Se l’anno scorso mi avessero detto che a breve avrei aperto un blog, ma soprattutto che avrei avuto un logo (ideato dal bravo e paziente Niccolò Lapidari) e una campagna ADV tutta mia… avrei riso, e tanto.
E invece a metà gennaio, una sera, parlando con mio marito, ho deciso di aprire questo blog e con il suo aiuto, l’ho fatto, subito. Dopo due ore avevo pubblicato il mio primo articolo: intervista ad Alessia Marcuzzi, per tanti una vip, per me un’amica, la sorella che non ho mai avuto.
Dopo il mio primo articolo ne sono arrivati altri, tanti altri. Ebbene sì, sono una che si fa prendere dagli entusiasmi e quando mi entusiasmo…sono cavoli.
Ho sempre amato scrivere, ho sempre tenuto un diario: a scuola passavo le ore a scrivere invece di seguire le lezioni e infatti… in italiano avevo dal 5/6, ma quella è un’altra storia…diciamo che io piacevo al professore, ma lui non piaceva a me.
Ho iniziato a parlare del mio blog a tutti chiedendo aiuto e consigli e devo dire che sono stati tutti sin troppo gentili. Avevo da poco aperto il blog ed ero in treno diretta a Treviso per un appuntamento di lavoro. Stavo chiacchierando (strano che io chiacchieri vero?!) con l’Ad della Fun Communication di Roma con cui collaboro e con Luca di Persio della Foward, che per Fun segue tutta la parte di comunicazione digitale.
Luca mi chiede come mai ho deciso di aprire questo blog e io gli racconto del fatto che ho sempre condiviso tanto su facebook e che in molti mi dicevano e mi scrivevano che il mio entusiasmo era contagioso. Non ho fatto in tempo a finire la frase che ho visto un lampo attraversare gli occhi di Luca. Mi ha guardata dritto negli occhi e mi ha detto “la campagna ADV per il tuo blog te la faccio io”.
All’inizio ho sorriso, poi mi sono fermata un attimo a pensare (anche io penso) chiedendomi se per un blog servisse davvero una campagna advertising, e poi sono tornata a sorridere.
L’entusiasmo di Luca era stato contagioso.
Dopo quel viaggio in treno Luca mi ha dato da fare i compiti a casa e io da alunna incapace, ma fiduciosa ed entusiasta, ho eseguito: mi sono fatta fare alcune foto da un amico fotografo (San Stefano Trovati della agenzia Guindani) e sono andata in cerca di una maschera antigas che mi ha gentilmente prestato Alberto del negozio di street wear Wag in Via de Amicis a Milano (di questo negozietto da paura vi parlerò meglio più avanti).
Ho mandato a Luca le foto di Stefano e le foto con la maschera antigas e lui e io suoi ragazzi si sono messi subito al lavoro. Quando mi hanno mandato la prima prova della campagna mi è scesa una lacrima, giuro. Mi sono emozionata!
Il CONTAGIO è iniziato e sarà sempre IMMINENTE perchè in ogni articolo che scriverò cercherò di mettere un pò del mio entusiasmo contagioso. Starà a voi decidere se volete essere contagiati o no. Se non volete essere contagiati siete liberi di indossare la vostra maschera antigas, vera o immaginaria che sia.
Sappiate che anche io mi difenderò da quelli che sono sempre arrabbiati e infelici anche se avrebbero tanto per cui non esserlo.
A me non serve la maschera antigas, per quelle come… per me difendersi dai S.I.N.A.P. basta una semplice mascherina !
(S.I.N.A.P: soggetti che influenzano negativamente le altre persone)
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