Quiche di patate e alici

 

Questa ricetta l’ho trovata dentro la confezione di pasta sfoglia già pronta che compro sempre al supermercato.

Della serie “non si butta nulla”, ahah.

Ho provato a farla con un pizzico di scetticismo e invece? E invece è venita bbbona vera!

Iniziamo come sempre dalla LISTA DELLA SPESA 

400 grammi di patate

400 grammi di alici fresche da pulire o 100 di alici sott’olio

prezzemolo

sale

peperoncino

pasta sfoglia pronta

Se avete tutto INIZIAMO:

Lessate 400 grammi di patate e prendete o 400 grammi di alici fresche (che pulirete togliendo teste e lische) o per fare prima, come ho fatto io, circa 100 grammi di alici sott’olio.

alicifotoLe alici le lavate e le amalgamate con 3 cucchiai di pan grattato, mezzo spicchio di aglio tritato e prezzemolo.

Rivestite una teglia tonda con pasta sfoglia tonda (o quadrata se avete voglia di impazzire un po’), di quelle pronte che trovate al supermercato.

Ci mettete dentro prima le patate sbucciate e tagliate a tocchetti e sopra le alici con pan grattato aglio e prezzemolo, più peperoncino se vi piace, spruzzate un pò di olio e mettete in forno a 200 gradi per 35 minuti.

Et voilà!

Barbara

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giogggaga
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Una pasta al tonno davvero speciale: ricetta.

“Zia Vale” è una cuoca con i controfiocchi: lei le ricette non le esegue e non le copia (come faccio io), ma se le inventa, ed è una cosa le invidio parecchio (invidia buona, ovvio).

Lei è una Pugliese DOC, ma per anni ha vissuto a Milano.

Ora è tornata a vivere in Puglia, per amore della sua famiglia e per amore nei confronti dei sapori della sua regione, quei sapori che ha deciso di lavorare e portare in tavola nel suo ristorante Pane e Tulipani a Foggia.

Un paio di giorni fa aveva un gruppo a pranzo e come spesso fa, invece di dare un menù, ha proposto loro una pasta al tonno che si è inventata al momento con quello che aveva in “casa”, e nell’orto.

Risultato? Un’ovazione generale.

Quando me lo ha raccontato ho preso carta e penna e mi sono fatta dare subbbbbito subbbbito la ricetta che ora vi propongo.

Come sempre iniziamo dalla spesa: prendete il portafoglio (senza si fa poco e io un paio di volte me lo sono davvero dimenticato a casa nella borsa del giorno prima) e andate al supermercato più vicino, così magari riuscite a farla già oggi per pranzo.

 

 

Lista della spesa

Lista della spesa

LISTA DELLA SPESA (x4)

1/2 kg di Linguine o di bavette (io uso quelle di farro o quelle integrali così mi sento meno in colpa)

2 barattoli di pelati

1 peperoncino fresco

1/2 cipolla

1 spicchio di aglio

6 cucchiai di olio di oliva

3 scatolette di tonno al naturale da 80 gr

prezzemolo fresco

100 gr di olive nere

1 cucchiaio di capperi

 

Se avete tutto INIZIAMO:

 

Fate un bel trito con 6 cucchiai di olio, un peperoncino fresco lungo intero (evitatelo se la pasta la mangeranno anche bimbi piccoli), 1 spicchio di aglio, mezza cipolla e una manciata di prezzemolo fresco.

Se lo avete usate il minipimer, ma non frullate troppo ossia…va bene una cremina, ma non troppo cremina!

 

fotoMettete la vostra “quasi cremina” in padella (che sia una padella grande dove dopo ci possa stare anche la pasta) e aggiungete un cucchiaio di olio, fate “soffriggere” un paio di minuti e aggiungete le olive e i capperi.

Fate andare un paio di minuti poi aggiungete i 2 barattoli di pelati dopo averli “minipimerizzati” un attimo (potreste anche usare una bottiglia di polpa pronta, ma con i pelati viene davvero più buona)

Regolate di sale e pepe e fate andare prima a fuoco vivace e poi a fuoco basso, per circa 20 minuti.

 

Dopo 20 minuti aggiungete le 3 scatolette di tonno al naturale.

Potete anche usare 1 barattolo di pelati e 2 scatolette di tonno. La pasta verrà meno “pomodorosa”, dipende dai gusti!

Una volta messo il tonno cuocete ancora 8 minuti e spegnete.

Nel frattempo cuocete le bavette, le scolate al dente e finite la loro cottura nella padella col il sugo.

Et voilà!

Buone pappe!

Barbara

P.S: Grazie “Zia Vale”: la mia famiglia ti ringrazia, la mia bilancia meno! Ahahah

"Zia Vale" e il suo cucciolo Christian. Così sapete che faccia ha quella che le ricette le inventa e non solo quella che le copia! Ahahah

“Zia Vale” e il suo cucciolo Christian.
Così sapete che faccia ha quella che le ricette le inventa e non solo quella che le copia! Ahahah

 

 

 

I famosi asparagi e crudo della Pharmacia di Lisbona: ricetta.

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L’ultima volta che sono andata a Venezia sono stata ad un “festin” ( a Venezia si dice così) a casa di Roberta e Chicco e ho assaggiato una cosa squisita fatta da una loro amica portoghese.

 

Si tratta di un piatto che servono alla “Pharmacia” di Lisbona vicino al famoso Mirador di Santa Caterina.

 

La Pharmacia è un posto molto carino dove si può pranzare, cenare o fare l’aperitivo. Come si può dedurre dal nome, tutto è insiprato alla Farmacia infatti ti portano il conto nel recipiente per la raccolta delle urine! Ahahahahah

imageIniziamo come sempre dalla LISTA DELLA SPESA

Asparagi

prosciutto crudo (tante fettine quanti sono gli asparagi che volete fare)

miele e sale

 

 

Se avete tutto INIZIAMO:

Fare bollire gli asparagi 5 minuti in acqua e sale
Poi li passate sulla piastra o sulla padella anti aderente per circa 5 minuti con un goccio di olio
Avvolgete i vostri asparagi con una fettina di crudo e ci mette un filo di miele e servite.

Barbara

Diario Pugliese: Taranto, Cisternino…che belle scoperte, che emozioni!

 

Rieccomi! Scusate se ieri vi ho un po’ trascurato, ma siamo stati catapultati in paradiso e non ci ho capito più nulla.Siamo atterrati a Bari alle 8.45 e siamo partiti in esplorazione col desiderio di vedere posti nuovi.

La mia amica Tarantina Alessandra Grillo ci ha suggerito “Canneto beach” sul litorale di Taranto. Che dire!? Non finirò mai di ringraziarla.

Abbiamo scoperto Taranto, il suo mare e i suoi sapori: che spettacolo!

“Canneto beach” è un club con spiaggia, campo da tennis, pallavolo, piscina, spiaggia e un ottimo ristorante in uno splendido giardino.

Canneto Beach, Taranto

Canneto Beach, Taranto

 

La spiaggia esiste dagli anni ’60, anni in cui la proprietaria dei vigneti che c’erano in questa zona, amava invitare i suoi amici a fare il bagno, ma gli amici aumentavano e allora alla signora nasceva l’idea di mettere un paio di cabine per farli cambiare.

Le cabine sono diventate 4, poi 10…e al posto dei vigneti, negli anni ’80, nacque questo angolo di paradiso.

Antipasti di crudo al ristorante del "Canneto Beach"

Antipasti di crudo al ristorante del “Canneto Beach”

Pesce crudo (scampi e gamberi rossi), le famose cozze gratinate di Taranto, un ottimo sarago…

Che posti, che colori, che sapori, che accoglienza.

Quando amo questa regione!

Grazie Fabrizio perché far star bene i clienti è un piacere, ma farli sentire a casa già dalla prima volta…è un’arte.

Dopo questa inaspettata, ma piacevolissima gita a Taranto, dove un ponte girevole collega la bellissima città vecchia alla parte più nuova e dove non si può non andare a vedere il castello Aragonese, ci siamo avviati verso Cisternino.

A Cisternino abbiamo comprato un terreno e presto inizieremo a costruire la nostra casa.

Non vi dico l’emozione quando abbiamo scoperto che il geometra aveva già segnato con il gesso sul terreno, il perimetro della nostra casa.

Al Kypos, spiaggia a Torre Canne

Al Kypos, spiaggia a Torre Canne

Avevamo di nuovo bisogno di mettere i piedi in acqua e di rilassarci un po’, così siamo scesi a Torre Canne da Enzo, il nostro amico del Kypos, una spiaggia dove andiamo da anni e dove si sta sempre molto bene.

La giornata di ieri è iniziata con una sveglia alle 4 ed è stata ricca di emozioni quindi ci siamo rifugiati nella nostra masseria a fare un risposino.

 

Masseria Alchimia a Fasano

Masseria Alchimia a Fasano

L’ho chiamata “nostra” perché la Masseria Alchimia per noi è un po’ casa.

Ci veniamo da anni e Carolina, la proprietaria, ormai è un’amica.

Ma dell’Alchimia e di Carolina vi racconterò meglio molto presto.

Per la cena ci siamo affidati a Carolina perché volevamo sperimentare un posto nuovo.

Ci ha mandati alla “Antica Lama” a Torre Spaccata.

Un posticino nuovo, aperto circa da due anni, dove prima sorgeva un vecchio frantoio.

Difficile descrivervi come e quanto abbiamo mangiato, ma facile dirvi quanto abbiamo pagato: 50 euro in due. 

 

ristorante Antica Lama

ristorante Antica Lama

Pasta fresca, fiumi di antipasti: purè di fave con cicoria, tortino di zucchine con ricotta, mini melanzane alla parmigiana, verdure fritte in tempura, focaccia fatta in casa con pomodorini e tante altre cosine da paura il tutto innaffiato da un ottimo vino pugliese

Dopo cena ero pronta per svenire nel nostro lettone alla Masseria, ma siccome avevamo mangiato come dei maialini, siamo andati a farci una passeggiata a Cisternino.

 

 

 

Vittorio ed io al "C'eravamo tanto amati"

Vittorio ed io al “C’eravamo tanto amati”

 

Sarebbe stato impossibile non finire a berci un drink dal nostro amico Vittorio al “C’eravamo tanto amati”, un localino delizioso ricavato nel pian terreno di Palazzo Amati.

Non ho più parole per descrivere questa regione, la sua gente, i suoi sapori.

 

Ci siamo follemente innamorati di questi luoghi e siamo felicissimi di aver deciso di costruire qui la nostra casa.

Non andate in vacanza all’estero se non siete mai stati in Puglia!

Barbara

Il mare a Canneto Beach

Il mare a Canneto Beach

Taranto

Taranto

 

Il ristorante di Canneto Beach

Il ristorante di Canneto Beach

Cozz arraganat, ossia le mitiche cozze gratinate alla Tarantina

Cozz arraganat, ossia le mitiche cozze gratinate alla Tarantina

 

 

Relax in amaca al Kypos

Relax in amaca al Kypos

Il giardino del ristorante "Antica Lamia"

Il giardino del ristorante “Antica Lama”

I nastri, pasta fresca, con le cime di Rapa

I nastri, pasta fresca, con le cime di Rapa all’Antica Lama

Liquore di alloro

Liquore di alloro

Costata alla Antica Lamia

Crostata alla Antica Lama

Invasione nelle cucine dell’Harry’s Bar, gita a Burano e giro di Bacari

Meno male che le previsioni ultimamente ci azzeccano veramente poco perché se avessimo dato retta a loro…ieri non avremmo fatto la nostra gita a Burano!

Mio marito non ci era mai stato, come non ci erano mai stati neanche Ivan e Yuka, una coppia di amici anche loro a Venezia per questo lungo we.

Cosa altro avrei potuto fare se non sacrificarmi, mollare mio figlio a mia mamma e fare loro da guida?

La verità e’ che io vengo a Venezia circa una volta al mese con Danny boy e una volta si e una volta no viene anche mio marito.

Quando vengo da sola se esco di casa sto nel raggio di un km e la sera alle 20.30 metto a letto il cucciolo e alle 21 me stessa.

Se però c’è mio marito e magari anche degli amici…allora mi riprendo dal mio letargo Veneziano, scatta la guida che c’è in me e me la godo.

La giornata di ieri e’ iniziata con un Bellini e un Pierino (il mitico tost fritto) all’Harry’s bar.

 

Moi con il grande Ernesto e Bruna Avogaro sorella di Arrigo Cipriani

Moi con il grande Ernesto e Bruna Avogaro sorella di Arrigo Cipriani

Dopo aver divorato il mio divino Pierino, mi sono “infiltrata” nelle cucine per farmi svelare il segreto del Pierino.

Ovviamente super Barbs, con la complicita’ della simpatica Bruna Cipriani, anche questa volta e’ riuscita nella sua impresa quindi presto vi rivelerò un’altra chicca…

Ci siamo poi incamminati verso San Marco e abbiamo preso il battello per Burano.

Un lungo viaggio per poi “perderci” per calli e callette e finire con le gambe sotto al tavolo della trattoria da Romano.

Moeche fritte (granchi)

Moeche fritte (granchi)

Canoce e gamberetti lessi, cozze alla marinara, fritto misto, moeche e per finire un ottimo sgroppino.

Il rumore di una pioggia fitta, ma breve, sulla tenda sopra il nostro tavolo, all’aperto, in calle.

Che belle le gite, che bella questa mezza giornata tra adulti senza dover cercare le salviette umide infondo alla borsa perché tuo figlio si è impiastricciato le mani un’altra volta.

imageChe bello tornare in vaporetto abbracciati stretti stretti perché ok che non ha piovuto come dicevano le previsioni, ma…faceva freschetto!

Che bello tornare a casa dopo una bella passeggiata e vedere che mio marito accoccolato nel mondo dei sogni vicino a me, mentre io scrivevo.

Anche a me sarebbe stata utile una pennica, ma alla fine ho preferito scrivere. Mi piace scrivere, mi riporta a rivere gli entusiasmi della giornata.

E poi poco dopo saremmo ripartiti col giro della morte: avevo promesso che li avrei portati tutti a fare un giro per bacari quindi dovevo preparare il mio piano di “guerra”.

imageIeri sera niente ristoranti, niente cene, ma tante ombre de vin, qualche spritz, tanti cicchetti e una bella passeggiata in notturna in giro per una città che dopo tanti anni ancora riesce a sorprendermi

Siamo partiti alle 19 da Fiore, il mio Baccaro preferito dietro casa, uno spritz e un paio di crostini con il baccala’ mantecato per poi incamminarci verso l’Enoteca “Il Volto” dove non passa di certo inosservato il soffitto tempestato di etichette di vini.

Tappa successiva Rialto, dove la leggera pioggerellina non aveva spaventato nessuno perché i sottoportici erano pieni di gente col bicchiere in mano.

imageUno spritz al “Marca” e due cicheti all'”Ancora” perché al Marca si erano già spazzolati tutto.

Ultima tappa il “Portego” a sentire quello che raccontava che ormai a Venezia molti vengono in motonave la mattina per ripartire la sera e non spendono..

Ci aspettava un festino a casa di amici sennò avremmo potuto tranquillamente continuare il nostro giro della morte perché camminando tra le calli si smaltisce e non guidando…al massimo si rischia una scivolata in canale.

Amo Venezia, amo girare per bacari e ascoltare la gente che parla, che racconta; amo i festini in casa dove c’è ancora quel giusto spirito che ti fa ballare in salotto, con le luci spente.

Amo sentirmi ancora giovane e viva in una città così antica.

Amo e sono felice.

E visto che anche per oggi davano pioggia e invece c’è il sole…vi saluto e torno a godermi la mia città, gli amici e un bel pranzetto al sole, fin che dura!

Barbara

 

All'Ancora

All’Ancora

Al Volto

Al Volto

Uno trovato in giro: ma se l'idea del matrimonio ti fa conciare così...non ti sposare!!!

Uno trovato in giro: ma se l’idea del matrimonio ti fa conciare così…non ti sposare!!!

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Tornando verso casa

Tornando verso casa

La vista dalla casa dei nostri amici dove abbiamo ballato in salotto. Grazie Robi e Chicco

La vista dalla casa dei nostri amici dove abbiamo ballato in salotto. Grazie Robi e Chicco

Al Portego, ultima tappa

Al Portego, ultima tappa

Negozio di fiori  Burano

Negozio di fiori Burano

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Burano

Burano

casa di Bepi a Burano

casa di Bepi a Burano

Burano

Burano

Casa di Burano

Casa di Burano

 

Gli ottimi Pierini dell'Harry's Bar

Gli ottimi Pierini dell’Harry’s Bar

 

Coppi di Burano dipinti a mano

Coppi di Burano dipinti a mano

 

Burano

Burano

Burano

Burano

Canoce e gamberetti da Romano a Burano

Canoce e gamberetti da Romano a Burano

Per me Carnevale e' tutti i giorni!

Per me Carnevale e’ tutti i giorni!

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Al Merca

Al Merca

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Una ricetta un pò diversa dal solito: stufato ai funghi porcini con sedano rapa.

Da quando mi sono appassionata di cucina sono sommersa di libri, riviste, appunti e ovviamente post-it con le ricette delle amiche.

In mezzo a questo delirio ho trovato una ricetta che rifaccio spesso e che non stanca mai nè me nè il marito (che è tutto dire).

Ovviamente sarà difficile che i bambini mangino questa bontà, ma prima o poi ci riuscirò e in attesa taglio sempre dei dadini di carote in più e da parte faccio solo quelli.

Con questa ricetta ho anche scoperto finalmente cosa fosse quella palla un po’ pelosa che vedevo sempre al supermercato: il sedano rapa.

Il sedano rapa ha la consistenza della patata però, come il sedano da costa, fornisce un ridotto apporto calorico (solo 23 kcal ogni100 grammi) perché è costituito dall’88% di acqua.

Se questo non bastasse a convincervi a provarlo, sappiate che ha anche notevoli proprietà diuretiche e disinfettanti (ma non lo spalmante sulle ferite!)

imageBando alle ciancie ora iniziamo con LA LISTA DELLA SPESA

carote 300 gr

sedano rapa 300 gr

cipolla 40 gr

porcini secchi 10 gr

burro, prezzemolo, brodo vegetale, olio di oliva, sale e pepe

SE AVETE TUTTO INIZIAMO:

Prima di tutto mettete ad ammorbidire i funghi secchi in acqua tiepida per una mezz’oretta

Pelate sedano rapa e carote e tagliate tutto a dadini non troppo grossi (2 cm max).

Tritate o tagliate la cipolla fine fine e fatela appassire in una padella grande con 3 cucchiai di olio di oliva. 

imageUnite la dadolata di verdure (sedano e carote), i funghi strizzati e tagliati a pezzettini, sale, pepe e un mestolo di brodo vegetale.

La ricetta dice poi di coprire tutto e di stufare per circa 20 minuti, ma io lo faccio per il doppio del tempo.

Considerate che dipende molto da quanto grande avete tagliato i dadini quindi assaggiate sempre prima di spegnere e se sono ancora duri andate avanti ovviamente aggiungendo brodo.

Quando i dadini saranno cotti al punto giusto aggiungete una bella noce di burro, prezzemolo tritato o surgelato e mantecate sul fuoco per un paio di minuti.

So che l’aspetto potrebbe non sembrarvi invitate, ma voi fatelo e mangiatelo e poi mi direte ! Si tratta di un piatto bello completo che sfama parecchio e non ingrassa.

Diciamo che con un pezzo di carne bianca o un formaggio…la vostra cena è pronta.

Io a volte aggiungo allo “stufato” dei dadi di tofu e faccio un bel piatto unico da mangiare in ciotola (tipo cagnolino) davanti alla TV !

Barbara

 

Una giornata speciale.

Sono le 22.30 di giovedì sera.

Questo pezzo avrei voluto scriverlo con calma domani perchè sono parecchio stanca, ma sono talmente felice che non riesco ad aspettare quindi stasera lo scrivo e domani lo rileggo e lo pubblico!

Vi state chiedendo cosa sia successo di così speciale oggi!?

Niente, davvero niente, ma tanto, davvero tanto…

Stamattina ho portato Danny boy all’asilo come sempre, con calma, alle 10.

Ho fatto la spesa e sono tornata a casa col pensiero di mettere un pò in ordine e magari di rilassarmi un’oretta al sole in terrazza, sapendo che da domani, forse, tornerà il brutto.

E invece? E invece ho fatto il cambio degli armadi dalle 11 alle 15.30 fermandomi giusto 10 minuti per mangiare e in terrazza non ci sono neanche salita.

Alle 16 sarei andata a dormire, ero a pezzi.

imageE invece mi sono fiondata a prendere Danny boy all’asilo e lo ho portato al Parco Sempione.

Eravamo stati invitati alla festa di compleanno di Greta, la figlia della mia amica Giovanna Fabbri, e non sarei mai mancata: adoro le feste all’aperto!

Se ve la siete persa leggete l’intervista che ho fatto alla mia amica Giò perché può solo che farvi bene…

http://www.temperateitacchi.com/blog/?p=2220 

imagePrima di andare alla festa ho portato Danny a fare un paio di giri sul trenino e sulle macchinine perchè nel nostro parchetto vicino a casa non ci sono e quindi sapevo che lo avrei reso felice, con poco.

Mi ero portata un maxi pareo da stendere sul prato.

Non sono stata l’unica ad aver avuto questa idea: sono arrivati altri amici, altri parei, altri bambini. 

Il mio tentativo, riuscito, di recuperare fresbee di Danny finito sull'albero

Il mio tentativo, riuscito, di recuperare fresbee di Danny finito sull’albero

Un pagliaccio, un frisbee finito sull’albero e poi recuperato, le piccole focaccine, i marshmallows, una torta piena di panna e fragole, un girotondo gigante, il gioco della bandiera organizzato da un papà.

Una giornata semplice, ma davvero speciale.

Il sole sul viso, il caldo sul corpo.

I sorrisi degli amici che non vedevi da tanto, le chiacchiere, le grandi borse di Mary Poppins sul prato, i colori, i profumi.

Le guance di mio figlio rosse di sole e di divertimento. 

imageQueste semplici cose mi hanno riempito il cuore di gioia, di entusiasmo e di tanta voglia di vivere sempre al massimo questo gran regalo che mi è stato fatto: la vita. 

Mentre scrivo mi commuovo.

Mi commuovo perchè grazie a Dio non mi dimentico mai di quanto sono fortunata: ho un figlio dolcissimo, una mamma sempre presente, un marito affidabile, una casa tutta nostra, la salute, tanti amici e un lavoro, che mi piace pure!

Paco, la blogger, Otto, Danny boy, Santiago e Alessandra

Paco, la blogger, Otto, Danny boy, Santiago e Alessandra

Dopo la festa in teoria saremmo dovuti tornare a casa dove ci aspettavano dei sani petti di pollo (dopo le feste faccio sempre qualcosa di veloce e di leggero) e invece?  

Invece per una sera ho deciso di fare uno strappo alle mie regole spesso troppo ferree…

Siamo finiti a cena al TEMAKINHO in Corso Garibaldi con amici e altri bimbi.

Che posto pazzesco! Si mangia molto bene e si spende decisamente poco.

Ne aveva parlato una mia amica nel suo blog http://www.theyummymom.com , ma non ci ero ancora stata.

imageAbbiamo mangiato tutti temaky giganti e ottimi roll e noi grandi abbiamo pasteggiato a caipirnha.

Dopo cena i 3 bambini, che hanno fatto amicizia in 4e4 8…sono rimasti un pò fuori a giocare.

Ho regalato loro 3 farfalle di carta colorata che tenevo nel portafoglio e ho suggerito loro di farle volare su una grata da cui usciva l’aria, lì fuori dal ristorante.

Come sono volate in altooo quelle 3 farfalle!!! Volavano davvero lontane su in cielo e noi tutti sotto col naso all’insù aspettando che le loro farfalle tornassero giù per riprenderle e farle rivolare.

I bambini ridevano, correvano e urlavano felici.

E’ stato bellissimo vederli rincorrere le loro farfalle colorate.

Lo so a cosa state pensando ora…

Caipirinha all'Acai

Caipirinha all’Acai

Nooo, non sono ubriaca, la capirinja era buona, ma era troppo forte quindi la ho assaggiata e la ho lasciata lì.

Sono “drogata” di vita.

Sono felice di essere stata meno abitudinaria e meno rigida del solito.

Sono felice di aver portato mio figlio a cena fuori anche se domani c’è scuola e lui di solito durante la settimana la sera non esce e va a letto presto.

Sono felice di avergli fatto mangiare il gelato dopo cena seduto su un gradino di C.so Garibaldi mentre scendeva il sole, sono felice di essere tornata a casa con lui in scooter con il buio e le sue braccia che mi abbracciavano forte forte.

Sono felice che mettendolo a letto lui mi abbia detto “grazie di tutte le cose belle che mi hai fatto fare oggi mamma, ti voglio bene”

Sono felice, sono felice di essere ancora capace di piangere…di gioia!

Borse gemelle!

Borse gemelle!

 

 

 

Il fantastico menù del ristorante Temakinho in Corso Garibaldi 59 a Milano

Il fantastico menù del ristorante Temakinho in Corso Garibaldi 59 a Milano

Caipirinha time with Alessandra!

Caipirinha time with Alessandra!

Love is in the air

Love is in the air

I colori delle pareti del ristorante

I colori delle pareti del ristorante

Il colori del pavimento del ristorante

Il colori del pavimento del ristorante

"Come si mangia sto cono gigante?"

“Come si mangia sto cono gigante?”

"Meno male che ho la bocca grande perché questi temaky sono grandissimi"

“Meno male che ho la bocca grande perché questi temaky sono grandissimi”

Roll arcobaleno

Roll arcobaleno

"Dove sarà finito il mio fresbee!?"

“Dove sarà finito il mio fresbee!?”

All'inseguimento del pagliaccio

All’inseguimento del pagliaccio

L'unione dei parei

L’unione dei parei

Pagliaccio & girotondo

Pagliaccio & girotondo

Under the sun con Checco & girlfriend

Under the sun con Checco & girlfriend

Claudia, la blogger e Mirko duracell

Claudia, la blogger e Mirko duracell

 

Oggi vi racconto come sono riuscita a rivedere Cracco e cosa ha raccontato…

Era da giorni che aspettavo le 12 di oggi, poi mio figlio si è ammalato e io non riuscivo a trovare una babysitter che venisse a casa per un paio di ore.

Che guaio!

Dovevo andare da lui, dovevo rivederlo.

Visto che non avevo il suo numero di telefono e che di certo non risponde lui quando chiami il suo ristorante, la soluzione era una sola: andare al Museo della Scienza alle 12 di oggi e sperare di riuscire ad entrare.

Cracco! Volevo rincontrare Carlo Cracco. Ora che sono diventata un’appassionata di cucina e che mi sono guardata e riguardata Master Chef fino allo sfinimento…dovevo rivederlo.

Ho avuto più volte l’occasione di cenare al suo ristorante http://www.ristorantecracco.it  perché mi aveva portato Davide Rampello, un amico comune. Davide è stato per anni il presidente della Triennale e ora è curatore delle attività culturali e artistiche dell’EXPO e direttore artistico del padiglione zero.

(Se ve la siete persa e se vi interessa, leggete la mia intervista a Rampello sul mio blog. http://www.temperateitacchi.com/blog/?p=199 

Sono poi tornata da Cracco diverse volte compreso un romantico tete-a-tete con mio marito. Che dire? Cenare da lui è un’esperienza, se poi riuscite a farlo nell’unico tavolo in cucina dove è lui stesso a prendersi cura di te e a raccontarti i suoi piatti…allora diventa un sogno.

museofotoPurtroppo non avevo il numero di telefono di Cracco (sennò me lo sarei venduto e sarei diventata ricca) quindi oggi dovevo assolutamente andare, ma la febbre di mio figlio degli ultimi giorni mi aveva ormai fatto rinunciare al progetto!

Immaginatevi la mia faccia quando Danny boy stamattina si è svegliato sfebbrato e con taaanta voglia di tornare a scuola. E così fu.

palestrafotoMio marito lo ha portato all’asilo e io prima mi sono “fiondata” a fare la spesa, poi in palestra dove non andavo da venerdì scorso (cosa che mi ha creato una forte crisi di astinenza) e poi mi sono fatta una doccia al volo e mi sono precipitata al Museo della Scienza e della Tecnolgia di Milano.

Alle 12 iniziava l’intervista di Ferruccio de Bortoli (direttore del Corriere della Sera) a Carlo Cracco. Tema: il cibo a regola d’arte!

Sono arrivata alle 11.55. Ovviamente c’era una coda lunghissima e non facevano entrare più nessuno perchè lo spazio era piccolo (unico piccolo grande errore dell’organizzazione).

Aiutooooo! Io dovevo entrare! Ad un certo punto è apparso il mio angelo custode (non dirò il suo nome neanche sotto tortura) che mi ha presa per un braccio e mi ha fatta entrare.

Dopo 3 minuti ero lì, prima in piedi accanto ad un ombroso Davide Oldani (per una volta spettatore) e poi bella comoda in prima fila.

oldanifotoCon la mia sfacciataggine ho anche avuto il coraggio di chiedere ad Oldani di svelarmi il segreto per andare a cena da lui (ci ho provato tante volte, ma non ho mai trovato un buco libero) e sapete cosa mi ha risposto? “Chiama dopo le 10 del mattino al ristorante”. Grazie, bella dritta davvero, ci riproverò.

Ma torniamo a Cracco.

Cracco è stato intervistato da Ferruccio de Bortoli (direttore del Corriere della Sera) e io sono rimasta ad ascoltare e a prendere appunti come una scolaretta. Con taccuino e penna, come quando appena trasferita a Milano da Venezia, andavo ad intervistare i cantanti famosi per Radio San Marco Centrale (eh sì! Nella mia vita ho fatto anche l’inviata per una radio!).

Se siete stanchi di leggere…FINE PRIMA PARTE 

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Se eravate stanchi di leggere…INIZIO SECONDA PARTE

Vi racconterò ciò che mi è piaciuto di più di questa lunga ed interessante intervista.

Carlo Cracco ha iniziato parlando del fatto che l’interesse per la cucina in Italia è scoppiato da soli 2 anni, secondo lui già in ritardo avendo noi un paese con materie prime così importanti. Basti pensare che in America già da anni hanno trasmissioni 24 ore su 24 che parlano di cucina e di ricette.

Il direttore del Corriere dell Sera giustamente sottolineava che forse in America esagerano pure: svegliarsi la mattina, accendere la tv e vedere certe ricette prima ancora di fare colazione…non sempre è così piacevole!

Carlo Cracco ha sottolineato come in Italia abbiamo un modo di mangiare più corretto che in tanti altri paesi e proprio per questo motivo dobbiamo capire come utilizzare al meglio questa fortuna e il nostro grande patrimonio di materie prime.

In Francia il grande chef degli ’60 Paul Bocuse già ai tempi si faceva sempre fotografare con tutti davanti a gigantografie di cucina. Da noi invece la cucina per troppi anni è stata collegata solo al concetto della donna in generale e della nonna che preparava in casa per la famiglia.

Carlo (a questo punto direi che siamo diventati amici quindi scusate se ogni tanto mi dovesse scappare un “Carlo”! Hihi) ha raccontato di quella volta in cui andò a mangiare da Gualtiero Marchesi e capì che era lì che voleva andare a lavorare. Ha confessato che è stata dura riuscire ad avere un colloquio con Marchesi, ma che essendo sempre stato lui uno cocciuto…alla fine ci è riuscito. E stato un periodo alquanto faticoso perché per mesi ha fatto su e giù da Vicenza, la sua città, ma alla fine la sua fatica è stata premiata.

Curioso scoprire che in quei tempi da Gualtiero Marchesi erano veramente in pochi gli Italiani: giusto lui, Davide Oldani e un paio di altri ragazzi. Gli altri erano tutti stranieri: tedeschi, francesi, giapponesi…quindi oltre alla difficoltà di imparare una nuova arte si aggiungeva il fatto che la lingua predominante non fosse l’italiano. Il francese per molto fu la lingua di riferimento in cucina. Oggi le cose sono cambiate.

Marchesi rimase subito meravigliato di come Cracco, a soli 19 anni, sapesse già cucinare così bene la carne (cosa in cui si cimentava già da tempo). Peccato che se invece si ritrovava davanti al pesce…saliva la curiosità per quella materia a lui così sconosciuta.

“Per decidere di provare a diventare chef a 19 anni serviva molta incoscienza”, ammette Cracco. In quel periodo non c’era internet e non c’erano riviste che parlassero di cucina quindi le informazioni sui ristoranti erano poche. Le testimonianze erano solo date dal passaparola.

Carlo sostiene che se la cucina italiana fosse più omogenea sarebbe di sicuro più forte, ma perderebbe molto. In Francia per esempio, la cucina è molto più omogenea e infatti hanno perso molta della varietà che avevano prima. Ecco perchè ci invidiano la differenza dei prodotti che abbiamo in Italia, anche quando ci si sposta solo di 100 km.

Le ombre di Carlo Cracco e di Ferruccio de Bortoli. Ops! Le luci dietro non mi hanno aiutata

Le ombre di Carlo Cracco e di Ferruccio de Bortoli. Ops! Le luci dietro non mi hanno aiutata

Ferruccio de Bartoli ad un certo punto ha chiesto a Cracco se guarda e segue altri chef e Cracco ha fatto il nome del grande Ferran Adrià che con immenso coraggio si è preso la briga di “innalzare la lancetta” della cucina internazionale proponendo per la prima volta la famosa cucina molecolare, gesto che ha sicuramente fatto discutere, ma che ha aperto la strada ad un nuovo mondo.

Alla domanda del direttore del Corriere della sera su come la tecnologia avesse influenzato il lavoro in cucina, Cracco ha risposto che basta pensare che fino a pochi anni fa in cucina esisteva solo la bilancia e che questa veniva usata solo in rari casì laddove l’occhio, la mano e l’esperienza non riuscivano ad arrivare.

Si è poi finito a parlare dell’essicatore che Cracco ama molto e di cui non potrebbe più fare a meno. Una delle cose che non scorderò mai sono le chips di verdura essiccate che una volta mi portò al tavolo prima di iniziare la cena: un’esperienza unica, un orgasmo per il palato. Sorry, ma quando ci vuole ci vuole!.

La tecnologia senza la base però serve a poco e Cracco lo ha voluto sottolineare bene. Come l’estetica da sola non ha sostanza se manca il resto.

Mi è piaciuto molto cosa ha detto Cracco quando il direttore del Corriere della Sera gli ha chesto come siano cambiati negli ultimi anni il pubblico e la cultura del cibo.

Cracco ha raccontato che fare un ristorante oggi è molto difficile perchè il cliente vede solo il piatto finale che viene consumato in poco più di 3 minuti mentre dietro a quel piatto c’è tanto alto. C’è la ricerca delle materie prime, c’è il menù da fare perchè ahimè, dice lui, per legge va fatto sempre un menù che va anche esposto all’esterno dei ristoranti con i prezzi.

Putroppo, aggiunge giustamente, ci sono momenti come questo in cui due giorni prima nevica e due giorni dopo c’è il sole. Magari non si trovano gli asparagi che sono sul menù, ma si trova la verza. Ecco perchè il suo scopo è quello di cercare di ridurre il più possibile il filtro che c’è tra il cliente e la cucina. Cracco cerca sempre di creare un rapporto di intimità con il cliente. E’ indispensabile poter parlare con lui e capire cosa non può mangiare e cosa ama di più. E capire soprattutto se ha fame perchè a volte capita anche chi non ha fame.

Questo è quello che Cracco fa quando riesce ad essere in sala e questo è quello che fanno quelli che lavorano per lui. Il menù deve diventare quasi un accessorio.

L’ultima chicca che vi racconterò di oggi parla di un tavolo, del “table d’hote”.

E’ il mio tavolo preferito perchè non è in sala come gli altri, ma in una nicchia nascosta dentro le cucine di Cracco.

Oggi ho scoperto come è nata questa idea. Carlo ha raccontato che è un’idea che ha preso in Francia dove nelle cucine esisteva un tavolo in cui mangiavano il personale e i cuochi. Visto che il personale mangiava prima di pranzo alle 11.15 e prima di cena alle 18, questo tavolo alla fine rimaneva libero.

Quando in sala non c’era posto, gli amici venivano fatti accomodare in cucina e gli si dava loro da mangiare quello che passava per il convento, quello che “avanzava”. Gli amici si sentivano onorati di tale fortuna, ecco perchè Cracco quando ha fatto il ristorante e ha visto che in cucina gli avanzava una nicchia che non aveva le altezze giuste per mettere cappe o altro…ha pensato di farci un tavolo per gli amici.

Nessuno credeva in quel tavolo, tutti gli dicevano che nessuno avrebbe voluto cenare in quell’angolo nascosto in cucina.

Peccato che ora sia il tavolo più ambito. Da lì vivi tutto, da lì senti i profumi, l’energia, e vedi muoversi le abili mani di Cracco e della sua incredibile brigata. Quel gruppo di grandi professionisti che per lui forse è diventato un pò come una seconda famiglia.

cracco intervistatofotoA proposito di famiglia, secondo voi sono andata via senza fargi una domanda?

Eh no! Come mi hanno messo il microfono in mano sono diventata bordeaux (non sembra, ma sono molto timida!).

Nonostante la temperatura del mio viso, sono riuscita a chiedergli se la sua passione sta influenzando anche i suoi figli (più che altro le due figlie visto che Pietro, l’ultimo arrivato, è ancora piccolino)

Carlo mi ha riconosciuta e dopo un lieve sorriso (a quel punto da bordeaux ero diventata viola!) mi ha risposto che è dura trasmettere la sua passione per la cucina alle figlie, ma che lui ci prova predendole per la gola. 

Una volta sbollito il rossore non ho restituito il microfono e gli ho chiesto anche se trova il tempo per cucinare a casa. La sua riposta è stata ” Devo farlo anche perchè se non cucino io…”

Che donna fortunata la sua.

E che uomo lui. Avendolo conosciuto prima di Master Chef e avendolo rivisto dopo…posso assicurarvi che non si è per niente montato la testa ed è rimasto l’uomo super disponibile e un po’ timido che ricordavo. Chapeaux! 

Se state pensando “bello questo articolo, ma che lungo”…sappiate che non è finita qui perché lo rivedrò presto, ma quando succederà sarà una cosa un pò più intima e forse avverrà in cucina.

Ops! Mi stavo dimenticando di raccontarvi della crema di riso con olive taggiasche e salsa verde che mi ha fatto assaggiare dopo l’intervista! Wow

Barbara

 

 

In attesa di questa benedetta primavera…Carpaccio di polpo

Quando ero una pr fashion che frequentava solo posti fashion, andavo in palestra al Down town e spesso pranzavo lì.

Ora che sono una pr vecchia e poco fashion, vado al Get fit perchè è vicino all’asilo di nostro figlio e mangio a casa.

Non mi dimenticherò mai la prima volta in cui vidi il carpaccio di polpo al ristorante del Downtown. Ok che ai tempi sapevo cucinare al massimo un piatto di pasta, ma vi giuro che rimasi a guardarlo per ben 5 minuti chiedendomi come cavolo si faceva a tagliare un polpo mollo così sottile, ma soprattutto dove si trovavano polpi con tentacoli così grossi, AHAHAH !

Pensavo che le fettine del carpaccio fossero tentacoli interi affettati quindi senza farmi tanti problemi, feci chiamare il cuoco e chiesi spiegazioni.

Se ci ripenso…mi viene di nuovo da ridere! A Venezia mi direbbero “ti xè proprio mona!”

 

Iniziamo come sempre dalla lista della spesa per 4:

1 kg di polpo 

una decina di grani di pepe

1 limone

qualche foglia di alloro

1 spicchio di aglio

1 busta di colla pesce (12 gr)

1 ciuffetto di prezzemolo (se avete quello surgelato non vi fate problemi, assicuratevi che nessuno vi stia spiando e usate quello)

1 bottiglia di plastica vuota (quelle dell’acqua vanno benissimo)

4 Patate o 2 scatole di ceci per il contorno

olio e sale

N.B: sarebbe molto utile avere un’affettatrice !

 

Se avete tutto iniziamo!

Intanto vi dico subito di non mettervi a sbattere il povero polpo in giro per la casa perchè è inutile. Servirebbe solo a sporcare i muri! 

pentolaotoRiempite una pentola con acqua fredda e metteteci dentro una decina di grani di pepe nero, un paio di foglie di alloro, mezzo limone senza succo (il succo tenetelo da parte per condire il polpo), uno spicchio di aglio schiacciato e un ciuffetto di prezzemolo.

Adagiatevi dentro il vostro polpo quando l’acqua è ancora fredda. Accendete il fuoco e cucinatelo per 30/40 minuti a partire da quando l’acqua bolle. I polpi cuociono più o meno velocemente a seconda del mare di provenienza quindi per evitare di farsi mandare a quel paese dal ragazzo del banco del pesce chiedendogli dove è stato pescato il vostro polpo…sappiate che quando lo stuzzicadenti entrerà nel polpo senza fare fatica, allora vorrà dire che è cotto.

Spegnete il fuoco e lasciate raffreddare il polpo nella sua acqua di cottura. Quando potrete infilare la mano nell’acqua senza ustionarvi allora fatelo e tiratelo fuori.

In un pentolino di acqua calda intanto sciogliete i fogli di colla pesce.

Prendete la bottiglia di plastica vuota, tagliate la parte superiore e bucherellate con la forbice la base.

bottigliefotoTagliate il polpo a pezzi, amalgamatelo con la colla pesce, aggiungete sale a piacere e infilate il tutto dentro la vostra mezza bottiglia di plastica spingendo il tutto bene verso la base della bottiglia magari con il batticarne quello tondo.

 

Dai buchi nella base uscirà il liquido in eccesso.

Avvolgete bene la vostra mezza bottiglia con la carta da cucina trasparente e mettete in freezer.

Se volete mangiarlo subito potete tirarlo fuori dopo circa 1 ora e mezza massimo 2 (io lo tiro fuori anche dopo giorni e lo lascio scongelare un po’).

Tagliate la bottiglia di plastica, recuperate il vostro polpo e affettatelo con l’affettatrice!

Mettete il vostro carpaccio sul piatto e condite con un emulsione di olio, succo di limone e un pizzico di sale

COME CONTORNO: o delle classiche patate lesse affettate fini fini e adagiate sul piatto sotto al polpo, oppure un bel purè di ceci che farete con le 2 scatole di ceci che vi avranno tirato dietro al supermercato.

Non nel senso che ve le avranno tirate dietro davvero, ma nel senso che le avrete pagate poco poco, dai su!

Lessate i ceci con poca acqua e alla fine li frullate. Io per fare il purè più buono i ceci, dopo averli lessati, li butto al volo in padella con un soffrittino di cipolla e dadini di pancetta e poi li frullo aggiungendo un pò di acqua.

Anche se la primavera sta tardando ad arrivare…io stasera lo ho preparato e lo ho messo in freezer.

Domani lo affetto e me lo magno! Brutto?!

 

 

 

Un serata che non dimenticherò presto

Blogger Barbs, Ivan e mio marito quando era ancora in versione "Barbapapà"

Blogger Barbs, Ivan e mio marito quando era ancora in versione “Barbapapà”

Ieri sera eravamo invitati a cena a casa di Ivan, un amico comune mio e di mio marito.

Per essere precisi…Ivan è la persona che ci ha presentati a Zanzibar, in Tanzania, poco più di 9 anni fa, ma questo ve lo racconterò un’altra volta.

 

L’occasione della cena di ieri era l’appena iniziata convivenza con Juka, la sua nuova fidanzata giapponese che si è gentilmente offerta di preparare la cena.

Cosa avrei potuto desiderare di più visto che sono un’appassionata si sushi?

La mia giornatina di ieri era stata pesantina quindi alle 20 ero praticamente uno zombie. Mio marito ed io eravamo in auto diretti a casa di Ivan, ma la mia stanchezza era arrivata a livelli così alti che mi veniva quasi da piangere. Lo ammetto, avrei fatto inversione e sarei tornata molto volentieri a casa per andare a letto senza neanche cenare. 

Ieri mattina ci siamo svegliati, abbiamo fatto colazione e Danny boy ed io siamo schizzati fuori casa in bici diretti alla metropolitana. Peccato che la bici si è bucata quindi la abbiamo riportata a casa e siamo ripartiti a piedi. Diciamo che l’inizio poteva essere migliore!

Quasi 2 ore di viaggio in metrò per andare e tornare da Rho più 4 ore in giro per la fiera “Ludicabimbi”…non sono una passeggiata. Il mio motto però è “barcollo, ma non mollo” e sotto ai vestiti ho sempre una micro mantella da Wonder Woman.

Ho inserito 4 pile nuove nel vano nascosto nella mia schiena e mi sono rimessa in moto.

Dopo aver gentilmente ceduto nostro figlio alla mitica suocera, mi sono fatta una doccia, mi sono vestita e prima di cena non mi sono fatta mancare neanche una riunione lampo per un evento da organizzare a breve.

Meno maleee! Meno male che non ho dato retta alla mia stanchezza, ma ai pochi neuroni che ancora funzionavano e che mi dicevano che non dovevo chiedere a mio marito di fare inversione per riportarmi a casa.

Era da tempo che non passavo una serata così bella!

La nuova fidanzata del nostro amico non solo ha preparato un fantastico menù giapponese, ma ha anche avuto la splendida idea di dedicare una parte della cena ad una vera e propria “lezione di sushi” fornendoci tovagliette di bambù, riso, pesce e tutto quello che ci poteva servire.

Prima ci ha insegnato a fare i temaki (i coni di alga con dentro riso e pesce) e poi gli hosomaky (i classici rotolini con fuori alga e dentro riso e pesce).

Dopo averci fatto una vera e propria dimostrazione, ci ha messo alla prova in una sorta di sfida che ha divertito tutti e che ha avuto come vincitore il mio maritino da tutti applaudito.

vittoriamaritofotoChe  smacco per me che il sushi lo facevo già da un po’ in casa…o per lo meno ci provavo!

Al primo tentativo ho messo troppo riso e non sono riuscita a chiudere perfettamente il maxi rotolino.

Dopo la lezione Juka ci ha deliziati con il più buon tempura che io abbia mai assaggiato in vita mia. Ho spiato bene e proverò a rifarlo, ma la vedo durissima che possa venirmi buono come il suo.

 

Tempura da paura!

Tempura da paura!

Eravamo in 8 e per un errore di comunicazione, nessuno di noi aveva pensato al dolce quindi Laura ed io ne abbiamo approfittato per prenderci una boccata d’aria e abbiamo fatto una passeggiata in notturna fino alla gelateria più vicina.

 

Non so se quel gelato fosse magico o se più probabilmente lo fosse tutto quello che avevamo mangiato prima, ma alle 11 di sera avevamo spento le luci in salotto e stavamo ballando tutti e 8 scatenati.

Marcello e Barbara scatenati nelle danze post sushi!

Marcello e Barbara scatenati nelle danze post sushi!

 

Che dire? Queste sono le serata che io amo. Un’ottima cena tra amici, una lezione si sushi a sorpresa e addirittura un fuori programma “danzereccio”.

All’1 eravamo a nanna felici e soddisfatti.

 

Queste serate fanno bene al cuore e alla pancia e anche se oggi avrei voluto fare un giro in bici al sole e invece piove…sono felice lo stesso!

 

Il marito sta andando a recuperare nostro figlio dalla sua mamma e io mi godo queste ultime ore di libertà in attesa del ritorno di Danny Boy.

Direi che un bel bagno profumato con un bel libro ci sta tutto no?!

 

Buona domenica!

 

Lezione di hosomaky

Lezione di hosomaky

Juka durante la preparazione del suo tempura da 10 e lode!

Juka durante la preparazione del suo tempura da 10 e lode!