere il commento di Elton John sotto la foto di Dolce & Gabbana che ieri ha pubblicato su Instagram: non volevo crederci!

Ma partiamo con ordine dalle parole dette da Domenico Dolce in un’intervista rilasciata a Panorama:

“Non l’abbiamo inventata mica noi la famiglia. L’ha resa icona la Sacra famiglia, ma non c’è religione, non c’è stato sociale che tenga: tu nasci e hai un padre e una madre. O almeno dovrebbe essere così, per questo non mi convincono quelli che io chiamo figli della chimica, i bambini sintetici. Uteri in affitto, semi scelti da un catalogo. E poi vai a spiegare a questi bambini chi è la madre. Procreare deve essere un atto d’amore, oggi neanche gli psichiatri sono pronti ad affrontare gli effetti di queste sperimentazioni”

E Domenico, rispondendo a una domanda sulla voglia di paternità, continua dicendo: “Sono gay, non posso avere un figlio. Credo che non si possa avere tutto dalla vita, se non c’è vuol dire che non ci deve essere. È anche bello privarsi di qualcosa. La vita ha un suo percorso naturale, ci sono cose che non vanno modificate. E una di queste è la famiglia”

Ho letto e riletto le parole di Domenico e, sinceramente, non riesco a dargli torto.

Se ora volete boicottare il blog temperateitacchi fatelo pure, ma sappiate io continuerò a dire quello che penso, come ho sempre fatto.

Forse se fossi gay, e fossi innamorato di un uomo con cui vorrei avere un figlio, la penserei in maniera diversa, ma non lo sono, e quindi dico la mia, ma non mi permetto di giudicare chi non la pensa come me.

Certo è che viviamo in una società, e parlo dell’Italia, in cui c’è ancora chi si gira vedendo una donna bianca che cammina mano nella mano con un uomo di colore, o viceversa, e quindi figuriamoci a come verrebbero guardati due papà che spingono il passeggino con il loro figlio.

Non siamo sicuramente pronti a vedere figli cresciuti da due mamme, o da due papà, e il peggio è che chi ne farebbe le spese sarebbero sicuramente i bambini.

Ma, ripeto, io non sono nessuno per giudicare, e quindi posso solo fare come Domenico, e dire quello che penso io, senza per questo mancare di rispetto a nessuno.

“Non sono d’accordo su quello che dici, ma darei la vita perché tu lo possa dire”

Elton John avrebbe potuto prendere in prestito queste bellissime parole di Voltaire, ed avrebbe fatto una gran bella figura.

Ma chiedere a tutto il mondo di boicottare Dolce & Gabbana per colpa di una semplice idea personale…

Questo è davvero troppo, e assurdo!

Una casa di moda non è fatta solo dai suoi stilisti, ma da una moltitudine di persone che lavorano dalla mattina alla sera, con passione e dedizione.

Stefano ha detto chiaro e tondo che non la pensa come Domenico, ma resta ovviamente al suo fianco, e difende a spada tratta l’opinione di un uomo che è cresciuto in sicilia, dove l’immagine della famiglia classica è sicuramente più forte e più sentita che in tante altre regioni d’Italia.

E poi, davvero, se tutti dovessimo boicottare tutti quelli che la pensano diversamente da noi, allora io non potrei più andare a comprare la frutta dalla mia amata fruttivendola: lei non vota il partito che voto io!

Quello che vorrei chiedere a Domenico, che ha parlato di “figli della chimica” e di “bambini sintetici”, è se è contrario alla fecondazione assistita solo per le coppie di gay, o anche per le coppie etero.

Questo mi piacerebbe saperlo!

Io sono stata fortunata e il mio Danny è arrivato così, senza bisogno di altro al di fuori di me, del suo papà, e di un bellissimo atto d’amore.

Ma ci sono coppie che non hanno avuto la stessa fortuna, e che con l’aiuto della “chimica”, e di tanti sacrifici, sono riusciti a realizzare il loro grande sogno.

Posso essere d’accordo sul fatto che anche a me sembra più “naturale” un bambino nasca da un padre e da una madre, anche se un giorno magari crescerà con uno solo di loro, ma chiamare “figlio della chimica” un bimbo arrivato con un aiuto, ma tanto desiderato, cercato, e amato, questo forse lo avrei evitato.

Resta il fatto che ognuno dovrebbe essere libero di esprimere la propria opinione, senza dover per questo essere boicottato, ed insultato.

Besos

Barbara

Indignata è dir poco

 
Era da mesi che aspettavo di vedere questo film e ora ci metterò mesi, forse, per smaltire la rabbia che provo.
Avrei voluto scrivere appena uscita dal cinema, ieri sera, ma ho preferito aspettare, per evitare di esagerare e di dire cose di cui poi mi sarei pentita.
Quando si sono accese le luci in sala, ero arrabbiata, molto arrabbiata.
Il mio viso era rigato da inevitabili rivoli di lacrime, e la mia mascella era rigida, molto rigida.
Penso che se avessi incontrato una suora, fuori dal cinema, non l’avrei guardata con dolcezza.
Sono stata battezzata, ho fatto la comunione e la cresima, ma in Chiesa  ci entro solo per matrimoni, funerali e battesimi (ne ho uno giusto oggi, di battesimo)
Ma non sono qui per spiegare in cosa io creda o meno, anche se una cosa la voglio dire: mi piace molto il nostro nuovo Papa.
Trovo che Papa Francesco sia molto umano, e il suo sorriso mi riempie il cuore.
Ma ora torniamo al vero motivo di questo post.
Sono qui per dire che se davvero la storia narrata nel film “Philomena” è una storia vera, allora io sono veramente incazzata.
Scusate, ma non trovo termine migliore e più discreto.
Come si fa a lasciare in un convento la propria figlia incinta?
Come si fa a far partorire una donna nel dolore e nel pericolo, per punirla del suo “peccato”?
Come si fa a sottrarre un figlio alla propria madre, e a venderlo?
Ma, soprattutto, come si fa a non combattere con le unghie per ritrovare quel figlio tanto amato?
Vedere una madre affacciata alla finestra mentre urla a squarciagola il nome del proprio bambino di tre anni, perché glielo stanno portando via, è stata per me davvero dura.
Sono una mamma e sarei pronta ad uccidere se qualcuno cercasse di portarmi via mio figlio.
E se invece mi succedesse davvero una cosa del genere?
Non mi darei pace e lo cercherei ovunque, dal giorno della scomparsa all’ultimo giorno della mia vita, e
sono sicura che riuscirei a trovarlo.
E invece?
E invece la madre del film, e della storia vera che il film ha raccontato, ha fatto qualche vano tentativo e poi si è arresa, per 50 anni.
Quando in lei è tornato il desiderio di rivedere quel figlio perduto e ha incontrato un uomo che si è davvero impegnato ed è infatti riuscito nel suo intento, la donna ha scoperto un’amara verità.
Se non sapessi che il film è tratto da una storia vera non sarei così arrabbiata, ma siccome lo è…
Sono arrabbiata con i genitori che hanno abbandonato una figlia perché aveva “peccato”.
Sono arrabbiata con una madre che si è arresa, troppo presto.
Sono arrabbiata con quelle che dicono di amare Dio, e a lui decidono di dedicare tutta la loro vita, e poi impediscono ad un figlio di rivedere la propria madre, per l’ultima volta.
Sono arrabbiata con Suor Ildegarda che è arrivata ad odiare una donna solo perché quella donna aveva scelto il “peccato”, lo stesso “peccato” a cui lei invece aveva deciso di rinunciare.
Fischiate pure, ma io continuerò a pensare che l’invidia è una brutta bestia, sempre e ovunque.
Lo so che “Philomena” è solo un film, ma è anche la storia di vita vera.
Purtroppo certe cose sono successe e succederanno ancora, e io non riesco ad accettarlo.
Se un giorno mio figlio dovesse sbagliare, fino a che ci sarò, cercherò di stargli ancora più vicino,  per superare con lui tutti gli ostacoli che la vita gli metterà davanti.
Se un giorno mio figlio sbaglierà, mi ricorderò di quando sbagliavo io, lo sgriderò e cercherò di insegnargli che tutti possono sbagliare e cadere, ma che tutti devono rialzarsi, a testa alta.
Quando ami qualcuno devi essere pronta a stargli più vicino nei momenti difficili che in quelli facili.
E a volte bisognerà imparare a farlo anche in silenzio.
“Philomena” è un film duro, vero, ma bellissimo, e Judi Dench (con me nella foto, hihi) è fantastica, come sempre.
Barbara
PS : la foto l’ho fatta prima del film. Dopo non sorridevo più!

 Suor Ildegarda

Suor Ildegarda e il mio ginocchio, al cinema