La foto che vedete qui sopra, è stata scattata ieri all’1 di notte o, meglio, oggi all’1.

Eravamo al “C’eravamo tanto amati”, il bar di un nostro amico a Cisternino, e Danny si stava bevendo un drink con il suo amico Mattia (acqua e limone).

Mezz’ora prima di quello scatto, Danny era sdraiato su ben quattro sedie del ristorante dove eravamo andati a cena, alle 23.

Ieri avevo in casa elettricista e fabbro, e l’ultimo se ne è andato via alle 17, quindi noi, e i nostri amici ospiti da noi, siamo rimasti a casa in piscina, e siamo andati al mare solo nel tardo pomeriggio.

Un bagno e una birrtta in spiaggia al Kipos, a Torrecanne, e poi un secondo aperitivo ed un fantastico tramonto al Lula Bay, un nuovo posticino hippy lì vicino.

Siamo tornati a casa alle 21, felici e con la pelle che tirava, per colpa del sale (o forse per merito).

Una mamma sana di mente cosa avrebbe fatto dopo aver portato il figlio a due aperitivi, dove il biondino si è bevuto un Crodino, mangiato patatine e poi un piccolo sushi burger (un piccolo “panino” fatto con riso, alga, maionese e salmone)?

Gli avrebbe fatto un pó di pasta in bianco, lo avrebbe messo davanti alla tv a vedere Peppapig, e lo avrebbe cacciato a letto.

E io che ho fatto?

Ho fatto la doccia con lui, gli ho dato i vestiti da mettersi, e l’ho portato con noi e i nostri amici, a mangiare le bombette, alle undici di sera.

Quando non ero mamma e vedevo queste famiglie nei ristoranti, ad orari assurdi, con i bambini cotti e bolliti che, appena finito di cenare, si sdraiavano sulle sedie e raggiungevano Morfeo, guardavo le loro mamme e le giudicavo, male, molto male.

“Ma come si fa, dopo una giornata di mare, a portare un bambino a cena così tardi?”

Me lo sono chiesto per anni, e ieri sera ho capito, ho abbassato lo sguardo, mi sono vergognata un bel pó, e ho chiesto scusa per i miei giudizi ignoranti e affrettati.

É vero che le vacanze sono dei figli, ma è vero anche che sono anche di noi genitori, e dei nostri amici, e che non si può sempre obbligare tutti ad andare a cena alle 20, perché hai un bambino, e loro magari no.

È vero che esistono le babysitter, ma è anche vero che se non hai la possibilità di averne una tua, fissa, in vacanza si fatica a trovarne, costano, e magari ti spiace anche mollare tuo figlio a casa con un piatto di pasta in bianco, togliendogli il piacere delle mitiche bombette che lui ama tanto.

Fino alla scorsa estate siamo stati noi adulti ad adattarci agli orari di Danny, e quindi non si usciva a cena tanto tardi e dopo cena al massimo si mangiava un gelato e si tornava a casa.

Ma quest anno abbiamo visto che quando Danny va a letto tardi (ovviamente non tutti i giorni), si sveglia anche tardi, cosa che prima non succedeva, e allora abbiamo deciso di fare delle vacanze un pó più “normali”, e di concederci qualcosa di più.

Danny, ieri sera, al ristorante, ad un certo punto  non ce la faceva più: si era innervosito e voleva per forza sdraiarsi e dormire.

Quelle che continuo a non sopportare sono quelle che mamme che portano i figli a cena tardi e poi si innervosiscono e sgridano i loro figli quando questi danno i primo segni di stanchezza, e si ribellano.

Le cose sono due: o te la prendi con te stessa perché fai fare a tuo figlio orari assurdi, oppure cerchi di capire se tuo figlio è stanco o solo stufo di stare a tavola a sentire i grandi chiacchierare tra di loro mentre lui spreca le sue ultime energie giocando col cellulare di mamma e papà (se come ieri sera, a tavola, non c’erano altri bambini).

Ad un certo punto mi sono scusata con tutti, mi sono alzata, ho preso Danny per mano, e , mentre gli altri finivano di mangiare, l’ho portato a prendere un gelato al bar.

La mamma tutta per lui? Un gelato a mezzanotte?

A quel punto Danny è resuscitato, e ha finito la serata con noi, incontrando anche un suo amichetto con cui ha giocato e brindato sorseggiando acqua e limone.

Mai giudicare senza prima essersi messi nei panni degli altri.

Besos

Barbara

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