Stai uscendo di casa per andare in paese a fare la spesa, e mentre stai chiudendo il cancello, il tuo vicino e la moglie attraversano il tratturo, vengono a salutarti sorridendo, e ti chiedono se quella sera sei libera, perché dei loro amici organizzano una festa di fine estate, nei loro trulli, e ti raccontano che ci sará anche un concerto Jazz.

Allora dai retta al tuo istinto, disdici una cena, e decidi di andare a quella festa, con Donato e sua dolce metà, i tuoi vicini di Bari.

E alla festa ci porti anche tua mamma, tuo figlio, e una super crostata di crema e di frutta, fatta a casa, di Valentina (che ha il miglior laboratorio di pasticceria di Cisternino e Casalini).

Arrivi alla festa e, appena scendi dalla macchina, capisci che hai fatto la scelta giusta 🙂

E’ già arrivata tanta gente, e tutti hanno portato qualcosa di preparato da loro (tranne te 😁)

C’è un lunghissimo tavolo pieno di cose buonissime; ci sono i trulli, stupendi, con quel tocco di celeste, che lì avvicina al cielo; e l’accoglienza dei padroni di casa, e dei loro amici, calda, caldissima.

A metà serata si spengono le luci, e vengono presentati i musicisti, che sistemano i loro strumenti, e iniziano a suonare.

Io di jazz non ci capisco nulla, ma rimango quasi ipnotizzata, per circa un’ora (vengo interrotta solo qualche minuto da mio figlio in lacrime, perché “perforato” da una gigante spina di cactus, prontamente tolta)

Alla fine del concerto mi alzo e vado incontro a uno dei musicisti, quello che suonava il clarinetto.

Mi aveva trasmesso un’energia pazzesca, ma nello stesso tempo una serenità che non provavo da tempo, troppo tempo.

Gli ho stretto la mano e l’ho ringraziato, per tutta quel grande regalo.

Quel musicista si chiama Roberto Ottaviano, ed è un grande del Jazz, ma io non lo sapevo…

E con lui, nel “Pinturas Quartet”, quella sera, c’erano anche Nando di Modugno, Giorgio Vendola e Pippo D’Ambrosio.

Questi 4 artisti fanno un jazz molto particolare, originale e davvero attuale.

Che bell’invito che mi hanno fatto i miei vicini di casa 💚

Non ti capita tutte le sere di poter assistere ad un concerto del genere, fatto solo per gli amici.

La sera dopo ho organizzato una cena a Lamia Quercelli e ieri sera siamo stati alla sagra dell’uva, a Casalini, un piccolo paese non lontano da casa.

È stato Angelo, un amico di Casalini, che ci ha invitati a vedere i carri da casa sua, perché proprio lì davanti passavano.

Una vecchia ape trasformata in trullo, un trattore che trainava un gigante trullo in cartapesta, e altri 8 carri uno più bello dell’altro, pieni di bambini, e animali.

La festa in piazza con la premiazione e la lotteria, il panino con le bombette (involtini di carne tipici di qui) e, per finire, una crêpes con la Nutella.

Una serata fatta di persone vere, e di cose semplici.

Ieri mattina mi sono svegliata, ho messo la moka sul fuoco, ho scaldato il pane, e ho apparecchiato la tavola per la colazione.

Abbiamo mangiato la marmellata di fichi fatta in casa (da me!), i fichi d’India raccolti dalla vicina, e i fichi del nostro albero.

Ecco, forse è proprio quello che mi manca a Milano.

Arrivi a Milano con tante aspettative, ci passi 26 anni della tua vita, impari tanto, metti in pratica quello che riesci, ti prendi le tue soddisfazioni, e , a poi ad un tratto, senza quasi sapere il perché, ti ritrovi a volere sempre di più.

Milano è una città capace di darti tanto, ma anche di toglierti tanto.

Ci sono momenti in cui ti senti infallibile, e altri in cui ti senti fragile, troppo fragile.

Milano può farti sentire avido, facendoti dimenticare il sapore delle cose semplici.

Ci sono momenti in cui ti sembra di aver fatto tanto, e altri in cui hai la sensazione di non aver combinato nulla, o perlomeno non tutto quello che avresti potuto e voluto fare.

Ho amato tanto Milano, e per certe cose la amo ancora, ma quello che vorrei ora, forse Milano non me lo può dare.

O forse sono semplicemente io, che ho bisogno di cambiare aria.

Viola studia all’Universitá a Pisa, e finisce a Milano dopo essere stata presa a lavorare in un grosso studio legale.

Le manca il mare della Toscana, ma, nonostante la triste tangenziale, inizia a ad amare anche  Milano, la città dalle mille occasioni.

Viola una notte sogna di essere in una stanza con tante modelle, che sfilano avvolte da splendidi vestiti.

Qualcuno, nel sogno, le passa una cintura con una grande fibia, che altro non è che il marchio di una famosa casa di moda…

Il giorno dopo Viola si alza, e, stufa del suo lavoro, va nello studio legale, e si licenzia!

Vorrei raccontarvi tutto, ma vi rovinerei la sorpresa…

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“I love Italy”, scritto da Carolina G., è un libro piccino che merita di essere letto.

“I love Italy” è un libro piccino che non può non lasciare un grande segno.

Ho letto quel libro da mesi, e sono mesi che ci penso, e ci ripenso…

Ogni tanto a Milano mi sento stretta, davvero troppo stretta.

Quante volte in passato mi sono detta:”Basta! Ora faccio le valigie e me ne vado, per sempre!”

Ho pensato di andarmene a vivere ai Caraibi, aprendo un baracchino sulla spiaggia, per sentire sempre il rumore del mare.

Ho pensato di andare a vivere a Formentera, aprendo un chiosco sugli scogli, perchè gli schizzi delle onde potessero tenermi i piedi sempre bagnati.

Sarà che sono Veneziana, ma io ho bisogno del mare, dell’acqua.

Peró io il mio paese lo amo, e quindi alla fine ho deciso di restare.

L’Italia è grande, molto grande, e per essere felici non serve andare così lontano…

Per essere felici bisognerebbe avere il coraggio di guardarsi davvero dentro, e di rischiare, almeno un po’.

E invece io sono una grandissima fifona!

Viola aveva un fidanzato con cui filava tutto liscio, e un nuovo lavoro che le aveva ridato l’entusiasmo, in quell’ azienda di moda che aveva prodotto la famosa cintura del suo sogno, ma sentiva che le mancava qualcosa.

È importante sapersi ascoltare, e io quando vengo in Puglia ormai parlo da sola 🙂

Da quando ho conosciuto “Viola” vorrei essere come lei, per poter cambiare IO il corso della mia vita, senza stare lì ad aspettare che qualcun altro lo faccia per me.

Quando sono a Milano a volte mi sento mancare la terra sotto i piedi, e mi sembra di non fare mai abbastanza.

A Milano finisci spesso per stressarti, anche per cavolate.

Quando sono in Puglia sono serena, e penso sempre a tutto quello che potrei fare, se solo vivessi qui.

Ma poi penso a mio marito, e agli amichetti di mio figlio, e i miei sogni finiscono spiaccicati su una parete.

Ormai mi conosco: devo fare un passo alla volta, e pian pianino avvicinarmi alla meta, con più certezze, e meno paure.

Grazie Viola, adesso forse ho capito qual’è la mia strada, per la felicità.

Ho solo bisogno di un po’ di tempo…

Besos

Barbara

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