Come vincere gli attacchi di “fame” notturni

 
No no, non è il classico titolo d’effetto per attirare più lettori.
E non ho scoperto l’acqua calda, ma forse qualcosa di più importante!
Oh yessssssss
Prima di Natale mi sono regalata una super visita da una super nutrizionista e da un super allergologo.
Me ne avevano parlato diverse amiche, ma siccome costava parecchio, e le avevo già provate tutte, ho temporeggiato un po’ prima di cedere.
Vado, parcheggio, entro, aspetto e vengo accolta.
Tra la nutrizionista e l’allergologo, sono stata dentro 3 ore.
Devo dire che ero scettica, molto scettica.
Ho provato mille diete, ma ne sono sempre uscita sconfitta.
Magari ho vinto una battaglia o due, ma la guerra l’ho sempre persa.
Io soffro di un disturbo che si chiama “binge eating disorder”: ho un grande desiderio di dimagrire, ma spesso perdo il controllo sul cibo e cedo alle famose “abbuffate compulsive”.
A differenza di chi soffre di bulimia, io dopo le abbuffate non cerco di eliminare ciò che ho mangiato, ma mi vengono i sensi di colpa e l’unico modo che ho per eliminarli, è rimangiare ancora.
Secondo voi  una che soffre di questi attacchi , quanto successo può ottenere con una dieta?
Non mi sono mai vergognata di questo mio problema e infatti ne parlo spesso, e più ne parlo e più scopro che è pieno di donne che hanno lo stesso mio problema.
Gli attacchi di “fame compulsiva” spesso vengono a causa di malinconia, di mancanza di affetto, di un carico di stress dovuto a preoccupazioni varie etc etc 
Mi sono anche chiesta come mai siano più le donne a soffrire di questo disturbo.
Evidentemente perché alla fine noi donne abbiamo più cose degli uomini di cui occuparci e preoccuparci, specialmente quando diventiamo mamme.
Se avete tempo andate a farvi un giro nel sito che parla di questo disturbo: www.bingeeatingdisorders.com perché è davvero “illuminante”.
Ma torniamo a me.
Questi attacchi di “fame”, che poi fame non è, di solito mi venivano (ocio perché ho parlato al passato) la sera, dopo cena, ma a volte anche subito prima di cena, mentre cucinavo.
L’anno scorso, per provare a sconfiggere il mio problema, ho provato anche con 10 sedute di ipnosi.
Che senso aveva mangiare bene a pranzo e a cena se poi dopo cena arrivavo a mangiarmi anche 20 biscotti? O una confezione intera di merendine di mio figlio? O un panino col formaggio e poi di nuovo dolce, e di nuovo salato?
Ero stufa e speravo che l’ipnosi mi avrebbe salvato.
Non è successo, ma una cosa l’ho capita: i miei attacchi di “fame” notturni erano un tentativo di riempire dei vuoti.
Quali vuoti, starete pensando?
E chi non ha dei vuoti? E chi non vorrebbe sempre qualcosa di più? 
Quando diventi mamma ti ritrovi ad avere il doppio di cose da fare (se non di più) e il doppio di responsabilità (se non di più).
E’ normale che a fine giornata una, anche a livello subconscio, faccia il punto della situazione e si ritrovi magari a fare i conti con dei vuoti.
Per riempire quei vuoti ci vorrebbero 1000 abbracci, 1000 baci, 1 massaggio di 2 ore e una “catervata” di coccole.
Il problema è che la sera siamo tutti stanchi e quindi i vuoti rimangono.
E allora come si possono riempire questi vuoti in maniera più veloce e meno utopica?
Mangiando, tanto e velocemente.
Prima di andare da questo famoso medico, ho fatto il test delle intolleranze.
Questo medico richiede che sia fatto il test perché sostiene che per mangiare bene bisogna a volte eliminare quei cibi che non sono ben tollerati dal nostro corpo e che quindi portano ad infiammazioni.
E io ci credo!
Da quando ho iniziato a ridurre i latticini, per esempio, sto molto meglio, non ho più mal di testa, mi sono sgonfiata e altre cose di cui non mi piace parlare, ops.
E’ vero che dopo i 5 anni nessun essere umano ha gli enzimi per digerire i latticini e quindi in teoria siamo tutti intolleranti ai latticini, ma io lo sono più di altri.
Ad un certo punto ho guardato il dottore e gli ho detto: ” Dottore scusi la sincerità, ma io ho ascoltato tutto quello che mi ha detto riguardo ad intolleranze , insulina, indice glicemico etc etc, ma sono molto scettica perché credo che, anche se dovessi seguirla in tutti i suoi consigli, i miei attacchi di fame non svaniranno nel nulla”
Ovviamente gli avevo raccontato tutto e mentre raccontavo mi erano anche scese due lacrime, o forse più.
Quando combatti una guerra, vinci qualche battaglia, ma poi ne esci sconfitta, sempre…fa male!
Quando parlo dei miei attacchi di “fame compulsiva”, è per me inevitabile pensare ai vuoti, al carico di responsabilità e alla stanchezza che a volte si impossessa di me, e crollo.
A quel punto il medico mi ha guardato e mi ha detto una cosa che non dimenticherò mai.
Mi ha detto: “Tu quei vuoti li devi riempire, solo che devi iniziare a farlo appena ti svegli, e non la sera”
Vi può sembrare una cavolata, ma non lo è.
Noi italiani abbiamo l’abitudine di fare una colazione “povera” e veloce, un pranzo decente e una cena abbondante.
La mattina siamo sempre di corsa, a pranzo abbiamo un po’ più di tempo e a cena siamo capaci di stare seduti a tavola anche per ore.
S.B.A.G.L.I.A.T.O.!
La prima colazione dovrebbe essere il pasto più importante della giornata, il pranzo un po’ menò e la cena “menissimo”.
So che per uno che la mattina è abituato ad un veloce caffè e ad un paio di biscotti volanti o ad una briosc, abituarsi ad altro è difficile, ma pian pianino ci si abitua a tutto.
Mia mamma dieci anni fa non voleva imparare a scrivere un sms sul cellulare e adesso chattiamo su facebook.
Ho iniziato a fare i primi esperimenti già a dicembre, ma poi con le feste, i pranzi, le cene e la vacanza in Puglia, ho lasciato perdere.
Mi ci sono rimessa da 5 giorni e devo dire che sono F.E.L.I.C.I.S.S.I.M.A
E’ da 5 giorni che non ho un attacco di fame: un record.
La mattina mi sveglio, bevo un bicchiere d’acqua e la prima cosa che mangio è un pezzo di frutta.
Ogni pasto andrebbe iniziato con qualcosa di fresco, crudo e colorato (frutta o verdura).
Non so spiegarvelo bene perché non sono un medico, ma quello che ho capito è che se tu al tuo corpo, come prima cosa, dai qualcosa di sano, il metabolismo si mette subito in moto per bruciare i grassi accumulati, per produrre l’energia necessaria ad affrontare la giornata.
Se tu al tuo corpo, come prima cosa, dai qualcosa ricco di zuccheri, allora lui brucerà quello per produrre energia, e il tuo grasso resterà al suo posto!
Dopo la frutta (ne basta un pezzetto, non serve un frutto intero) mangio proteine , un caffellatte (senza zucchero) e carboidrati.
Le proteine vanno SEMPRE mangiate, ad ogni pasto, assieme ai carboidrati.
I carboidrati sono zuccheri e quindi con loro, per raggiungere il giusto equilibrio, vanno sempre mangiate le proteine.
Il pasto ideale dovrebbe stare dentro ad un piatto (frutta e verdura senza condimento possono essere mangiate a volontà) nelle proporzioni di 1/3 di proteine, 1/3 di verdure e 1/3 di carboidrati.
Ma torniamo alla colazione che è la cosa più importante.
So che non è facile abituarsi ad un nuovo tipo di colazione, ma vi giuro che vale la pena.
Come proteine si può mangiare del prosciutto cotto, un uovo, della ricotta con un filo di miele, o della frutta secca con guscio ( mandorle, noci, nocciole. Ne bastano 7).
E poi vai di carboidrati integrali come biscotti, fette biscottate o cereali, sempre integrali.
Si può usare un po’ di marmellata, ma la cosa più importante e NON usare zucchero.
Non usate zuccherò nel caffè (ci si abitua tutto) e usate marmellate che abbiano solo lo zucchero della frutta.
Lo zucchero “chiama” zucchero.
Ecco perché anche i dolcificanti fanno male: perché fanno comunque le veci dello zucchero e mangiando zucchero, resterà sempre la voglia di altro zucchero.
La sera spesso mi dicevo “mangio un biscotto, uno solo, e poi basta”.
Ma una volta che inizi a mangiare zucchero, sei fregata: zucchero chiama zucchero.
Che dire?
Che da quando i vuoti inizio a riempirli dalla mattina, la sera arrivano già pieni, e non ho più gli attacchi di fame.
Se la mattina mi alleno, a pranzo mangio anche la pasta (integrale), non dimenticando mai proteine e verdure (per fare più veloce va benissimo un piatto di pasta con ragù e verdure)
La sera invece mangio carne o pesce o altre proiteine, e verdure.
La sera come carboidrati mi limito ad un paio di gallette di riso, e non mangio la frutta.
A differenza di quello che dicono tanti medici, questa volta non faccio i famosi “spuntini” durante il giorno, se non la frutta, lontano dai pasti e non la sera.
Non ho fame, mi sento piena di energia e dopo cena mi bevo una bella tisana e leggo.
Fare qualcosa che ti piace e che ti distragga, aiuta molto a stare lontano dagli attacchi di “fame” compulsiva.
E ovviamente fa bene fare un po’ di attività fisica, ma niente di esagerato: meglio poco tutti i giorni che tanto due volte a settimana.
Andate al lavoro a piedi, fatevi una bella camminata, non prendete gli ascensori, e sorridete!
Amo la vita, e non mi stancherò mai di dirlo, sempre e comunque.
Ora vado a farmi una nuotata.
Besos
Barbara

 

 

 

 

Gradini e colori: una giornata da ricordare

 
E’ emozionate quando qualcuno organizza per te.
No, no, non è una battuta!
Di solito sono sempre io che organizzo tutto per tutti e quindi quando trovo qualcuno che mi dice “Ci penso io…”, per me è davvero un’emozione.
Romina ha chiamato, ha scritto, ha prenotato e pre pagato, per tutti.
Ma non solo!
Lei, il marito e i due figli ci sono anche venuti a prendere a casa, e prima di andare a fare la nostra “esperienza”, siamo andati tutti da McDonald’s a mangiare schifezze.
Tutti tranne io, che mi sono mangiata un insalata nizzarda col un’idea di pollo, quattro foglie di lattuga e 4 mini palline rosse che sembravano pomodori.
La nostra “Esperienza” era una visita per famiglie alla mostra di Andy Warhol, a Palazzo Reale, a Milano.
Superare quella lunghissima coda ed essere accolti in un salottino da una fantastica guida pronta a spiegare ai nostri bimbi, e a noi, chi fosse Andy Warhol, e il come e il perché delle sue opere, è stata una vera libidine!!!
La visita sarebbe iniziata alle 14.30, ma noi alle 13.30 eravamo già in Piazza Duomo.
Che fare in quell’ora che ci avanzava?
All’inizio ho pensato di portare tutti a fare una bella visita guidata da “Tiger” in Via Torino, ma poi visto il macello di gente che c’era in giro, abbiamo avuto la bella idea di arrampicarci sul Duomo.
Ieri mattina, appena sveglia, ho fatto il grande errore di salire sulla bilancia.
A quel punto ho preparato la colazione a mio figlio e l’ho salutato dicendo che mamma non faceva colazione, ma andava subito a fare su e giù per le scale di casa (10 volte su e 10 volte giù, per un totale di 1000 gradini)
Gli altri volevano salire in cima al Duomo prendendo l’ascensore, ma il mio pensiero è tornato al numero che avevo visto sulla bilancia e il senso di colpa è tornato prepotente.
Li ho convinti tutti (bambini compresi) a salire a piedi!
250 gradini per arrivare accanto alla Madonnina e 250 gradini per tornare con i piedi per terra.
Bello, bellissimo!
Vivo a Milano da quasi 25 anni, ma non ero mai salita sopra il Duomo.
Che emozione…
Se non lo avete mai fatto, fatelo.
Ero a pochi metri dalla Madonnina e da lontano ammiravo da una parte la piazza e dall’altra il nuovo quartiere di Porta Nuova con i suoi grattacieli: la tradizione e il futuro.
Dopo la veloce lezione di step siamo finalmente entrati a Palazzo Reale, e ci siamo goduti la mostra.
Ho sempre amato Andy Warhol, e ieri ho scoperto un sacco di cose nuove che non sapevo, o che mi ero dimenticata (ormai ho una certa età)
Ma lo sapete perché la famosa Marilyn , che lui dipinse due giorni dopo la sua morte, ha una piccola macchia bianca in fronte tra gli occhi?
Perché Andy Warhol nella sua factory faceva entrare tutti, ma proprio tutti, e un giorno entrò una donna che guardando verso la Marylin chiese “Can i shoot?”
Il suono di questa parola può voler dire “sparare” o “fotografare” e trattandosi di un quadro, l’artista pensò che la signora volesse scattare una foto e invece…
E invece la signora tiro fuori dalla sua borsetta una pistola, puntò e sparò.
Il buco fu chiuso, ma Warhol volle lasciare il segno e infatti la macchia bianca si vede.
Bello scoprire che la famosa zuppa Campbell era quella che lui mangiò per 20 anni quando era povero e che fu proprio anche tramite lei che divenne ricco.
Andy Warhol iniziò come pubblicitario e come tale decise che anche l’arte, come la Coca Cola, doveva essere alla portata di tutti.
Ecco perché nelle sue opere rappresentava sempre oggetti e personaggi che tutti conoscevano.
A due sale dalla fine della mostra, i bimbi sono entrati in una stanza e per 45 minuti , mentre noi grandi guardavamo il resto della morsa e bevevamo un caffè, si sono trasformati in piccoli Warhol.
I bambini hanno partecipato ad un bellissimo laboratorio, hanno creato la loro matrice e con acqua, colori e spugnette, hanno realizzato le loro piccole opere d’arte.
Per fare le loro matrici potevano scegliere tra tanti oggetti, simboli e personaggi.
Secondo voi il mio Danny cosa ha scelto?
Ha scelto la mela della Apple.
Porca paletta, l’ho già rovinato.
Tra i-phone, i-pad e mac, ormai vede mele dappertutto.
Meno male che se le magia pure!
Ormai quando vede una cosa bella mi dice “Mamma fai una foto per il tuo blog”.
Che dire?
Che è stata una bella giornata e che mi sa che il mio cucciolo ha preso un bel po’ del mio entusiasmo e un pizzico della mia vena artistica.
Speriamo che diventi anche bello e in gamba come il suo papà!
Barbara
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Befana on the road

 
Il fatto che la mia motivatrice sia anche una mia amica su facebook, è una bella fortuna, o sfortuna (dipende sempre dai punti di vista).
Se torno a Milano e lo scrivo su facebook, lei lo sa subito, e agisce.
Se poi il ritorno è quello da vacanze con abbuffate, il messaggio su whatsapp arriva appena scendo dal treno (manco avesse delle telecamere che mi seguono 24 ore su 24)
“Che fai domani mattina? Vieni a farti un bel giro in bici con me verooo!?”
Avrei forse potuto dirle di no dopo tutto quello che mi sono “scofanata” in queste vacanze?!
E poi mio marito domani parte per lavoro e se ne va in Cina per 10 giorni.
Quale miglior occasione per lasciare i due ometti a godersi una bella mattinata senza mamma?
Ho aspettato che Danny si svegliasse e arrivasse in camera nostra urlando tutto felice che la Befana era arrivata e aveva riempito la sua calza con un sacco di dolciumi e regalini; ho fatto colazione (con un caffè amaro, una fetta di pan carré tostato e mezzo pompelmo); mi sono vestita da combattimento, ho indossato il cappello da Befana e sono saltata sulla mia bici diretta sotto casa della mia motivatrice.
Immaginatevi la sua faccia quando ha visto la sua allieva Befana che l’aspettava all’angolo…
Ho pensato che se l’Epifania tutte le feste porta via…magari sarebbe riuscita a portare via anche un po’ del risultato delle vacanze, ops.
Vivo a Milano da quasi 25 anni, ma un giro in bici sui navigli ancora non lo avevo fatto: bellissimo!
La giornata di sole ha fatto la sua, ma anche il percorso non è stato niente male.
Siamo partite da Corso Lodi e siamo arrivate, lungo il naviglio, fino a dopo Rozzano.
Davvero un bel giretto di 22 km.
Ad un certo punto abbiamo anche incontrato una gigante nutria che io, da buona Veneziana, avevo scambiato per una gigante pantegana.
Alla fine del mio allenamento ho raggiunto i miei uomini al parchetto sotto casa, giusto in tempo per vedere Danny che riusciva a partire da solo sulla sua nuova altissima bici (non arriva neanche a terra coi piedi!)
Le due befane saranno anche partite in ritardo e con un mezzo alternativo, ma si sono godute una splendida mattina dì sole e magari sono anche riuscite a bruciare qualche fetta di panettone!
Se volete sapere da dove arriva la veranfigura della befana, vi do una mano io raccontandovi quello che ho appena letto.
Anticamente la dodicesima notte dopo il solstizio invernale, si celebrava la morte e la rinascita della natura, attraverso la figura pagana di Madre Natura.
I Romani erano convinti che in queste dodici notti, delle figure femminili volassero sui campi appena seminati per propiziare i raccolti futuri.
A guidarle queste figure femminili, secondo alcuni, era Diana, dea lunare legata alla vegetazione, secondo altri una divinità minore chiamata Satia (sazietà) o Abundia (abbondanza).
La Chiesa condannò tali credenze, definendole frutto di influenze sataniche.
Queste sovrapposizioni diedero origine a molte personificazioni che sfociarono nel Medioevo nella nostra Befana, il cui aspetto, benché benevolo, è chiaramente imparentato con la personificazione della strega.
L’aspetto da vecchia sarebbe dunque una raffigurazione dell’anno vecchio: una volta davvero concluso, lo si può bruciare così come accadeva in molti paesi europei, dove esisteva la tradizione di bruciare fantocci, con indosso abiti logori, all’inizio dell’anno.
Che dire ancora?
Che domani Danny, finalmente, torna a scuola.
Che io andrò a bruciare ancora un po’ di calorie, magari con una bella camminata con la mia motivatrice
E che, dopo scuola, il mio biondino ed io smonteremo l’albero di Natale, metteremo via tutti i vari addobbi e ci riapproprieremo della nostra casa in modalità “inverno in attesa del carnevale” (prossimo importante appuntamento)
Buon lunedì 
Barbara

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Clausura forzata, con risalita

 
Dopo 3 giorni chiusi in casa, dopo 3 giorni senza poter andare in palestra, o a camminare, oggi mi sono data una mossa.
Ho lasciato Danny in casa a giocare, e mi sono allenata senza uscire dal palazzo.
Ho sceso i 50 gradini del mio palazzo per 12 volte e li ho risaliti per 12 volte (a volte 2 alla volta).
Fare i calcoli è facile: 600 gradini in discesa e 600 in salita per un totale di 1200 gradini.
Non male no?!
E’ come se fossi salita per 3 volte in cima al Duomo di Milano (sono 201 i gradini del Duomo)
Appena tornata in casa, con i miei super attrezzi comprati da DMail, ho fatto braccia e addominali.
Ovviamente ho terminato il mio allenamento con una bella seduta di stretching.
Devo dire che in questo momento mi sento molto meglio: stanca, ma soddisfatta.
Qualsiasi mamma dopo 3 giorni senza poter uscire di casa, inizia a dare i numeri e poi io se sto troppi giorni senza allenarmi “svalvolo”, sento che mi manca qualcosa.
Tutta colpa della mia amica Stefania che mi ha portato a camminare con lei e che mi ha spesso allenato portandomi al parchetto.
Con lei ho capito che per stare bene e per tenersi in forma, quando non si può andare a fare un bel corso in palestra (io amo acquagym e indoor walking), ci può sempre allenare in altri inaspettati modi.
A volte, per avere un sedere più sodo, basta una panchina su cui sedersi e alzarsi per 100 volte.
Dopo 3 giorni chiusa in casa e 1200 gradini…oggi inizio a sentirmi quasi santa.
Anzi, oggi sono Santa
Oggi è Santa Barbara.
Auguri a tutte le Barbare
Barbara
PS: vorrei riuscire ad entrare presto in una 42/44 e non vorrei dover fare come questa del video. AHAHAHAHHA

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Parole e immagini viste camminando.

 

Siamo da poco tornati a Milano e un paio di giorni fa ho fatto la mia prima lunga camminata post vacanza.
Ne ho di kili da smaltire quindi da qualche parte dovevo pur cominciare.
8 km, sotto un caldo sole che mi ha riportato indietro nel tempo.
Faceva così caldo e il sole era così forte, che sembrava di essere di nuovo a luglio.
Amo camminare veloce con la musica nelle orecchie, mi mette di buon umore, mi da energia, mi isola.
La musica mi permette di non sentire i rumori esterni e di lasciar correre la fantasia.
Prima di mettere le cuffie ho fatto in tempo a sentire una ragazza urlare al cellulare “basta, non voglio più sentirti, mai più”, per poi sedersi sul marciapiede con la testa tra le mani, e lasciarsi andare in un pianto senza limiti.
Quante volte, prima di incontrare mio marito, ho pianto, per la fine di una storia.
Ora a volte piango per eccesso di rabbia, per accumulo di stress o per piccole delusioni, ma sono momenti di passaggio e non di rottura: sono momenti di sfogo, a volte più utili di una risata.
Poi ho messo le cuffie e ho continuato a guardarmi attorno, cercando di immaginare discorsi non sentiti.
Ho visto una coppia di vecchietti al parco, che camminavano mano nella mano, e ho immaginato che lei stesse chiedendo a lui cosa volesse per cena. A quel punto lui si è girato, l’ha guardata negli occhi e, forse,  ha risposto: ” quello che vuoi tu amore, tanto mi piace tutto quello che fai”
Ho sorriso e ho continuato a camminare fino a che non ho visto quelle due ragazze sdraiate sul prato, a pancia in giù. Sono sicura che stavano parlando della loro estate. Forse erano due amiche del cuore che hanno passato le vacanze separate e allora avevano bisogno di raccontarsi le emozioni vissute e i nuovi amori sbocciati. Quale posto migliore se non al parco, lontano da orecchie indiscrete di genitori o fratelli?
Ho visto immigrati cercare l’ombra di un albero per riposare, come quell’operaio con il gilet arancione che ha parcheggiato il suo mezzo in un angolo del cantiere, si è sdraiato sul prato e ha chiuso gli occhi in cerca di nuove energie.
Sono entrata di corsa in un piccolo negozio di alimentari e ,dopo averci lasciato solo 60 centesimi, ne sono uscita con una bottiglietta di acqua, fresca.
Come mi piace camminare veloce per la mia città, decidendo volta per volta nuovi percorsi da seguire.
Come mi piace guardare le persone che incontro e cercare di immaginare le loro vite, le loro emozioni.
Non dimenticherò mai quel signore, con i pantaloncini bianchi e a petto nudo, che nel parco faceva quegli strani movimenti.
Quella strana danza mi ricordavano un pò la Capoeira (una sorta di arte marziale Brasiliana ricca di salti ed di armonia).
Chissà che viaggio si è fatto quello, chissà quante speranze ha riposto in quei nuovi lidi, chissà per quanto tempo è stato via, chissà se è tornato, davvero.
Barbara

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Un fior fiore d’attrezzo

 
Sono malata di shopping.
Sì, sì, si: lo ho già confessato più volte e continuerò a farlo, senza vergogna!
Ammetto che spesso compro delle vere cavolate che rimangono nei miei cassetti e li affollano inutilmente, ma ogni tanto ci azzecco, eccome se ci azzecco.
Sia chiaro che questo non è un post sponsorizzato perché nessuno mi ha pagato per scriverlo e nessuno mi ha regalato nulla ( Se però qualcuno volesse farlo, mi faccia un fischio che gli mando subito il mio indirizzo!).
Il “fiore” della foto me lo sono ordinato on line sul sito di D-mail e l’ho pagato ben 15 Euro.
Pensateci bene prima di cliccare sul loro sito perchè se siete malate come me…finirete col fare dei danni, danni veri!!!
A Milano c’è anche il negozio in Via S.Paolo, ma io spesso per comodità e per goduria compro on-line: adoro comprare anche di notte.
Sono tornata a Milano da un paio di giorni, ma Danny non ha ancora iniziato la scuola e quindi ciao palestra, ciao camminate, ciao tempo libero.
Avere un paio di questi attrezzi a casa, per una mamma che ha voglia di tenersi in forma, diventa quindi indispensabile.
Ieri sera mentre Danny guardava i cartoni io mi sono allenata e oggi ho addirittura le braccia che mi fanno male!
Che dire?
Non è sempre vero che i fiori di plastica sono così brutti!
Barbara

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Goji & Açaí: l’invasione delle bacche “miracolose”

 
Era da un pò, tanto, che ne sentivo parlare.
“Ma tu non le prendi?”
” Ma lo sai che ormai George Clooney non può vivere senza?”
Anche io non potrei vivere senza di lui, se non fosse gay.
Un paio di anni fa mi è capitato di averlo come vicino di tavolo a una delle varie feste della Mostra del  Cinema di Venezia e secondo me gli atteggiamenti erano inequivocabilmente (ammazza che difficile scrivere questa parola, peggio di uno scioglilingua) di uno a cui non piacciono le donne.
E, prima che vi mettiate a ridere, non lo sto dicendo perché non ci ha provato con me (e vorrei anche vedere), ma perchè l’ho visto parlare sempre e solo con uomini e quando mi ha dato la mano per presentarsi, lo ho fatto senza stringere.
Non sopporto quelli che ti danno la mano molle.
Ma torniamo alle bacche che l’è megl.
Loro almeno hanno un’identità ben definita.
Secondo una leggenda delle colline dell’Himalaya, durante la dinastia Tang, nel VII secolo, accanto a un pozzo scavato vicino ad un tempio buddista c’erano delle viti che producevano piccole bacche rosse.
Le bacche caddero nell’acqua del pozzo per secoli e secoli e chi beveva quell’acqua era riconosciuto in tutta la regione per la sua giovinezza e vitalità.
Se sapessi la posizione esatta di quel pozzo mi ci farei un bagnetto alla Cocoon.
La fama delle bacche di Goji, chiamate dai Tibetani “i frutti della vita”, con il tempo si è estesa al punto che oggi il loro succo è una delle bevande più ricercate dalle celebrità, dai vip (very important people) e dai nip (not important people, come me)
Il Goji è ricco di antiossidanti e polisaccaridi unici, che difendono il corpo dagli agenti inquinanti, ed è anche un potente depurante del sangue, ricco di minerali e vitamine tanto da avere una quantità di vitamina C ben 500 volte maggiore di quella contenuta in un’arancia.
“Mamma ho il raffreddore” e via con una bella spremuta di Goji.
Kate Moss e Madonna non escono di casa senza le loro bacche nella borsetta.
Loro sì che sono avanti, io nella borsetta ci metto le “cicche” (da masticare).
Le bacche, che sono dolciastre e somigliano un pò all’uva passa, sono frutti con “biodisponibilità organica” immediata ossia sono facilmente riconosciute dal nostro organismo, che riesce così a scomporle in modo semplice e rapido.
Le popolazioni orientali, della Cina del Nord e soprattutto della Mongolia Interna, grazie al loro stile di vita e alle loro abitudini alimentari, sono tra le più longeve del mondo e sono tra le meno soggette alle cosiddette malattie del benessere.
Secondo voi da dove arriva tutta la loro vitalità e la loro ottima salute?
La risposta mi sembra ovvia: nella loro dieta non mancano mai le bacche di Goji! 
Lo stress quotidiano porta spesso con se quel fastidioso senso di spossatezza.
A volte mi sveglio e solo al pensiero della giornata che mi aspetta…mi sento già stanca.
E poi detesto questo caldo assurdo: mi mette addosso una fiacca micidiale.
Sto prendendo le bacche di Goji tutte le mattine da circa 20 giorni e vi assicuro che sento già gli effetti.
Ero davvero scettica, ma mi sono dovuta ricredere.
Se inserite questi frutti in una dieta sana ed equilibrata (anche con qualche trasgressione un giorno sì e uno no, come faccio io) vi aiuteranno ad affrontare meglio la giornata.
Sono inoltre un alimento senza zuccheri aggiunti e quindi ideale sia per grandi che per piccini.
Quantità consigliata: 1-3 cucchiai (20g) al giorno di bacche così come sono, o a piacere aggiunte a yogurt, macedonia, riso e insalate.
In cucina possono essere impiegate nella preparazione di piatti dolci e salati.
Adulti, 1-3 cucchiai al dì
Bambini, 1-3 cucchiaini al dì
E’ stata riscontrata un’interferenza dell’alimento con alcuni medicinali tipo quelli anticoagulanti, quindi chiedete sempre prima al vostro medico di fiducia se per esempio avete intolleranze o allergie.
Oltre al Goji, sta avendo un grande successo anche l’Açai, un’altra bacca, questa volta di origine brasiliana, che cresce ed è consumata nella foresta amazzonica.
Il succo delle bacche di Açai, che gli indigeni dell’Amazzonia consumano anche mescolato a quello di guaranà in una sorta di pozione energetica, avrebbe proprietà vasoprotettrici.
E’ inoltre ricco di ferro e steroli vegetali, che lo rendono un potente anticolesterolo.
E una delle bevande più ricercate del momento, soprattutto sulle spiagge di Copacabana e dintorni, dove sono vendute anche da appositi “carrettini”.
Io ultimamente ho bevuto un’ottima capirinha al gusto all’Açai da Temakinho e devo dire che non so se mi abbia fatto bene, ma mi ricordo che dopo ero di ottimo umore!
Barbara
NB: Le bacche Goji ormai si trovano in farmacia , in erboristeria o anche in alcuni supermercati.
Se fa troppo caldo per andare in giro a cercarle, le potete sempre comprare on line su www.sitarstore.it
 

Sì, sì, tu toccami l’orecchio e io non mangio più!

 
Sono una curiosona e un’appassionata di “shopping on sight” (sul posto) e “shopping on site” (sulla rete). 
Ormai vi ho già rivelato che tutte le mattine appena mi sveglio vado a vedermi le offerte di Groupon e Groupalia e se trovo delle cose che mi interessano…clicco e compro.
Si risparmia sempre un sacco e si sa che con la parola “risparmio” noi donne andiamo in iperventilazione.
auricolfotoIeri, per esempio, ho speso solo 18 euro per un coupon che mi da diritto all’affitto di una macchina elettrica per ben 3 giorni.
La voglio provare perchè non posso continuare a portare mio figlio in giro in scooter 365 giorni l’anno, ma una macchina vera e propria non la voglio.

Un paio di settimane fa ho comprato 3 sedute di auricoloterapia per soli 19 euro.

Amo fare esperienze nuove e se poi vedo un barlume di possibilità di trovare qualcosa che mi aiuti con i miei attacchi di fame…

L’auricoloterapia è una tecnica che consta nello stimolare il padiglione auricolare con uno stimolatore che emette impulsi galvanici a bassafrequenza.

Mentre il dottore lo fa tu devi tenere in mano una sorta di “massa”.

Non si sente dolore, ma giusto un leggero “pizzicobruciore” (adoro inventarmi le parole!)

Dicono che questa terapia sia molto efficace nel trattamento dell’obesità, ma anche di altre patologie.

L’auricoloterapia è una forma di medicina alternativa basata sull’idea che l’orecchio (in particolare il padiglione auricolare) riproduca in piccolo l’intero organismo umano. 

L’auricoloterapia iniziò a diffondersi ufficialmente in Francia nel 1956, ad opera di un medico di base di Lione, Paul Nogier il quale aveva osservato che diversi suoi pazienti provenienti dalla Corsica avevano delle cauterizzazioni a livello del Padiglione auricolare: dalla storia clinica di questi pazienti emergeva che quelle cauterizzazioni venivano fatte, in Corsica, da maniscalchi , per curare dolori sciatalgici.

Nogier, incuriosito, indagò e scoprì che queste pratiche sull’orecchio venivano fatte già ai tempi di Ippocrate quindi si mise al lavoro per sperimentare i vari punti dell’orecchio.

Mentre ieri mi toccava alcuni nervi nell’orecchio sentivo lo stomaco brontolare.

Il dottore mi ha spiegato che è normale perchè non si fa altro che stimolare alcuni muscoli e più precisamente quello dello stomaco che per effetto della stimolazione di questi nervi, si contrae.

Sìììììì: voglio che il mio stomaco di contragga di brutto così dopo che ho mangiato un solo biscotto sarò già soddisfatta e non dovrò mangiare gli altri 19!!!

Dicono che dopo un mese di cura dovrei sentirmi già  meglio.

Considerate che bisogna fare una seduta a settimana e che una volta che avrò finito le prime 3 che ho già pagato, le sedute costeranno 25 euro cad quindi un prezzo giusto e accessibile direi!

Dopo due mesi lo stomaco dovrebbe ridursi di dimensione, e la digestione dovrebbe migliorare parecchio.

Il dottore dice che avròpiù energie (Aiuto! Già ne ho troppe ora) e che la mia salute migliorerà.

Io so solo che per ora ho investito 19 euro, che da quando lo ho fatto ieri mattina, ho davvero meno fame e che ieri sera dopo cena, non ho avuto voglia di dolci come invece mi succede sempre e soprattutto non ho avuto nessun attacco di fame.

Ho solo un po’ di nausea, ma ero stata avvertita del fatto che spesso i primi giorni capita.

Fino alla prossima seduta mi ha messo in ogni orecchio due cerottini con dentro dei semini che dovrebbero premere in alcuni punti particolari dell’orecchio riducendo la fame.

Udite, udite: “Io ci provo e poi vi so dire ok???”
Barbara

Lettera aperta alla mia ciccia.

 
Gli uomini arrivano e ogni tanto vanno.
I figli arrivano e poi ad un certo punto iniziano a vivere la loro vita e si staccano da te, ma lei…lei arriva e non ti molla più!
Eh che cavolo, non è per niente giusto.
Ma io sono testarda e se mi metto in testa una cosa vado avanti come un mulo, con i paraocchi e se a spronarmi trovo pure una col bastone e la carota…allora non ce n’è più per nessuno.
Quindi oggi ti scrivo e ti spiego un paio di cosucce.
Cara ciccia,
purtroppo per te, da un paio di settimane ho scoperto che la mamma di una bambina che è all’asilo con Danny, fa la motivatrice e siccome io avevo parecchi motivi per essere motivata (adoro gli scioglilingua) ho deciso di fare un patto col diavolo, ops, con questa donna tutto d’un pezzo: lei farà diminuire notevolmente la circonferenza delle mie gambe e io le farò una statua.
Qualcuno, in questo ultimo periodo, mi ha chiesto cosa faccia una motivatrice quindi oggi ho deciso di spiegarvelo.
La mia motivatrice si chiama Stefania Cagnoni ed è una iena che ama il rosa.
Diffidate dalle iene che amano il rosa…
Il cibo ed io abbiamo dei problemi da quando sono nata nel senso che mi sono sempre abbuffata sia di schifezze sia di cose sane.
Anche quando mangio le cose sane riesco ad abbuffarmi:ingurgito tutto senza gustarmi quello che ho nel piatto.
Ma la cosa peggiore sono i miei attacchi di fame incontrollabili: magari pranzo e ceno bene e poi dopo cena sono capace di rovinare tutto mangiandomi anche 20 biscotti.
Ho provato davvero di tutto: dalle anfetamine a qualsiasi tipo di dieta, dall’ipnosi al sondino, dall’ozono terapia all’elettrolipolisi, ma per il mio corpo sono riuscita ad ottenere unicamente il classico effetto fisarmonica: dimagrire e ringrassare, dimagrire e ringrassare.
Il sondino mi ha fatto perdere ben 3,8 kg di soli grassi in soli 10 giorni, ma sono tornati.
Però il sondino lo rifarei perché mi ha aiutato molto a livello di “testa”.
Direi che l’argomento merita un post tutto suo che scriverò presto.
Per quanto riguarda le altre diete…che dire!?
Ne ho provate tante, tutte, e secondo me non servono a nulla, anzi, a volte peggiorano pure la situazione perché è proprio quando ci si sente privati che vengono le piú grandi voglie e poi le diete sono deleterie per l’umore e io non sono programmata per non essere allegra.
Avete mai visto una che tutta felice ti dice di essere a dieta?
Chi fa le diete diventa antipatico, nervoso, litiga con tutti e si incazza di brutto quando riprende i kg persi, perché tanto tornano, tornano sempre.
Sono i kg che hanno insegnato a Pollicino il trucco delle briciole e dei sassolini.
L’unica soluzione è imparare a mangiare, imparare quando e come si può sgarrare e come si può riparare agli sgarri.
E’ ovvio che a qualcosa tocca rinunciare: non si può pensare di sconfiggere la ciccia nutrendo il nostro corpo con altra ciccia e non si può neanche pensare di dimagrire avendo sempre un bel senso di sazietà, anzi, è proprio quando si sente un po’ di fame che la nostra ciccia brucia.
Tu non dai al tuo corpo zuccheri da trasformare in energia e il tuo corpo si arrangia bruciando gli zuccheri che ha in casa.
La mia motivatrice mi sta insegnando a mangiare evitando di accostare tra di loro alimenti sbagliati, ma senza rinunciare a quello che più mi piace(pizza e sushi per esempio)
La mia motivatrice mi sta insegnando come sconfiggere i mie attacchi di fame che arrivano col buio (è un disturbo che abbiamo in tante e si chiama “Binge eating disorder”, ve ne parlerò meglio più avanti).
La mia motivatrice, dopo aver osservato bene il mio fisico e i miei punti deboli, ha messo a punto un allenamento mirato su di me, ma non me lo ha rivelato.
La mia motivatrice mi da appuntamento ad una certa ora e solo all’ora X scopro che tipo di allenamento ha architettato per quel giorno.
Mi piace l’effetto sorpresa e non mi pesa seguire Stefania nei suoi “percorsi” sempre diversi.
Ho scoperto che le panchine del parco dove di solito porto Danny a giocare, non servono solo per sedersi e se vuoi proprio usarle per sederti, devi farlo almeno per 100 volte di seguito sennò non riuscirai mai a rassodare i glutei.
Ho scoperto che a Milano ci sono ancora un sacco di strade e di negozi che non conosco perché nelle ultime due settimane ci siam sparate circa 50 km camminando veloce e segnando al volo indirizzi di negozi carini incontrati sul percorso.
Ho scoperto che non è vero che a una certa età se si perde peso lo si perde sempre sempre e solo dove non si vorrebbe.
Basta allenarsi nel modo giusto, avere costanza e soprattutto il tempo per farlo (la cosa spesso più difficile)
Ad agosto la mia motivatrice ed io partiamo assieme: andiamo in crociera con mariti e figli assieme ad un’altra coppia e ci sarà da ridere.
Li vedo già i mariti a fare i baby sitter e noi a camminare su e giù per i ponti.
Barbara
 
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Un sabato al lago: coccole e sport.

Sono un’amante dello shopping e non ho mai fatto nulla per nasconderlo.
Per fortuna che non sono un’appassionata delle grandi firme, almeno quando ho i miei attacchi non faccio grandi danni: entro da Zara o in uno dei miei altri posticini prediletti, compro due magliettine, un paio di sandali, qualche altro gadgets che a volte finirà ancora col prezzo in fondo ai miei cassetti e mai ne uscirà oppure, peggio ancora, andrà ad appesantire ulteriormente e inutilmente la mia borsa di Mary Poppins. Sia chiaro che non compro sempre roba inutile, anzi…a volte trovo delle “chicchine” davvero speciali che poi mi tocca andare a ricomprare per le mie amiche, quelle che a differenza mia lavorano 24 ore su 24 e che quando escono dall’ufficio passeggiano davanti alle vetrine chiuse.
Povere loro!
Vabbè, ma torniamo al mio shopping.
Preferisco fare shopping nei negozi dove entri, guardi, tocchi , annusi e  provi, ma da un paio di anni riesco a fare danni anche da casa, davanti a qualche schermo.
Leaders tra i miei “negozi on line” preferiti sono D-mail (vado anche in negozio) , Groupon e Groupalia.
Ditemi quello che volete, ma io trovo che con un pizzico di fortuna e un po’ di attenzione, si fanno dei grandi affari.
La mattina mi sveglio sempre prima di mio figlio e allora mentre aspetto che lui si svegli…spesso prendo il mio mac e me lo porto a letto.
Il marito esce alle 7.15 e non credo sia geloso che “Mac” entri nel letto al suo posto! Ops
Leggo due news su Facebook, eventuali commenti al mio blog e poi finisco nella mia posta e le vedo:
tutte le mattine ricevo una mail da Groupon e una da Groupalia.
Ho comprato di tutto: da cene in ristoranti normalmente troppo lontani dalle nostre tasche o a noi sconosciuti, fino al mio stesso “Mac”.
Settimana scorsa, su Groupon, ho comprato un bel pacchetto per il “Lido di Segrino” che non avevamo mai sentito nominare, neanche mio marito che è di Monza.
Il “Lido di Segrino” è sul Lago di Segrino, in Brianza, poco prima del Lago di Lecco, se non ho capito male guardando la piantina .
Sono negata con le piantine, con tutti i tipi di piantine: da quelle di carta a quelle fatte con le foglie.
Ho il pollice verde marcio!
Ma torniamo a San Groupon.
Con 39 euro ho comprato ingresso al Lido di Segrino, giro in canoa, noleggio biciclette, 15 minuti di idro massaggio e pranzo, il tutto per 2 persone (al posto di poco più di 200 euro che sarebbe stato il prezzo pieno per tutto il pacchetto).
Venerdi sera ho visto che le le previsioni per ieri erano buone e allora ho chiamato e ho prenotato.
Quando chiami dicendo che hai un coupon Groupon (manco fosse uno sciogli lingua) ti senti un pò come un ladro che sta per andare a fare un furto, hai quasi i sensi di colpa a chiedere di prenotare dopo che hai speso così poco.
Il signore che ha risposto è stato gentilissimo, come gentilissimi sono stati tutti quelli che ci hanno accolto ieri, dal ragazzo all’ingresso alla cameriera, dal bagnino al capo sala del ristorante.
Io non ho voluto il primo come da menù Groupon, ma ho chiesto della verdura extra e Danny, che era il terzo e quindi non compreso nel coupon , ha mangiato con noi senza dover pagare nulla in più.
Il posto è davvero splendido, ben curato e in una posizione davvero super.
lagosportfotoCi siamo fatti un bel giro in canoa, abbiamo pranzato e poi siamo andati a farci il giro del lago in bici.
La bicicletta di Danny la abbiamo portata noi perchè lì affittano solo quelle da adulti.
Dopo 5 km di bicicletta ho visto lei, la mia motivatrice che da circa ua setimana mi sta facendo allenare e mi ottimi consigli sull’alimentazione perchè mi sono messa in testa seriamente di dimagrire.
Sono felice di come sono e non voglio certo diventare anoressica, ma se da 76 kg riuscissi ad arrivare a 69 (che è un bellisssssimo numero) sarei parecchio felice.
Stefania non era con noi ieri, ma mi è apparsa davanti, come uno spiritello buono!
L’ho vista e ho convinto mio marito a mollare le bici e a rifare il giro del lago, ma questa volta a piedi.
Danny ci ha seguito in bici: noi ci siamo fatti 5 km in bici e 5 camminando velocemente e Danny 10 km in bici.
Che gioia, che soddisfazione!
A quel punto mio marito si è fatto un bagnetto nel lago e mio figlio ed io ci siamo goduti i nostri 15 minuti di idro massaggio.
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E pensare che negli anni ’70 il lago di Segrino, come buona parte della Brianza , versava in una situazione di degrado ed inquinamento. Meno male che gli anni ’80 le amministrazioni locali hanno avviato un programma comune per il recupero e ci sono riusciti.
In Italia siamo pieni di posti bellissimi e tante volte li abbiamo proprio dietro casa, ma non lo sappiamo.
Quindi ben vengano gli amici con i loro suggerimenti e Groupon e Groupalia con le loro offerte.
Grazie
Barbara
 lagomaschifoto