Non sono una brava casalinga, lo ho sempre ammesso, e non me ne vergogno.

Non sono una di quelle donne che sa sempre cosa uscirá dalla sua lavatrice: io so cosa ci metto dentro, ma non sono mai sicura che ne usciranno le stesse cose.

Una volta ho messo in lavatrice un mio maglione bordeaux, e ne è uscito un piccolo maglione della Barbie, sempre bordeaux.

Non leggo mai le etichette prima di fare il bucato, anche perché spesso le etichette le strappo proprio, perché mi danno fastidio, e quindi vado ad occhio, a intuito.

Porto le lenti a contatto, e il mio intuito da casalinga non è pervenuto, ops.

Immaginatevi la mia faccia quando la mitica Manuela, tetesca di Germania, sposata con un Pugliese, e totalmente dedita al suo lavoro di “pulitrice perfetta”, mi ha chiamato dicendomi che stava malissimo e che non avrebbe potuto aiutarmi a chiudere la casa, in vista della mia partenza di oggi (sono in aereoporto in attesa di un volo per Venezia, con “comodo e utile” scalo a  Roma).

Chiudere una casa come quella che abbiamo allena finito di costruire in Puglia, non sarebbe stata una cosa semplice anche con il sole e l’aiuto della mitica Manuela.

Potete vagamente intuire come sia stato facile per me chiudere casa da sola e sotto una pioggia incessante?!

Sono stata in Puglia due mesi, ma non li definirei due mesi di vacanza.

Ho portato avanti un cantiere, l’ho fatto finire in tempi da record, e ho continuato a svegliarmi alle 6.30 per tutto il periodo, per riuscire a finire la casa per poterla far fotografare, e metterla in affitto, prima della mia partenza di oggi.

Sono arrivata davvero stanca alla fine di questa avventura, e mi ci mancava proprio la chiusura della casa da sola.

Per fortuna il tempo è stato dalla mia parte, e anche se ho faticato il doppio a raccogliere dal terreno giochi, tubo dell’acqua etc tutti pieni di fango, almeno sono riuscita ad ad evitare LEI, la lavatrice.

Sarebbe stato impossibile lavare lenzuola, asciugamani etc e farli asciugare al sole, visto che il sole è sparito circa tre giorni fa.

Io odio fare il bucato, e il bucato odia me.

E invece non credo che mi odi il proprietario della lavanderia che mi ha vista arrivare stamattina con tre sacchi dell’Ikea pieni pieni di cosine per lui.

Ma che ci posso fare io!?

Potrei passare le ore a pulire pavimenti, spolverare mensole e lucidare bagni (i miei), ma odio fare e stendere il bucato, preparare il caffè con la moka (ne avrò bruciate una decina), e detesto innaffiare le piante (il mio pollice non ha nulla di verde, ma tende verso il viola).

Per fortuna che la mitica Manuela mi ha dato delle belle dritte almeno per telefono.

Chiudere una casa appena fatta non è una passeggiata: pavimenti in cemento, e intonaco, sono freschi freschi, e l’umidità è in agguato, e quindi i vestiti che lasciamo li ho infilati in sacchetti di plastica, e tutti i materassi li ho messi in verticale.

Speriamo bene!

Per una castrona come me non è stato facile, ma almeno niente caffè con la moka (al bar di Casalini lo fanno buonissimo), niente bucato e bye bye annaffiatoio (ha fatto tutto il cielo, da solo)

E voi?

Quali sono le faccende domestiche che proprio odiate?

Barbara

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