“È maschio? Ha i baffi? È biondo? È pelato? È castano? Ha il cappello”
Non ditemi che non avete mai giocato ad “Indovina chi” con i vostri amici quando eravate giovani, o con i vostri figli o nipoti?!
Beh, se non lo avete mai fatto andate in un negozio di giocattoli, o anche al supermercato, e compratelo, siete ancora in tempo.
Ieri sono andata in palestra a fare il mio corso di “Indoor Walking” ossia una specie di corsa in galleggiamento fatta con quell’attrezzo che sembra vagamente uno step, ma ha anche i manubri.
Il corso dura circa un’ora e lo si fa con la musica a manetta.
Mi piace un botto e mi piace che siamo praticamente solo donne e quindi me ne frego se dopo 10 minuti grondo di sudore, la maglietta mi si appiccica addosso e divento rossa come il più timido dei peperoni.
Ma ieri…
Ieri, a corso già iniziato, è entrato LUI, l’uomo X: appena iscritto in palestra (me lo ha detto quella vicina a me che lo aveva visto parlare con un istruttore che gli stava facendo fare il giro delle varie sale) e con quell’aria un pò smarrita (cucciolone lui!).
A quel punto, mentre sudavamo come delle matte e “ballavamo” sul nostro attrezzo, la mia vicina di allenamento ed io abbiamo iniziato una versione tutta nostra di “Indovina chi”.
Le caratteristiche fisiche le vedevamo benissimo e quindi le varie domande di prassi le abbiamo scartate: brizzolato, un naso prorompente (ho sempre amato gli uomini con i nasi grandi, ma alla fine mi sono innamorata e ho sposato uno col naso a patatina), alto circa 1,90, atletico, abbronzato, occhio bo? (mi vergognavo a guardarlo troppo e con le lenti, da lontano, avrei dovuto fissarlo per capire il colore degli occhi), pantaloncini grigi, polo blu e asciugamano color carta da zucchero.
Caruccio vero e pure chic, che non guasta, mai.
Fede? Non pervenuta.
AZZ! Ma perchè certi esemplari di essere umano senza fede e così carucci, non entravano mai nei corsi che frequentavo quando ero single?
Capita sempre così no?!
Quando li cerchi…picche, quando non li cerchi più…sbucano come i funghi in autunno!
Quanto abbiamo riso la mia vicina di attrezzo ed io:
“Ma secondo te perchè uno così è senza fede?”
“Magari l’ha dimenticata in bagno!”
“Oppure si è appena separato e siccome è un pò giù allora ha deciso di iscriversi in palestra per cambiare vita”
“Quanti anni avrà?”
“Secondo me una cinquantina”
 “Secondo me è un finto giovane e ne ha anche 60”
 “Ma vaaaaaa”
 “Ma secondo te che cavolo di mestiere fa per essere libero di venire in palestra alle 10.30 del mattino?”
 “Sarà un notaio e oggi non avrà stipule, o magari è un avvocato. Bisogna vedere se quando esce cammina con le braccia dietro alla schiena”
 “Chi non lavora il giovedì mattino? I becchini lavorano il giovedì mattina?”
“I becchini lavorano sempre, ma magari ha un ristorante, ora ci sta lavorando la moglie e poi lui le da il cambio prima di pranzo”
Tra il rosso dell’allenamento e quello delle risate che ci siamo fatte, alle 16 del pomeriggio dovevo ancora tornare al mio colore standard: tra il pesca e il verde.
Ad un certo punto vedo che l’uomo X guarda la mia mano, e nota la fede.
A quel punto mi spara un super sorrisone, e io abbasso lo sguardo.
Ma porca paletta! E’ possibile che la fede spesso diventi per gli uomini come il miele per le api?
“Quella è sposata quindi non può spaccarmi i maroni più di tanto? Benone, super benone!”
Quando alla fine delle lezione toccavano i 5 minuti finali di stretching, io sono dovuta scappare perché avevo appuntamento con la mitica Antonella che doveva ripassarmi il tatuaggio sotto le sopracciglia (le mie sarebbero buono platino quindi quasi invisibili!).
Doccia veloce, corsa su per le scale (sempre rossa come un peperone timido) e chi mi ritrovo al bar?
L’uomo X.
Meno male che era di spalle e non mi ha vista passare: sono timida io (non rideteeee)
Ma la prossima volta prometto che mi faccio coraggio: lo guardo negli occhi, gli chiedo che mestiere fa e mi faccio dare pure il numero di telefono.
Guardate che vi vedo che state ghignando!!! Ma cosa avete capito???
Il numero è per invitarlo alle serate che organizzo così lo do in pasto alle leonesse (le mie amiche single)
Barbara
NB: se pensate che quello che ho appena scritto sia frutto della mia invenzione…avete capito male, malissimo. E’ successo davvero, parola per parola. Dico “lo giuro”. E se ci ripenso bene…assomigliava pure a Guido Barilla, ma di quello ne parliamo un ‘altra volta che l’è megl!

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