Solo Gianmario Longoni poteva trascinarmi a vedere un balletto.

Io nei teatri ci sono cresciuta, ma non ho mai avuto una grande passione per balletti e opere.

Mi ricordo, come se fosse ieri, quando conobbi mio zio Franco Enriquez, grande registra teatrale.

Mi ricordo quando mi invitò a teatro a vedere il Gattopardo, da lui diretto e interpretato.

Ero piccola, ma mi piaceva aggirarmi nelle quinte, in cerca di trucchi e segreti, assaggiando di nascosto il vino annacquato pronto nelle caraffe di scena.

 

“Non spaventarti quando in scena mi vedrai morire, perché muoio per finta”, e invece poco tempo dopo se ne andò davvero.

Casa nostra a Venezia spesso diventava un punto di ritrovo per gli attori che passavano in città, con le loro commedie: venivano a casa nostra dopo lo spettacolo, e si faceva le ore piccole facendo un sacco di giochi strani.

Carlo e Aldo Giuffrè mi hanno insegnato dei giochi bellissimi, quasi magici: “indovina il personaggio” era uno dei miei preferiti, e ancora oggi, quando lo faccio, gli amici non riescono a capire il trucco, e diventano pazzi.

Si è in due, complici: gli altri ti dicono nell’orecchio un personaggio famoso da trasmettere al tuo complice, e tu lo fai dicendo, recitando, delle frasi apparentemente tutte molto simili, senza significato.

Alcuni attori spesso non riescono a scendere dal palco, neanche quando le tende si chiudono, e il teatro si svuota.

Amo le commedie che fanno sognare, e riflettere.

Amo i comici che sanno farmi ridere anche quando sono in modalità mulino, e le pale girano senza sosta, per i motivi più disparati.

Amo i musical e l’energia che sprigionano.

Amo gli amici che una volta l’anno si trasformano in attori per una buona causa, e salgono sul palco guidati dal grande Emanuele Belotti, alias il Principe George, per fare del bene a chi è meno fortunato, e per far sorridere chi li segue, da sempre.

E’ ormai partito il conto alla rovescia per  “C’era una svolta”, al teatro Carcano di Milano, e i biglietti sono quasi esauriti.

Ma torniamo a Gianmario Longoni.

Quando alla fine degli anni ’90 lavoravo per il Milan, avevo fatto un bellissimo accordo con Gianmario: lui pubblicizzava i suoi teatri Nazionale, Smeraldo e Ciak allo stadio, e io portavo sponsor, dirigenza, giocatori, stampa e vip alle prime degli incredibili spettacoli da lui selezionati: Fiorello, Stomp, Hair, Luttazzi, Momix, e chi più ne ha più ne metta.

Ancora oggi incontro i vecchi sponsor del Milan che rimpiangono quelle belle serate trascorse tutti assieme a teatro: ci si incontrava un po’ prima, facevo allestire un aperitivo per stare tutti un po’ assieme, e poi tutti in sala a godersi lo spettacolo

Sono passati tanti anni: io non lavoro più al Milan, e Gianmario ha venduto il Teatro Smeraldo a Eataly.

Ma qualche giorno fa ci siamo ricontati un po’ per caso, ed è scattato l’invito alla prima del balletto “Swan lake”, al teatro degli Arcimboldi.

Un balletto?

Che dire?

Sembrava brutto dire di no, e allora ho chiamato un’amica, e ci sono andata.

Avrei potuto anche invitare il marito, ma forse avrei rischiato il divorzio: se conosci mio marito non lo inviti ad un balletto.

Io sono una curiosa, e spesso mi butto, anche di testa, ma lui no.

Già solo le premesse mi avevano fatto capire che io quel balletto lo dovevo vedere!

La prima doveva essere martedì, ma è stata spostata a giovedì perché le scenografie di “Swan lake” sono arrivate in nave da Shangai: peccato che sono partite il 9 ottobre e sono arrivate in Italia in ritardo di 2 gg.

I costumi e le attrezzature di scena sono arrivate da Sidney, e la tecnica, ossia luci e suono, da Londra e da Milano.

Potevano le ultime piogge non lasciare il segno: la notte prima del debutto, è entrata l’acqua nel guardaroba del teatro, e quindi il giorno della prima hanno dovuto rilavare tutto ed affittare degli asciugatoi verticali, per poter andare finalmente in scena.

Sono entrata in quel teatro scettica, e sono uscita volando.

Sono entrata in quel teatro convinta di vedere il solito balletto soporifero, e invece mi sono emozionata, e ho riso.

E io che pensavo che “C’ha i chioschi” fosse uno che vendeva salamelle e crauti…

E invece suona, e suona pure bene.

E io che mi ricordavo che il principe del lago dei cigni fosse un certo Sigfried!

Quello di giovedì, invece, sembrava un mix tra Carlo di Inghilterra e suo fratello Andrea.

Andrea? Eh sì, perché ad un certo punto entra in scena una rossa un po’ pazza che sembrava la copia di Sarah Ferguson, e la mamma di Carlo Andrea era proprio severa, come la Regina, ma anche bella, elegante e provocante.

E Odette? Ma Odette non era una femmina bellissima che il perfido mago Rothbart aveva trasformato in cigno?

Giovedì io di cigni ne ho visti tanti, e davvero bravi, ma erano tutti dei gran bei maschi a petto nudo, dotati di evidenti addominali, e che addominali!

Carlo Andrea, prima invaghito della simpatica Sarah, si è poi innamorato del cigno più sexy.

Peccato che anche sua mamma, la Regina, abbia perso la testa per lo stesso cigno.

Ed ecco che escono fuori le armi, e si consuma la tragedia.

Un mix tra “Sette spose per sette fratelli” e “Tutti assieme appassionatamente”; il proibizionismo di “Footlose”, e i balletti da “Grease”, con una trama un po’ assurda, quasi come quella di “Beautiful”, e le bellissime musiche originali del venditore di salamelle.

Che balletto pazzesco!

Che spettacolo pazzesco!

Che cast pazzesco!

Il mio applauso va a tutta la compagnia, ma quello più grande va a Gianmario Longoni, alla mitica Marzia Ginocchio, e al grande Jimmi Pallas, oggi direttore di produzione di questo gran balletto, e anni fa degli indimenticabili Rollyng Stones, e del super sexy Bruce Springsteen.

Se vivete a Milano, o vi va di farvi una gita, fatelo prima del 23 novembre, e tenetevi un paio di ore libere per andare a vedere “Swan lake” al Teatro degli Arcimboldi.

E se, come me, vi innamorerete di tutti i cigni del balletto, sappiate che l’intera compagnia dorme al Ramada hotel, e che, quando non sono sul palco, spesso li potete trovare nella spa “Wellness and beauty” che il mio amico Angelo Caroli ha aperto dentro l’hotel.

Però non ditelo a tutti che anche i cigni fanno la sauna: è un segreto che mi ha confidato la mia amica Cristina che era con me a teatro e che, guardacaso, di quella spa è la responsabile.

Non perdetevi i cigni con gli addominali, e questo splendido ed emozionante balletto.

Date retta ad una ex cubista che giovedì sera, appena tornata a casa, si è raccolta i capelli, si è messa addosso qualche piuma, rubata da un vecchio piumino Monclair, e ha iniziato a volteggiare tra il bagno e il salotto, stando attenta a non svegliare il marito che intanto danzava con Morfeo.

Barbara

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