So che non sono l’unica, ma so che se Ayrton Senna mi avesse chiesto di scappare con lui…io avrei fatto le valigie e sarei andata ovunque, anzi, non avrei neanche perso tempo a fare le valigie.

E invece? E invece siccome sono una cretina cosmica…invece di scappare con lui, sono scappata da lui.

Era il 1992 e lui aveva appena vinto il Gran Premio di Monaco.

Quella sera, dopo aver visto la corsa dalla terrazza di casa di amici a Montecarlo, siamo andati tutti a cena e poi siamo finiti al “Jimmy’z”.

Ero con amici di Parigi che avevano prenotato un gran bel tavolo a bordo pista e con altri amici di Milano che possono testimoniare che quello che sto per raccontarvi non è una balla, anche perché uno di questi amici è stato mio complice.

Siamo arrivati in discoteca sul presto, infatti c’era poca gente.

Ero seduta sul divanetto in chiacchiera e chi ti vedo arrivare? Lui, Ayrton Senna in persona con un gruppo di amici. E dove si siedono? Nel tavolo davanti al nostro esattamente dall’altra parte della pista.

Il mio cuore ha incominciato a pulsare talmente forte che ha rischiato di schizzarmi fuori dal petto per finirgli direttamente sul tavolo, al centro di un bel vassoio d’argento

Forse ha sentito il mio cuore, forse è stata fortuna, ma ad un certo punto ha alzato lo sguardo e mi ha guardata. Avevo 22 anni ed ero già alta 1,78: difficile non vedermi, specialmente in un locale quasi vuoto. Ma quando ha rialzato lo sguardo ancora una volta e poi di nuovo…ebbene sì, mi sono illusa.

A quel punto il mio cuore ha rallentato un po’, ma si sono messi a correre i miei neuroni: dovevo fare qualcosa, subito!

Ho tirato fuori dalla borsetta un mio biglietto da visita, ho chiesto ad un cameriere una penna (mi ha dato una bic nera), ho barrato il cognome come dice il galateo per essere meno formali, e ho scritto: (me lo ricordo come se fosse ieri) “Agli occhi più timidi del Principato, congratulazioni per oggi”.

Ho chiesto ad un mio amico di portargli il biglietto.

Ho seguito con lo sguardo il mio amico mentre camminava intorno alla pista per arrivare al suo tavolo, ho continuato a fissarlo fino a che gli ha dato il mio biglietto e non ho smesso neanche quando Senna, senza neanche parlare con il mio amico, ha letto il biglietto, ha sorriso e ha subito alzato lo sguardo verso di me.

Mi ha beccata in pieno: ero talmente imbambolata che avevo ancora la bic nera in mano e un sorriso da ebete stampato in mezzo alla faccia!

Ci siamo guardati per circa 15 secondi, 15 lunghissimi secondi che a me sono sembrati 15 minuti.

Ad un certo punto lui si è alzato e si è incamminato verso di me.

Secondo voi io con la mia parlantina e la mia faccia tosta (sono quella che un paio di anni dopo si è tranquillamente fatta baciare da Denzel Washington) cosa ho fatto?

Sono scappata, e lo ho fatto molto velocemente senza guardarmi dietro.

Sono corsa fuori e me ne sono andata, ho avuto quello che si chiama “attacco di cagarella acuto”.

Cenerentola ha perso la scarpetta e io l’occasione di conoscere un principe.

Sono passati 19 anni dalla sua morte e io tutti gli anni, il 1 maggio, penso a come sarebbe stato baciare un principe…

Per fortuna che da 8 anni il mio principe lo ho trovato e me lo sono pure sposato…a Las Vegas

Barbara