So che può far strano sentito dire da una “blogger”, da una che vive sui social network, ma io sono una all’antica, sono una da carta e calamaio.
Se sono finita sui social network è perchè amo la vita, sono un’entusiasta recidiva e adoro condividere le emozioni, i colori, i sapori e le gioie che la vita ci regala, ogni giorno.
Condividerei anche i profumi, ma non ho ancora trovato il barba-trucco.
378102_465789923509161_230142869_nNon è di certo un bel momento, ma sono convinta che ognuno di noi ha comunque tanto di cui essere felice, basterebbe concentrarsi su tutto quello che abbiamo ancora e non solo su quello che non abbiamo più.
E’ sempre la solita antica questione del bicchiere metà pieno o metà vuoto.
Se fosse per me però queste cose non le scriverei nel blog, ma in foglietti da attaccare in qualche bacheca con le puntine.
Uno trova qualcosa che gli interessa? Che lo tocca da vicino?
Lo stacca e se lo mette nella Smemoranda.
Il telefono che abbiamo ancora sul muro della nostra cucina a Venezia
Il telefono che abbiamo ancora sul muro della nostra cucina a Venezia
Mi manca infilare il dito nei buchi dei numeri dei vecchi telefoni e girare, girare.
Mi mancano le lettere d’amore imbustate.
Mi manca infilare la Bic nella cassetta per far tornare dentro il nastro che è schizzato fuori.
Mi manca il calzolaio sotto casa che mi rimetteva a nuovo anche le scarpe più conciate.
Mi manca il rumore che faceva il gettone quando cadeva nell’apparecchio della cabina telefonica.
Un paio di giorni fa, qui a Venezia, ho trovato finalmente un calzolaio fantastico che mi ha risolto un problema stupido di un laccio di un paio di scarpe nuove che continuava a cadermi, mentre camminavo.
Gli ho chiesto come mai sia sempre più difficile trovare bravi e giovani artigiani e lui, parlando del suo caso, mi ha risposto che ormai ci sono talmente tante scarpe che valgono e costano poco, che la gente non le mette più a posto, ma le butta.
Argh, ma io alle mie scarpe mi ci affeziono e anche se non sono costose e di marca, non ce la faccio a buttarle.
Settimana scorsa ero in vaporetto e chiacchieravo con il capitano (strano che io mi metta a chiacchierare con tutti no?!). Chiedevo se sapesse dove potevo trovare un ferro di una gondola (il ferro è quella specie di pettine che c’è a prua).
Stiamo costruendo casa in Puglia e ci terrei ad usare alcuni oggetti tipicamente veneziani per arredarla.
Una signora accanto, sentito il discorso, si è gentilmente intromessa per suggerirmi di visitare un nuovo negozio da poco aperto: “Il forcolaio matto.”
La mia nuova forcola

La mia nuova forcola

Devo dire che già il nome mi era piaciuto molto: la “forcola” è quel pezzo di legno su cui si appoggia il remo nelle barche tipiche veneziane in cui si voga in piedi.

Ieri, visto che non siamo andati in spiaggia, perchè Danny non stava benissimo, ho fatto due passi e sono andata a vedere questo nuovo negozio.

Che bello scoprire che ci sono artigiani che hanno ancora la voglia, il coraggio e l’entusiasmo di aprire negozi di questo genere.
Che bello entrare in quel posto e sentire il profumo del legno.
Piero Dri, il forcolaio “matto” in persona, da veri e propri tronchi di noce ricava le forcole e da tavole di Ramin, che è un albero che cresce nel arcipelago indonesiano, ricava i remi.
Il problema è che gli oranghi che vivono in quelle zone si nutrono attraverso quegli alberi e quindi a forza di tagliare si rischia l’estinzione di questo animale.
Ecco perchè Piero mi raccontava che è da poco entrato a far parte di un’associazione che si chiama “Slow Wood”.
Si tratta di un’associazione che tra le varie cose, insegna agli artigiani ad usare legnami che provengano da foreste e boschi sostenibili concentrandosi sulle specie di legno locali spesso trascurate.
La cosa importante è rispettare la struttura del legno, verificarne la provenienza ed escludere il pericolo di estinzione.
Bravo Piero, a trovarne di artigiani come te.
Barbara
NB: il sito www.ilforcolaiomatto.it è ancora in costruzione, ma se passate per Venezia andate a trovare Piero all’inizio della strada nuova, partendo da Campo S.Apostoli, davanti all’imbarcadero dei gondolieri.
L’indirizzo esatto è Canareggio 4231 e il suo cell.348.2528611
Forcole, remi, ma non solo, da Piero Drin, il "Forcolaio matto".

Forcole, remi, ma non solo, da Piero Dri, il “Forcolaio matto”.